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Autore: frannn    11/10/2012    1 recensioni
"E fuggivi a cercarti, perché non sapevi chi eri, non sapevi dov’eri e dove andavi. Fuggivi per te stesso e io sapevo che era giusto, lo so anche ora, ma in quel momento il modo in cui stavi in piedi, la tua espressione decisa, il tuo taglio di capelli, le tue mani nelle tasche, il borsone pieno, il sorriso furbo che tentava di ammorbidire la mia espressione dura, l’eco delle risate, il Sole fuori che sembrava distante, quella stanza anonima, quei secondi preziosi e bruciati, tutto, in quell’addio, mi spingeva ad odiarti."
Un addio non ha mai niente di facile...soprattutto quando lo dico a te.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Eri fermo sulle soglie della tua partenza.
Mi ricordo tutto benissimo, ogni singolo fotogramma, come se avessi avuto tempo e modo di analizzare ogni dettaglio. In realtà, quel momento mi sembrò un istante velocissimo e crudelmente schietto, senza significati nascosti, senza particolari da osservare.
Poi la mia mente si è aperta ai ricordi e tutto è tornato distinto e tagliente, come se fosse sempre stato in agguato, spinto nei recessi della mia mente perché non mi distruggesse.
Dovevo prima metabolizzare la tua assenza per fare poi i conti con il passato.
Eri fermo sulle soglie della tua partenza, con i tuoi occhi di ghiaccio che si aspettavano da me una reazione. Una qualsiasi.
Ma come potevo reagire, io?
- So di essere l’ennesima persona che ti lascia.
Tu non parlavi mai tanto e a me, inevitabilmente, sembrava sempre che, quelle poche volte in cui abbandonavano le tue labbra, le parole fossero in qualche modo importanti.
Non era così. Ti stimavo più di ciò che valevi, ti tenevo sul palmo della mano.
Forse un giorno sarai l’uomo che ho sempre visto dentro di te, forse avrò la fortuna di vederlo o forse no e comunque andrà bene lo stesso.
- Mi dispiace, credimi, mi dispiace. Non vorrei... ma... sei abbastanza forte da riuscire a rimettere insieme i pezzi.
La grande scusa, eccola.
La giustificazione per lasciarmi senza esitazioni, senza paura della conseguenze: essere forti costa tanto. Costa indipendenza, costa testardaggine, costa più di quanto sembra, spesso più di quanto pensi d’avere per pagare.
- Non ho bisogno di te.
Tagliai corto, netto, via, reciso, sparisci dalla mia vita.
Ma nessuno sparisce mai del tutto. Nessuno e mai.
- Forse un giorno ci rivedremo.
E mentre lo dicevi, sapevi anche tu che ci saremmo persi definitivamente. Perché non saremmo stati più noi, ci stavi dividendo con una così vasta distanza che non saremmo mai riusciti a venirci incontro di nuovo.
Di certo io non avrei più fatto i miei mille passi avanti verso di te, che fuggivi.
E fuggivi a cercarti, perché non sapevi chi eri, non sapevi dov’eri e dove andavi. Fuggivi per te stesso e io sapevo che era giusto, lo so anche ora, ma in quel momento il modo in cui stavi in piedi, la tua espressione decisa, il tuo taglio di capelli, le tue mani nelle tasche, il borsone pieno, il sorriso furbo che tentava di ammorbidire la mia espressione dura, l’eco delle risate, il Sole fuori che sembrava distante, quella stanza anonima, quei secondi preziosi e bruciati, tutto, in quell’addio, mi spingeva ad odiarti.
Per la prima volta, perché non ero mai riuscita ad accantonare il bene che ti volevo, ma in quel momento, con il tuo modo di trattarmi per ciò che ero - una che reagiva - mi hai fatto sentire facilmente dimenticabile.
E non potevo permetterlo. E non potevo esserlo.
Non per un amico come te. Non per te e basta.
   
 
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