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Autore: Chartraux    12/10/2012    9 recensioni
Kurt è stato obbligato da Mercedes a presentarsi ad un appuntamento al buio. Inizialmente non è elettrizzato all'idea, ma appena Blaine si presenta al ristorante designato per l'incontro, Kurt sente uno sfarfallio nello stomaco ed una strana sensazione di "già vissuto" si inserisce nel suo cuore.
Dopo il primo scambio di battute i due si rendono conto di aver già avuto quello stesso medesimo appuntamento, anni prima, sempre a NY durante le gare di canto coreografato; memori del fatto che non fosse andato bene, decidono di ripercorrere a ritroso le tappe dell'appuntamento vecchio di sei anni, riscoprendo emozioni, sentimenti, battute, pensieri, lati negativi e positivi del ragazzo che si trovano di fronte.
Questo è un reincontro, una prima volta, un ricomincio da capo.
[AU - Blaine e Kurt non sono mai stati insieme e non si sono mai realmente conosciuti. Almeno fino ad oggi]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Glee
 Autore: Chartraux
Beta: onda1965
Titolo: Déjà vu
Capitoli: 1
Personaggi: Kurt Hummel, Blaine Anderson, Mercedes (solo nominata) e con la partecipazione dei Warblers (anche se per poche righe).
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale.
Rating: Verde (lo potete leggere tutti XD)
Avvertimenti: One-Shot, AU [Blaine e Kurt non sono mai stati insieme e non si sono mai realmente conosciuti. Almeno fino ad oggi], Fluff, Angst per sole tre righette.
Parole: 5.304 (senza gli scleri post capitolo e le note finali)
Desclaimers: I personaggi appartengono alla FOX e ai RIB. Fosse stato per me, non avrei mai fatto confusione con gli anni di Blaine e mai li avrei fatti dividere. Ma, per l’appunto, non sono miei, quindi posso al massimo godere della mia fantasia e dalla fangirl che c’è in me per portarli (almeno un poco) alla ribalta!
Note: L’idea mi è venuta guardando una puntata di “how met your mother” (qualche frase è presa proprio dal medesimo episodio, ma tutto il resto è farina del mio sacco). Ho cercato di mantenere i personaggi simili il più possibile agli originali, ma se per caso risultano OOC, ditemelo che metto l’avvertimento.
Note Specifiche  : in fondo.




 


 

 Aaa
Angel, questa storia è tutta per te.
Perchè sei una ragazza simpatica, intelligente e forte;
non ti dai per vinta e pensi al futuro in modo invidiabile.
Ricordati: io sono qui che faccio il tifo per te e,
quando ne avrai bisogno, cercherò di consigliarti nel modo migliore.
Viva la Gerry!!! E ringrazio ckofshadows_ che ci ha fatto conoscere XD
Un abbraccio

 



Kurt Hummel è seduto al terzo tavolo sulla sinistra, vicino alla grande vetrata che dà sulla strada principale. È in attesa del suo accompagnatore; il libro sulla biografia di Patti LuPone, in bella mostra sul ripiano di legno lucido e chiaro, rappresenta il segnale.
Non l’ha mai visto: sa solo che, una mattina, Mercedes gli ha organizzato questo appuntamento al buio.
Lui non ne è felice. Non gli piacciono queste cose… le trova deprimenti e sembra che le sue scelte debbano passare in secondo piano.

