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Autore: yu_gin    11/10/2012    2 recensioni
Blaine sospirò e si consolò pensando che forse il professore gli avrebbe dato un voto in più tenuto conto dell'inferno che stava attraversando.
Non ci voleva un genio della chimica per intuire che la combinazione di un Kurt Hummel, una Brittany S. Pearce e del fuoco vivo poteva solo dare un composto letale ottenuto attraverso una reazione esplosiva.

Quando c'è Chimica, tutto può accadere. Se poi combinate uno skan!Kurt e un nerd!Blaine... beh, il risultato non può essere che una klaine!
[Scritta per la klaine week, day 5: skank/nerd]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fourth Day: Skank!Nerd

Il ragazzo che giocava col becco bunsen.




«E per finire, l'ultimo gruppo di chimica sarà formato da Anderson, Pierce e Hummel.»

Kurt Hummel sollevò la testa dal banco, improvvisamente interessato.

«Come, scusi?»

«Hai capito bene, Hummel, anche se per tutta la lezione hai beatamente ignorato la mia spiegazione, anche tu dovrai svolgere l'esperimento. E dovresti ringraziarmi per averti messo con lo studente più preparato del mio corso» disse il professore, facendo un cenno verso Blaine Anderson, che abbassò la testa imbarazzato. «Con chi avresti preferito stare?»

«Con Quinn Fabray, ad esempio» sbottò.

«Mi spiace, ma la signorina Fabray svolgerà l'esperimento con la signorina Berry, sperando che le inculchi in testa un po' di buon senso.»

Kurt si voltò verso Quinn, che sollevò gli occhi al cielo visibilmente seccata.

«Prof, non mi sembra giusto che Brittany ci debba andare di mezzo. Non potrebbe venire in gruppo con me e Puck?» protestò Santana.

«Lopez, penso che stare dietro al signor Puckerman sia un lavoro abbastanza oneroso. Lascia che sia Anderson ad occuparsi della signorina Pierce.»

Santana sbuffò, mentre Puck era intento a giocare con la fiammella del becco bunsen.

«Allora, dividetevi in gruppi. Avete un'ora di tempo per svolgere l'esperimento. Se non farete in tempo dovrete tornare qui e finirlo durante l'ora di detenzione. Quindi mettetevi al lavoro.»

Kurt si alzò svogliatamente e si spostò al tavolo dove Anderson stava sfogliando a testa bassa il libro di chimica. Lasciò cadere in malo modo la propria tracolla, facendo sobbalzare l'altro e si sedette davanti a lui.

«Direi di sbrigarla alla svelta, Anderson. Penso che nessuno di noi voglia passare più del dovuto insieme, no?»

Blaine sollevò lo sguardo e Kurt si soffermò per un secondo a guardarlo negli occhi.

Però, hanno delle sfumature nocciola davvero- Kurt, che diavolo vai a pensare!, di redarguì.

Brittany li raggiunse e prese posto silenziosamente al loro fianco.

«Direi che per cominciare dobbiamo decidere un capogruppo» disse Blaine.

«Tu sei il capogruppo. Tu ci dici quello che dobbiamo fare e noi lo facciamo» disse Kurt, cominciando a scarabocchiare sul quadernetto degli appunti.

«Va bene. Allora, io mi occuperò degli elementi da bruciare, Kurt, tu ti occuperai di regolare il becco bunsen, mentre tu Brittany» si volse verso la ragazza con aria preoccupata «beh, tu prenderai gli appunti sull'esperimento, va bene?»

Kurt avvicinò a sé il fornelletto e lo studiò con attenzione. «Quindi si accende così?» chiese, girando la manovella del gas e facendo partire all'improvviso una fiamma abbastanza potente da far balzare indietro Blaine.

«Non così!» esclamò, facendogli spegnere il fornelletto. «Più piano. Dobbiamo fare un saggio alla fiamma, non bruciare l'intero edificio!»

Kurt sbuffò annoiato e cominciò a giocare con la manovella.

«Dici che se lo uso per accendermi una sigaretta il prof se ne accorge?» disse, guardandosi intorno. «Okay, facciamo così» disse Blaine esasperato. «Io mi occupo del fornelletto e tu degli elementi, va bene? Non è difficile, devi solamente prendere questa barretta di vetro, sporcarla con i vari elementi e poi avvicinarla alla fiamma. Poi guardiamo di che colore diventa e Brittany lo segna.»

«Non sembra difficile» disse Brittany entusiasta, prendendo i pastelli colorati dall'astuccio.

