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Autore: Leyton_Nenny    11/10/2012    1 recensioni
"Se qualcuno gli avesse mai chiesto come si era innamorato di Luna Lovegood, Fred non l'avrebbe saputo dire con certezza, quel sentimento era cresciuto piano piano dentro di lui, maturando sotto gli sguardi che si scambiavano durante le riunioni dell'ES e grazie ai sorrisi imbarazzati di lei, al suo cipiglio quando continuava a ripetere che i Nargilli esistevano, anche se loro non riuscivano a vederli, oppure era semplicemente il suo profumo da bambina che lo inebriava ogni volta che lei gli passava accanto."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nick: Leyton_Nenny
Titolo: Peccato mortale
Genere: romantico
Avvertimenti: One shot, het
Rating: verde
Lista Uno: Luna Lovegood
Lista Due: Fred Weasley, pacchetto prompt
Lista Tre: profumo
Introduzione: Se qualcuno gli avesse mai chiesto come si era innamorato di Luna Lovegood, Fred non l'avrebbe saputo dire con certezza, quel sentimento era cresciuto piano piano dentro di lui, maturando sotto gli sguardi che si scambiavano durante le riunioni dell'ES e grazie ai sorrisi imbarazzati di lei, al suo cipiglio quando continuava a ripetere che i Nargilli esistevano, anche se loro non riuscivano a vederli, oppure era semplicemente il suo profumo da bambina che lo inebriava ogni volta che lei gli passava accanto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fred si voltò a guardare Luna: la ragazza saltellava lanciando incantesimi a destra e a sinistra mentre i capelli le danzavano sulle spalle facendola sembrare letale. Le sue gote, leggermente arrossate per lo sforzo della battaglia, la facevano ancora sembrare più bella agli occhi di Fred.

 

Se qualcuno gli avesse mai chiesto come si era innamorato di Luna Lovegood, Fred non l'avrebbe saputo dire con certezza, quel sentimento era cresciuto piano piano dentro di lui, maturando sotto gli sguardi che si scambiavano durante le riunioni dell'ES e grazie ai sorrisi imbarazzati di lei, al suo cipiglio quando continuava a ripetere che i Nargilli esistevano, anche se loro non riuscivano a vederli, oppure era semplicemente il suo profumo da bambina che lo inebriava ogni volta che lei gli passava accanto.

Quello che era certo è che per lui Luna era qualcosa di speciale, qualcosa di unico e fragile che sentiva il bisogno di proteggere. E la cosa che più lo stupiva era che non aveva mai provavo un tale senso di possessività nei confronti di qualcuno. Perché lei era sua e a stento riusciva a tollerare gli sguardi e i sorrisi che rivolgeva agli altri. Se poi qualcuno si arrischiava a sfiorarla, Fred era certo che dalla sua bacchetta sarebbe uscito un incantesimo, ancora non era certo di quale potesse essere, ma sicuramente non sarebbe stato piacevole. Magari qualcosa che lo costringesse ad essere allergico a Luna, l'idea non era male.

Spesso si era anche arrischiato a produrre delle caramelle che rendessero le persone allergiche a lei, così che non le stessero troppo vicine. E alla fine non le aveva mai ultimate, dandosi del folle psicopatico all'ultimo istante.

 

Una volta George gli aveva chiesto cosa ci trovava lui in Luna Lovegood. Fred era arrossito e gli aveva chiesto come faceva a sapere che provava qualcosa per lei dato che lui non aveva mai parlato di sentimenti provati per la ragazza, “sempre che ci siano” aveva aggiunto subito dopo.

Il fratello aveva sorriso ribattendo “un gemello certe cose le sente, e io ti capisco meglio di chiunque altro”.

Fred si era trovato a sbuffare e a dire che proprio non lo sapeva.

Ed era vero: spesso nella notte ci ripensava, senza mai riuscire a trovare una risposta al quesito.

