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Autore: paoletta76    11/10/2012    2 recensioni
Non sarai re, ma che t'importa..? Puoi essere un milione di altre cose.. con le tue capacità, con il potere che hai fra le dita.. puoi guarire, puoi salvare.. puoi essere più che un re.
La storia introduce un nuovo personaggio (ma quanto, nuovo?) accanto agli Avengers..
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Non sarai re, ma che t'importa..? Puoi essere un milione di altre cose.. con le tue capacità, con il potere che hai fra le dita.. puoi guarire, puoi salvare.. puoi essere più che un re.
 
Quelle parole. La voce della donna che le aveva sussurrate, ad un soffio dal suo viso. Non era più riuscito a scacciarle dalla testa. Per quanti sforzi facesse, l'avevano riempita fino a fargli credere che sarebbe scoppiata da un momento all'altro, e poi l'avevano seguito ed accompagnato seguendo tutti i suoi passi, fino a qui.
 
Quelle parole, e la donna che aveva avuto il potere di cambiargli la vita.
 
Chiuse gli occhi, lasciando che il paesaggio continuasse a scorrere oltre il finestrino, poi si lasciò andare ad un sorriso, divertito. Da qualche parte, all'interno dello yacht, la voce chiara e un po' ironica di Tony Stark stava esercitandosi in uno degli ormai consueti battibecchi condivisi con Steve. Li immaginò seduti fianco a fianco in plancia, intenti a giocare a chi aveva l'ultima parola su come si guida un natante, e sorrise di nuovo.
 
- Toh, guarda! Parlano di te. Mi stai diventando decisamente troppo famoso, dottor Lucas.
Natasha ne approfittò per sedersi al suo fianco lungo quella poltroncina decorata da cuscini rossi ed oro, puntando quel nasetto peperino allo schermo tv agganciato accanto al finestrino.
- Eh, sì. Troppo troppo, famoso. Non è che ci stai giocando qualche altro scherzetto?
 
A quella che doveva essere una battuta, il giovane si rabbuiò. Non voleva ricordare. Non doveva, ricordare. O avrebbe provato di nuovo a rompere il fragile equilibrio faticosamente raggiunto.
Sotto la camicia, la ferita sembrava tornare a bruciare. Sembrava chiamarlo, ricordargli a piena voce che quello che stava facendo non era ancora abbastanza, per ripagare i propri peccati. Che non lo sarebbe mai stato.
 
Meritavo di morire..
Deglutì amaro, cercando di eliminare il nodo che ogni volta gli chiudeva la gola.
 
La mano della ragazza gli raggiunse la spalla, e il suo tono si fece materno:
- Scherzo. Lo sai tu per primo, che non lo faresti mai. Però questa cosa del premio..
Arricciò le labbra in una piccola smorfia, strappandogli di nuovo un sorriso, mentre la giornalista continuava a riempire lo schermo e l'aria con la sua voce entusiasta.
 
Il dottor Lucas Lawson riceverà domani a L.A. il Charity Award per il suo primo romanzo, "bambini mai nati". Il medico canadese, noto per l' opera di soccorso all'infanzia nei paesi devastati dai conflitti, attiva da più di un anno con il sostegno della Stark Enterprises, e soprattutto per l'aura di riserbo di cui si circonda da sempre, mostrerà per la prima volta il proprio volto al pubblico.. 
 
In sottofondo, scorrevano le immagini delle missioni più recenti. Campi di fango e sterpaglia, occhi di bambini grandi e colmi di dolce malinconia, i volontari dei centri medici ormai disseminati su tutto il pianeta. E l'ombra del giovane fondatore che finora aveva parlato solo tramite il fidato portavoce e socio. 
 
- Sei sicuro di volerlo fare?
L'immagine reale di Bruce si sovrappose a quella virtuale di un'intervista, l'ennesima, sostenuta come braccio destro del dottor Lawson.
- Non salirò su quel palco, Banner.- il giovane scosse appena il viso, passando poi nervosamente le dita fra i capelli corvini - lo sai meglio di me.
- Pensare che eri quello con le manie di protagonismo..
 
Lucas sorrise, e sembrò di vedere una scintilla di pura allegria in quegli occhi di cristallo.
- A proposito di protagonismo..
 
Ecco Tony, allegro e pronto a festeggiare. A modo suo, calici, whisky e sagaci battutine. Riempì un bicchiere, due, tre, mentre la stanza si riempiva degli amici e la voce di Jarvis dava oltre le sue spalle le coordinate di viaggio.
- No, grazie..- il giovane tese la mano a mò di difesa, facendo leggeri cenni di no con la testa.
- Ma come! - insistette Tony - è il tuo giorno, bisogna festeggiare! 
- Innanzitutto è il nostro, giorno. Me l'avete ripetuto allo sfinimento, che siamo una squadra, che siamo una famiglia. 
- E si è dimostrato vero.- Pepper sollevò un calice colmo di rassicurante Pepsi, accomodandosi accanto a Natasha e passando una carezza sulla pancia ormai molto tonda ed evidente.
- Lo so, ma..
- Ma cosa, dottor Lucas! - replicò l'altra ragazza - sei arrivato fin qui, e mica tutto grazie a noi.. soprattutto grazie a te, ai tuoi sacrifici. E non dire che non ne hai fatti.
- Già.. ma non salirò comunque su quel palco. 
 
Un moto di protesta scosse i presenti.
- Potete dire e fare quello che volte; mi ci avete trascinato voi, fin qui. Ma arrivo a Los Angeles e basta. E' un no. Il premio lo ritirerà il mio socio.- lui indicò Bruce, che dal proprio angolo scuoteva la testa, a dire come al solito..
- Almeno festeggiare. Qui, fra i parenti.- ghignò Tony, insistendo col bicchiere fra le dita.
- No, davvero..
- Me ne devi uno.
 
Il giovane sorrise ancora, si morse appena le labbra prima di accettare.
 
Se non vi dispiace, accetterei quel drink..
 
Lasciò che il proprio bicchiere toccasse quelli di tutti gli altri, mentre oltre il finestrino il paesaggio cambiava e Jarvis annunciava l'ormai prossimo avvicinamento a Los Angeles.
  
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