Blaine sospirò e si consolò pensando che forse il professore gli avrebbe dato un voto in più tenuto conto dell'inferno che stava attraversando.

Non ci voleva un genio della chimica per intuire che la combinazione di un Kurt Hummel, una Brittany S. Pearce e del fuoco vivo poteva solo dare un composto letale ottenuto attraverso una reazione esplosiva.

Kurt prese svogliatamente la barretta e la passò su uno dei mucchietti di polveri colorate.

«Non così tanta!» protestò.

«Santo Panino, Anderson, non assillarmi. È solo uno stupido esperimento di Chimica che puoi benissimo trovare su youtube. Anzi, sono abbastanza sicuro che su youtube tu possa trovare video di gente che quella polvere se la sniffa» disse, facendo ridacchiare Brittany.

«Non potresti prendere con più serietà la cosa? Sai, ci tengo a prendere un bel voto.»

Kurt sbuffò: «Come se ne avessi bisogno. Sei abbonato alla A in Chimica. Come d'altronde in tutte le materie» aggiunse e a Blaine parve di cogliere un pizzico di invidia nella sua voce.

«Quelle A vanno guadagnate e difese. Cosa che intendo fare, ma a quanto pare sembri intenzionato a sabotarmi.»

«Ehi, Anderson, non credere che mi importi qualcosa dei tuoi accidenti di voti. O di te in generale» disse Kurt. Tuttavia, Blaine non poté fare a meno di cogliere un certo nervosismo quando il ragazzo avvicinò la barretta di vetro alla fiamma, come se la conversazione l'avesse messo a disagio.

La fiamma del bunsen si accese di un arancione vivo con sprazzi di rosso.

«Brittany, segna “Arancione” affianco a “Composto n° 1”. E ora dobbiamo riuscire a indovinare di che composto si tratti.»

Brittany cominciò a scarabocchiare con i pennarelli colorati, mentre Kurt continuava a giochicchiare con la barretta di vetro e i rimasugli del composto.

Nessuno dei due sembrava intenzionato a rispondere.

«Avanti, ragazzi, non è difficile.»

Kurt si voltò perplesso: «Anderson, non ti metterai mica a fare il professore, adesso.»

«Avrete studiato anche voi la teoria, no? Dovreste sapere di che composto si tratta.»

«Ho l'aria di uno che passa i pomeriggi a studiare chimica? Diavolo, ho una vita che non sia riconoscere il colore del Calcio nel saggio alla fiamma.»

Kurt si rese conto tardi di ciò che aveva detto e si morse la lingua.

Ovviamente la cosa non sfuggì a Blaine, che girò il dito nella piaga:

«Immagino di no. E immagino che tu non sapessi affatto la risposta e che “Calcio” sia il primo elemento della tavola periodica che ti sia venuto in mente.»

«Esattamente. Tutto culo, Anderson. E se non ci credi basta che tu dia un'occhiata ai miei skinny-jeans» disse, strizzandogli l'occhio e facendolo arrossire d'imbarazzo.

«Va bene, ho capito, andiamo avanti.»

Kurt sorrise rincuorato dal punto segnato e intinse la sbarretta nel secondo composto. Poi lo avvicinò alla fiamma, che si tinse di un verde tenue:

«Brittany, scrivi affianco a “secondo composto” “verde”.»

«Mi prendi in giro, Anderson? Ti sembra verde, quello?» disse Kurt.

«Sì?»

«Ti è mai passato per la testa che esistano almeno un centinaio di sfumature di verde? Ad esempio, la tua camicia da nerd – che peraltro è un insulto ai miei occhi – è un verde Arlecchino. Quello della fiamma potrebbe essere un verde Primavera – altrimenti conosciuto come verde acqua.»

Blaine sollevò uno dei suoi spropositati sopraccigli.

«Senti, Kurt, non dobbiamo scrivere un catalogo di moda, né arredare una stanza. È un esperimento di Chimica e io ci terrei a concluderlo prima che finisca l'ora.»

«Lo vedremo se “verde” basterà quando passeremo al Bario» rispose, rendendosi conto nuovamente un secondo troppo tardi di aver detto una parola di troppo.

«Per essere uno che non studia Chimica mi sembri eccessivamente preparato, Kurt. O dovrei dire che è tutto culo

«Se non chiudi quella fogna, giuro che ti brucio quel tuo ridicolo papillon e ti strangolo con le bretelle» sbottò, passando al terzo composto, che rivelò una fiamma gialla.

«Allora, mister designer, cos'hai da dire su questo colore?» chiese Blaine divertito.