“Ma insomma Kurt, non puoi lavorare e basta! Devi crearti una vita sociale adeguata a New York, non fatta di colleghi pacchiani ed interessati solo alla moda!” gli ha detto Mercedes al telefono tre giorni prima “Quindi, è per questo che ti ho organizzato un’uscita speciale!”
Kurt è sbiancato, poi le ha urlato quanto quel tiro mancino – sì, ha usato proprio quel termine – gli abbia fatto salire la pressione. Ma l’amica non ha voluto sentire “beo”; si è presentata quella stessa mattina e l’ha costretto a scegliere il miglior outfit del suo profondo armadio, ad acconciarsi in modo egregio i suoi splendidi capelli e l’ha obbligato ad uscire. A calci quasi; tanto che la vicina dell’appartamento 4b – la signora Smith, una quasi ottantenne che ha sempre un occhio incollato allo spioncino della porta per farsi i fatti degli altri – ha digitato il numero 911 sul telefono di casa.
A quel punto Kurt ha sospirato, ha abbracciato l’amica – per far capire all’attempata nonnina dell’appartamento di fronte che va tutto bene – e poi è uscito dal palazzo, con il romanzo della LuPone nella tracolla, per dirigersi in questo “carinissimo” ristorante “che adori!” dove avrebbe incontrato lo sconosciuto designato a sopportare le sue isteriche sceneggiate sulle cinture vintage che sarebbero certamente tornate di moda.
Ridacchia tristemente sotto i baffi, conoscendo già il risultato della serata: una noia mortale, condita da commenti poco cortesi sulla sua voce e con la conseguente voragine di solitudine che gli si sarebbe aperta nel cuore.
Ma gli andrebbe anche bene così. Dopo la rovinosa rottura con Chandler, che l’ha bellamente tradito con un maledetto palestrato, che non sapeva nemmeno chi fosse Carrie Bradshaw – e qui ha dubitato davvero dell’omosessualità del bestione –, non è certo di volersi buttare in una nuova relazione.
- È anche vero, - si dice - che sono diciannove mesi che non esco con qualcuno. Magari non sarà una così pessima serata. Farò contenta Mercedes e tenterò di divertirmi. -
Sospira e poi si dà un’occhiata attorno, sorridendo.
Il ristorante “The New Normal” è il suo preferito; da quando si è trasferito a New York dopo il diploma, ha sempre trovato una scusa per poter cenare in quel locale almeno due volte al mese.
Adora la tranquillità che ti invade appena superata la porta di legno, forse anche grazie al leggero color panna delle pareti, alla luce soffusa, alle candele poste su ogni tavolo, alla cortesia dei camerieri ed alla simpatia del proprietario – anche per la serata karaoke del giovedì! – ma soprattutto per la libertà di non dover nascondere i propri sentimenti dietro un sorriso o sotto un tovagliolo.
Quante volte lì ha potuto stringere tranquillamente tra le sue la mano di Chandler senza che qualcuno inorridisse a quel gesto, ormai lo aveva quasi dimenticato. Non è un ristorante per gay ma, come ricorda spesso il proprietario, “L’amore è amore.” e, sì, tutti vengono trattati allo stesso modo.
Quasi un piccolo angolo di tranquillità in quella scatenata New York.
Sente il campanellino della porta tintinnare e volge lo sguardo all’ingresso.
E trattiene il respiro.
Il ragazzo che è entrato è qualcosa di divino. Incrocia le dita, sperando che sia lui lo sconosciuto accompagnatore.
Lo vede salutare la giovane receptionist e scambiare quattro chiacchiere con lei.
Kurt si perde ad osservare ogni piccolo particolare di lui; è piacevolmente colpito dalla cura nella scelta degli abiti e dal sorriso gentile che gli è appena apparso sulle labbra.
Anche se i Ray-Ban rosa shocking sono un tantino esagerati – perché, lo sa con certezza, quello è un colore che non andrà di moda per almeno altri due anni! –
Indossa una t-shirt bianca con un ampio scollo a V, una giacca grigio chiaro aperta e, a suo parere, decisamente costosa, un paio di jeans sbiaditi, abbastanza stretti da mandarlo in estasi, e calza un paio di scarpe di quel finto vintage, di cui lui sta aspettando trepidante la ricomparsa come fosse la Madonna di Lourdes!
Strano per un non credente, non è vero?
Nota che le scarpe dal disegno classico si stanno avvicinando e poi si fermano vicino al suo tavolo; solo in quel momento decide di alzare lo sguardo e lo vede lì, di fronte a lui, con il sorriso più bello che abbia mai visto, a solcargli il volto leggermente abbronzato e dov’è abbozzato un filo di barba.
Dal basso, gli pare che i capelli scuri siano ricci, ma da quella posizione non ne è certo. Lo trova decisamente affascinante – se non fosse per quegli occhiali da sole rosa, sarebbe anche meglio! –
“Patti LuPone?” gli domanda il ragazzo col sorriso splendete e Kurt non può fare altro che additare la biografia sul tavolo e poi alzarsi.
“Piacere, Blaine” dice porgendogli la mano.
“Kurt” risponde l’altro stringendogliela.
Poi il ragazzo dal sorriso splendente si toglie gli occhiali, e Kurt si sente morire!
Non ha mai visto un paio di iridi così belle, luminose, liquide e di un colore talmente indefinito da renderle uniche al mondo.
Cangianti., è l’unica parola che gli viene in mente per descriverle.
“Ciao Kurt” gli dice Blaine sorridendo e, con un gesto semplice della mano, gli fa segno di accomodarsi.
Kurt si siede composto, prendendo il libro e mettendolo al sicuro nella sua tracolla di Gucci, poi torna a fissarlo; ha un sorriso talmente magnetico che vorrebbe non staccare mai gli occhi da quel volto cordiale.
“Ho qualcosa sulla faccia?” domanda Blaine toccandosi una guancia.
“Oh no. Perdonami, ma la tua giacca è deliziosa.” e appena resosi conto della stupida frase appena partorita, decide di mordersi la lingua; non ha voglia di sembrare sin da subito il classico gay con la fissa della moda, ma, ok, è il suo lavoro! E poi non può certamente rivelargli di essersi perduto nei suoi occhi.
“Ah, beh, grazie” sorride Blaine con un lieve imbarazzo “In realtà me l’ha prestata un mio amico…”
“Beh, un amico con un gran gusto.” ridacchia Kurt “È una Marc Jacobs niente male!”
“Ti intendi di moda?”
“Oh, sì, lavoro per Vouge.com.”
“Fantastico!” dice sbalordito il moro spalancando un poco gli occhi, poi gli sorride e gli porge il menù; Kurt lo prende, sperando che l’altro non noti le sue mani tremare, e lo apre alla pagina delle insalate.
“Posso” inizia Blaine un po’ titubante “ordinare il vino?”
“Ehm, io non bevo… sono astemio. Ma se lo vuoi, prendilo pure!”
“Ok, magari solo un bicchiere; per il resto acqua minerale.” e sposta lo sguardo sulla pagina degli alcolici.
Kurt si ritrova a pensare che resterebbe ad osservare quel viso per una vita intera; e sì, anche quelle deliziose sopracciglia a forma di triangolo isoscele.
Blaine alza lo sguardo e lui lo abbassa; Kurt lo sente sopprimere una risata e si dà dell’idiota da solo per il poco contegno presente nel suo cervello quella sera. - Farò altre figure di pongo, ne sono sicuro… – si dice mordendosi l’interno delle guance.
Poi sente il ragazzo dal sorriso splendente pronunciare “Cappuccino medio con caramello.”
“Come?” chiede basito Kurt senza capire: in quel locale non servono caffè.
“È il mio caffè preferito.”
E lo stilista comprende che l’ha detto solo per metterlo a suo agio.
“Attento alle calorie” ridacchia di rimando e poi torna a far scorrere il dito sulla pagina delle insalate continuando con “Io bevo latte macchiato scremato.”
“Attento alla linea…”
E qualcosa nelle loro menti scatta.
Una sorta di sensazione, di qualcosa di già vissuto.
I loro occhi si incrociano e si perdono in quel contatto e Kurt ingoia a vuoto.
“Questo appuntamento c’è già stato.” dicono in sincrono.
“Sì… e in questo stesso ristorante…” ribatte incredulo Blaine guardandolo con stupore.
“Correggimi se sbaglio, ma non mi è sembrato un gran successo. Voglio dire, se siamo di nuovo qui dopo non so nemmeno quanti anni…”
“Sei anni.”
“Come?”
“Avevo diciassette anni quando sono venuto qui la prima volta. Con te.”
Kurt lo guarda perplesso “Te lo ricordi?”
“Sì. Ero venuto a New York con la mia scuola per la gara di canto coreografato dei Glee Club…”
“È vero! Stessa ragione anche per me!” lo stilista si copre il volto con le mani “Dalton Accademy?” gli domanda.
"Già Warblers. McKinley, vero?”
“Verissimo! New Direction”
“E com’è che ci avevano fatti incontrare?”
“Credo sia stata la mia migliore amica. Che poi è quella che ha organizzato questo stesso appuntamento al buio” sospira “Mi viene da ridere. Per non piangere in realtà.”
E Blaine coglie di sorpresa Kurt, ridendo davvero di quella confessione “Scusami” dice “ma quale può essere la percentuale di casistica su cui si basa questo appuntamento? In una vita intera, e sperando di arrivare almeno ai novant’anni, potremmo avere la bellezza di quindici appuntamenti!”
Kurt arriccia il naso “Ma torniamo alla domanda principale: perché non ha funzionato?”
Blaine si umetta le labbra – e Kurt ha sentito il proprio cuore esplodere emozionato a quel gesto–“Beh, se devo dirla tutta, ho pensato che fossi un po’ snob.”
“Aspè… Oddio! Ma tu sei quello in fissa con il football!” rotea gli occhi al cielo “Giuro che, da come ne parlavi, sembravi davvero etero! Mi sono chiesto se Mercedes mi avesse fatto uno scherzo. Di cattivo gusto per altro…” fa una faccia schifata “Tutto quello sporco e quella puzza…”
“Ecco!” gli punta il dito contro “Vedi che sei snob!?”
Kurt incrocia le braccia al petto e mette su un broncio offeso, sa che il ragazzo che gli sta di fronte ha ragione, ma non vuole ammetterlo pubblicamente “Non sono snob. Mi piacciono le cose belle, pulite e profumate. Punto.”
Il moro scuote la spalle “Ok, punti di vista suppongo. E tu cosa avevi pensato di me?”
L’altro ci pensa su un momento poi gli sorride imbarazzato “Ehm… che fossi un secchione…”
“Ah” silenzio “E perché?”
“Beh, ecco, quando è arrivato il conto hai deciso di fare il calcolo mentale sul ricordo dei prezzi del menù. Ci abbiamo messo otto minuti prima di consegnare i soldi al cameriere… E, non vorrei fartelo notare, ma prima hai parlato di casistiche.” conclude sistemandosi la spilla appuntata al petto.
“Ah, giusto…” Blaine non riesce a crederci: aveva davvero fatto una cosa del genere?
Poi il suo volto si illumina “Che ne pensi di rifare lo stesso identico appuntamento? Ripercorriamo passo per passo l’uscita di sei anni fa e cerchiamo di capire cosa non abbia funzionato allora.”
Kurt ci pensa un attimo e poi sorride “Beh, non penso che, né tu né io, abbiamo nulla da perdere!”
“Grande! Dove siamo andati dopo il ristorante?”
“Mi pare al bar della cinquantaquattresima, dove c'erano i tuoi compagni di scuola.”
“Giusto! E mi sa che li troveremo di nuovo lì: lo usano come punto di ritrovo.” dice Blaine sorridendo ed alzandosi “Andiamo?”
“Sì!” risponde Kurt affiancandolo e dando una mancia  alla ragazza alle prenotazioni, scusandosi per non poter rimanere.

