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Autore: infinity and beyond    10/10/2012    4 recensioni
Tutto può nascere anche dal più stupido dei giochi. Spesso non si ce ne accorge, ma Jasmine ha affianco a se da quasi una vita la sua anima gemella.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Cavolo, cavolo, cavolo, vai porca miseria! >>
<< Se magari spingi la X che è l'acceleratore... >>
<< So cosa devo spingere, idiota. >>
Sulle use labbra apparve un sorrisetto malizioso, quello che appariva sulle sue labbra quando dicevo qualcosa che avesse un doppio senso.
Quel sorrisetto, che poteva anche essere tanto carino, scomparve appena posai il telecomando della Wii sul divano e lo fulminai con gli occhi.
Iniziò a correre per tutto il salotto, io intanto lo seguivo.
<< James, appena ti prendo! >> Urlai.
Dalla cucina fece capolino il mio, anzi nostro, irlandese, nonché migliore amico di entrambi.
Natahn si nascose dietro Siva, che se la rideva di brutto e cercava comunque di "proteggerlo" dalle grinfie di una piccola assassina.
<< Sykes, fatti prendere! >> Dissi, con tono leggermente alto, mentre lo seguivo su per le scale.
All'ultimo gradino andai contro mio fratello.
<< Tom! Mi hai fatto perdere la preda. >> Sbuffai con le braccia consorte vedendo Nate piegato in due dalle risate.


Nate è il sopranome di Nathan, spesso lo chiamiamo così per fare in fretta.
Il mio nome è Jasmine, vivo a casa di mio fratello, con altri quattro bestioni.
Nathan, appunto, è il più piccolo. Quello che passa il tempo a giocare con me alla Wii o alla PSP, o a calcio, quando fuori è bel tempo.
Max, è il "pelatone" del gruppo. Quello che ci sorveglia, per non farci mettere la casa sottosopra.
Quando lui non c'era, come ora, era mio fratello Tom a prendere il suo posto.
Anche se non si direbbe proprio.
Jay è uno di noi. Il ricciolino che riesce sempre a convincere i "saggi" di casa a farci giocare di più, anche se il giorno dopo ci aspetta un mucchio di lavoro.
E Siva, il nostro irlandese.
Lui è il ragazzo che mi ha consolato quando tornavo da scuola con brutti voti o note, o quando venivo pestata.
Perché sì, sono stata anch'io vittima di bullismo, anch'io mi autolesionavo, ma grazie a Siva ho smesso.


<< Anthony... >> Dissi guardando alle spalle di mio fratello.
<< Che diamine sta facendo Jay sotto il letto... >> Aggiunse Nathan, scioccato esattamente come me.
<< Della mia stanza? >> Conclusi io.
<< Bhe, ecco, è entrata una cavalletta dalla finestra e Jay sta cercando di cacciarla via. >>
A quel punto tirai un urlo fortissimo, poi sentimmo qualcosa sbattere.
<< Si! L'ho presa, finalmente. >> Esultò McGuiness dondolandoci davanti agli occhi una cavalletta più morta che viva.
<< Blea. >> Dicemmo in coro strizzando un occhio quasi pronti a vomitare.
<< Comunque, Thomas Anthony Parker, dov'è che stai andando? >> Chiesi poi rivolgendomi di nuovo a mio fratellone che scendeva le scale e veniva raggiunto poco dopo da Siva e Jay.
<< Noi usciamo, non distruggete la casa mentre siamo via! >> Ci raccomandò, ma a parer nostro ci entrò da un orecchio e dall'altro quella raccomandazione volò via.
Io e Nathan ci lanciammo una rapida occhiata, poi corremmo giù per le scale veloci e ci buttammo accasciati sul divano.

<< Sei una schiappa. >>
<< Zitto micio. >> Dissi facendo svoltare la mia auto a destra, ove vi era una scorciatoia che solo io conoscevo, così lasciai baby Nate ancora al Via.
Sykes sgranò gli occhi, vedendo che lo avevo superato.
<< Porca miseria, mi si è sbandata la macchina e non parte più! >> Ululai poco dopo, intanto Natahn se la rideva.
Mi misi in piedi sul divano e il suo sorriso svanì, non appena gli tolsi il telecomando dalle mani.
Iniziai a correre per tutta la casa e mi nascosi in uno stipite della cucina.
Sì, in quel momento avevamo ufficialmente preso a giocare a nascondino.

<< Trovata! >> Disse aprendo lo stipite prendendomi in braccio per farmi uscire.
Mi posò sul tavolo e ci guardammo negli occhi, intensamente, come in tanti anni mai avevamo fatto.
<< Ma da quant'è che ci conosciamo noi, Parker? >> Mi chiese lasciandosi sfuggire un sorriso.
<< Io avevo cinque anni, tu sette. Dodici anni, direi. >> Sorrisi a mia volta.
<< Wow, in tutti questi anni, credo che ti ho trovata solo ora. >>














Spazio me!
Yeah.
Questa è la prima OS, anzi la prima storia, che scrivo su di loro:
The Wanted.
Loro sono semplicemente la mia seconda ragione di vita.
Non avevo molte idee che mi frullavano per la testa, così ho raccolto tutto in questa OS.
Spero piaccia, anche se molto misera.
Un bacio :)
infinity and beyond xx
  
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