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Autore: MrEvilside    14/10/2012    4 recensioni
[Journey into Mystery]
«Che cos’è?» chiese, più curioso che scettico, accoccolandosi in una posizione più confortevole sulla roccia.
«Un archivio di fanfictions» annunciò il giovane, visibilmente entusiasta. Ikol avrebbe voluto darsi a un gesto che i midgardiani chiamavano facepalm, ma gli mancava un arto fondamentale per metterlo in pratica. «Si tratta di storie che i midgardiani scrivono su film, libri, fumetti… pressoché qualsiasi argomento».

Dedicato a Mendori, perché ha fangirlato durante la stesura di questa fanfiction e io non so scrivere dediche decenti? (Evviva la disgrafia, avevo scritto "recenti".)
[ Accenni ThunderFrost e IronFrost ]
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Midgardrok
 
Loki era profondamente colpito dalla tecnologia di Midgard e aveva tentato di coinvolgere Thor in quella sua nuova passione, ma il fratello si era limitato a grugnire dove l’hai preso?, quando il giovane gli aveva mostrato, entusiasta, il suo cellulare delle Stark Industries. Era evidente che il Dio del Tuono non era altrettanto preso da tumblr, Twitter e Facebook; per risvegliare il suo interesse, Loki avrebbe dovuto trovare qualcosa di meglio di un social network di cui il fratello faticava persino a imparare il nome.
Quel giorno sarebbe uscito vittorioso da tale battaglia, poiché nemmeno Thor avrebbe potuto essere immune al fascino della sua ultima scoperta.
Seduto a gambe incrociate su una roccia nera poco al di fuori di Asgard, teneva in grembo lo StarkPad preso in prestito nel reparto R&S della Stark Tower. Ikol era appollaiato accanto alla sua gamba sinistra e il suo becco che si apriva e chiudeva ritmicamente produceva un rumore schioccante.
Loki sospettava che fosse nervoso – o meglio, l’avrebbe sospettato, non fosse stato troppo preso da Temple Run per prestargli la dovuta attenzione.
«Non dovresti farlo, ragazzino» borbottò la gazza. Di norma la sua nuova forma non gli dispiaceva, ma in alcune occasioni gli mancava non poter aggrottare la fronte o inarcare le sopracciglia. Occasioni come quella. «Mettere Thor a parte di una cosa del genere è…»
Di colpo si rese conto che il giovane non lo degnava di un’occhiata: le dita scorrevano agili sullo schermo, gli occhi seguivano con attenzione i movimenti dell’avventuriero immaginario in fuga dalle scimmie, la sua figura era accucciata sullo StarkPad come un tempo l’antico Loki si piegava su un tomo di magia antica.
Ikol scosse il capo e affondò il becco nel braccio del ragazzo, che gemette e si strinse nelle spalle in un goffo tentativo di difesa. «Ikol, sei impazzito?!»
La gazza sollevò la testa con fierezza e gli scoccò un’occhiata cupa. «Prestami ascolto quando ti rivolgo la parola» intimò con fare imperioso.
Anche in occasioni come quelle sentiva la mancanza della propria figura alta e possente – la voce stridula di un uccello conferiva ben poca dignità a parole che altrimenti avrebbero fatto tremare il bimbo di fronte a lui.
Bimbo che, anziché rabbrividire e supplicarlo di essere pietoso, aggrottò la fronte e si scollò di malavoglia dallo StarkPad – e solo perché aveva perso la partita.
Spesso Ikol si chiedeva se non avrebbe fatto meglio a rimanere nel Libro dei Morti di Hela e trovare un’altra maniera di fuggire dal suo regno, una maniera che gli permettesse di tenersi corpo e anima e di non conoscere il nuovo Loki – in altri termini, lo trovava insopportabile.
«Cosa vuoi?» sbuffò il ragazzino, rifilando uno sguardo nostalgico al congegno sulle sue ginocchia.
«Come stavo dicendo,» Ikol calcò con particolare irritazione su quella premessa, ma Loki si limitò a inarcare le sopracciglia «non è prudente che tu mostri a Thor, di tutte le persone, una cosa del genere. Non conosci Thor da quanto lo conosco io, credimi, sarebbe-».
«Tu sei me e io sono te, giusto?» lo interruppe il giovane. «Lo conosco altrettanto bene. Sarà divertente».
