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Autore: LovingBroadway    13/10/2012    2 recensioni
Eccola la futura vita di quasi tutti coloro che dieci anni prima varcavano ogni giorno la soglia dell'aula delle "Nuove Direzioni". Eccola la loro vita, solo che è effettivamente come nessuno se la sarebbe mai aspettata. Mai.
Dal testo: -Ehi ragazzi, sono Will Schuester! Dio, che effetto strano mi fa parlarvi ancora, voglio dire, mi... Mi mancate, sono passati dieci anni da quando avete lasciato il McKinley e gli auguri di Natale su Facebook sono stata la sola prova che voi siate ancora vivi. Sapete, qui il mondo è cambiato, l'emozione che la scuola mi irradiava nel cuore è diversa, più fredda... Si, più fredda. E... E ora scusate, ma vi starete chiedendo il vero motivo per cui io vi sto intasando la segreteria telefonica. Ecco, verso inizio Settembre mi troverò verso le parti di New York. E sì, vi sto proponendo una rimpatriata, tutti insieme, anche se non so se mai accetterete. Vi farò sapere solo dove e quando. Voi dite solo di si. Vi prego.-
--
Primo capitolo: Santana/Sebastian.
Secondo capitolo: Blaine/Kurt.
Terzo capitolo: Finn/Rachel.
Quarto capitolo: Quinn/Puck.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Puck/Quinn, Santana/Sebastian
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3.
Finn/Rachel.



-Amelia! Amelia dai la mano alla mamma per favore, non ho la minima intenzione di perderti in questo caos!-
-Ma guarda là! Mamma ci sono gli scoiattoli!-
Rachel rise piano mentre si sporgeva in avanti, allungando il collo e cercando con lo sguardo gli scoiattolini che aveva notato Amelia.
Central Park quel giorno era magico, illuminato da quella patina di sole che colorava le varie fogli e i petali dei fiori che donavano a quel giardino enorme la vita. 
-Aspetta solo un attimo Amelia, papà sta arrivando con la colazione!- Rachel prese la bimba in braccio, mentre sistemava la canottiera a righe bianche e blu con il colletto rosso. 
Si sedettero insieme su una panchina marrone, che volgeva le due verso uno dei tanti sentieri che completavano quel posto.
-Eccole le mie donne!- Ma chi aveva parlato non era colui che dieci anni prima qualcuno avrebbe pensato un giorno sarebbe diventato il marito di Rachel Berry. Non era colui che combatteva per la sua nazione ogni giorno. No, non era lui, perché semplicemente quel ragazzo con i capelli castani non c'era più da cinque anni nella sua vita. Nella vita di Rachel.
Ora l'uomo che la stringeva tutte le notte in un letto matrimoniale bianco come la neve era colui che l'aveva amata sin dal primo giorno di università, quando la vide in quel bagno desolato la notte tardi, e quando capì che mai avrebbe voluto altre labbra a parlargli fra la bocca. E mentre i primi mesi di università passavano, loro erano sempre più vicini. Quei mesi incominciarono a correre, e arrivo anche Natale, che si portò con se Finn, che aveva perdonato Rachel dopo quella sera piovosa delineata da una pizza e calici di champagne passata con Brody. 
Con il Natale arrivò Finn, la neve... e i regali. O meglio, il regalo. 
Il suo ragazzo glielo chiese sotto l'albero illuminato di sposarla, mentre le luci intermittenti si illuminavano al ritmo dei loro respiri e battiti di cuore. 
Finn amava Rachel. L'amava più di ogni altra cosa, ma lei sapeva bene che lui si era rifiutato di sposarla per far sì che il suo sogno riuscisse a prendere forma.  
Ma per quando l'amava, per quanto aveva paura di perderla.
Sarebbe partito un anno in missione, un anno speso a  tenere fra le mani robuste un fucile. Un anno speso a compiere missioni fra esplosioni e attentati. 
E partire per un anno significa lasciare la ragazza che ami nella città più bella al mondo,  con qualcuno del quale non si sarebbe mai fidato.