Kurt colse la sfida: «Azzarderei un giallo Limone, forse tendente al giallo Oro. Ma dovrei rifletterci su attentamente e nel frattempo tu potresti dire di che composto si tratta.»

«Come se non lo sapessi benissimo anche tu» lo incalzò l'altro.

«Wow» mormorò Brittany «non avevo mai assistito al rituale di accoppiamento di due unicorni.»

«Eh?» esclamarono in coro.

«Fate come se non ci fossi. Sarà un'interessante spunto per la mia ricerca di biologia. Sono certa che la professoressa apprezzerà la mia ricerca su campo.»

«Io non mi sto accoppiando. Di certo non con Anderson» protestò Kurt.

«Col tuo ego, semmai.»

«Non sono egocentrico!»

«Come no, e quel composto non è Litio.»

«Infatti è Sodio!» esclamò soddisfatto. Prima di mordersi la lingua per l'ennesima volta.

«Pensavo avrebbe smesso di essere divertente alla terza volta. Invece fa ancora ridere» disse, senza smettere di sorridere soddisfatto.

Kurt smise di replicare e distolse lo sguardo.

Blaine fu sorpreso da quella reazione. Pensava di ricevere l'ennesima minaccia o un nuovo insulto – magari più fantasioso, magari sul suo gel – non certo quello sguardo.

Solo allora si soffermò a pensare: perché diavolo Hummel faceva di tutto per fingersi stupido, quando era evidente che studiava parecchio?

Represse l'impulso di chiederglielo, perché avrebbe ottenuto come unico risultato quello di farsi tirare dietro il libro di Chimica.

Bruciarono altri due composti – che si rivelarono essere Bario e Piombo – e poi Kurt passò all'ultimo.

Quando avvicinò la bacchetta alla fiamma, questa si tinse di un rosso talmente vivo da far sobbalzare i due ragazzi.

«Oh mia Gaga! Dico, l'hai visto anche tu?» esclamò Kurt.

«Era... era... rosso! Non credo di aver mai visto un rosso tanto rosso.»

«Era semplicemente stupenda!» continuò Kurt, esaltato. Intinse di nuovo la bacchetta nel composto. «Brittany, guarda!»

La cheerleader guardò ammirata la fiamma tingersi di rosso: «Sembrano le labbra di Santana quando si mette il suo rossetto da cattiva ragazza.»

«Altro che le labbra di quella megera. Questo è rosso inferno! Al suo confronto una Ferrari sembra sbiadita.»

«Ti vedo entusiasta» commentò Blaine.

«Dico, l'hai visto?»

«Già, ma da come parli sembra quasi che la Chimica cominci a piacerti.»

Kurt fece una smorfia. «Può essere. C'è da dire che alla teoria preferisco decisamente la pratica. Non c'è paragone» disse, e Blaine non era così sicuro che parlasse effettivamente di Chimica.

Però non poté fare a meno di sorridere. Forse lui e Hummel qualcosa in comune ce l'avevano. Certo, oltre ad essere gli unici due gay dichiarati della scuola.

«Va bene, dai. Puliamo tutto e finiamo la relazione.»

«Falla tu la relazione. Sei tu il nerd, no? Io gioco un altro po' con lo Stronzio» disse, questa volta senza neppure prendersi il disturbo di fingere di non saperlo.

«Dai, Kurt. Non è mai bene giocare col bunsen.»

«Non fare il noioso, Anderson. “Il ragazzo che giocava col fuoco” è il mio secondo nome.»

«Ne dubito. Dai, Kurt, smettila.»

«Sbaglio o hai una relazione da scrivere, Anderson?»

«Okay, ora seriamente. Basta.» Nel dire questo si sporse verso di lui, nel tentativo di strappargli la bacchetta di mano, ma Kurt fu più svelto.

«Lento!»

«Kurt!» esclamò, tentando di nuovo di afferrarla. Nel farlo si avvicinò pericolosamente al fornelletto e la fiamma attaccò il suo prezioso gilet.

«Cazzo, Blaine, vai a fuoco!» esclamò Kurt, balzando indietro.

Blaine fu abbastanza pronto da togliersi il gilet e gettarlo a terra, pestandolo col piede per spegnere la fiamma.

«Merdamerdamerda! Cazzo, Hummel, guarda cos'hai fatto!»

Kurt scoppiò a ridere: «Cos'hai fatto tu, piuttosto!» rise. «Meno male che era di lana, che come ben sai non brucia in fretta» disse, fra le risate e le lacrime.

