Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Mile    24/04/2007    10 recensioni
«E dai! Sono stato anche un bravo ragazzo perché non ne ho approfittato» «Non toccherò mai più alcol» Storia di vita vissuta (assolutamente NON ROMANTICA) lasciatemi una recensione per favore
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Scusa

«Scusa?»

«Hai capito benissimo»

Amelia rise

«Sì certo» disse sarcastica «e magari sono tornata a casa su un cavallo alato»

Giorcelli divaricò le gambe seduto sulla panchina in piazza, e allargò le braccia in segno di resa «Te lo giuro su tutto quello che vuoi»

Amelia si allontanò leggermente da lui.

«giuralo sulla tua moto» sentenziò sicura che non lo avrebbe fatto.

La fontana dietro di lei gorgogliò.

«Lo giuro sulla mia moto… e credimi: non ho mai giurato sulla mia moto. Guarda non ho croci»

Amelia lo guardò attentamente. Lo squadrò da testa a piedi.

Alzò un sopraciglio. Rise nervosamente.

«No» sentenziò.

Giorcelli abbandonò le proprie braccia scocciato.

«È vero!»

«è impossibile. Mi ricordo tutto. Tutto! Non posso non ricordarmi… non ero ubriaca. DIO!»

Si frego le mani sugli occhi.

Non era possibile.

Gli puntò un dito contro con ritrovata serenità.

«Mi prendi per il culo!» Rise «Complimenti, scherzo riuscito…»

«Credi quello che vuoi… hai ragione» Ma il tono del ragazzo era completamente fuori luogo.
Lui non era ubriaco la sera prima. Di questo lei ne era sicura. Aveva bevuto solo un paio di birre e alle 4 aveva riportato a casa gli ubriachi guidando al loro posto, pur non avendo l’età.

Eppure era fermamente convinto di quello che diceva.

«Eddai! Non è possibile: me lo ricordo… ti ho guardato e mi sono messa a ridere.»

Lui strinse le labbra. Scosse la testa «Dopo, ti sei messa a ridere. Io t’ho detto che mi avevi smerdato e…»

Amelia scattò: «Sgamato! Nessuno ha detto la parola “Smerdato” per tutta la serata! E di questo sono sicura» Giorcelli roteò gli occhi e disse: «Va be’ la parola “smerdato” non è che fosse proprio adatta al momento no? Ho detto una cosa colta…»

«Stupito?»

«Sì! Stupito! Ho detto “Mi hai proprio stupito” e tu hai riso, così ti ho detto “Ma sei ubriaca?” e tu hai detto “No, non  hai sentito che faccio dei discorsi seri?”»

«Sì quello me lo ricordo… è il pezzo in mezzo che mi sfugge. E che è una balla»

«E cazzo è vero! Altrimenti perché ti avrei detto di venire qua a parlare?»

«E che cazzo ne so…»

Amelia passò le dita tra i capelli castani spettinati e lunghi fino alle spalle.

«Cazzo…»

Era possibile dopotutto.

Era verosimile. Ma come poteva averlo scordato? Quanto aveva bevuto? E poi era l’unica cosa che aveva dimenticato. Possibile?

Piegò le gambe fino ad appoggiare la fronte sulle ginocchia.
«Sei incazzata

«Potevi fermarmi!»

Rispose senza muoversi

«E dai! Sono stato anche un bravo ragazzo perché non ne ho approfittato»

«Non toccherò mai più alcol»

«Esagerata»

«Cazzo…»

«su dai, se l’hai fatto perché ti piaccio e non volevi dirlo…»

«Adesso non montarti la testa! Tu non mi piaci proprio per niente chiaro?» disse puntando un minaccioso indice verso di lui.

Si alzò di scatto.

«Alza il culo che devo camminare» ordinò a Giorcelli, che, prendendosela con tutta la calma del mondo si stiracchiò. Le tese una mano per aiutarlo ad alzarsi e lei si voltò.

Il ragazzo sospirò e ridacchiò contemporaneamente.

Amelia camminava velocemente per far passare il nervoso, la rabbia, la vergogna, l’inquietudine e l’angoscia.

«Non correre Lulù!»

La ragazza gli lanciò un’occhiata velenosa «Per te sono Amelia chiaro?».

«Perché sei così shockata? È stato solo un bacio…»

«Tra parentesi, è stato il mio primo bacio. E non me lo ricordo e in più lo dato a te» una smorfia di disgusto traspariva appena sul viso candido di Amelia.

«E va be’… la prossima volta bevi di meno»

«Ci puoi scommettere! Solo coca cola d’ora in poi…»

Camminarono fino a raggiungere l’oratorio dove tutti gli altri cercavano di farsi passare gli ultimi residui di sbornia.

«Immagino che tutti lo sappiano» disse lanciandogli un’occhiata di sbieco.

Lui alzò le spalle annuendo.

E ovviamente il fatto che arrivassero in oratorio insieme non era un punto a suo favore.

«CAZZO!» esclamò la ragazza.

Entrò dal cancello.

I ragazzi stavano faticosamente cercando di centrare la palla. Quando i due entrarono, gli altri ammiccarono in direzione di Giorcelli lanciandogli sguardi interrogativi tentando di leggere sulla sua faccia tutta la storia o cercando solo di inviargli la domanda che tutti si facevano. Con facce sorridenti e odiose.

Amelia salutò furibonda ed attraversò il giardino per raggiungere il salone.

Dentro c’erano solo Mobo e Paolo che giocavano a carte con Isa la donna delle pulizie dell’oratorio.

Amelia alzò la mano in segno di saluto e prese posto di fianco a Paolo. Presto arrivò anche Giorcelli che si sedette di fronte alla ragazza.

Isa li guardò interrogativa.

Amelia abbandonò la fronte sulla tovaglia di plastica decorata con delle margherite.

Prese un bicchiere di plastica e si versò un po’ coca cola.

«Come va Lulù?» chiese Isa

«Giornata di merda»

Giorcelli rideva.

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Mile