Rachel amava Finn. E si, anche lei, un giorno lo aveva amato più di ogni altra cosa. Ma le aveva chiesto di sposarlo per avere cosa? Un garanzia? 
Quello fu il peggiore Natale per entrambi.
Un vecchio taxi con un conducente dall'aspetto stanco e svogliato accompagnò Rachel all' aereo-porto, mentre le luci di Lima si dissolvevano in un autostrada illuminata dai fari di una macchina sprofondata in un silenziose angosciante. 
Mentre la pioggia in Ohio cadeva mescolandosi nei pensieri di quella bella donna mora, un aereo per New York partiva.
Lei non sarebbe mai più tornata a Lima. 
Mai.
Se lo promise quella notte. 
Quella città le avrebbe ricordato troppi momenti. E quella vigilia sarebbe senz'altro stato quello più vivido e straziante da portare sulle spalle.
Aveva lasciato Finn.
Perché non poteva credere che l'avrebbe sposata per tenerla a bada.
E soprattutto perché una vita così non l'avrebbe potuta sopportare. Un anno via. E poi? Poi quanto sarebbe stato via ancora? E dove? Sempre in pericolo di morte? Di essere  attaccato?
Lei voleva una famiglia. Ma la voleva tutta unita. Non sarebbe riuscita a sopportarlo.
Alle tre di notte atterrò.
E alle tre di notte, Brody era seduto su una sedia mal ridotta dell' aereo-porto.
Alle tre di notte andarono a casa insieme e dalle tre di quella notte, rimasero come amanti fino a quella mattina di fine Agosto passata a Central Park. Solo con qualcuno in più a far parte di quella famiglia. Un bambina. 
Nella vita di Rachel era stato stravolto ogni piano. Amelia, un Loft in piena Manhattan, Wicked e Brody diventarono la sua vita. La travolsero senza ritegno diventando il suo pane quotidiano. Ed effettivamente, lei non chiedeva di meglio.
-Cappuccino con caramello per la mamma e la tua brioche Amy.- esclamò Brody dando un bacio a Rachel.
Loro non avevano mai progettato una famiglia, o meglio, non ne avevano mai parlato. 
Non avevano mai progettato Amy, ma quando la loro vita si riempi di tutine rosa e bianche, copertine pesanti per affrontare un freddo inverno e una culla marrone, capirono che non avrebbero mai desiderato altro.
-Avevi fame, eh?- Brody prese la piccola sulle gambe, mentre incominciò a bere il caffè. Mentre la mano sinistra teneva stretta la colazione, l'altra lasciava lievi carezze sui capelli rossi della bambina, che le ricadevano sulla canottiera con boccoli soavi. 
-Dio, sei uguale a papà!- rise Rachel fra le parole. -Com'è possibile che ti sporchi tutta con un po' di cioccolata?!- la ragazza ora frugava con foga nella borsa nera, e poco dopo estrasse una scatolina di salviette. Ne prese una e incominciò a pulire attorno alla bocca e la punta del nasino della bimba, per poi pulire la canottiera tutta imbrattata si marrone, sempre sotto gli occhi divertiti del ragazzo, che aveva baciato la testa della figlia. 
-Scusa mamma.- disse Amelia.
-Tranquilla Mimì, non fa niente.- le rispose Brody mentre la cullava leggermente.
Rachel volse lo sguardo al fidanzato, che con gli occhi sorridenti la stanza scrutando. 
-E tu non ri....-
-MAMMA! PAPA'-
I due sobbalzarono, mentre si giravano verso la figlia che era balzata in piedi sulla panchina color ruggine e indicava con la manina uno scoiattolo minuscolo che si trovava a pochi metri da loro.
Amelia corse, corse mentre i suoi capelli si spettinavano e i boccoli perfetti si andavano ad increspare. Rachel e Brody saltarono subito dietro ad Amy, cercando di acchiapparla per i fianchi. 
La piccola si fermò ad alcuni passi da uno scoiattolino, quando decise di togliere un pezzo della sua poca colazione rimasta e lanciarla all'animaletto. Lo lanciò decisa, mentre Rachel si fermava poco più indietro e Brody con lei, che le cingeva i fianchi con le salde braccia.
