Fanfic su artisti musicali > Malice Mizer
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Autore: Distress_And_Coma    13/10/2012    0 recensioni
E se un giorno Mana trovasse una bambina piangente in un cesto di vimini? Che ne sarà di questa bambina?? Leggete e commentate. In questa ff ci sarà un Mana diverso dalla persona fredda e distaccata che tutti conosciamo, sarà...umano.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passavano, la piccola Joy cresceva sana e felice di stare con Mana e con gli altri.
"Voi pensate che ci chiamerà la polizia?" chiese poi Mana, che colto da una delle sue crisi di pianto, si era appena calmato.
"Mana, ascoltami. Te l'ho già ripetuto parecchio questa notte: tutti noi siamo affezionati a questa bimba, credo che nessuno di noi abbia veramente dormito"
"Già. Comunque personalmente spero che ci chiamino, così potremmo risolvere questo indippo giudiziario" disse Yuki.
"Esatto. Ma...Ehi, Yuki, è di Joy che stiamo parlando, non di un indippo qualsiasi!"
"Va bene Kami, scusatemi tanto!"
Koji entrò con il telefono in mano, teneva il volume basso. "Credo che ciò che chiediamo si sia avverato" poi alzò il volume "Va bene, signore, stiamo arrivando. Grazie"
"Cosa? Dobbiamo davvero andare lì?" chiese Gackt, che fino ad allora era rimasto in silenzio, guardando fuori dalla finestra.
"Certo. E', come dire...Una questione delicata. Quindi vogliono che andiamo lì per assicurarsi di fare tutto al meglio..."
"Per il fatto che si tratta di una minorenne?".
"No, Mana, per il fatto che non è una situazione abituale. Al telefono mi ha solo detto che è una situazione non abituale, quindi io, se me lo permetti di dirlo, ne so quanto te. Nè più, nè meno."
Così tutti e cinque non ebbero altra scelta, se non quella di recarsi dalla polizia con la bambina. Che evidentemente aveva scambiato tutto per un gioco, infatti stava in braccio a Kami chiamandolo papa. Balbettava ed era così dolce e carina, che a Mana scese una lacrima. Iniziò solo a lacrimare, perchè non trovava giusto che "sua figlia", come ormai era solito chiamarla, potesse essergli sottratta. Gackt se ne accorse, e gli strinse una mano.
Così quando entrarono dalla polizia, per loro era giunto il momento di mettersi faccia a faccia con la dura realtà.

Riusciremmo mai a vivere senza questa piccola bambina che abbiamo chiamato Joy?

Era questa la domanda che si facevano tutti e cinque. E che trovò presto una risposta.
"I Malice Mizer e... La piccola Joy. Direi che può mantenere questo nome e assumere il cognome della persona che gli fa da padre." disse Tatsuhiro.
"Perchè?" dissero tutti e cinque con il volto illuminato.
"Abbiamo fatto delle ricerche. Sono state molto approfondite. Un bambino così piccolo può essere abbandonato solo e disperato soltanto da un genitore senza scrupoli, o da una persona completamente andata. Purtroppo però il suo dna è stato comparato con tutti quelli dei criminali, in galera e in circolazione per tutto il  Giappone. E' risultato che la vostra Joy è figlia biologica di un uomo affiliato alla Yakuza, che ora è in carcere e di sua moglie, una donna completamente andata dopo che l'uomo in questione è stato arrestato. Ora vive prigioniera di un ospedale psichiatrico fuori Tokyo, a Kanagawa."
"Oh, mamma, non vorrei finirci manco morto..." disse Kami.
"Capisco, signore. La ringrazio di aver svolto per noi queste ricerche." disse Koji.
Apparve Teruko "Ammetto che abbiamo parlato con i nostri psicologi, ma anche da soli avremmo capito che una donna completamente pazza non avrebbe mai potuto essere definita una buona madre. Compilate questi documenti qui" disse estraendo delle cartelle da un cassetto.
"E' il consenso della paternità. Certo, subito" disse Gackt sorridendo.
"E questi, sono quelli relativi a tutti noi. Con molto piacere." disse Yuki.
"Poi andate all'Ufficio Anagrafe, in Prefettura. Vi stanno aspettando" aggiunse Teruko.
"Finito. Arrivederci, e grazie di tutto." salutarono loro con un sorriso.

Dopo alcune ore Joy aveva una nuova identità, e così potè tornare in casa con la sua mamma e il suo papà. E con tutti i suoi "Tiiii".
  
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