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Autore: Hyrim    11/10/2012    1 recensioni
Epoca d'oro della colonizzazione Americana, inglesi e Spagnoli che non fanno altro che sfidarsi nel tentativo di affermarsi come i più potenti.
Ed è proprio in questo tempo di corsari e Pirati che il giovane Spagna, Antonio Fernández Carriedo, si trova a dimostrare il suo lato più crudele e spietato... almeno così pare voglia mostrarsi.
peccato che un giorno a raggiungerlo è una sua vecchia conoscenza... Una conoscenza che non ha alcuna esperienza in tutto ciò che riguarda il mare.
Con l'intento di riportarlo in Europa, finirà per perdersi insieme a lui in questo mondo completamente alieno alle sue abitudini, divenendo comunque il suo compagno di avventure... e forse anche qualcosa di più.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-  Siete proprio sicuro di non averlo visto negli ultimi tempi? –
-  Sì. Assolutamente. –
-  Eppure cosa? –
-  No, nulla. Vielen Dank comunque per il vostro aiuto. –
-  De nada. –
La Prussiana sospirò, e riprese a vagare senza sosta per il porto di quella città dal calore soffocante per lei, nella quale non riusciva nemmeno a parlare, dato che non conosceva la lingua.
Erano giorni ormai che cercava Antonio.
Aveva chiesto a tutti, in tutti i luoghi possibili ed immaginabili lì per la penisola Iberica.
Alla fine le varie informazioni l’avevano condotta in quella città di mare, un porto importante, a vedersi.
Eppure una volta arrivata lì… puff.
Sparito.
Sembrava che nessuno lo avesse più visto né sentito.
In cuor suo stava cominciando a preoccuparsi.
Ma che diavolo gli era venuto in mente!? Sparire così!?
Non un’informazione, una lettera, qualsiasi cosa!
Era semplicemente scomparso.
- Antonio… - Mugugnò mentre camminava a testa bassa, dando distrattamente un calcio ad un sasso una volta ogni tanto.
Poi tutto d’un tratto… Una voce. Una voce di un ragazzino le giunse alle spalle.
- ¡E-espera! ¡¡Se-señorita!! –
Si voltò appena in tempo, perché un bambino vestito semplicemente con una camicia ed un paio di pantaloni in quell’esatto momento inciampò, finendole direttamente addosso.
Aveva i capelli neri, gli occhioni castani, e portava un cappello (troppo grande per lui) ed una bandana a coprirgli metà testa.
Vestito e tutto acchittato in quel modo aveva un aspetto carino quanto divertente.
– O…Oh!-  La ragazza lo sorresse con le braccia, osservandolo curiosa.
- E tu? Chi saresti!? –
Il ragazzino si allontanò di colpo di qualche passo, tutto rosso in viso dalla vergogna.
- P-p-perdone señorita… Non volevo finirle addosso. Soy un amigo de el señor España.
Usted lo sta cercando, vero? Puedo ayudarla. Yo sé donde está. –
Gli occhi scarlatti della ragazza si illuminarono. Davvero aveva trovato finalmente qualcuno in grado di aiutarla?
- Ti prego, dimmelo! E’ importante! –
Il ragazzino si schiarì la voce, tutto fiero di poter essere d’aiuto.
- El señor España si è imbarcato più di un mese fa per i Caraibi, señorita.
E’ un posto di cui si parla tanto ultimamente.
Molti ne raccontano tantissime storie, ma pochi lo hanno davvero visto.
Mis amigos… loro pensano sia tutta una favola, ma io so che non è vero!
Il señor España mi ha parlato personalmente di quelle isole! Io gli credo!
Nono lontane, e per arrivarci ci vuole taaaaaanto tempo! –
Roteò le braccia come per indicare qualcosa di enorme.
Così piccolo e così attivo… “adorabile”, pensò lei.
- Fantastico. – Esordì lei. – Come ci arrivo? –
Il bambino sbarrò gli occhi. Sembrava quasi volesse mettersi a ridere da un momento all’altro.
- Non ci si può arrivare! Sono dall’altra parte del mondo! L’unico modo sono quelle grandi navi… - Allungò una manina verso un veliero ormeggiato, pronto a lasciare il porto.
- Ma non lasciano salire nessun altro oltre a i marinai e a gli ufficiali! Sa, una volta, io e mio cugino eravamo andati a pesca, quando un enor…-
Venne zittito dalla ragazza che gli tappò la bocca con una mano.