-Amy non ti avvicinare troppo!- Brody avvicinò il viso a quello della ragazza che accettò volentieri il suo bacio.
Amelia ritrasse piano la manina, dopo aver sfamato l'animale. 
Rachel si voltò un minuto, come a voler contemplare la bellezza di quel momento quasi assurdo da tanto che perfetto.
Si voltò appena, quando si trovò subito a rigirare il capo.
Non poteva essere vero.
Non poteva essere...Lui.
Trattenne il respiro, mentre si trovava a fissare il vuoto con sguardo perso, angosciato.
Quello sguardo che Brody non doveva percepire. 
Rimase li ferma a fissare lo scoiattolo che stava scappando, mentre pochi istanti prendevano il sopravvento sul suo corpo, sulla sua mente.
Era terrorizzata di sentirsi i suoi occhi addosso.
Si voltò lentamente, cercando di inculcare nella sua mente che, anche se fosse stato davvero Finn, c'era forse motivo di preoccuparsi?
"Non è così?" Si ripeté.
Ma era Finn.
Era Finn e si, c'era bisogno di preoccuparsi.
Per poco le lacrime non le invasero il volto. Le ricacciò dentro, sforzandosi di non farsi notare, ma lasciando comunque la presa di Brody, che si stava avviando verso la piccolina.
Si scostò una ciocca di capelli dagli occhi e lo fissò inconsapevole delle sue azioni.
Non era cambiato di una virgola, di un singolo centimetro.
Era ancora il solito Finn.
Sorridente come una volta.
Bello come una volta.
Teneva fra le braccia un bimbo di al massimo cinque anni. Era uguale a lui.
I capelli biondi li distinguevano, ma era la sola nota che cambiava nel loro aspetto.
Era suo figlio.
Rachel lo guardò sorridendo, mettendosi una mano sul sorriso, quasi incapace di credere a quello che era diventato Finn.
Lo aveva sempre visto nei panni di un papà, ma averlo davanti agli occhi era stata tutt'altra cosa.
Gli bastò un'occhiata per tornare indietro di dieci anni. 
Una ragazza bionda e riccia gli si avvicinò, mentre portava fra le braccia un gelato alla fragola che porse subito al bimbo.
Rachel notò un leggero movimento di labbra dei due ragazzi e un sorrisone nel piccolo biondo che Finn teneva in braccio. 
La ragazza bionda rise forte affondando il volto fra quello che Rachel supponeva fosse il figlio e il marito, che le donò un bacio sorridente sulla testa. Fu li che scorse quel pancione. Il pancione che la bionda portava sotto una t-shirt nera e bianca, e che Finn guardava con occhi sognanti.
Ce l'aveva fatta. Si era creato una famiglia, con una bella moglie, un bimbo che era come la sua reincarnazione e un altro in arrivo. 
Per un attimo, un solo attimo pensò a tutto quello che aveva buttato all'aria quanto si erano lasciati, a quella famiglia che forse sarebbero riusciti a costruire, a quanto sarebbero stati belli da genitori, ma entrambe le vite erano mutate, stravolgendone i destini. 
Finn amava quella ragazza bionda dagli occhi teneri. E lei amava lui.
-Amore!- ma quella voce bastò a riportarla a Central Park quella limpida mattina d'Agosto.
Quella era la sua vita mutata. Brody e Amelia erano il suo cambiamento. E lei non chiedeva di meglio.
Anche lei amava tanto il suo Brody. Lo amava ogni volta che lo guardava negli occhi, ogni notte che dormivano con i cuori vicini nel loro letto, e ogni volta che Amelia parlava.
La ragazza corse veloce contro il ragazzo e la figlia, che si erano leggermente spostati.
Corse cancellando definitivamente tutti quei sentimenti che erano stati infusi  nel suo corpo nei pochi istanti durante i quali aveva visto Finn, quei secondi che sembravano poco prima essere infiniti.
-Ehi ci sono, scusate!- Rachel prese in braccio Amelia, percependo un senso di calore tanto familiare. 
In fondo, se ha scelto Brody, se lo ama con tutta se stessa, un motivo c'era. E lei non se ne era sicuramente pentita. 