Quando sono finalmente fuori dal locale, il moro si rimette gli occhiali da sole facendo ridacchiare l’altro che, alla sua muta occhiataccia, risponde “È che li indossi come se fossero un tuo tratto distintivo!”
E Blaine non può che sorridergli, grato di questa affermazione “Posso chiederti il cognome?”
“Hummel. Anche se sulla targhetta di casa di Lima c’è scritto Hummel-Hudson.”
“Come mai?”
“Mio padre si è risposato, con quella che è la madre della mia vecchia fiamma. E, prima che tu me lo chieda, non c’è niente di incestuoso tra noi! Lui è etero convinto e fidanzato con una delle mie migliore amiche. Ma che ci posso fare se a quindici anni ero così stupidamente perso per Finn? Insomma, ero un adolescente in piena crisi sessuale ed esistenziale!” si zittisce un attimo e guarda Blaine di sfuggita “Scusa, mi sono fatto prendere la mano.”
“Oh, non scusarti. È divertente ascoltarti sproloquiare sulla tua vita. Mi viene anche il dubbio che tu non sia veramente astemio…”
“Cosa te lo fa pensare?”
Lui alza le spalle “È una sensazione.”
Kurt ridacchia “Incredibile, ma ci hai preso. Io lo chiamo ‘Il grande incidente Bambi’.”
“E cos’è?” chiede curioso Blaine mentre lo prende per un braccio e lo fa spostare alla sua destra, vicino ai muri della città; e Kurt comprende che lo ha fatto per non farlo scontrare con il fiume di persone che sta per uscire dalla metropolitana nell’ora di punta. Nonostante sia più basso di lui di almeno otto centimetri, è decisamente più forte e gentile di quello che pensa; sente uno strano sfarfallio allo stomaco, ma decide di non dargli peso.
“Devo davvero raccontartelo?” gli domanda, e quando vede gli occhi cangianti – che adora – inumidirsi e le labbra arricciarsi in una strana espressione da cucciolo bisognoso, decide che, sì, quel ragazzo è davvero meschino!
“Allora... al secondo anno delle superiori, sono venuto a scuola una mattina ubriaco - sai, in quel periodo c’era April Rose, sì, la stessa che adesso canta a Broadway con il musical sulla sua vita, che ci aveva convinti di quanto l’alcool facesse bene - e, non ridere ti prego, ho vomitato sulle scarpe della signorina Pillsbury… la consulente scolastica! Affetta da OCD!” fa un mugugno disperato e poi nasconde il viso tra i palmi e biascica “La più brutta figura di pongo della mia vita.”
Sospira e poi guarda con imbarazzo Blaine, che gli sorride teneramente “Non ridi?” gli domanda.
“No. Cioè, potrei, ma me lo hai chiesto tu di non farlo.”
Lo sfarfallio nello stomaco di Kurt si fa più insistente “Grazie.”
“Figurati. Oh, eccolo lì, il bar!” dà un piccola pacca sulle spalle dello stilista e poi aggiunge “Te lo ricordi?”
“Sì; avevamo preso un caffè con i tuoi coristi. Erano così simpatici!” dice con enfasi per poi tramutare la sua espressione in infastidita “O antipatici… dipende se siete rimasti amici.”
Blaine ridacchia “Simpatici.”
“Oh, bene!” esulta battendo le mani “Sembravate una famiglia!”
“Probabilmente ti parleranno di me in modo fantastico, perché, sai, per loro sono un ragazzo privo di difetti.” e detto questo spinge Kurt dentro al locale.