Ikol si rabbuiò – sempre che un uccello abbia una tale capacità di espressione. Divertente. Possibile che il ragazzo fosse così ottuso? Se l’avesse ritenuto divertente, l’avrebbe incoraggiato, non abbattuto. Era evidente che la gazza doveva essere a conoscenza di qualcosa che Loki non poteva neppure immaginare – per il suo bene – ma naturalmente il giovane non era sveglio a sufficienza per indovinarlo. Stupidi adolescenti, preadolescenti o qualsiasi fosse l’età della sua reincarnazione.
«Se davvero lo fosse, credi forse che…?»
Non ebbe però il tempo di portare a compimento la sua replica, perché, come il ragazzo aveva previsto, Thor sopraggiunse a grandi falcate, proprio come il giorno in cui l’aveva colto a postare fotografie di Asgard – il giorno in cui aveva dato vita a Ikol, il giorno in cui ogni cosa era cambiata.
«Fratello». Quando qualcuno gli rivolgeva la parola, Loki aveva sempre l’impressione che lo volesse redarguire, anche se non aveva fatto nulla di male. Anche ora, il tono del Dio del Tuono era severo, lui stesso se ne rese conto e, appurato che il giovane stava solo giocando con uno di quegli strani congegni midgardiani che gli piacevano tanto, si schiarì la voce e si ammorbidì. «Come mai ti trovi qui da solo, Loki?»
«Oh, sai bene che la mia presenza non è gradita tra gli asgardiani» obiettò il ragazzo con fare disinvolto, come se non gli importasse. Se Ikol avesse potuto, avrebbe sbuffato – dalla tensione nelle spalle del suo protetto in reazione al commento di Thor era chiaro che non fosse indifferente a quelle parole. «Ti stavo aspettando. Ho qualcosa di straordinario da mostrarti». Ammiccò in direzione dello StarkPad, il fratello aggrottò la fronte, ma accettò di sedersi accanto a lui quando Loki si spostò per fargli spazio e rischiò di schiacciare Ikol sotto il proprio peso.
«Di cosa si tratta? Sai che non mi intendo della tecnologia midgardiana» fece notare Thor, accostando la testa a quella del giovane per poter vedere lo schermo del suo apparecchio.
Aveva rinunciato a convincerlo a restituirlo ai dipendenti dell’Uomo di Ferro, Tony Stark l’aveva inoltre rassicurato che potevano produrne molti altri senza alcuna difficoltà – anche se Thor sospettava l’avesse fatto per non deludere uno dei più potenti alleati della Terra e non sollecitare alcuna reazione pericolosa da parte di Loki, che dopotutto era sempre se stesso.
«Niente che tu non possa comprendere, fratello» lo placò il ragazzo mentre si connetteva al sito che stava cercando.
Ikol decise di concedere al progetto del suo protetto un minimo della sua attenzione come ricompensa per il velato insulto nei confronti di Thor, che in ogni caso, prevedibilmente, non aveva colto.
Lo StarkPad impiegò pochi secondi a collegarsi alla rete e gli occhi di Loki sfolgorarono di una scintilla che il Dio del Tuono aveva imparato a conoscere e temere.
Ciò che gli si parò dinanzi, tuttavia, non gli suggeriva nulla di pericoloso: una schermata bianca dai contorni rossi su cui campeggiava l’amichevole scritta Ciao!. Poco più in basso, in caratteri più minuti, il cordiale sito aggiungeva Benvenuto su Archive of Our Own! Questo è un archivio creato dai fan, gestito dai fan, no-profit e non commerciale per fanworks trasformativi, come fanfictions, fanart, fanvideo e podfic. Poiché il sito è in versione beta, puoi ottenere un invito da un altro utente o dalla nostra lista di inviti automatica. Tutti i fan e i fanworks sono benvenuti!
Thor non aveva alcuna familiarità con termini come fanworks e ogni altra parola che iniziasse per fan- in quel messaggio, ma gli comunicava un desiderio di socievolezza che non riusciva ad attribuire a qualcosa di minaccioso.
«Che cos’è?» chiese, più curioso che scettico, accoccolandosi in una posizione più confortevole sulla roccia.
«Un archivio di fanfictions» annunciò il giovane, visibilmente entusiasta. Ikol avrebbe voluto darsi a un gesto che i midgardiani chiamavano facepalm, ma gli mancava un arto fondamentale per metterlo in pratica. «Si tratta di storie che i midgardiani scrivono su film, libri, fumetti… pressoché qualsiasi argomento».
