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Autore: Icy    13/10/2012    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se gli Hunger Games non fossero stati così spietati, all'inizio? Se i Distretti avessero già provato a ribellarsi? Cos'è successo da rendere questo reality così infame?
Heather Evans, una ragazza sedicenne del Distretto 12, lo sa e forse per questo si sente un po' colpevole.
Che i Giochi abbiano inizio.
(non sono brava con le introduzioni, lo so xD)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Prologo -
 

Gli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno
da Capitol City, con una sola regola: Uccidi o Muori.


Sono in un bosco, sto scappando da qualcosa. Il bosco è pieno di alberi, a occhio e croce sembrano pini, ma non gli do molta importanza, sto cercando di andare sempre più veloce, devo correre, devo scappare. Ad un certo punto inizia a piovere, una pioggia tanto fitta da sembrare quasi nebbia, ho la vista offuscata, ma non rallento. Mentre corro sento il fango che si attacca sotto gli stivali e mi appesantisce il passo, i rami degli alberi e il terreno irregolare mi graffiano e mi fanno incespicare. Ma la paura che ho in circolo nelle vene mi fa aumentare i battiti del cuore, ho quasi paura che mi possa uscire dalla gabbia toracica. Ho il fiatone, provo a respirare con la bocca, ma mi si riempie di acqua, la sputo e cerco di respirare con il naso. Fa male, i miei polmoni cercano morbosamente l'ossigeno in una quantità che non riesco a fornirgli. Ad un certo punto cado a terra e picchio il viso contro qualcosa di duro e ruvido, probabilmente una radice. Copro subito la ferita con la mano, cercando di capire quale fosse il danno. Il sangue inizia a scorrere tra le mie dita, mi oscura la vista e mi riempie la bocca, lasciandomi una spiacevole sensazione di nausea. La tuta ormai fradicia e sporca di fango mi si è appiccicata al corpo, il sangue continua a scorrere seza sosta, correndo anche giù per la manica e finendo a terra, formando una mistura insopportabile all'olfatto. Mi sento stordita e respiro a fatica mentre cerco di rialzarmi, senza successo. Mi fischiano le orecchie e la pioggia non è d'aiuto, ma nonostante questo fastidioso rumore sento un urlo, di una voce troppo familiare. Alzo di scatto la testa e uso la manica della tuta, anche se ormai non c'è rimasto un solo centimetro di tuta asciutto, per tamponarmi la ferita creata sulla fronte, ostacolando come meglio posso la fuoriuscita del sangue e capire chi stesse urlando. Il mondo inizia a girare a causa della mossa brusca, potrei svenire da un istante all'altro, ma si ferma appena realizzo chi avesse urlato. Soffoco un grido vedendo un ragazzo alto, slanciato, con i capelli neri e, anche se non riesco a vederli a causa della distanza e della pioggia due bellissimi e profondi occhi blu: è mio fratello, e sta combattendo contro un animale con la parvenza di un orso bruno, ma molto più grande e con artigli e fauci di una tigre: un ibrido. Julius è veloce e forte, ma fa comunque fatica a parare i colpi di quella bestia geneticamente modificata da Strateghi pronti a tutto pur di divertire il vasto pubblico di Capitol City e terrorizzare i 12 Distretti.

Sento il sangue rigarmi il viso e cadere a terra, la ferita brucia a causa del contatto con la pioggia e inizia a pulsare, otturandomi sempre di più le orecchie, ma sono troppo presa da quella terribile lotta per poter dare importanza a un insignificante taglio. Vorrei alzarmi, correre accanto a mio fratello e aiutarlo dicendogli che va bene e che io sono con lui, che lo proteggerò, ma i miei muscoli sono paralizzati, i miei arti non rispondono più al mio volere.

Succede tutto in pochi attimi. L'ibrido riesce a disarcionare mio fratello, lanciando la sua spada a diversi metri di distanza. Julius indietreggia e cerca di scappare, ma la bestia gli da' una zampata, creandogli delle profonde ferite sulla schiena. Vedo il sangue iniziare a scorrere a fiumi da quelle lacerazioni, la sua tuta ormai è distrutta. Un altro urlo. Mio fratello cade, preso alla sprovvista dagli spasmi, è bloccato a terra, non ha più vie di scampo. Lui ne è consapevole, io ne sono consapevole. Mi muore un urlo in gola quando vedo l'ibrido avvicinarsi e stringere in bocca mio fratello. Il sangue crea ruscelli che scorrono tra le fauci di quella bestia senza pietà. Lo vedo stringere le fauci, aumentando il flusso di sangue che sembra non finire mai. Ci fu un attimo di silenzio seguito da un colpo di cannone: è morto. Mio fratello è morto davanti ai miei occhi senza che potessi fare niente per aiutarlo, non me lo sarei mai perdonato..

Non riesco a trattenere le lacrime che iniziano a rigarmi il viso, insieme al sangue e al fango. Vengo colta di sorpresa da un tremito che mi blocca più di quanto non lo sia già. L'ibrido lascia cadere a terra il corpo inerme e dissanguato di Julius, lo fisso, senza realmente vederlo e vengo presa dai pensieri, penso a quando eravamo piccoli e giocavamo insieme nel giardino, alle ore passate a fantasticare su un futuro che non avremmo mai condiviso e a tutte le volte che mi hai protetta.. Mi sento uno schifo, tu hai sempre fatto tutto per me e adesso io, nel momento più oscuro della tua vita, sto qui a guardarti, a osservare un ibrido che ti uccide. Le lacrime aumentano seguite dai singhiozzi ormai incontrollabili, non riesco a fermarmi. Mi accorgo troppo tardi di aver fatto rumore, con il fango addosso ero mimetizzata, ma dovevo stare zitta. L'ibrido mi sente e si gira verso di me, fissandomi con i suoi occhi rossi come il fuoco. Quegli occhi mi catturano subito, facendomi pulsare sempre di più la ferita che ho sulla fronte, mi sembra che il flusso del sangue sia aumentato. Urlo terrorizzata, cerco di scappare, ma non posso e ad ogni movimento finisco con il cadere, procurandomi nuovi tagli e ferite: sono in trappola. Il sangue continua a fuoriuscire dalla ferita, appannandomi la vista, ma non abbastanza da non notare l'ibrido che in tutta la sua grandezza e quasi maestosa perfidia mi si piazza davanti e ruggisce. Per me è la fine

  
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