 
“Il grillo saltellante Anderson!”
“Cielo! Ogni superficie piana e più alta di dodici centimetri avrà il solco delle sue scarpe a vita!”
“Altroché! Ed il signor Reed, il bidello della Dalton, lo ha inseguito per ore per fargli pulire con la lingua la scrivania del rettore, -posizionata nel corridoio perché stavano ridipingendo l’ufficio-, che durante le prove di Animal aveva calpestato con le scarpe sporche di fango!”
“Oh, beh, vogliamo ricordarci anche di quando ha richiesto una standing ovation perché è riuscito a fare la cavallina sulle spalle di Jeff?!”
“Ma io sono alto! Almeno una spanna in più di lui.”
“Facciamo due.”
“O anche tre!”
“Ragazzi!” urla Blaine disperato nascondendo il viso pieno di imbarazzo tra le mani; Kurt gli si avvicina e gli sussurra “Privo di difetti, eh?!”
“Non ti ci mettere pure tu, Kurt. Ti prego.”
Il ragazzo ridacchia nascondendo le labbra dietro un palmo “Va bene, ascolterò soltanto.”
Da quando sono entrati nello stesso bar di sei anni prima, i quattro amici di Blaine, Jeff, Nick, David e Trent, hanno iniziato a raccontare aneddoti divertenti – almeno per loro e per Hummel, visto che Blaine sta morendo d’imbarazzo – sulla loro vita scolastica quando Anderson era il loro solista.
E Kurt si sta divertendo. E continua a non capire perché l’appuntamento di molti anni prima, fosse andato male…
“Poi è arrivato Sebastian, e non ci siamo più divertiti così tanto.” borbotta Jeff.
“Quanto mi mancano i vecchi tempi!”
“Quell’Anderson così timido e perennemente imbarazzato!”
“Ti ricordi che con Smythe non riusciva a spiccicar parola? Tenero lui!”
“Ma non era più per paura che per imbarazzo?” dice Nick aggrottando la fronte.
“Aspettate…” si intromette Kurt guardandoli con un sopracciglio elegantemente alzato “ad un certo punto io ho pensato che fosse un playboy.”
I quattro amici lo guardano sconvolti “Blaine?” urlano in coro.
“Scherzi?”
“Ma sei sicuro che parliamo dello stesso Blaine?”
“Ma tu sei davvero lo stesso Kurt Hummel di quel giorno?”
“E sei certo di avere avuto tutte le diottrie funzionanti?”
“Io mi ricordo che eravamo seduti là” ed indicò un tavolo in un angolo che ha una buona visuale sul bancone e sull’ingresso “ed ad un certo punto Jeff gli ha detto ‘Ehi B., guarda un po’ laggiù!’; Blaine si è girato guardando verso il bancone e ha detto ‘Che forza!’, rivolto al sedere bello in mostra del ragazzo che stava esaminando la vetrina dei dolci.”
“Ehi! Buono un attimo! Io non stavo guardando il sedere di nessuno!” dice con foga e poi notando lo sguardo scettico di Kurt prosegue “Mi ricordo bene! Jeff mi ha chiamato perché, in quell’esatto momento, la ragazza che di solito sta in cucina aveva appena portato una torta al cioccolato bellissima!”
“Davvero?” domanda Hummel cercando una conferma negli ex Warblers.
“Oh, sì. Blaine ha una fissa per le cose dolci” ammette Jeff.
“Già, e poi è troppo puro per poter rovinare un appuntamento con la sua sete di sesso.”
“David!”
“Che c’è!? È vero!” ribatte convinto.
“… sì, ok, ma la prossima volta non dirlo ad alta voce.”
“Ma Anderson caro, lo sai che adoriamo metterti in imbarazzo.”
L’ex solista fa un mugugno disperato e poi guarda Kurt che gli sorride “Scusami” dice poggiando una mano su quella dell’altro “per aver pensato male di te.”
“Beh, almeno so che il vecchio me non era un completo idiota.” risponde Anderson stringendo le dita candide dello stilista, adora quel contatto. È caldo e piacevole.
“Beh, anche questa versione non è male” sussurra con un lieve rossore sulle guance Hummel.
Ed entrambi sentono il loro respiro fermarsi in gola.
“Che ne dici di andare al passo successivo?” chiede ad un certo punto Blaine, notando lo sguardo curioso dei suoi amici – perché sa che se rimangono lì, i suoi “amici” potrebbero rovinargli la reputazione –.
“Volentieri.”

