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Autore: arabel993    11/10/2012    2 recensioni
Ann è una ragazza insicura e curiosa. Katy è una ragazza forte ma ha i suoi momenti di debolezza. sono amiche. ma l'amicizia cos'è?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel maledetto viaggio in treno non finiva più.
Io e la mia compagna di viaggio ci stavamo annoiando. Per tutta la prima ora e mezza di viaggio avevamo parlato di tutto, spaziando dalla scuola  alla fotografia  - lei ama fare foto e io amo farmi fotografare. Sì sono molto poco modesta! - dai libri ai prossimi film in uscita che volevamo andare a vedere.
Katy, seduta davanti a me,  guardava fuori dal finestrino e ascoltava musica. A dir la verità si stava assopendo. E io mi ero trovata a rileggere per l’ennesima volta le stesse cinque righe del libro che avevo comprato prima di partire, ma non c’era verso. Ero troppo stanca per leggere.
Ormai si era fatto buio e saremmo arrivare a destinazione tra soli venti minuti.
Mi squillò il cellulare. Risposi. Il mio ragazzo si era gentilmente  offerto di venirci a prendere in stazione. << Che ragazzo fantastico che ti sei trovata! >> mi aveva detto quella mattina Katy. E aveva ragione! Eppure ultimamente c’era qualche strano desiderio che mi angosciava un po’. Siamo chiari, angosciare è una parola grossa. Diciamo pure che i pensieri che ultimamente mi affollavano la mente mi tenevano compagnia  per buona parte della giornata.
Questi erano nati dopo aver letto qualche storia… come dire… di esperienze sentimentali diverse da quelle che avevo conosciuto io fin ora. Diciamolo chiaro Ann: donne che stavano con altre donne.
Ebbene. Mi era nata la “malsana” curiosità di baciare una donna. Oddio, malsana perché sono fidanzata ovviamente… però ecco, ero sempre più curiosa e la cosa non mi lasciava pace. Mi trovavo addirittura a sognare durante la note di fare certe cose! E ogni volta il soggetto cambiava. E ogni volta mi sentivo in colpa verso il mio ragazzo che era temporaneamente all’oscuro dei miei desideri.
Per togliermi il macigno che mi trovavo sulle spalle prima della partenza avevo deciso che ne avrei parlato con Emil. Ero sicura al duecento per cento che avrebbe saputo cosa dire per farmi sentire meglio e che avrebbe trovato una soluzione alle miei preoccupazioni. Che ingenua! Come può un’altra persona eliminare i nostri timori? Mica poteva trasformarsi in una donna, baciarmi e poi tornare nuovamente Emil per chiedermi << Ti è piaciuto amore? >> .
Tutto ciò mi stava rendendo più idiota di quanto non fossi mai stata.
Guardai l’orologio che avevo al polso. Mancavano ancora dieci minuti. Questa volta i miei pensieri non avevano fatto volare il tempo come spesso, nelle ultime settimane, facevano. Sicuramente uno dei motivi era che, solo poche ore prima mi ero confidata con Kate. Da lei mi ero aspettata un consiglio, una parola rassicurante. Qualsiasi cosa, tranne quella che aveva fatto. Mia aveva sorriso e basta. “Stupida di una Kate! Io ti apro il cuore e tu mi ignori!” << Che caz**?! >> nella foga dei miei pensieri e delle miei imprecazioni mentali le avevo tirato involontariamente un calcio e l’avevo svegliata.
<< Scusami, ero sovrappensiero e mi si era indolenzita una gamba e per sgranchirla ti ho dato un calcio. Non ti ho fatto male, vero? >> mi venivano facili le bugie quando mi trovavo in difficoltà.
<< Non fa niente, non preoccuparti. Ei guarda! Siamo arrivate! >> . Effettivamente il treno stava rallentando e si vedevano i tabelloni col nome della nostra città illuminati dai lampioni della stazione.
Quando il treno si fermò prendemmo le valigie sopra le nostre teste e scendemmo. Non vedendo Emil nei paraggi ci avvicinammo al parcheggio delle auto.
In quel momento mi arrivò un sms “Ciao tesoro! Sono un po’ in ritardo. Aspettatemi in caffetteria (spero sia ancora aperta!). Tra un’ora sarò lì! Ti amo”.
Riferii a Kate il contenuto del messaggio e ci avvicinammo al bar che, fortunatamente, era ancora aperto.
<< Che freddo che fa! >>
<< Cosa ti aspettavi Ann? Siamo a metà dicembre! Se non fa freddo ora quando dovrebbe farlo??? >> Kate rise fragorosamente alla sua battuta. Io, invece, sorseggiai la cioccolata calda che nel frattempo avevo ordinato e che la mia amica aveva simpaticamente deciso di bere insieme e me.
