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Autore: HisRose    12/10/2012    5 recensioni
“Non dovrebbe essere possibile, giusto?”, chiese ad Undici.
“Già, ma tu hai allontanato i fili”, gli rispose il Dottore girandosi verso di lui e ritornando subito a guardare il TARDIS.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 10, Doctor - 11, Rory Williams, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Amy tieni premuto quel pulsante”, disse Undici indicandolo.

“Perché”, chiese la rossa.

“Fallo e basta”, le rispose il Dottore.

“Ok, signor brontolone”, rispose lei eseguendo gli ordini.

“Rory”, lo chiamò.

“Sì?”, rispose lui.

“Non allontanare i due fili, hai capito? È molto importante Rory, qualunque cosa succeda non allontanare i due fili”, continuava a ripetere il Dottore. Il centurione si trovava al di sotto del pavimento, nel reparto motori del TARDIS.

“Lo so, me lo hai già detto… trenta volte”, disse Rory stanco, “per quanto altro tempo devo rimanere così?”, aggiunse scocciato.

“Finché non oltrepassiamo il vortice, se allontani quei due fili, esploderemo Rory, hai capito?”, gli ribadì il Dottore.

Rory stava diventando ansioso, odiava quando il Dottore gli ripeteva così tante volte una cosa, facendola diventare sempre più tragica e pesante.

“Giuro che se lo ripeti di nuovo, allontano i fili”, minacciò il centurione.

Amy rise e il Dottore la guardò accigliato.

“Che c’è? Ha ragione, a volte diventi pesante”, si difese lei.

Il Dottore roteò gli occhi e poi ritornò a fare quello che stava facendo. Ad un certo punto il TARDIS iniziò a tremare tutto.

“Rooooory, hai allontanato i fili?”, chiese il Dottore infuriato.

“Potrei averlo fatto”, rispose lui timidamente.

“Non è colpa sua”, si intromise Amy, “è colpa mia”.

“Come potrebbe essere colpa tua?”, chiese il Dottore confuso.

“Perché indosso una gonna, il tuo pavimento e trasparente e quello là sotto è mio marito”, spiegò lei.

“Oh Rory”, disse il Dottore. Lui fece spallucce.

“Non siamo esplosi”, notò il Centurione.

“Già… non… siamo… esplosi”, disse il Dottore girandosi cautamente.

“Non è possibile!”, esclamò Amy spalancando la bocca.

“Che c’è?”, chiese Rory.

“Ehm… c’è un TARDIS”, annunciò Amy incredula.

“Sì, ci siamo dentro, lo so”, le rispose Rory.

“No, non hai capito. C’è un TARDIS nel TARDIS”, esclamò lei.

Rory corse al piano di sopra per controllare.

“Oh per la miseria”, esclamò vedendo che sua moglie non era impazzita.

“Non dovrebbe essere possibile, giusto?”, chiese ad Undici.

“Già, ma tu hai allontanato i fili”, gli rispose il Dottore girandosi verso di lui e ritornando subito a guardare il TARDIS.

Rory roteò gli occhi. “Ma non siamo esplosi”, controbatté.

“Ora che facciamo Dottore?”, chiese Amy avvicinandosi a lui, “Chi c’è là dentro?”, continuò.

“Non lo so, ma è quello che intendo scoprire”, dichiarò lui avvicinandosi di qualche passo al TARDIS, poi si girò a guardare il Centurione ed Amy. “Aspettate qui, non seguitemi e per una volta, una sola volta, fate quello che dico”, disse lui serio ed entrò nell’altro TARDIS.

Rimase impietrito. Vide una persona che pensava non avrebbe più rivisto. Il suo cuore si spezzò nel rivederla. Ogni giorno i ricordi di lei erano nella sua mente e ogni notte i suoi sogni erano invasi da lei. Ma vederla là, reale, in carne e ossa, fece riaccendere in lui una sensazione che non provava da molto tempo: la felicità.

“Chi è quella?”, sentì dire da una voce femminile che proveniva da dietro di lui.

“Hai sentito qualcosa?”, chiese Rose a Dieci.

“Shhh, a quanto pare ci possono sentire”, disse spingendo Amy fuori dal TARDIS, seguendola.

“Chi è quella  e quello che era con lei?”, chiese nuovamente Amy.

“Lei è Rose, il suo nome è Rose e quello ero io”. Amy e Rory si guardarono confusi.

“Come puoi essere tu?”, gli chiese Amy.

“Il vecchio me, la mia vecchia rigenerazione”, spiegò lui.

“Aaaah, giusto mi ero dimenticata che tu ti rigeneri”, commentò la rossa. “Tutto bene?”, aggiunse dopo, vedendo l’espressione sul viso del suo Dottore stropicciato.

Lui avrebbe tanto voluto ritornare là dentro e prendere il posto del vecchio se stesso per poter viaggiare con la sua Rose, la persona che era capace di far ballare la samba ai suoi due cuori. Cercava di trattenere le lacrime, non voleva che Rory ed Amy lo vedessero piangere. D’un tratto tutti sentimenti repressi verso la biondina, ritornarono in superficie. Diede le spalle ai due sposini e si diresse verso la console.

