Dedicato
alla carissima Eli (_Ly_): ci ho messo un bel po’ a pubblicarla, ma finalmente
ho preso coraggio a due mani e ho deciso di renderla ufficiale.
Out of the Portrait Hole…
La strana creatura nel suo
petto, che in tutti quei mesi aveva ruggito la propria gelosia, ora si era
accoccolata e faceva le fusa soddisfatta, mentre lui lottava con poca
convinzione contro quel sorriso un po’ ebete stampato sul volto.
Non appena il ritratto della
Signora Grassa era tornato al suo posto si era chiesto se non fosse tutto un
sogno. Uno dei suoi soliti e meravigliosi sogni che avevano loro due per
protagonisti. Uno di quei sogni per cui Ron molto probabilmente lo avrebbe
ucciso.
Ma il tocco delicato della mano
di Ginny che sfiorava la sua, mentre scendevano fianco a fianco le scale, era
quanto di più reale avesse mai avuto occasione di sentire…
Gli sembrava già di poter
toccare il cielo con un dito, ma scoprì di riuscire a bucare anche la
stratosfera quando la mano di Ginny si insinuò tra le sue dita e le intrecciò
alle proprie, stringendo lievemente. Le rivolse uno sguardo a metà tra il
sorpreso e l’entusiasta, facendo fatica a respirare per il groppo in gola che
si era formato nel vederla sorridere.
All’improvviso si sentì
un gran tramestio ed il ritratto della Signora Grassa scivolò nuovamente sui
suoi cardini per lasciar passare tutti gli studenti di Grifondoro che si
esibirono ancora una volta in grida di incoraggiamento.
“Bravo, Harry!”
“Era ora!”
“Dateci dentr… ouch!
Ehi?! Che ho fatto?!”
“Quella è mia sorella:
bada a come parli.” Ron rimbeccò il ragazzino che aveva parlato, che si
massaggiava la testa dolorante, proprio nel punto in cui aveva “adagiato” uno
scappellotto di avvertimento. “Harry? Vale anche per te…” disse con aria seria.
“Vi guarderò dalla finestra!”
“Ron! Starai scherzando,
spero!” Hermione si voltò a guardarlo scandalizzata. “Non vi preoccupate, non
lo farà, vero Ron?”
Ron sbuffò.
Ginny si mise le mani
sui fianchi con aria battagliera. “Se ci provasse, saprebbe con chi vedersela
poi…” dichiarò minacciosa.
Qualcuno rise vedendo le
orecchie di Ron arrossarsi, ma smisero immediatamente quando si girò per
fulminarli con lo sguardo. Tornò a guardare Ginny. “Ah, fa’ come ti pare…!”
borbottò, tornando all’interno della Sala Comune. Gli altri rimasero sulla cima
delle scale a guardarli. Si sentì la voce di Ron ruggire. “E voialtri venite
dentro!”
Quando anche il viso
dell’ultimo guardone fu coperto dal ritratto della Signora Grassa, Harry si
voltò verso Ginny. “Mi sa che l’idea di fare una passeggiata fuori non è poi un
granché: troppi occhi indiscreti…” Sorrise nel vedere Ginny storcere il naso.
“Ah, che banda di
impiccioni!” Gli occhi le si illuminarono di una luce scaltra. “Aspetta! So
dove potremmo andare per starcene un po’ in santa pace!”
“Cos’hai in mente?”
Ginny sorrise
furbescamente. “Seguimi e vedrai!” Gli tese nuovamente la mano e poi cominciò
letteralmente a trascinarlo.
“Ehi, mi vuoi dire dove
stiamo andando?”
“Uffa, non sai proprio
aspettare!” Ginny rallentò l’andatura e Harry l’attirò verso di sé.
“Già, non so aspettare…”
Le diede un bacio leggero sulle labbra.
“Uhm… neppure io.” Ginny
si alzò sulle punte per dargli un altro bacio.