 
“La libreria più grande di New York!” esulta Blaine entrando tra le porte scorrevoli con un piccolo saltello.
“Wow, Anderson, ti piacciono proprio i libri!” ridacchia Kurt raggiungendolo, ma con molta più grazia.
“Assolutamente. E poi, non vorrei ricordartelo, ma io sono un nerd.”
L’altro aggrotta le sopracciglia “Ho detto secchione, non nerd, prima.”
Blaine fa un ghigno e, prendendolo per un polso, lo porta nella zona dedicata ai fumetti; e Kurt sbianca.
“Oddio, non ci credo! Non inizierai ad elogiare di nuovo tutte le meraviglie di Wolverine, vero?!”
Anderson, sempre saltellando, lo trascina verso il reparto novità “Ma Kurt, non capisci; a parte che Wolverine è figo, i fumetti sono meravigliosi!”
Kurt ruota gli occhi al cielo ed incrocia le braccia “Certo.” dice allungando la ‘e’ ed alzando un poco il tono della voce.
Blaine afferra un paio di volumi in mano e li sfoglia – uno alla volta ovviamente – e poi riprende “Ok, tu dove mi porteresti?”
Hummel non dice niente, lo trascina solo verso le riviste e lo posiziona di fronte alle nuove uscite.
“Seriamente Hummel?” domanda il moro alzando un sopracciglio.
“Beh, tu hai le tue fisse, io le mie.”
“Certo, ma, basta con Vogue!”
Lui lo guarda un po’ perplesso “Non parlo così spesso di Vouge!”
Ed in quel momento, ad entrambi, viene in mente quello che, sei anni prima, è avvenuto dentro quella stessa libreria: Kurt aveva adocchiato il libro con tutte le copertine pubblicate in America della rivista; lo aveva guardato estasiato e poi, sospirando aveva affermato “La copertina più bella del 2010 è quella con Marion Cotillard!” e Blaine che rispondeva “Già. Era stupenda! Era bella da morire.”
“Altroché, lei è splendida e poi il fotografo l’ha ritratta con la luce giusta, molto meglio che con Charlize Theron che, a mio parere, nella copertina del 2009, poteva renderle giustizia in modo migliore; per non parlare della Roberts che, davvero, in quella del 2006, era stata trattata da panico. In più la scelta dei vestiti…”
Dopo quel ricordo Kurt arriccia il naso “Sì, ok. Limerò un po’ su Vogue.” e Anderson gli fa un cenno positivo con la testa “Ottima idea.”
“Ok, allora, se tu dovessi acquistare un libro, cosa compreresti?”
“Sicuramente la nuova edizione di Harry Potter.”
“Sul serio?”
“Certo! C’è qualcosa di male?”
Kurt gli sorride sincero “Oh, assolutamente no, ma questo tuo lato infantile è quasi adorabile.” poi si gira e si dirige verso letteratura inglese dell’ottocento lasciando un Blaine decisamente sconvolto da quell’affermazione; il suo cuore ha fatto uno strano balzo e poi ha sentito il cancelletto della gabbietta nel suo stomaco aprirsi e liberare uno sciame di farfalle colorate. Ingoia a vuoto e spera che il luogo successivo non lo induca a rovinare tutto di nuovo.
Raggiunge Kurt che sta osservando una vecchia edizione di Orgoglio e Pregiudizio, gli prende la mano libera e glielo domanda “Vorresti andare nell’ultima tappa dell’appuntamento?”
“Ora?”
“Sì. Sai, il sole è calato ed il panorama è stupendo.”
Kurt ridacchia, poggia il libro al suo posto ed insieme escono dall’immenso negozio.
 