Sarà il modo in cui sorride, il modo in cui parla dei Nargilli, il suo profumo. O forse un Gorgosprizzo mi è entrato nel cervello e mi ha fatto impazzire”

Ma in verità Fred sapeva che era successo per caso: un giorno l'aveva vista vagare scalza per i corridoi, sostenendo che i Nargilli le avevano rubato tutte le scarpe. E lui era scoppiato a ridere, convinto che fosse una battuta – cosa che, si era rammaricato – non era vera dato che la bionda lo fissava incuriosita per quella reazione. Fred aveva ripreso il proprio contegno e l'aveva osservata ammirato: nessuno reagiva così difronte a una risata, una persona normale l'avrebbe preso come “un insulto alla propria persona”, o qualcosa del genere. In fondo, lui si era innamorato di lei per il suo modo di pensare così fuori dagli schemi.

 

Una notte Fred aveva anche provato a dichiararsi: aveva preso Luna per mano e l'aveva portata in una radura dentro la Foresta Proibita, lei l'aveva seguito senza fare storie.

Devo mostrarti una cosa” aveva addotto lui come spiegazione nonostante lei non avesse chiesto niente. E non aveva nemmeno fatto domande dopo limitandosi a seguirlo in silenzio.

Arrivati nel posto prestabilito, Fred aveva preso la scopa che aveva nascosto tra le radici di un grande albero – una quercia forse – e aveva iniziato a volarle intorno, beandosi della sua espressione mentre si voltava per seguire i suoi movimenti. Dopo due giri aveva iniziato a lasciar cadere dei piccoli fuochi d'artificio che s'incendiarono una volta toccato il suolo liberando centinaia di fiamme dorate.

E mentre continuava a volteggiare intorno a lei, il ragazzo assaporava l'espressione entusiasta di lei, mentre centinaia di scintille le roteavano intorno.

Grazie” aveva detto poi Luna a fine spettacolo una volta che Fred era sceso dalla scopa. Si era avvicinata a lui e gli aveva lasciato un piccolo bacio sulla guancia e il ragazzo era rimasto immobile – “come un coglione” continuava a ripetersi tutt'ora ripensando a quel momento con un moto di autocommiserazione. Spesso solo al ricordarlo sentiva il suo profumo sulla pelle, ed era certo di star impazzendo.

 

E ora si trovava lì, con Luna che combatteva alle sue spalle, lanciando incantesimi senza sosta e saltellando tra un cadavere e l'altro.

Fred pensò che quello non era il posto migliore per lei, che lei meritava di meglio, che la sua innocenza sarebbe stata solo sconvolta da questo scontro.

E poi ci fu un lampo.

Qualcosa brillò alle sue spalle, troppo vicino al posto in cui Luna si trovava per poterlo evitare.

Fred non ci pensò un istante, lanciando un incantesimo di scudo per poterla salvare.

E lasciandosi scoperto le spalle.

Riuscì solo a scorgere un'ultima volta il sorriso della ragazza tramutarsi in una smorfia di terrore.

Poi il boato. E il mondo divenne buio.

 

Lei era il suo peccato capitale, per salvarla lui aveva dedicato la vita – questi furono i suoi ultimi pensieri – ma era meglio saperla viva piuttosto che passare l'intera esistenza a progettare caramelle che facessero riaffiorare nella sua mente il ricordo di lei.

Perché di una cosa lui era certo, non l'avrebbe mai sostituita.

Lei era senza ombra di dubbio il suo peccato capitale, quello che, alla fine, l'aveva condotto alla morte prematura.

Il peccato, il suo peccato mortale profumava di Luna Lovegood.

 

 

 

NdA: Io credo che per definire un peccato sia necessario partire da come l'argomento che si va a trattare, o la persona, venga ritenuta dal protagonista peccato.

Preso dal dizionario online: peccato

[pec-cà-to] s.m.

2 estens. Colpa, errore, sbaglio.

Credo che la definizione spieghi tutto. Ho evidenziato la parola da cui è nato tutto.

  
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