«Smettila di ridere! Guarda che disastro» disse, constatando il soqquadro causato dal loro litigio.

Il professore si avvicinò infuriato a loro:

«Hummel, Anderson, si può sapere che cosa è successo?»

«Prof, avrebbe dovuto dire al suo alunno preferito di non scherzare col fuoco» disse Kurt, asciugandosi una lacrima e cercando di contenere le risate.

«Anderson, ti pensavo un ragazzo responsabile. E invece ti scopro a giocare con strumenti di laboratorio costosi e pericolosi. Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere se avesse preso fuoco un quaderno o se il fornelletto fosse caduto addosso ad una persona?»

«Sì, professore, ma-»

«Niente ma. Sono molto deluso da te. Tu e il signor Hummel rimarrete durante l'ora di detenzione per pulire. E mi aspetto la relazione per domani, invece che fra una settimana. Vedremo se avete svolto l'esperimento o se vi siete divertiti a giocare con i composti tutta l'ora.»

Blaine rimase senza parole a fissare il professore allontanarsi.

Kurt lo canzonò: «L'alunno perfetto è caduto dal piedistallo.»

«Sta zitto!» gridò.

Questa volta non stava scherzando e Kurt lo capì subito. Blaine era davvero arrabbiato.

«Tu prendi tutto per scherzo. Non pensi che forse ci sono persone che invece prendono la scuola seriamente e che le A che prendo in Chimica non mi servono per essere il cocco del prof ma per ottenere una borsa di studio per andarmene?»

Kurt ammutolì. Nessuno meglio di lui sapeva cosa voleva dire desiderare andarsene. O forse sì. Forse Blaine lo sapeva almeno quanto lui, ma non ci aveva mai pensato.

«Era solo-»

«Uno scherzo? Molto divertente, Hummel. Ma a parte te non mi sembra che qualcuno stia ridendo» disse. In quello suonò la campanella. Blaine prese la propria borsa e raccolse da terra il gilet irrimediabilmente rovinato.

«Ci vediamo all'ora di detenzione» disse, andandosene.

Kurt rimase in silenzio a fissarlo.

Il senso di colpa arrivò dopo poco.


L'ora di detenzione fu una delle ore più imbarazzanti nella vita di Kurt Hummel.

E una volta aveva passato una notte intera a fissare il soffitto sapendo di essere nella stessa stanza del ragazzo che gli piaceva e che sapeva di piacergli – ragazzo che, oltre ad essere irrimediabilmente etero, caso voleva fosse suo fratellastro.

Insomma, Kurt era piuttosto familiare col concetto di imbarazzo, ma in quell'ora sentì che c'era qualcosa di più.

Era il rimorso. Era la sensazione di aver sbagliato e di essere stato un idiota senza motivo.

Da anni – da quando si era tinto i capelli, fatto un tatuaggio e un piercing al naso e aveva riposto nell'armadio i foulard sostituendoli con giacche di pelle e borchie – aveva smesso di prendere le cose sul serio. Perché quando tieni a qualcosa finisci per stare male e lui era stanco di stare male.

La sua filosofia di vita però non sembrava efficace. Aveva ferito Blaine senza motivo e ora si sentiva male lui stesso per averlo fatto.

Osservò timidamente l'altro ragazzo intento a raccogliere i cocci di vetro di una provetta che aveva fatto cadere prima, nella foga di togliersi il gilet in fiamme.

Non aveva mai osservato Blaine con attenzione e solo ora si rendeva conto di quanto, effettivamente, fosse carino. In quel momento si stava togliendo gli occhiali per massaggiarsi il setto nasale. Aveva chiuso gli occhi per svariati secondi e aveva sospirato profondamente.

Sembrava stanco. Di più, sembrava davvero al limite.

Avere quella media non doveva essere facile. Doveva costargli pomeriggi di studio e nottate insonni e Kurt aveva bruciato tutto come aveva bruciato il suo gilet.

Kurt pensò a come si sarebbe sentito se qualcuno avesse bruciato i suoi sforzi di raggiungere il suo sogno. Se qualcuno si fosse messo sulla strada fra lui e la libertà. Fra lui e New York. Fra lui e qualsiasi posto che non fosse Lima.

«Blaine, scusa...» mormorò, ma l'altro sembrava deciso ad ignorarlo.

Chiedere scusa non sarebbe bastato.

Doveva fare qualcosa di più.


Blaine era chino sui libri. Erano le dieci di sera e il sonno rallentava le sue facoltà intellettive ma doveva finire quella maledetta relazione di Chimica.