“Woh!” esclama Kurt saltando l’ultimo gradino di una scala antincendio che lo ha portato sul terrazzo della palazzina dove, ha scoperto con alcune domande – tante, tante domande –, esserci anche l’appartamento che Blaine condivide con i suoi quattro amici.
Si guarda attorno e un sospiro estatico riempie il silenzio “Wow. È proprio come lo ricordavo.”
È calata la sera, c’è il buio, interrotto solo dalle luci insistenti della città; sono sul tetto di un edifico e guardano lo spettacolo di luci artificiali di fronte a loro.
L’Empire State Building, il Cruiser Building e…
“Oh, a ore dodici c’è una coppia piuttosto in carne che lo fa contro una finestra.” ride Blaine notando l’espressione sconvolta di Kurt.
“Oddio…”
“No, aspetta! Stanno facendo pausa merenda; puoi tornare a guardare.”
Kurt solleva lo sguardo e poi sospira “Buon per loro.”
Blaine sorride e poi gli prende una mano “Kurt, sarò sincero, a me questo appuntamento è piaciuto molto.”
“Anche a me.”
“Anche con tutti i miei altarini non più nascosti grazie ai miei amici?”
“Sì. E, soprattutto, al fatto che hai eliminato il gel dai tuoi capelli.”
“Ti ricordi?”
“E come potrei dimenticarlo. Ho pensato che te li fossi cementificati!” ride.
“Spiritoso Hummel, davvero spiritoso.”
“E, ehm… non so, te lo ricordi il quasi…” si ferma, perché davvero non sa se andare avanti.
“Il quasi bacio? Sì, me lo ricordo.”
- Oh! -
Già, nessuno dei due ha davvero dimenticato quel momento.
Kurt se lo ricorda perfettamente: Blaine gli aveva stretto le mani tra le sue, aveva passato i suoi pollici sul dorso e aveva fatto combaciare le loro fronti; gli aveva dato un leggero bacio sul naso e uno sull’angolo della bocca, ma nessuno dei due era riuscito a fare di più. Tra l’imbarazzo e la novità, non erano certi di poter andare più in là. Nonostante la promessa.
E Kurt Hummel spalanca gli occhi.
Si stacca da Blaine e lo guarda con un velo di rabbia ad appannargli la vista.
“Tu, non l’hai fatto.” gli dice, e Blaine ci mette alcuni secondi a comprendere le sue parole.
Perché lo sa che Kurt ha ragione, lui non lo ha richiamato.
Per cinque minuti, su quello stesso tetto, Kurt gli aveva chiesto se, quando fossero tornati a casa, lo avrebbe chiamato per un altro appuntamento, magari una colazione al Lima Bean, o per discutere della copertina preferita di Vogue di quel periodo; e lui gli aveva risposto “Sì.”, “Certamente.”, “Non potrei non farlo.”
Ma non lo aveva fatto.
Non lo aveva richiamato.
Vede Kurt girare i tacchi e dirigersi verso la scala antincendio; è preso dal panico, Blaine: non vuole perderlo di nuovo.
 
