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Autore: HisRose    12/10/2012    3 recensioni
Chiuse le porte corse verso la console e digitò le coordinate. “Rose, sto arrivando”, sussurrò.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ho deciso di scrivere questa one shot per una frase che dice Undici nella puntata 6x13 (Il matrimonio di River Song), anche se la storia non è ambientata in quella puntata, e la frase è la seguente:
“Ho una macchina del tempo Dorium, tutto corre, niente si ferma. Lizzie la prima mi sta aspettando per sposarmi e fuggire, aiuto Rose Tyler a studiare e partecipo agli adii al celibato di Jack in una sera”.
Quando parla di Jack, secondo voi si riferisce al Capitano? Vi immaginate Jack che si sposa O.O, io no xD
“Aiuto Rose Tyler a fare i compiti”, cioè lui ritorna indietro nel tempo, anni prima che la incontrasse per vederla ancora? Cioè è dolcissimo, non l’ha ancora superata e non la supererà mai e il fatto che torni indietro per vederla è troppo tenero.
 
 
…..
 
“Vienici a prendere tra due giorni”, gli disse Amy afferrando la valigia che il Dottore le stava passando.
“Agli ordini”, le rispose il Dottore. “Rory, bada a lei”, continuò, “e fate attenzione. Se succede qualcosa e sono sicuro che accadrà, chiamatemi”, disse stringendo in un abbraccio i Pond.
Amy sciolse l’abbraccio e gli chiese: “Cosa farai tu nel frattempo?”.
Il Dottore sorrise. “Cose da fare, roba da vedere, mostri da sconfiggere, non lo so. Troverò qualcosa”, mentì Undici.
“Fai attenzione”, disse Amy seria.
“Come sempre”, rispose lui avvicinandosi al TARDIS, si voltò un ultima volta a guardare i Pond e poi entrò nella sua macchina del tempo.
Chiuse le porte corse verso la console e digitò le coordinate. “Rose, sto arrivando”, sussurrò.
Non appena il TARDIS atterrò corse all’appartamento della sua Rose. Questa brillante idea gli era venuta da poco. Aveva sempre pensato che non avrebbe più potuta vederla perché non sarebbe potuto tornare sulla sua linea temporale, ma una notte gli venne l’idea che poteva andare a trovarla negli anni prima che la incontrasse, prima del 2005. All’inizio aveva resistito alla tentazione di andare da lei, voleva evitare di soffrire, voleva disabituarsi alla sua presenza, almeno quella fisica, perché lei era sempre nella sua mente, ma non aveva resistito. La possibilità di poterla vedere, di poter parlare di nuovo con lei lo rendeva così felice. Scioglieva un po’ di quel ghiaccio di cui il suo cuore si era coperto da quando si erano lasciati. I suoi due cuori battevano all’impazzata, un sorriso stampato in faccia. Bussò il campanello due volte.
“Salve Jackie”, disse quando lei aprì la porta.
“Salve John, Rose è in camera sua”, disse invitandolo ad entrare.
Undici le lanciò un sorriso affettuoso, nonostante fosse petulante e non fossero mai andati tanto d’accordo, il Dottore voleva bene a Jackie, e viceversa, pian piano entrò a far parte della sua famiglia. Prese un respiro profondo prima di entrare nella camera della sua Rose. Bussò alla porta ed entrò quando la sentì dire: “avanti”.
“Ciao Rose”, la salutò avvicinandosi a lei.
Lei che era seduta sulla sedia girevole della sua scrivania si girò verso di lui rivolgendogli un sorriso radioso, che gli fece saltare due battiti.
“Ciao John”, gli rispose alzandosi per salutarlo.
Quando la biondina gli baciò le guancie ne approfittò per annusare il suo odore, quel suo buonissimo odore che gli mancava terribilmente. Da quando si erano lasciati, lui dormiva con il cuscino della ragazza e ormai il suo profumo stava svanendo.
“Come stai?”, le chiese dolcemente sedendosi sul letto.
“Tutto bene. Ho da poco iniziato a lavorare come commessa in un negozio di vestiti. Non è il sogno della mia vita, ma pagano bene”, lo informò Rose.
Lui sorrise ricordandosi che la prima volta che si incontrarono lui fece esplodere il negozio in cui lei lavorava.
“È sempre un’esperienza”, disse Undici.
“E tu stai bene?”, chiese Rose.
“Ora più che mai”, rispose lui fissando nella mente tutti i suoi lineamenti. I suoi occhi e le sue labbra, quelle labbra che avrebbe tanto voluto baciare almeno una volta.
Scosse la testa per riprendersi, doveva resistere. Se avesse rovinato tutto non avrebbe potuto più vederla neanche così.
“Che materia si fa oggi?”, chiese lui alzandosi dal letto, avvicinandosi alla scrivania per vedere quale fosse il libro che Rose stava leggendo.
“Filosofia”, annunciò lei sconsolata.
“Non dirlo così, avanti un po’ di energia. La filosofia non è tanto male”, disse.
“Be’ tu sei un caso apparte, a te piacciono tutte le materie”, disse lei ironica.
“Te l’ho mai detto che io sono stato bocciato?”, chiese lui sorridendo.
“Nooo, non ci credo!”, disse lei incredula, spalancando la bocca.
“Lo giuro, croce sui cuori”, disse.
“Come scusa?”, chiese Rose confusa.
“Volevo dire sul cuore”, si corresse.
“Ora capisco perché sei stato bocciato”, scherzò Rose e iniziò a ridere di gusto.
Ecco altre cose che le mancavano di lei: il suo modo di scherzare, la sua risata, parlare con lei.
Continuò a fissarla, non avrebbe voluto fare altro. Avrebbe potuto stare ore a guardarla, mentre la sentiva parlare, ma Rose interruppe il silenzio.
“Ah, stavo per dimenticarmi di dirti la cosa più importante! Ho preso una A- al compito di algebra”, annunciò soddisfatta di sé.
“Sono davvero fiero di te”, le disse il Dottore sfoggiando un grande sorriso.
Rose si alzò e lo abbracciò. “Non so cosa avrei fatto senza di te”, disse lei.
Lui nascose il viso fra i suoi capelli, contento di poter riabbracciare di nuovo la sua Rose. 
  
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