 
           ****************************
 
-Rachel?- La ragazza si voltò di scatto, cercando la persona che aveva urlato incerto il suo nome.
-Oh mio Dio... Finn, ciao!- 
Alla fine era destino. 
Destino che si dovessero vedere dopo dieci anni con delle rispettive famiglie.
Destino che si trovassero anche in una metropoli come New York, in una delle strade più trafficate, una di quelle che costeggiavano Central Park.
Brody guardò con sguardo dubitativo Rachel, come se le stesse chiedendo indirettamente se lui era proprio QUEL Finn. Lei gli sorrise di rimando, confermando i suoi dubbi
-Bhe, io ti... Ti trovo bene, molto bene.- disse Finn, con inevitabile voce impacciata.
-Grazie, anche io! Come va? Sei ancora nell'esercito?-
-Oh, si. Ma ora mi spetta un bel periodo a casa!-
Quella ragazza bionda si avvicinò insieme al suo pancione e al bimbo biondo, che teneva per mano. Effettivamente era davvero bella.
-Bene!- rispose la mora guardandola.
-Ti presento Ashley, mia moglie... Lui è Bentley- disse tutto soddisfatto, mentre prendeva in braccio il figlio.
-Piacere!- Rachel sorridente strinse la mano di Ashley, i quali occhi sorrisero alla mora.
-Piacere mio!- E lei rispose tenera.
-Beh, lui è Brody, e lei è Amelia.- presentò poi Rachel i componenti della sua famiglia.
Amy, ancora molto timida, si fece prendere in braccio dal papà e si nascose fra il suo collo e la spalla, mentre Finn rideva per la scena.
-Hai sentito il messaggio di Schuester?- le domandò il ragazzo.
-Ehm, no... Quale messaggio?-
-Sarà sicuramente nella tua segreteria, fammi sapere se ci sei!-
Rachel annuii confusa, che prese poi la parola: -Dove abiti? Qui in città? A New York?-  
-No, no io non sono mai stato il tipo da grande città, nonostante mi ostinassi ad esserlo. Abitiamo a Lima, sempre lì. Ma immagino che tu non ti sia mossa.- disse prendendo per mano la moglie.
Rachel scosse la testa, in segno di rifiuto totale contro Lima, ancora non la poteva sentire nominare. Venivano sempre i suoi due papà a trovarli.
-Noi... Noi andiamo. Ci sentiamo.- e mentii spudoratamente.
-Ciao! E spero che vada sempre tutto bene Rachel.-
Entrambi annuirono. Sembrava essere tornati al McKinley, come quando troncavano nuovamente la loro relazione. Ma nonostante la scena sembrasse quella, per nessuno dei due era un enorme sacrificio separarsi.
Si, loro amavano le loro famiglie.
Quel pomeriggio Rachel ascoltò il messaggio che il suo vecchio prof le aveva lasciato nella segreteria telefonica quella mattina.
Quella sera tutti e tre mangiarono pizza sul tappeto della sala guardando un cartone animato. E ridendo. E baciandosi.
Quella notte, Brody strinse forte contro il suo petto la ragazza, che come ogni notte, lo baciava e lo amava.
Forse Rachel era la più contenta fra tutti i vecchi compagni della rimpatriata. Non si sarebbe dovuta spostare di molto e inoltre non era più spaventata di vedere Finn.
Si, lei era contenta.
Così anche quella notte baciò Brody e si addormentò sussurrandogli all'orecchio "Ti amo."




Hola people! Non mi uccidete. Lo so, il ritardo è enorme e mi scuso tanto, ma ci stanno coprendo di compiti e come se non bastasse mi vado a mettere in incarichi più grandi di me! 
Comunque ecco il terzo capitolo. Non mi fraintendete, sono una grande sostenitrice della Finchel, ma volevo vedere questa coppia sotto un'altra prospettiva :) 
Se recensirete mi farete taaanto felice!
Alla prossima.
Un bacione, Lù(:
Oh, quasi dimenticavo, ringrazio di cuore tutti quelli che hanno recensito, messo fra le preferite/seguite/ricordate la storia.
  
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