Il telefono di Kurt inizia a squillare – una melodia squallida su uno spot di una banca –, il numero è sconosciuto, ma accetta la chiamata “Pronto?”
“Kurt, mi dispiace, so che ti chiamo con sei anni di ritardo, ma vorrei spiegarti il motivo” vede il ragazzo girarsi e scendere i due gradini della scaletta di metallo; si avvicinano, sempre con i telefonini poggiati alle orecchie.
“Non ti ho richiamato non perché non volessi… ma perché non ho potuto.”
“Che intendi dire?”
Blaine chiude il cellulare e lo infila nella tasca dei jeans, copiato da Hummel, e poi si solleva la t-shirt, mostrando un fianco. In un primo momento Kurt è perplesso perché non capisce cosa voglia fare, poi la vede, una cicatrice lunga e frastagliata; avvicina una mano tremante alla pelle più scura del ragazzo e, con delicatezza e quasi timore, sfiora la parte di carne dal colore più chiaro “Cosa è successo?” domanda con un filo di voce.
“Essere omosessuali in Ohio non è, certamente, la cosa migliore.”
Kurt è sconvolto “Ti… ti hanno…?” non riesce a finire la frase, un groppo gli è salito alla gola e non riesce a farlo sparire; sente la paura penetrargli nelle ossa.
Blaine fa un cenno col capo “Sì. Una sera mentre stavo tornando a casa a piedi con un amico, ci hanno aggrediti e… beh, ci hanno picchiati a sangue. Il mio amico si è trovato solo con un braccio rotto, qualche livido ed il labbro spaccato, ma a me…”
“A te è andata peggio?”
“Sì. I tizi che se la sono presa con me erano davvero degli psicopatici. Uno di loro ha recuperato un pezzo di vetro da una bottiglia rotta lì vicino e, beh, si è divertito un po'…” e, tirando giù la maglietta, fa un sorriso mesto all’altro che lo guarda compassionevole; anche lui ci è passato, ma oltre a spingerlo contro agli armadietti, buttarlo nel cassonetto qualche volta e lanciargli qualche granita in faccia, non ha mai subito violenze del genere. Qualcosa di così barbaro e terribile; sia fisicamente che psicologicamente.
“Quando?”
“Tre giorni dopo che voi siete tornati a Lima; era un venerdì e ti avrei chiamato per invitarti la mattina dopo per farmi raccontare il resoconto delle semifinali.”
“Blaine…” dice afferrandogli le mani e portarsele alle labbra, per baciarne le nocche; senza distogliere il contatto visivo.
“Davvero, volevo chiamarti! Ma poi è successo quello che è successo e mi sono risvegliato in ospedale una settimana dopo. Ci ho passato quasi tre mesi e, quando sono tornato a casa, tu avevi cambiato numero di cellulare…” si morde le labbra “Lo so che avrei potuto venire a scuola da te, per un saluto, o per chiederti il nuovo numero; ma non ne ho avuto il coraggio. Non ero nemmeno certo se ti ricordassi di me…”
“Blaine…”
“Mi dispiace. Ho tradito le tue aspettative e-”, ma Kurt non lo fa finire e lo abbraccia con foga.
“Ascoltami,” gli dice “non mi sono mai dimenticato di te. Mi sono innamorato del tuo sguardo e dei tuoi modi gentili, stasera, esattamente come sei anni fa.” sospira “Non sei cambiato molto, almeno caratterialmente, ma tra i capelli e i bei vestiti ci ho messo un po’ a riconoscerti. Perdonami.”
Il moro ricambia finalmente il gesto e stringe le braccia attorno ai fianchi di Hummel “Perdonami tu, per essere stato vigliacco.”
Kurt non risponde, aumenta solo la stretta e poi si stacca piano, quasi inquieto, si perde nei suoi occhi e decide di fare quel passo in più che, anni prima, si è imbarazzato così tanto a tentare: fa combaciare le loro fronti, fa strusciare i loro nasi – facendo sorridere Blaine – e poi inizia a riempirlo di baci: prima sugli occhi umidi, poi sul naso, sulle guance ed infine sulle labbra. È un bacio leggero, dolce, tenero, casto.
Eppure sufficiente a sentire le farfalle volare fastidiosamente nel proprio stomaco, percepire il cuore che batte veloce nelle orecchie e sperimentare una felicità mai provata prima di allora.
Si stacca con calma e sorride ad un Blaine emozionato “Non devi scusarti di niente, Blaine.”
Lui gli accarezza una guancia e poi esclama “Vorrei uscire davvero con te di nuovo.”
“Bene, perché penso che abbiamo sei anni da recuperare.” e, dopo aver pronunciato queste parole, Kurt si allunga di nuovo verso di lui, circondandogli il collo con le braccia e baciandolo con un po’ più di foga.
“Mi togli il fiato, Blaine.” gli dice con una tenerezza infinita “E finalmente sei qui. Sono sei anni che ti aspetto.”
“Scusa, se ci ho messo tanto.” risponde con un sorriso sereno sulle labbra “Ma, stanne certo, non avrò più motivi per non telefonarti.”
“Lo spero tanto.”
Si guardano un ultimo istante, sentendo le farfalle che continuano a muoversi rapide e fastidiose; ma di un fastidio apprezzabile e quasi piacevole e si accorgono che la loro vita insieme è appena iniziata.
“Sai” sussurra Kurt, sfilandogli dalla tasca della giacca gli occhiali da sole rosa “penso che dovremmo fare qualcosa per questi.” e glieli sventola sotto il naso; Blaine li afferra e se li appende allo scollo della maglietta bianca “Certo. Ma a questo punto vorrei fare qualcosa per la tua coda da orsetto lavatore!”
Kurt esamina il proprio portachiavi, appeso ad un passante dei jeans, e, successivamente, torna ad osservare l’ex Warbler scocciato “Non è di orsetto lavatore!”, poi ghigna “Oh, allora dovremmo fare qualcosa anche per la tua fissa noiosa per i fumetti.”
“E quella tua per Vogue.”
“Ma è il mio lavoro!”
“E i fumetti la mia passione.”
“Ma non era Harry Potter?”
“Certo, insieme ai fumetti. E al football.”
“Allora guarderemo le partite insieme, ma mentre tu commenterai le azioni dei giocatori, io farò altrettanto con le loro divise!”
Si guardano un istante e poi scoppiano a ridere “Anche questa” dice Blaine grattandosi il naso “mi sembra di averla già vissuta.”
“Anche a me…”
“Come si dice quando si ha quella sensazione di già vissuto…?”
Déjà vu.”
“Esatto. Non sono mai stato bravo in francese.”
“Pensavo fossi un secchione.”
“L’hai pensato tu, appunto.” ridacchia “Per rimanere in tema nerd, posso citare i déjà vu sono il modo che ha il destino per dirti che sei esattamente dove dovresti essere’.”
Kurt trattiene il respiro, per poi liberarlo in un sorriso e, sì, in quel momento non vorrebbe essere da nessun’altra parte se non lì, con lui.
Blaine gli prende le mani – adora quel contatto – “Che ne dici” riprende “se andassimo a mangiare qualcosa e poi, non so, magari vedere un film?”
“Credo sia un’ottima idea, ma possiamo anche andare con calma, abbiamo sei anni di appuntamenti da recuperare” e detto questo, Kurt dà un ultimo bacio sulle labbra di Blaine ed insieme scendono dal tetto.
“Sai” inizia Anderson ridacchiando “facendo due calcoli, se in tutti questi anni fossimo usciti solo una volta a settimana, dovremmo recuperare la bellezza di 156 appuntamenti.”
“Blaine!”
“No, è solo per dire che, se volessimo stare a tempo, dovremmo uscire un giorno si e uno n-”, ma Kurt – decisamente incline a farlo tacere, visto che odia la matematica –,lo riduce al silenzio tappandogli la bocca usando la propria come materiale da ostruzione. E si ritrova a pensare che, appena tornato a casa, manderà un mazzo di fiori ed una scatola di crocchette di patate a Mercedes che, a quanto pare, ha risollevato il suo umore e la sua vita in modo meraviglioso; se l’è sempre detto che quella “è una grande!” e che “sa cosa voglio davvero dalla vita!”. Poi, perdendosi un istante negli occhi miele di Blaine, la domanda nasce spontanea nel suo cervello: - Com’è possibile che sia riuscita a ritrovarlo? -
Ma per il momento, ha deciso che non ha importanza, che glielo chiederà prima o poi, ma per ora è troppo interessato a smarrirsi in quelle iridi che sembrano un universo ed in quelle labbra che sanno di cioccolata; tutto il resto passa, senza indugio, in secondo piano.
Sì, anche i Ray-Ban rosa shocking!






