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Autore: Leyton_Nenny    10/10/2012    1 recensioni
"Non capisco perché la gente continui ad additarmi come la stronza della situazione: io sono solo una vittima, un povero agnellino indifeso finito tra le fauci dei lupi cattivi.
Ma io sono una brava persona, cosa credono questi qui?"
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Le confessioni'
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Non capisco perché la gente continui ad additarmi come la stronza della situazione: io sono solo una vittima, un povero agnellino indifeso finito tra le fauci dei lupi cattivi.
Ma io sono una brava persona, cosa credono questi qui?
Sono io quella che è rimasta accanto a Cece mentre lei era malata – loro non si sono nemmeno accorti che qualcosa non andava.
E poi si lamentano che lei non li abbia voluti avvertire della sua salute precaria. Come se fosse colpa mia. Senza contare che a loro non importava molto di Cece, a loro importava solo dell'eredità – come se non avessi visto con che occhi bramosi guardavano il signor Van der Woodsen mentre leggeva il testamento. E lui è un gran figlio di puttana, oh sì. Ma di questo ne parlerò dopo.
Stavo parlando delle loro espressioni mentre lui leggeva il testamento: sembravano sul punto di azzannarsi l'un l'altro per accaparrarsi l'eredità. E io sono finita al centro della loro guerra non più così fredda. Come se fosse colpa mia.
Che sia chiaro, io sono solo una povera vittima – in tutti i sensi.
E io non ho mai mentito a Cece, volevo solo una famiglia, e che cavolo! Mentre qui ora m'incolpano tutti per cose di cui io non ho colpa. Come se fosse colpa mia se Carol mi ha pagato per fingere di essere sua figlia! E ora ci rimetto perché, come essere umano quale sono, mi sono affezionata alla famiglia di cui avevo iniziato a far parte.
Soprattutto di Cece, lei è sempre stata così buona con me.
E, solo perché sono una brava persona, ho finito per rimetterci.
Cavolo, io non ho mai chiesto a Cece un soldo, e non ho nemmeno usato quelli del fondo destinato a Lola. Io non ho fatto proprio niente di male, tranne prender parte a qualche complotto, complotti nei quali nemmeno volevo entrare, ma mi ci hanno trascinato.
Che poi, ci fosse mai qualcuno che si fosse messo nei miei panni, una volta tanto.
Prima Dan, con il quale ho iniziato una relazione – e ci tenevo davvero a lui – che stava con me solo perché mi vedeva come Serena versione due – io ho solo assecondato le sue fantasie.
Poi Nate, che invece mi vede come una specie di Jenny solo più accessibile e senza tutte le problematiche che la relazione con lei poteva incontrare.
Ma cosa credono, che sia scema? Io l'ho capito, come ragionano.
E io sono solo la vittima dei loro pensieri contorti.
Saputo questo, qualcuno ha ancora il coraggio di incolparmi? No perché, seriamente, credo che le persone dovrebbero come minimo provare un po' di pena per me. Anche perché, vorrei ricordarvi, che mi hanno tolto ogni centesimo – non che mi fregasse troppo dei soldi, ad essere sincera – e io mi sono ritrovata senza nemmeno un tetto sopra la testa. Dopo tutto ciò che ho fatto per quella famiglia! Dio, stento a crederci.
Ma torniamo all'argomento signor Van der Woodsen. Lui sì che è stato un voltafaccia. Cioè, prima recita come se davvero gli stesse a cuore il volere di Cece e poi, il giorno dopo, fa congelare il patrimonio. E tutto per cosa? Solo perché qualcuno gli ha offerto del denaro, di questo ne sono più che sicura, se solo potessi provarlo...
Ma cosa ho fatto di male, per meritarmi tutto questo? Mi hanno pagata per recitare una parte, e io l'ho fatto. Lavoro. Dio, cosa c'è di difficile in questa parola? Mi hanno assunta, e io ho fatto solo il mio dovere, niente di meno e niente di più. E non è certo colpa mia se Cece voleva più bene a me che a tutta la sua famiglia.
Io, ripeto, qui sono solo una povera vittima. Fortunatamente non mi è andata poi così male, dato che c'è qualcuno ben conscio del proprio dovere in mezzo a quella famiglia di pazzi, come Rufus. Sul serio, credo che sia l'unica persona a meritare un po' di compassione in mezzo a quelle iene che non riescono a fare a meno di scannarsi l'un l'altra. Nemmeno alla veglia funebre in ricordo di Cece sono riuscite a mantenere una parvenza di dignità.
E tutto mentre io, la povera, piccola e dolce Ivy Dickens, venivo incastrata da quella che doveva essere una mia amica – i Rhodes sono tutti uguali, non hanno preso proprio niente di Cece. Il che mi porta a pensare che la bontà sia un carattere recessivo e che il nonno doveva essere un grande stronzo. Ma a ripensarci, Cece mica fa di cognome Rhodes. Però anche Serena non ha quel cognome ed è stronza quanto la madre. No, senza dubbio è qualcosa legato ai geni, e quelli buoni di Cece sono stati uccisi da quelli bastardi del marito, non c'è altra spiegazione plausibile.
Che poi, non hanno mai provato a pensare cosa possa voler dire lasciare tutto – Max, che io amavo sinceramente, in primis – per andarsene in un posto lontano, dove non conoscevo nessuno.
No, non l'hanno fatto. Perché, se solo ci avessero provato, allora avrebbero capito. E si sarebbero accanite tra loro, non contro di me che in fin dei conti sono solo una vittima dei loro drammi familiari, il mero capro espiatorio così che loro possano mantenere un minimo di decenza o qualsiasi cosa essa sia. Una parvenza di unione familiare o che so io.
Chi se ne frega, delle loro apparenze.
Cioè, sta a vedere che, poiché questi qui non possono fare a meno di scannarsi come cani e gatti pur di non trovare un accordo e sono così tirchi da voler arraffare il più possibile, l'odio per me debba essere l'unica cosa a metterli d'accordo. Cosa credono, che riversando le loro frustrazioni contro di me, risolveranno forse qualcosa? Ma nemmeno per l'anticamera del cervello.
Come se non si sapesse che, come degli sciacalli procacciatrici di eredità, attendevano solo la morte di Cece per poter avere il loro futile denaro. Perché è chiaro che a loro non serva, il denaro. Sono così ricchi che potrebbero sfamare e far vivere nel lusso generazioni di Rhodes, sopratutto grazie ai matrimoni di convenienza di Lily – Rufus docet.*
Io mica l'ho cercata la situazione scomoda in cui mi sono trovata, mi è capitata tra capo e collo, come si suol dire.
E ora mi ritrovo citata in giudizio, con una fedina penale non più così immacolata come prima di incontrare la famiglia Rhodes, un ragazzo in meno e nemmeno i soldi necessari, ovvero il minimo indispensabile, per poter campare – sia benedetto Rufus.
Posso morire.




*insegna in latino. La frase infatti è tratta da un discorso che Rufus rivolge a Lily dicendole che, in fin dei conti, a lei non serve il denaro di sua madre.

LA STORIA NON TIENE CONTO DEGLI ULTIMI EPISODI DELLA 5 SERIE
  
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