“Io sto sempre bene”, rispose senza nascondere la sua tristezza.

Amy si avvicinò da dietro e appoggiò la mano sulla sua spalla. “Chi è quella ragazza?”, chiese seria.

Lui si girò verso di lei, guardandola negli occhi. “Lei era la mia Rose, noi stavamo insieme”, le rispose.

“Cosa le è successo?”, chiese curiosa la rossa, mentre anche Rory si avvicinava a loro due.

“È bloccata in un mondo parallelo,  io… non posso più vederla”, spiegò Undici.

Amy abbracciò il suo Dottore stropicciato, che nascose il viso nell’incavo del collo della rossa.

“Cosa farai ora?”, chiese lei sciogliendo l’abbraccio.

“Non lo so, ma fino a quando non lo capirò non entrate nella cabina”, disse serio il Dottore, sia Amy che Rory annuirono e lo lasciarono da solo.

Lui continuò a fissare quella cabina blu. Come poteva pensare a un modo per far sparire quell’altro TARDIS, quando con tutto se stesso voleva che rimasse là sempre, come un portale, dove bisognava aprire una porta per poterla vedere sempre.

 

…. (Di sera)….

 

“Allora che hai deciso di fare?”, disse Amy comparendo all’improvviso nella sala console.

“Il TARDIS deve andarsene, è sbagliato che rimanga qui, ma prima devo fare una cosa”, disse, mentre nella sala entrava Rory.

“Questa volta non seguitemi”, disse dirigendosi verso il TARDIS.

“Tranquillo, non lo faremo”, lo rassicurò Rory, prendendo per mano la moglie.

Prima di entrare Undici si girò verso di loro ed Amy gli lanciò uno sguardo di rassicurazione e un sorriso, il Dottore ricambiò il sorriso, sospirò, prese coraggio ed entrò nel TARDIS.

Silenzio totale, entrambi stavano dormendo e Undici ne approfittò per andare a trovare Rose in camera sua.

Si fermò dietro la porta della camera, insicuro. Non era pronto, non voleva dirle addio un’altra volta, ma aveva il bisogno matto di rivederla di nuovo, così silenziosamente entrò nella camera. Prese la sedia della scrivania e si sedette a fianco al letto. La fissò per un lungo periodo di tempo.

Gli sembrava impossibile, più la guardava e più si disperava. Lei era così vicina eppure così lontana. Era con lei, ma non sarebbe durato. Faceva così male e con tutta la forza che aveva dovette trattenere le lacrime. Iniziò ad accarezzarle i capelli.

“So che puoi soltanto sentirmi, ma non fa niente. Ora mi stai sentendo nella tua testa e penserai che sia un sogno, ma va bene così. Mi dispiace tanto Rose, mi dispiace davvero. Avrei dovuto proteggerti, avrei dovuto impedire che accadesse, non sarei dovuto essere così egoista. Non volevo farti soffrire. Spero che sarai felice nell’altro mondo con l’altro me. Il me che può invecchiare, il me che vive, be’ che vivrà con te”, si interruppe per trattenere le lacrime, trovava assurdo essere geloso di se stesso, “te la meriti un po’ di felicità dopo il brutto anno che ti ho fatto passare. Sai, mi sono sempre pentito di non averti detto una cosa. Una cosa che non so se avrò il coraggio di dire adesso, anche se, se non lo dirò, me ne pentirò di nuovo. Ma dirlo sarebbe ammetterlo e farebbe ancora più male, se non lo dico rimarrebbe solo un sentimento nascosto. Sai perché non ti ho detto prima quello che ti sto per dire adesso?! Perché avrei ammesso di essere felice e io e la felicità non siamo amici. Pensavo che non ammettendo niente, la nostra separazione sarebbe stata meno dolorosa; ma non è stato così. Forse è stata anche più dolorosa così. Non sai quanto mi manchi e non sai cosa farei per riaverti indietro. Credo che finalmente sia giunto il momento di dirlo: Rose Tyler… ti amo.

Ti ho sempre amata e sempre ti amerò, sei segnata nei miei due cuori a vita. Resterai per sempre la mia Rose, tutta rosa e gialla. Buona notte amore mio”, disse rubando quel bacio che bramava da tanto. La fissò per un altro istante, poi si avvicinò alla porta. Si rigirò per vederla un ultima volta. “Addio, per l’ultima volta, mia dolce Rose”, sussurrò ed uscì dalla porta. Quando ritornò nel suo TARDIS, Amy e Rory lo aspettavano con le braccia aperte. Si strinsero in un abbraccio caloroso, che poi sciolsero perché il Dottore doveva far sparire il TARDIS. Una lacrima scivolò lungo il suo viso mentre vedeva la sua Rose scomparire per l’ennesima volta.

  
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