La luna si specchiava negli occhi cinabri della poetessa; con ancora indosso la veste di iuta, Gabrielle si inginocchiò, i palmi poggiati sulle gambe ad accarezzare il tessuto, e sussurrò:
-So che sei lì fuori, da qualche parte…mio…mio amore, mia speranza… Ti prego: fa la brava…

 
La cesta fluttuava cullata dal fiume, il movimento ipnotico portava Hope lontana da sua madre; la piccola guardava il cielo tenendo stretto il suo agnellino, lo mordicchiava, tirava la cordicella della coda e continuava a fissare estasiata il sorriso d’argento nella volta notturna.
Ogni scossa la portava sempre più vicina al regno di Morfeo, Hope fece per richiamare sua madre, ma dovette presto abbandonarsi al dolce abbraccio del dio del sonno.
Quando riaprì gli occhi somigliava ormai ad una bambina di diverse lune, nonostante il sole non fosse tramontato due volte da quando aveva visto la luce.
Accorgendosi  di essersi fermata, Hope sentì il bisogno di avere con sé sua madre, ed iniziò a gridare a pieni polmoni sperando di richiamarla; la invocò per ore, finché, ormai sfinita, udì dei passi; Gabrielle, finalmente! La donna bionda si avvicinò e si chinò su di lei, portandosela al petto.
Fu allora che la vide: gli occhi scuri, la pelle olivastra…quella donna non era sua madre.
Delusa ed amareggiata, Hope socchiuse appena gli occhi e gridando scagliò via la donna, il cui volo fu frenato dal tronco di un grosso albero; la sventurata spalancò gli occhi per la sorpresa e rimase a terra, cercando di riprendere fiato.
Ma la figlia del male non aveva ancora finito: si avvicinò gattonando alla sua vittima e la studiò, la odiò. Con un gesto secco le trafisse il collo con il ciondolo del cuore trafitto che assieme alla vita aveva tolto al guerriero. La donna ansimò, si portò una mano tremante al collo cercando la piccola spada; Atropo ebbe pietà di lei e la soccorse, tagliando il suo filo, così che Hope vide la luce negli occhi della sua vittima spegnersi.
Finalmente soddisfatta, l’erede di Dahak estrasse il ciondolo e giocò con il liquido caldo del quale era impregnato, lo assaggiò, le piacque, si sentì in sintonia con la sua natura.