Mi ero incantata a guardare il televisore acceso ma tenuto silenzioso appeso alla parete del locale quando Kate si rivolse a me:
<< Perché ti fai tanti problemi? >>

<< Sc… Scusa??? >> arrossii violentemente appena il mio cervello si riconnesse con la realtà e capì di cosa stava parlando la mia compagna. << Beh, sai… io ho un ragazzo… non posso mica tradirlo così? Anche se fosse solo per provare mi sentirei comunque una fedifraga… >>
<< Che paroloni Ann! Si vede che frequenti lettere all’università! >> e ricominciò a ridere rumorosamente. Poi, quando si fu sfogata, tornò seria e continuò << Però, effettivamente hai ragione. Pure io non mi sentirei la coscienza a posto… >>
Quelle furono le ultime parole che mi disse. Poi si concentrò sulla mia cioccolata e per i restanti dieci minuti non fiatò più. Sembrava assorta in cupe riflessioni. “Che cretina! Magari è solo stanca del viaggio no? Mica devono tutti esser perseguitati da qualche fantasma come te. Su Ann. So che sei stanca ma devi tener duro ancora un po’. Poi sarai a casa da Emil e potrai dormire!”
<< Senti Ann, ti va se usciamo? Ho voglia di fumarmi una sigaretta… >>
Mi ero di nuovo persa nelle mie fantasie…
<< Ok, aspetta che vado a  pagare. >>
Mi alzai e diedi alla cameriera cinque euro. Il resto glielo lasciai come mancia. Non avevo voglia di mettermi a parlare con qualcuno. Fosse anche stato solo per dire “Ecco a lei. Grazie. Arrivederci”.
Raggiunsi Kate che era già uscita e che si stava accendendo la sigaretta.
<< Potevi anche aspettarmi sai..? >>
Non rispose.
“Non fare l’acida Ann!” mi ammonii “sarà stanca! Lasciala in pace!” e alzai gli occhi al cielo.
Le nuvole si erano diradate e le stelle brillavano intensamente nella notte gelida.
Ad un tratto sentii Kate avvicinarsi a me. Mi strinse le mani in vita, mi guardò negli occhi e… sentii le sue labbra sulle mie.
Il mio cervello decise di annullare la sua attività elettrica. Il cure cominciò a pompare all’impazzata. Mi si informicolarono le punta delle dita.
Aprii la bocca leggermente, per permettere al bacio di divenire più intenso. La sua lingua accarezzò la mia. Il sapore acre della sigaretta, mischiato con quello dolce della cioccolata, mi fecero perdere definitivamente l’ultimo contatto con la realtà: chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla dolcezza del momento.
Pochi istanti dopo Kate si allontanò da me. Lentamente. Mi guardò negli occhi e sorrise. Di nuovo.
Sentii una macchina girare l’angolo per raggiungere la stazione e fermarsi poco dopo vicino a noi. Era Emil.
<< Scusate ragazze! Chiedo perdono! Mi ero addormentato! Avrei dovuto essere qui ancora prima del vostro arrivo! Non avrei dovuto permettere che vuoi due rimaneste qua fuori di notte. Troppo pericoloso >> stava per piangere. Era davvero molto mortificato.
<< Tranquillo tranquillo. Nessun uomo si è avvicinato a noi! Siamo state benissimo, vero Ann? >> e mi strizzò l’occhio.
<< Vero Kate >> . Una qualche strana forma di senso di colpa stava iniziando a prendere possesso della mia mente.
Salimmo in macchina e per tutto il viaggio rimanemmo in silenzio ad ascoltare la radio.
Arrivati in via Foscolo Kate scese e io con lei per aiutarla a scaricare la sua valigia. Avevo detto a Emil di rimanere in macchina perché volevo parlarle da sola e l’avevo convinto dicendogli che sicuramente avremmo pianto salutandoci. Lui odia vedere altri piangere. Rimase al suo posto senza tante storie.
<< Io… >> Kate mi interruppe afferrandomi la mano e stringendola tra le sue.
<< Non dire nulla ad Emil. O se vuoi fallo pure. Ma non sentirti in colpa, tu non hai baciato nessuno. Io ho baciato te… >> mi baciò le dita chiuse a formare un pugno.
<< Ora vado, sono stanca. Saluta tutti da parte mia >> la mia amica cominciò a camminare trascinando dietro a se il bagaglio.
Risalii in macchina.
“Stava forse trattenendo le lacrime mentre parlava? Perché? Lei sa che siamo amiche… non ha nulla da nascondermi. O forse… ma nooo… lascia perdere Ann… Lei è etero. In tutto e per tutto. Smettila di farti tanti problemi!”
Emil rimise in moto la macchina e partimmo. Le strade erano deserte e solo le stelle facevano compagnia ai solitari in quella gelida notte d’inverno.
***
Ebbene! Vi presento una storia scritta in una notte in cui mi sono sentita particolarmente ispirata. Forse perché non riuscivo a dormire (?). i miei personaggi sono ispirati a persone che conosco e che mi sono molto care. Ovviamente ho cambiato i nomi :3 beh… devo dire che questo racconto contiene una parte di realtà ed una di pura fantasia. Forse è per questo che mi è venuto tanto facile buttarlo giù Jspero vi piaccia e spero anche che la povera anima che si fermerà a leggere tutta la storia mi lasci una recensione. Anche piccola piccola! Jun bacio, arabel993
  
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