- Aspetta, aspetta… Vuoi dirmi che quello può portarmi ai Caraibi!?
E’ lì che è diretto!?
Da Antonio?? –
Chiese, impaziente di sapere.
- Caraibi. Señor España. Sì. Sicuramente. –
Rispose prontamente il piccolo.
- Pero… a las señoritas non è permesso salire a bordo… -
Lei sbuffò, roteando gli occhi con un sorriso. – chiaro.-
Aveva già avuto parecchi scontri con un maschilismo come questo, ormai non era più un problema.
- Quanto vuoi per bandana e cappello? – Chiese subito dopo.
- E-eh!? Nada… creo. Li ho trovati. Sa, señorita, quella volta, io e mio cugino ce ne stavamo camminando per la spiaggia quando abbiamo visto all’imp… -
La ragazza gli tappò nuovamente la bocca, e gli mise in mano un pesante sacchetto pieno di monete. Di sicuro più di quante un normale pescatore dell’epoca potesse mai sognarsi.
- Allora, affare fatto? – Chiese tutta di corsa.
- O…Ooooooh! Esta es la primera vez que alguien… Oh, sì. –
Si tolse cappello e bandana e li consegnò alla ragazza.
- Danke! Dankedankedankedankedanke!! – Sorrise lei, contenta come non mai.
- Sei un bravo ragazzo! – Si abbassò alla sua altezza e gli diede un felice bacio sulla fronte, prima di correre verso il veliero, salutandolo con la mano.
- D-d-de nada… - Rispose il ragazzino, tutto tremante e rosso come un pomodoro.
- Que señorita unica… - Disse poi fra se.
 
E così Julchen era salita su quel veliero.
Nonostante la poca conoscenza della lingua era riuscita a cavarsela grazie ad un paio di marinai che parlavano Tedesco come lei. Teneva sempre il cappello in testa a nasconderle metà viso, la bandana che le teneva i lunghi capelli argentei nascosti.
Non era abituata al mare.
Fin troppe volte era stata costretta a correre verso il parapetto più vicino, in preda alla nausea.
Tutto quello non faceva per lei, proprio no.
Non seppe mai dire quanto durò il viaggio. Fattostà le sembrò interminabile.
Quando finalmente la vedetta gridò “terra”, lei era lì, insieme a tutti gli altri marinai curiosi di vedere queste famise isole per la prima volta.
Aveva messo in conto tutto, ma non si aspettava di certo un caldo simile.
E le zanzare poi…
- Guarda tu se non mi devo prendere la malaria in questo inferno.-
 Sbuffava ogni sera.
Sgattaiolata fuori dal veliero, aveva ripreso la  sua frenetica ricerca, ma stavolta nei panni di un giovane ed inesperto ragazzo.
Si era procurata vestiti nuovi lì, vestiti ovviamente da uomo.
Tranne la camicia.
Purtroppo quella era incredibilmente scollata, tanto che non saliva affatto sopra le spalle, e si fermava a metà dell’avambraccio, lasciando scoperto molto più del collo…
Per sua fortuna aveva recuperato anche una vecchia e lunga giacca che copriva tutto quello che c’era da coprire.
Le uniche informazioni che aveva ottenuto provenivano da un uomo che difficilmente avrebbe spiccicato una parola sull’argomento… ma al quale era stato facile tirarne via ben due dopo qualche bel bicchiere di ruhm.
“Pontile” e “Spagna”.
Non avevano molto significato, ma altro non poteva estorcergli.
Acquisirono un senso logico quando lei vide un veliero ormeggiato al pontile esattamente di fronte quella taverna…
Tutte le informazioni che aveva raccolto la avevano portata lì.
Era salita, e si era nascosta nella stiva dietro ad un paio di casse.
Un uomo era entrato all’improvviso il giorno dopo, e le aveva chiesto – E tu chi diavolo saresti!? Una maledetta spia!! – Aveva urlato.
E chiamati altri due l’avevano trascinata fuori di lì… Di sicuro il suo accento tutt’altro che Latino non l’aveva un gran che aiutata.
Ed ecco che, proprio quando le cose sembravano essersi messe davvero male, il capitano si era girato verso di lei, dando finalmente un senso a tutto quel viaggio.
  
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