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Autore: Mikhael98    13/10/2012    2 recensioni
A volte il confine tra realtà e fantasia è più sottile di quanto pensiamo.
Genere: Fantasy, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo ore di scavi, finalmente era riuscito a riportare alla luce la leggendaria e splendente Città del Sole.
L'oro illuminava il tramonto e scintillii rosati risalivano le mura dell'antica capitale.
Uomini e donne avevano lanciato i cappelli in aria, utilizzando le loro ultime forze per festeggiare.
L'archeologo si era unito a loro, ma non prima di fare un giro in mezzo alle rovine secolari.
Così, mentre gli scavatori brindavano davanti a un falò, lui, armato di torcia, si aggirava per le vie di quella grandissima città.
Ogni edificio era di oro puro, e la sabbia l'aveva levigato così che, dopo tanti anni, le costruzioni erano più splendide che mai, perfettamente integre, ma disabitate.
Chi avrebbe potuto godere di tutte quelle ricchezze?
Pensieri contorti si insinuavano nella sua testa.
Nessuno meritava tanta grandiosità. Neppure lui, l'artefice della spedizione, meritava così tanto.
Doveva nascondere quella città, nasconderla dall'avidità dell'uomo.
Si pentì di aver riportato alla luce tanta ricchezza. Era sicuro che un tale concentrato d'oro avrebbe procurato solo dolore, guerra, e morte.
Ma allora che fare?
Come poteva nascondere tale grandiosità all'uomo?
Doveva fare qualcosa, agire.
In quel momento, una risata eccheggiò tra i palazzi d'oro.
-Chi va là?!
Si interrogò l'uomo.
Una bambina, tra i cinque e sei anni scorrazzava da una casa all'altra ridendo.
Aveva la carnagione molto scura, e i boccoli neri rimbalzavano sulla sua schiena ad ogni passo. Negli occhi pareva si riflettessero i colori della città.
Strano, con loro non c'erano bambini, nella loro spedizione erano presenti solo adulti.
La bimba dagli occhi dorati si fermò davanti all'archeologo.
-Ciao!
Salutò in una lingua strana che stranamente l'uomo riusciva a comprendere.
Ciao. Cosa ci fai qui, sola soletta?
Le chiese lui.
-Non sono sola. Huban e Mel sono con me.
E così accanto alla bambina, quasi qualcuno avesse sollevato una tenda, comparvero un bambino e una ragazzina.
Avevano le stesse caratteristiche fisiche della prima, ma la ragazza aveva due occhi marrone-rossastri con i quali squadrava lo storico.
-Tiba, andiamo. Mamma e papà ci chiamano.
detto questo, le voci di un uomo e una donna risuonarono nell'oro.
La ragazza prese per mano i due bambini e corsero via, scomparendo, lasciando l'archeologo solo, con l'ultimo saluto della bambina nelle orecchie, e in bilico fra realtà e immaginazione.


 

  
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