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Autore: frannn    11/10/2012    0 recensioni
Riflessioni di una donna in stallo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devo solo capire quale tra i due sia il male minore. Non ho il tempo per farlo, però, perché entrambi i miei mondi malati mi assorbono con violenza, portandomi via anche l’aria che respiro.
 Il mio nome è Aisha, che vorrebbe dire vita e prosperità, ma il suo significato è più che altro una contraddizione. La mia realtà è ben diversa, sembra più una città in fiamme, di cui ho paura di scorgere ben presto soltanto i resti.
Vivo in India ed ho avuto la sfortuna di nascere in una casta povera, quasi dimenticata da qualsiasi dio, qualunque sia il modo in cui vogliate chiamarlo. I miei genitori non hanno potuto fare molto per aiutarmi, ma hanno potuto aiutare se stessi, costringendomi a sposare Barlaj, un uomo troppo vecchio e dispotico per me.
I suoi soldi, però, hanno fatto comodo alla mia famiglia e l’educazione che ho ricevuto mi insegna che questo viene prima di qualsiasi altra cosa.
Cammino tra esplosioni di colore e vortici di tradizione; attraverso folle troppo massicce, vengo spintonata da venditori distratti che urlano per la strada, i bambini scalzi mi sfrecciano accanto ed altre donne, come me, abbassano lo sguardo, nascondendo i loro occhi al resto del mondo.
Oh, so perché lo fanno, so cosa si cela dietro quel semplice gesto.
Stanno nascondendo la rivoluzione che si annida nelle loro iridi. Stanno fingendo di essere mansuete, statiche ed obbedienti, quando invece, dentro, nel segreto, nel profondo dove nessuno può toccarle né ferirle, sono agguerrite e forti.
Probabilmente un’altra donna non potrebbe accorgersene, una che ha avuto la vita facile e che, senza giri di parole, ha usato il suo corpo come difesa, vendendolo, regalandolo, barattandolo in cambio di ciò che desiderava. Ecco, forse questa ipotetica lei non capirebbe, perché ha perso la sua dignità lungo la strada, ha smarrito l’onore, i principi, l’integrità.
Non è una vera donna, non è una madre, una moglie o una giovane ragazza che cela sogni sotto la pelle e difende se stessa da un mondo che, potendo, la distruggerebbe ad occhi chiusi.
Non è una vera donna, se ha dimenticato chi nel passato ha lottato per il rispetto.
E’ una sconfitta e mi dispiace per lei, perché forse la vita l’ha sopraffatta. Può succedere, non mi sento di giudicare, forse sono io a fantasticare su un futuro che non vedrò mai diventare realtà.
Non so se sia meglio fermarsi ed arrendersi, non posso avere nessuna certezza e non penso che altre, al posto mio, risponderebbero diversamente.
Per adesso, mi tengo stretta questa speranza e cammino veloce per andare a lavoro, lasciandomi alle spalle un incubo col volto d’uomo.
   
 
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