La testa di Harry
sembrava galleggiare senza peso… Registrava solo le mani di Ginny tra i
capelli, le sue labbra morbide, i brividi di lei mentre le carezzava la
schiena, il tremore che gli faceva sentire le ginocchia molli mentre
approfondivano il bacio…
Gridolini di sorpresa e
risatine sciocche li fecero bloccare: un gruppo di Tassorosso del terzo anno li
guardava a bocca spalancata.
Harry venne trascinato
via un’altra volta da Ginny, mentre un mormorio eccitato si levava dietro di
loro. “Almeno non dovremo preoccuparci di annunciare la notizia al mondo: tra
cinque secondi lo saprà tutta la scuola!”
“Credevi che i ragazzi
avrebbero tenuto la notizia segreta?”
“Mm… No, sicuramente
no.”
Curvarono a destra e cominciarono
a salire di corsa le scale. Harry si guardò intorno: quelle scale gli erano
familiari… “Stiamo an…dando… all’aula di… Astronomia?” chiese con un po’ di
fiatone, dopo qualche rampa.
Ginny annuì. “Già… Mi
hanno detto che è il miglior posto per stare da soli…” rispose, anche lei un
po’ ansante.
Harry le lasciò la mano
e si fermò. “As…petta un att…imo: fammi ripre…ndere fiato…”
“Non ci posso credere!
Harry Potter che si fa vincere da qualche gradino!”
Scattò in avanti, nel
tentativo di afferrarle il braccio. “Se ti prendo…!” rise, mentre Ginny saliva
di corsa la seguente rampa.
“Sei lento, Potter!” lo
prese in giro.
In effetti, lei sembrava
volare sui gradini, tanto che si fermò ad aspettarlo sulla porta dell’aula.
“Capitano, suggerirei qualche allenamento supplementare.” decretò con un’aria
seria che non riuscì assolutamente a mantenere quando Harry la prese per la
vita e le fece il solletico, facendola sussultare come un’anguilla.
Alle sue vivaci proteste
replicò con un allegro “Te lo do io l’allenamento supplementare…!”
“Ok, ok, ti prego:
basta!” lo supplicò Ginny, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Harry la baciò
all’improvviso. “Questo per farti perdonare.” spiegò scherzoso.
Ginny sorrise e gli
carezzò una guancia con dolcezza. “Dai, entriamo…” mormorò, aprendo la porta
dietro di sé.
Entrò insieme a lei
nella grande stanza rotonda, proprio sotto il tetto della torre, ascoltando,
con il cuore che batteva forte, i loro passi riecheggiare contro le pareti di
roccia viva.
Ginny si voltò verso di
lui, i lunghi capelli color fiamma che si agitavano attorno al suo viso. Era
così… viva… Come aveva fatto a non rendersene conto? Ogni minima espressione
del suo viso sprizzava vitalità da tutti i pori… e lui lo notava ora come se
fosse la prima volta.
Ginny aggrottò le
sopracciglia, sorridendo perplessa. “Che c’è?”
Harry sorrise, scuotendo
la testa. “Nulla.” rispose, avvicinandosi ed accarezzandole una guancia. “È
solo che non mi sembra vero. Non sai quanto ho sognato questo momento…”
Ginny scoppiò a ridere
di cuore. “Oh, sei tu che non immagini minimamente quanto l’ho sognato io…!”
Si sentì improvvisamente
in colpa. Ginny aveva dimostrato molto tempo prima di provare per lui più che
affetto fraterno, mentre lui si era ostinato a volerla considerare come la
sorellina che non aveva mai avuto. “Sarebbe potuto accadere secoli fa…” disse
un po’ mesto. “Sono stato un cretino…”
“Sì, lo sei stato.”
concordò Ginny, passandogli le dita tra i capelli. “Fortunatamente sei
rinsavito!” esclamò ridendo, nel prendergli con due dita una guancia e
tirandola.
