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Autore: ErinThe    10/10/2012    6 recensioni
Questa storia si è classificata quarta al contest "Vizi e virtù in un mondo senza eroi" di babykit87l
[Mirai!Universe] Chichi, dopo la morte del marito, è sola e distrutta. Un appoggio rimastole è quello di Yamcha, diventato suo grande amico, ma il mondo è in fuoco e fiamme a causa dei cyborg…
– Oh, Yamcha…– Chichi scoppiò in lacrime e si gettò al petto dell’amico. [...]
Stava ancora singhiozzando stritolandogli la maglia, quando lui gli posò una mano sui capelli e carezzandoglieli piano sussurrò – Su, coraggio… Non devi continuare così, Chichi. –
Lei alzò lo sguardo lucido su di lui e poi lo abbracciò forte circondandogli il collo
– Yamcha… Grazie. – [...]
Una violenta esplosione. Due violente esplosioni. La terra prese a tremare. [...]
– Bene. In questo momento i due androidi sono lontano dalla città. Prendi un jet e vai alla Capsule.–
– E tu? – chiese con orrore. [...]
– Lui tornerà! Me l’ha detto, e rispetterà la sua promessa! La rispetterà! –
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm... Ok. Linciatemi, lapidatemi, trucidatemi salvaggiamente. Me lo merito. 
Su richiesta vi presenterò il mio indirizzo per venire a prelevarmi. 
Ovviamente, tutti gli insulti che mi si addicono mi faranno immensamente felice per mezzo di recensione^^



Aggiornamento 11 ottobre 2012:  La storia si è classificata QUARTA. Cioè, vi rendete conto? Non è neanche arrivata ultima^^ Alla fine la valutazione della giudiciA.
 

 

 

 


Autore  ErinThe

Titolo   L’avevi promesso.

Pacchetto virtù  Temperanza

Pacchetto vizi  Superbia

Avvertimenti  (One shot)

Introduzione  [Mirai!Universe] Chichi, dopo la morte del marito, è sola e distrutta. Unico appoggio rimastole è quello di Yamcha, diventato suo grande amico, ma il mondo è in fuoco e fiamme a causa dei cyborg…
Leggendo il pairing capitato sono rimasta O_O e alla fine ho tirato fuori questa roba… Storia completamente schifosa, che leggerla è già un’impresa, mentre farlo senza vomitare sarà cosa più o meno impossibile… Attendo di essere barbaramente uccisa.

Note[partecipa al “vizi e virtù contest” di Babykit87l]
 

 
 
 
 
 
 
 
 
– Oh, Yamcha…– Chichi scoppiò in lacrime e si gettò al petto dell’amico.
 
Era venuto a farle visita, come accadeva ormai di consueto ogni settimana da quando Goku l’aveva lasciata per colpa della malattia.
Viveva sola, nella sperduta casetta in mezzo ai monti, in balìa del destino e con un figlio ancora troppo piccolo per avere già perso il padre. 
Piccola consolazione, se così poteva chiamare, erano le sporadiche visite di chi aveva voluto bene a suo marito, ma purtroppo anche queste erano diventate sempre più rade con l’avvento dei due cyborg, che avevano fatto dell’intera Terra un campo minato in pericolo costante.
Lei sapeva che Yamcha e suo marito si conoscevano sin dall’infanzia di quest’ultimo, ma aveva visto il rapporto tra di loro sempre come freddo e limitato alla collaborazione in occasione delle minacce di turno al loro mondo. Mai si sarebbe aspettata una simile reazione da parte sua alla morte del guerriero visto - secondo lei - come irraggiungibile, e per questo motivo oggetto d’invidia.
Invece, inspiegabilmente, era ben presto diventato l’unica spalla su cui piangere e sfogare le sue frustrazioni.
 
Stava ancora singhiozzando stritolandogli la maglia, quando lui gli posò una mano sui capelli e carezzandoglieli piano sussurrò – Su, coraggio… Non devi continuare così, Chichi. –
Lei alzò lo sguardo lucido su di lui e poi lo abbracciò forte circondandogli il collo
– Yamcha… Grazie. –
Lui ricambiò l’abbraccio, provando una grande dolcezza nei confronti della donna.
Dalla morte di Goku, quell’amico che tanto ammirava, gli era stato naturale avvicinarsi a lei per sostenerla. Era totalmente sicuro che si trattasse di compassione e - inaspettata secondo lui - bontà d’animo, e ormai potevano dire che tra loro ci fosse una certa intimità.
 
Nell’abbraccio stretto, Chichi sentì il calore del suo respiro nell’orecchio.
Mosse automaticamente il viso e poggiò le labbra sulla sua guancia.
Ma in quel momento, cosa che non le era mai successa, quel rassicurante calore si tramutò in fiamma rovente.
Mossa da una forza sconosciuta si avvicinò alla sua bocca e si posò su di essa.
Yamcha sbarrò gli occhi e mugugnò un – Ehi, ma che fai? –
Lei non rispose, mentre lo sconforto la avvolgeva.
Tutto quel tempo in solitudine le pesava terribilmente, e in quel momento desiderò di vedere in lui qualcosadi più di un semplice manichino su cui singhiozzare.
Non le importava di come giudicavano gli altri, pensò.
Si riattaccò alle sue labbra, stavolta con passione inaspettata.
Lui non si mosse. Chichi schiuse le labbra ed entrò nelle sue, mentre appoggiava le
mani al suo petto.
Passandogliele sulla tuta aprì gli occhi ed ebbe una violenta stretta al cuore.
 