Impresa impossibile, dal momento che era solo all'inizio.

Si lasciò cadere contro lo schienale della sedia e grugnì frustrato.

Non ce l'avrebbe mai fatta. Addio media perfetta. Addio raccomandazione dal prof di Chimica. E forse – quel che era peggio – addio borsa di studio.

Avrebbe voluto dare tutta la colpa a Kurt, ma non ci riusciva. Sapeva che parte della colpa era sua. Era stato lui a sporgersi mentre il fornelletto era ancora acceso. Era stato lui a tentare di strappare la bacchetta a Kurt quando sarebbe bastato spegnere il fuoco.

Era stato un ragazzino irresponsabile.

Si era divertito a giocare col fuoco e ora ne pagava le conseguenze.

In quello sentì un rumore proveniente dalla finestra, come un ticchettio poco frequente ma decisamente rumoroso.

Qualcuno stava tirando dei sassolini contro la finestra.

Che diavolo-

Andò alla finestra e la aprì. Un sassolino lo colpì in fronte.

«Ahi! Cavolo-»

«Oddio, scusa!» esclamò una voce da sotto.

«Hummel, che diavolo ci fai qui? E a quest'ora di notte, per giunta» sbottò, massaggiandosi la fronte.

«Sono venuto a farmi perdonare» disse Kurt, da sotto.

«Non vedo come.»

Kurt sventolò un sacchetto di H&M. «Sono andato a comprarti un nuovo gilet. L'ho preso verde Erba. Ho pensato che potesse fare pendant con la tua orrenda camicia.»

Blaine lo mandò a quel paese: «Puoi anche tenertelo.»

«Non credo proprio. Non metterei mai una cosa simile. E poi non ho ancora finito con te» disse, aprendo la propria tracolla e prendendo un plico di fogli ordinatamente rilegati. «Ho finito la relazione. L'ho fatta anche a nome tuo.»

Blaine lo fissò stupido. Poi replicò:

«Non ho bisogno di copiare da te.»

«Che lagna che sei! E dai, ho perso almeno un'ora solo per scegliere il font più fico» protestò.

Blaine non poté fare a meno di sorridere, ma si sforzò di tornare immediatamente serio.

«Era il minimo, dopo quello che hai combinato.»

«Allora, posso passare a dartelo?» chiese.

«Hai idea di che ore siano? Non puoi suonare il campanello e chiedere ai miei di farti entrare in camera mia» gli fece notare.

Per tutta risposta, Kurt si avvicinò all'albero vicino alla finestra di Blaine e cominciò ad arrampicarsi. Quando ebbe raggiunto la sua finestra – sotto lo sguardo allibito dell'altro – balzò dentro soddisfatto.

«Le porte sono troppo mainstream» disse, esibendo il suo solito ghignetto.

«E va bene, Ezio Auditore, passami quella ricerca.»

«E non dimenticare il gilet» disse, porgendogli il sacchetto, che Blaine prese senza commentare.

Poi Kurt si schiarì la voce:

«Volevo chiederti una cosa.»

«Sarebbe?»

«Non è che mi daresti ripetizioni di Chimica? Insomma, non è da tutti riuscire ad avere una riga di A sul registro di quello stronzo di un professore.»

«Non mi sembra che tu abbia bisogno di ripetizioni. Per quanto tu lo neghi, è evidente che conosci il libro a menadito.»

«Oh, ma non è la teoria a darmi problemi. Piuttosto, avrei qualche riserva sulla pratica» disse, sollevando lo sguardo per spiare la sua reazione.

Blaine – come da manuale – arrossì all'istante, di un rosso simile a quello dello Stronzio.

«Io non... non sono sicuro di essere... insomma, non sono un grande insegnante.»

Kurt sorrise al suo balbettio e si avvicinò a lui, facendo avvicinare i loro visi fino a piantare i suoi occhi azzurri in quelli del ragazzo.

«Non sarà un problema, credimi» mormorò con una voce calda che fece tremare Blaine. «Sono certo che insieme faremo faville




A/N


Lo ammetto, questa è la oneshot che più di tutte mi sono divertita a scrivere.

Se poi aggiungete il fatto che dopo un anno ho ripreso a studiare Chimica e che devo imparare l'intera tavola periodica a memoria per l'esame... beh, perdonatemi questo delirio!


A domani con la photographer/model!


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Magic Coop; Take me back to the start; Gli eroi non dormono mai; Il ragazzo che giocava col becco bunsen; Take a picture of my soul;

   
 
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