“Non sono stato l’unico
a rinsavire: prima o poi mi dovrai spiegare come hai fatto a metterti con
Dean.” Harry prese un’aria disgustata. “Vi baciavate sempre. E lui ti metteva
le mani dappertutto…! Credo di aver seriamente pensato di farlo fuori! In
fondo, sarebbe bastato soffocarlo con il cuscino…”
Ginny inarcò le
sopracciglia. “Se tu hai pensato all’omicidio, io cosa avrei dovuto dire l’anno
scorso con Cho-annaffiatoio-umano-Chang che ti stava sempre appiccicata
addosso?!”
“È diverso: intanto Cho
non mi stava sempre appiccicata addosso…” protestò Harry.
Ginny spalancò gli
occhi, in una divertita incredulità. “Non ti stava sempre addosso?! Oh,
Merlino! Eravate ridicoli con quegli sguardi da pesci lessi quando vi
incontravate per i corridoi!” disse con rabbia, incrociando poi gli occhi e
facendo l’imitazione di un pesce dall’aria piuttosto ottusa.
La sua reazione lo fece
sorridere. “Eri gelosa?”
Ginny arrossì
furiosamente e si guardò le punte delle scarpe. “Sì…”
“Beh, anch’io ero geloso
di Dean. Da morire.”
Ginny, con lo sguardo
sempre fisso a terra, sorrise. Quando rialzò gli occhi, una scintilla fiera li
faceva brillare. “Comunque, oggi l’ho proprio stracciata quella Cho Chang.”
decretò soddisfatta, facendo scivolare con delicatezza le braccia dietro il
collo di Harry.
“Decisamente…” E in
tutti i sensi, pensò Harry mentre univa nuovamente le loro labbra in un
bacio.
E poi non pensò più a
nulla.
Le sue labbra calde, i
capelli così morbidi al tatto, il suo corpo così vicino al proprio, le sue mani
che laddove lo toccavano sembravano risvegliare un fuoco ardente, tutto di lei
lo faceva perdere in un abisso di emozioni tanto intense da fargli provare
anche un po’ di timore.
Quando si separarono non
lo fecero del tutto: i loro visi erano ancora così vicini che le loro labbra si
sfioravano ad ogni respiro. “Wow…” mormorò Harry, con gli occhi ancora chiusi
per percepire meglio le sensazioni che il profumo di Ginny gli provocava.
Ginny ridacchiò. “Doppio
wow…” sussurrò, tornando a baciarlo.
Si baciavano giocando
tra loro: si rincorrevano, si ritraevano, si ritrovavano e poi si sfuggivano
un’altra volta. Entrambi ridevano, presi da un’eccitazione febbricitante. Non
esisteva più nulla intorno: Harry riusciva a concentrarsi solo su Ginny e le
sue labbra.
Ancora baciandola, la
sollevò per farla sedere su uno dei tavoli in legno che si trovavano nell’aula.
Diverse pergamene svolazzarono in direzione del pavimento, mentre si baciavano
con foga. Troppa foga… Nel baciarlo, Ginny urtò involontariamente un telescopio
che cadde a terra, fracassandosi e provocando un rumore assordante nel silenzio
della torre.
Si guardarono negli
occhi, il ghiaccio nelle vene temendo il peggio. Infatti…
Sentirono gli improperi
di Gazza, prima ancora di udire i suoi passi pesanti su per le scale. “Ah! Vi
ho… beccati… piccoli… delinquenti!” urlava affannato.
“Presto! Sotto il
tavolo!”