La tuta arancione. Uguale a quella del suo Goku.
– Stammi lontano, lui non potrà mai essere sostituito, mai! –
Yamcha fece un passo indietro, con gli occhi attoniti.
– Perché? Perché non me l’hai impedito? Pensavo fossi l’unico di cui fidarmi! –
Batteva i pugni sul suo petto, scossa da violenti singhiozzi.
L’altro era zitto e immobile.
– Portami… Portami a letto. Voglio dormire. –
 
La prese tra le sue forti braccia e, sollevandola di peso, si diresse verso la sua camera.
Entrò, la pose delicatamente sul letto e la coprì con il lenzuolo.
Sembrava divenuta inerme.
Le girò le spalle e fece per uscire, quando lei mormorò – Yamcha… resta qui con me stanotte. –
Sospirò e si coricò accanto a lei.
 
 
 
 

Due paia di occhi gelidi avanzavano nella penombra. Due caschetti, uno moro e uno biondo. Dei passi risuonavano nel silenzio. Tutt’intorno, solo morte e distruzione.
– Sorellina, divertita abbastanza? – ghignò il moro.
– Uff, per niente. Solo gente inerme… non c’è gusto. – sbuffò questa.
Dei detriti si spostarono e ne uscì un colpo energetico in direzione dei due andoridi.
– Allora adesso te la spasserai con me! – urlò Yamcha verso di loro.
La bionda sorrise.
– Guarda un po’… Abbiamo un giovinetto coraggioso. Ma non credo sarai in grado di soddisfarmi. 
Scattò verso di lui e lo sollevò per il colletto. 
Yamcha spalancò la bocca in un muto grido.
L’essere gli trapassò il petto con il braccio, mentre stringeva l’altra mano fino ad udire il suono di ossa spezzate.
– Te l’avevo detto – disse la cyborg, e mollò la presa.
Il corpo senza vita di Yamcha si afflosciò a terra come una marionetta rotta, con una voragine nel petto e gli occhi spalancati e vuoti.

 

 
 
 
 
– Nooooo! – Chichi scattò a sedere urlando a squarciagola.
Solo un sogno. Un incubo orrendo.
Yamcha aprì gli occhi, vedendola tremante e sconvolta.
– Chichi, calmati. Qualsiasi cosa fosse, era solo un sogno! –
Lei si aggrappò con forza al suo braccio, mentre tornava piano a poggiare la testa sul cuscino.
– Ti prego… Dimmi che non mi lascerai mai – singhiozzò.
Lui si ristese al suo fianco.
– Tranquilla, io sono qui per te. –
Chichi si riassopì contro la sua spalla.
 
Una violenta esplosione. Due violente esplosioni. La terra prese a tremare.
I cyborg erano arrivati fin ai pressi dei monti Paoz.
 
Si alzarono entrambi di scatto.
– Oh no, anche qui – gemette Chichi.
– Sono qui vicino. Devi andartene, non è più sicuro qui! – disse Yamcha – Dov’è Gohan? –
– A dormire da Bulma – rispose lei.
– Bene. In questo momento i due androidi sono lontano dalla città. Prendi un jet e vai alla Capsule. –
– E tu? – chiese con orrore.
– Io andrò loro incontro. Anche se per poco, proverò a fronteggiarli. –
– No! Tu non puoi! Non andrai a morire anche tu per niente, l’hai promesso! –
– Chichi… Non posso sempre stare con le mani in mano e fuggire. Ci hanno provato in molti, ora è il mio turno. –
– Non puoi lasciarmi sola – singhiozzò.
– Ascoltami. Come potrai guardare in faccia una persona che è fuggita, senza provare a contrastare chi ti ha privato dei tuoi cari? Devo tentare. Per te, per Gohan… per Goku. –
Lo guardò con occhi pieni di lacrime. Non era sicura di riuscire a sopportare un’altra perdita.
– Yamcha… Tornerai, vero? –
Lui le sorrise. – Tornerò. –
 
Uscì dalla porta di casa e decapsulò il piccolo jet.
– A presto… – abbracciò l’amico e partì, mentre continuavano le esplosioni in lontananza.
Lo vide alzarsi in volo in direzione opposta alla sua, e si morse le labbra per reprimere nuovi singhiozzi.
 