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Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Prima di lasciarvi alle note specifiche (che non vi obbligo a leggere, ma sono utili se vi siete persi un pezzo - e, lo ammetto, mi sono divertita a scriverle XD), voglio innanzitutto ringraziare la mia Millina, che ha betato questa storia più veloce di Flash!
E ringrazio anticipatamente chi leggerà e/o commenterà questa ff (se lo fate non mi dispiace).
Era un pezzo che volevo cimentarmi in una Klaine e spero di aver fatto un lavoro, quantomeno, discreto; però mi sono divertita molto a scrivere questa OS.
Non partecipa alla KlaineWeek, ma visto che sono riuscita a scriverla entro questo tempo, beh, ho voluto postarla in questa settimana; perchè da quello che pare la 4x04 ha spezzato un sacco di cuori (per la cronaca, io non l'ho ancora vista, quindi non spoilerate più di quanto io già non sappia), quindi ho deciso di riempirla di fluff e tenerezze. Perchè ce n'è sempre bisogno XD
A presto, forse ^^
Charty


 

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

 


Note specifiche:
 

  1. Patti LuPone ha scritto un libro intitolato Patti LuPone: A Memoir uscito nel settembre 2010. È citato dai Klaine nell’episodio 2x07 quando sono a cena con Mercedes. Oh, e “distruggiamo gli stereotipi!” XD lol
  2. Chandler Uh-la-là! Ho inserito lui solo perché la Kurtbastian non la reggo; e poi con chi facevo “accoppiare” Blaine?! XD lol
  3. Carrie Bradshaw è la Carrie di Sex and the City. Giusto per rendere noto, non è stata mai citata in Glee, ma in The New Normal sì (1x03), quindi ho pensato di inserirla come primo omaggino per questa serie tv meravigliosa!!!
  4. Il nome del ristoranteThe New Normal  è preso appunto dall’omonima serie tv. E la frase “l’amore è amore” è pronunciata da Goldie nella 1x01.
  5. I sentimenti nascosti sotto il tovagliolo è ispirata all’episodio 3x04 quando Santana chiede a Britt di tenerle la mano, ma poi nasconde la stretta sotto il tovagliolo del Breadstix.
  6. Gli occhiali rosa shocking! Non dovreste nemmeno chiedermi perché li ho inseriti XDDD
  7. L’outfit di Blaine è questo: http://hideseekandlove.tumblr.com/post/32809731474/darren-crissè così bello *_______________* (ah, e per la cronaca, non ho la più pallida idea di chi sia la giacca. Ho scelto Marc Jacobs solo perché in una sfilata del 2011 ne ho vista una simile).
  8. Le Sopracciglia di Blaine: seriamente... sono state una faticaccia! Ho guardato almeno mille foto (non che mi sia dispiaciuto, eh XD) per capire di che cavolo di forma triangolare fossero! Ma una volta era un triangolo rettangolo, in un' altra isoscele, in un paio pure scaleno! E, vabbè, alla fine ho optato per il triangolo che a me sta più simpatico: quello isoscele ^^
  9. Figura di pongo. È un mio modo di dire. Essendo Kurt un personaggio molto pacato e per nulla volgare, ho deciso di sfruttare questo “mio modo di dire” per cercare di rimanere in tema. E per pongo, non intendo il cane dalmata della Disney, ma del pongo vero e proprio XD
  10. Il cappuccino di Blaine è medio. E basta. Ma io ho voluto aggiungerci il caramello per comodità di trama.
  11. Le nazionali di canto coreografato che si sono tenute a NY, la Dalton Accademy non era presente. Ma avevo bisogno di trovare un motivo per il loro primo incontro in quella città. Ho unito la fangirl che c’è in me con la trama di Glee 2x22. XD
  12. OCD, ossia obsessive-compulsive disorder (Disturbo Ossessivo-Compulsivo – DOC in italiano) è la “malattia” che Emma tenta di combattere dalla fine della seconda stagione.
  13. Sono un tipo privo di difetti… ok, non è vero (o almeno non dovrebbe esserlo), ma se ricordate bene nella 2x06 quando Kurt incontra Blaine per la prima volta, si pavoneggia un po’ dandosi della Rock Star parlando dei Warblers XD ho così deciso di buttarlo un po’ sulla megalomania lol XD
  14. David, Jeff, Nick e Trent li ho scelti perché i loro video su youtube sono geniali! E Wes non è mai presente (ovviamente parlo dei video dove non sono attori, ma semplici ragazzi a cui piace stare insieme e cantare: Titus Makin, Riker Lynch, Curt Mega e Dominic Barnes)
  15. Io adoro pensare a Blaine Nerd. Non posso farne a meno; lo trovo così adorabile!
  16. La copertina di Vogue e l’esultanza di Blaine sono presi dall’episodio 2x07; tutte le altre copertine con relativi attrici: miseramente inventate ^^;
  17. Il pestaggio di Blaine non è mai stato specificato; quindi ci ho messo del mio. E per quanto so che è stato durante il ballo della scuola, ai fini della trama mi serviva in quel periodo.
  18. La suoneria di Kurt è, ovviamente, quella dello spot di Cooper Anderson *_* (episodio 3x15)
  19. Mi togli il fiato Blaine *_* episodio 3x05!
  20. La coda attaccata ai pantaloni di Kurt l’ultima volta che l’abbiamo ammirata è stato nell’episodio 4x03.
  21. La Frase sul Déjà vu è presa da un episodio di Fringe. Nerdissima XD
  22. Le crocchette di patate! Eddai! Non ditemi che vi siete dimenticate della guerra tra Mercedese la Sylvester XD (aiutino: 2x07)
  
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