Si nascosero proprio un
attimo prima che Gazza spalancasse la porta ed irrompesse nella stanza,
fiutando l’aria come un vecchio segugio. “Tanto lo so che siete qui, piccoli
esseri immorali! Dove siete?” gridò, trascinandosi pesantemente al centro
dell’aula. “Qui ci vuole una punizione con i fiocchi! Non vi hanno educato i
vostri genitori?!” esclamò, con gli occhi che brillavano di fanatismo. “Bisogna
ripulire quelle vostre spregevoli anime sudice e colme di cupidigia! Pensieri
impuri! Depravazione! Vizio! Dissolutezza! So io come farvi passare la
concupiscenza!” gridò, battendo un pugno su un tavolo vicino a quello dove si
nascondevano.
Ginny singhiozzò
lievemente. Harry la guardò: era paonazza per lo sforzo di non ridere. In
effetti, la scena aveva qualcosa di esilarante per chi l’avesse guardata
dall’esterno.
“Uscite fuori, giovani
lascivi! Ho giusto un paio di allunga-pollici nei sotterranei che sono sicuro
il professor Silente mi lascerà usare per correggervi!” disse Gazza,
cominciando a guardare sotto i tavoli.
Harry trattenne il
respiro e sentì che anche Ginny accanto a lui aspettava con il fiato sospeso di
vedere l’orrenda faccia di Gazza comparire dietro il velo di pergamene
disordinate che li copriva alla sua vista.
Improvvisamente, un
rumore di vetri infranti e la risatina acuta di un certo poltergeist invasero
l’etere.
“Pix!” esclamò Gazza,
tirando su con il naso. “Dannatissimo poltergeist! Sei stato tu!” gridò, prima
di precipitarsi fuori dall’aula e correre giù per le scale urlando insulti
contro Pix.
Aspettarono qualche
minuto prima di uscire allo scoperto. Ginny si lasciò andare in una risatina di
sollievo. “Non avrei mai pensato di poter dire che amo Pix con tutto il cuore!”
ridacchiò.
Anche Harry rise. “Ehi, potrei
essere geloso, sai?”
“E ne avresti tutte le
ragioni!” esclamò Ginny, prendendolo per la cravatta della divisa ed
avvicinandolo quel tanto che bastava per stampargli un bacio schioccante sulle
labbra. Poi sbirciò oltre la sua spalla. “Abbiamo proprio combinato un bel
guaio: è meglio se ce la filiamo prima che ritorni Gazza…”
“D’accordo…” sospirò
Harry: in verità avevano avuto ben poco tempo per stare soli.
Ginny lo osservò con
aria divertita. “Ehi, cos’è quell’aria afflitta?! Prima della Sala Comune ci
sono un sacco di corridoi e di aule vuote…” Rise, sfuggendo al suo abbraccio e
cominciando a scendere le scale.
Harry fissò per un
attimo i suoi capelli danzare su e giù. Poi, cominciò a rincorrerla.
Eh, già… Proprio
stracciata quella Cho Chang…
Questa
è la mia prima one-shot e spero che non la giudichiate troppo severamente…
sinceramente non mi ritengo molto portata per le scene romantiche… -____-‘
Va
beh, spero comunque che a qualcuno sia piaciuta!
Fatemi
sapere!! ^^
Un
abbraccio a tutti
Ale
P.S.
Se per caso foste interessati, sto finendo di scrivere un’altra fic “Where the
snake lies”, con protagonista Draco Malfoy, Theodore Nott e, ovviamente, Harry,
Ron, Hermione, Ginny e gli altri. È una AU, ambientata quando i nostri eroi
hanno circa 24 anni. Draco Malfoy è uscito da Azkaban e, per cercare di
rientrare nella comunità magica, accetta di aiutare gli Auror con i Vampiri,
che stanno mettendo a segno diversi attacchi contro la popolazione magica per
scoprire l’ubicazione di un antichissimo manufatto magico, l’Anello di Matra. È
una storia di avventura, azione ed anche un pizzico di romanticismo… Beh, se ho
stuzzicato la vostra curiosità, andate a darci un’occhiatina e fatemi sapere
cosa ne pensate.
Un
bacione a tutti.
Ale