Il bosco. Il sole che filtrava dagli alberi.
Il cinguettio degli uccellini e gli scoiattoli che si rincorrevano tra i rami.
Elena si guardò intorno. Sembrava sola, ma sapeva bene che non era così.
Un gracchiare alle sue spalle la fece voltare. Un corvo la fissava dal ramo di un albero.
«Ciao Elena»una voce, la sua voce.
Damon uscì dall’oscurità del bosco, fissando Elena «Dove eri finito?»
Il ragazzo scrollò le spalle «Ha importanza?»
«Ne ha per me Damon»
«Oh suvvia Elena, non far finta che ti importi qualcosa. Il tuo principe azzurro ce l’hai già» le rispose sogghignando.
Elena si avvicinò, ma Damon non ci teneva a colmare la distanza tra loro, così retrocesse.
«Anche Stefan era preoccupato» disse la ragazza.
Damon sfoderò un sorriso ironico «Oh, che caro fratellino. Si preoccupa ancora per me, dopo tutti questi secoli»
Elena strinse i pugni, aveva sempre odiato quel suo atteggiamento strafottente.
«.. Mi hai abbandonata, Damon»
«No Elena, tu hai fatto la tua scelta. Ed io ho fatto la mia» Damon le voltò le spalle, tornando nel buio del bosco.
«No, aspetta Damon. Non andartene. Ti prego, ho bisogno di te» urlò la ragazza cercando di fermarlo.
Se ne era andato, era di nuovo sola.
 
 
Si svegliò di soprassalto.
Un incubo, forse?
Si guardò intorno, la sua camera era ancora nella penombra.
Ormai, tutte le notti erano segnate da quegli incubi.
Damon se ne era andato da ormai 5 anni.
Lei e Stefan lo avevano cercato ovunque, senza risultati, fino al giorno in cui anche il più giovane dei fratelli Salvatore si era arreso, gettando la spugna.
Ma non lei, non Elena.
Aveva continuato a cercarlo, a desiderare di vederlo, di riabbracciarlo.
Fin dal momento in cui aveva capito che non era Stefan l’uomo della sua vita, era Damon.
Una vita lunga, eterna, solo per loro due. Era tutto ciò che voleva.
Sì alzò dal letto, pronta per ricominciare le sue ricerche.
Sul tavolo, in soggiorno, una mappa dell’intero stato era distesa e piena di piccole puntine da disegno.
L’aveva cercato praticamente ovunque, tranne in cielo.
Scese le scale, Jeremy era sul divano con una tazza di caffè in mano «Buongiorno fratellino»
Jeremy le sorrise «Hai avuto un incubo anche stanotte? Ti ho sentita urlare prima»
Elena aprì il frigorifero, teneva del sangue animale in delle bottigliette. Ne prese una, ne versò il contenuto in un bicchiere annuendo alla domanda del fratello.
«Sempre il solito?»
«Già..»
Jeremy si alzò, avvicinandosi a lei «Elena, devi fartene una ragione. Damon non tornerà e tu non riuscirai a cambiare le cose cercandolo ogni giorno.
Hai passato 5 anni a cercarlo, hai praticamente perlustrato ogni centimetro quadrato dello stato. Damon non vuole farsi trovare»
Elena abbassò lo sguardo «Lo so Jer, ma ho bisogno di trovarlo. Ho bisogno di lui»
Il ragazzo la fissò, senza proferire parola.
«Ho lasciato che se ne andasse, senza fare nulla per farlo restare. Ora ho la possibilità di rimediare e non intendo lasciar perdere»
Jeremy le scompigliò leggermente i capelli «Già eri testarda da umana, figurati adesso»
Elena sorrise, finendo il sangue che stava bevendo.
«Io vado a lavoro sorellina, non farmi preoccupare»
«Le parti si sono invertite a quanto sembra»
Jeremy sorrise e uscì di casa, sbattendo la porta.
Elena si mise a fissare la mappa sul tavolo, e dopo qualche minuto di riflessione, segno un punto con la penna.
Salì di sopra, prese il suo giubbotto e uscì di casa, alla ricerca di Damon.
Sapeva che prima o poi l’avrebbe trovato. E allora, non lo avrebbe più lasciato andare.