Atterrò al giardino della Capsule Corporation. Era deserto.
Entrò, ma neanche nel soggiorno sembrava esserci qualcuno.
– C’è nessuno… Bulma? –
Girò per la cucina e per le camere da letto, ma non c’era traccia dell’amica.
La trovò in un piccolo soggiorno del primo piano, in cui c’erano soltanto un divanetto, un orologio alla parete e un telefono fisso sopra una sedia.
Bulma era seduta, intenta a giocare con il piccolo Trunks appollaiato sulle sue ginocchia.
– Chichi, sei tu! Che piacere vederti! –
– Ciao, Bulma. Gohan? –
– E’ ancora in camera che dorme… Eri preoccupata per lui? –
Chichi prese un respiro – A dire il vero, i cyborg sono arrivati nei pressi dei nostri monti. –
Bulma sbarrò gli occhi – Fin lì… è terribile. –
– Yamcha… è andato a combatterli. – disse con voce incrinata.
– No… Quello zuccone, perché deve farsi ammazzare? –
A quelle parole, Chichi scoppiò in un pianto a dirotto.
– Lui tornerà!  Me l’ha detto, e rispetterà la sua promessa! La rispetterà! –
L’azzurra le mise una mano sulla spalla – Lo spero anche io. –
 
Stettero sedute vicine, incapaci di fare altro, per un tempo interminabile.
Ad un tratto il telefono squillò. Il display avvisava un numero sconosciuto, segno che probabilmente qualcuno chiamava da una cabina.
– Capsule Corporation, desidera? – rispose Bulma.
All’altro lato risuonò una voce sottile e fredda. 
– Buongiorno, cara Capsule… E’ vostro amichetto per caso un ragazzino dal volto sfigurato? –
Le parole furono udite anche da Chichi, che impallidì.
Si poterono cogliere degli urli distanti – Io ti sconfiggerò, non ti lascerò spezzare altre
vite! –
Era Yamcha.
– La mia sorellina si sta occupando di lui. Chiamo perché non vorrete restare con l’angoscia in eterno, no? –
– Quindi, posso togliervi l’attesa… ecco qua cosa è successo al vostro amico. –
 
Un grido straziante. Un suono di ossa spezzate. 
Poi la linea cadde.
 
Chichi si accasciò a terra.
Non sarebbe tornato. Aveva perso anche lui.





Valutazione e punteggi 


ErinThe 4° classificata 
Grammatica: 16/20 punti 
Molto buono. Ho notato solo un errore grammaticale secondo me importante: 
“… quando lui gli posò una mano sui capelli…” La frase si riferisce a Chichi, una donna, quindi quel gli posò…” dovrebbe essere “le poso…” 
Per il resto, a parte qualche errore di punteggiatura, va bene. I tempi verbali sono tutti al loro posto. 
Lessico e stile: 18/20 punti 
Mi è piaciuto il lessico che hai usato, soprattutto quando sono apparsi i cyborg, che è diventato un po’ più crude, come la situazione richiedeva. Anche il linguaggio usato dai personaggi mi è piaciuto molto, l’ho trovato realistico e perfettamente IC con il carattere, soprattutto visto che si tratta della dimensione Mirai! 
Originalità: 9/10 punti 
Davvero originale. La grafica mi ha stupita, le parole più importanti solo in corsivo così come il sogno, reso ancora più visivo con lo spostamento a destra. Brava! Anche il modo il fatto che i cyborg sono così spietati e sadici da telefonare a Bulma e Chichi per far sentire in diretta la morte del loro amico, mi ha rabbrividito e raggelato, come quando si vede un film e questa scena è di per sé originale. Complimenti! 
Uso dei pacchetti: 37/40 punti 
Allora la coppia c’è ed è ben delineata, anche nei caratteri, il rating e il genere invece sono un po’ più lievi: per quanto riguarda il rating l’ho trovata più attinente al giallo, avresti dovuto essere ancora più cruda nella descrizione, ma l’ho gradito comunque; mentre il genere più che malinconico a mio avviso è stata più drammatica, magari avresti dovuto dare un po’ più di peso ai ricordi, però va bene anche così. Mentre l’altro pacchetto hai saputo usarlo meglio, hai reso il soggiorno della CC la sala d’aspetto, l’emozione si legge in più punti, ovvero sia in Chichi, che ha trasformato il dolore in rabbia, sia in Yamcha, che nella parte finale della storia quando ormai è prossimo alla morte ed esprime tutta la sua collera nei confronti dei cyborg; per quanto riguarda il telefono è al centro del finale, quando il cyborg, sadicamente le chiama per farle “partecipe” dell’omicidio in corso. 
Gradimento personale: 9,5/10 punti 
Mi è piaciuta tanto, mi ha fatto salire l’ansia fino al momento finale. Mi hai saputa coinvolgere nella disperazione di Chichi, facendomelo apprezzare ancora di più. La tua è stata la storia che mi ha lasciato più di tutte le altre stupita, in senso positivo ovviamente. Mi ha inquietato in certe scene e l’ho letta tutta d’un fiato. Bella e triste. È proprio perfettamente in linea con il mondo Mirai! E questo mi è piaciuto molto. Ti faccio i miei complimenti! Sei stata davvero brava, visto che il pairing era effettivamente tosto. 
Totale: 89,5/100 
 
 
   
 
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