Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Songaway    13/10/2012    1 recensioni
Finalmente la mia anima è tranquilla, è nel suo posto migliore.
Finalmente a casa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Devo aspettare Jack.

Conosco già i suoi 5 minuti, potrei fare il giro di Londra, tornare e dover aspettare ancora.
Aspetto qui, cammino avanti e indietro, mentre la segretaria mi guarda con aria infastidita.
Non mi va di essere guardata cosi, le chiedo dov'è il bagno.

-In fondo al corridoio a destra!-

-Grazie.-

Mi sorride, un sorriso falso che conserva solo per me.
Cammino nel corridoio e solo adesso mi rendo conto che non so dove andare, è pieno di porte!
Guardo un pò in giro finchè non trovo una porta diversa dalle altre, è in ferro ed è molto grande.
Apro la porta molto piano, non c'è nessuno all'interno quindi entro.
Chiudo la porta alle mie spalle, trovo l'interruttore della luce e la accendo.
Resto affascinata da quello che trovo davanti a me: 
varie file di poltroncine rosse di velluto, con in fondo un palcoscenico.
Cammino al centro della sala mentre accarezzo le poltrone, ho sempre adorato il velluto sotto le mani e il 
rumore dei tacchi sul legno del palcoscenico, cosi non resisto e ci salgo.
Trovo la corda e apro il sipario, uguale alle poltroncine.
Nella fretta di aprire il sipario non avevo notato il grande e bellissimo pianoforte alla fine del palco
Mi avvicino, è nero come la pece, ed è enorme.
Lo apro, e mi siedo sullo sgabbello.
Mentre guardo i tasti bianchi e neri mi tornano in mente tanti ricordi.

-Ragazzi la musica la si deve sentire nascere dal cuore, altrimenti lasciate stare!-
-Musica non è disegnare qualche nota o fare un karaoke, musica è trasmettere le proprie emozioni!-
Quel professore di musica ne parlava come fosse il suo grande amore, lo ammiravo."

 

Non avevo mai avuto una bella voce e per il ballo ero del tutto scoordinata,
ma quando poggiavo le dita su quei tasti bianchi mi sentivo un'altra persona, libera.
Le mie dita sembravano farfalle in libertà, come quelle che adesso invadevano il mio piccolo stomaco
fragile e delicato, sbattono l'una contro l'altra e mi provocano un piccolo dolore piacevole.

Mi torna in mente quando da piccola facevo finta di essere una grande pianista famosa,
o quando da adolescente imparavo come si suonavano le canzoni più famose per poi farle ascoltare ai miei genitori
o ai miei amici.

Da tanti anni non mi sentivo cosi, ormani vivo lontana dalla mia famiglia e dalla mia casa,
perchè questa a Londra non è la mia casa.
Ma adesso, anche se sono sola in questa stanza, mi sento finalmente bene.
Una lacrima mi riga il viso, non riesco a pensare più a niente, devo suonare!

Chiudo gli occhi e lascio che le dita vadano da sole, sanno dove andare, sono a casa anche loro.
Parto diffondendo le dolci note in tutta la sala.

Finalmente la mia anima è tranquilla, è nel suo posto migliore.
Finalmente a casa.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Songaway