Thor dovette reprimere un sospiro per non deludere il fratello. Nonostante la reincarnazione, il ragazzo non aveva perso la passione per la lettura che aveva caratterizzato la sua vita precedente e che, al contrario, non era mai stata particolarmente radicata in quella del Dio del Tuono. Non criticava le scelte di Loki – d’altra arte il cammino della sapienza l’aveva portato a essere il più grande mago dei Nove Reami – ma prediligeva gli scontri armati ai libri.
Di colpo questo Archive of Our Own perse gran parte della sua attrattiva, ma suo fratello non aveva terminato la propria apologia. Ridacchiando, aggiunse: «Scrivono anche racconti su di noi, Thor».
Digitò Thor in una barra affiancata dalla parola Cerca, cliccò quest’ultima e si aprì un’altra finestra in cui si srotolava una lista di quelli che dovevano essere i racconti, ognuno di essi schematizzato secondo il titolo, i personaggi presenti, gli avvertimenti e le coppie, come Loki gli spiegò con cura e precisione.
Thor lo ascoltò con rinnovata curiosità e mosse un indice esitante sullo schermo touch screen per scorrere l’elenco.
«Guarda!» Aprendosi in un sorriso malizioso, il giovane digitò un’altra parola chiave nella barra di ricerca e selezionò una delle prime fanfictions, poi gli passò lo StarkPad, che accettò vinto dall’interesse. «Questa dovrebbe fare al caso tuo…»
Fu sufficiente un’occhiata alle prime righe per aggrottare le sopracciglia; alla periferia della sua visuale, ebbe la strana impressione che la gazza di suo fratello stesse facendo lo stesso, ma forse era una semplice suggestione generata dalla lettura.
Sif giaceva sul letto in una posizione languida e rilassata, solo un lenzuolo a coprirle i seni e ad avvolgerle le cosce sode. La donna increspò le labbra carnose in un sorriso a metà tra l’affettuoso e il malizioso in direzione di Thor, sulla soglia della camera da letto.
Thor, mio dio, mio sposo,” lo apostrofò con dolcezza, facendogli un cenno. “Raggiungimi nel nostro talamo nuziale, amore mio.”
Indignato, levò di scatto la testa dall’apparecchio e si volse verso il fratello. «Loki!» ruggì, le guance imporporate dall’imbarazzo e dallo sdegno, gli occhi chiari colmi di stupore e irritazione. «È forse opera tua?»
«Come puoi anche solo sospettare una cosa simile, fratello?» Il ragazzo ostentò un’espressione innocente, ma faticava a soffocare le risate. A dispetto di quella reazione, però, il Dio del Tuono si rese conto che era sincero e non era davvero lui l’artefice di quell’opera scandalosa, quanto piuttosto uno dei suoi fruitori.
Thor abbassò di nuovo lo sguardo sullo schermo e scosse il capo, incredulo. «I midgardiani violano senza alcun rispetto la mia vita privata!»
Per la verità non sapeva bene come reagire: da un lato era compiaciuto che la sua fama come conquistatore di donne fosse tanto grande da ispirare racconti ai midgardiani, dall’altro non riusciva a immaginare di spiegare la scoperta a Sif senza suscitare in lei l’impulso genocida di prendere il posto di Void come aspirante distruttore della Terra e di sferrargli un calcio laddove aveva sede l’asgardiano tesoro.
«Per loro sei un dio, Thor» commentò Loki. «Tu non hai una vita privata. Hanno girato un film su di te, disegnano fumetti su di te e sui tuoi compagni d’arme. Davvero non avevi mai sospettato un risvolto simile?»
A giudicare dall’espressione smarrita del fratello, aveva vissuto nel mondo felice in cui la sfera privata esiste ancora fino a qualche minuto prima.
Faticando a mantenere un contegno compassato, il giovane scoccò un’occhiata soddisfatta a Ikol, che doveva sforzarsi molto meno per reprimere il moto di divertimento che l’aveva colto. Poteva anche ammettere che per ora era uno spettacolo piuttosto esilarante, ma, se Thor avesse scoperto ciò che più temeva, si sarebbe fatto pietoso per ambo le parti.
Thor mugugnò un commento poco convinto, ma si era già immerso di nuovo nella lettura.
Ikol avrebbe potuto commuoversi, Thor e legge per una volta non erano nella stessa frase separati da un non e seguiti da un mai. Peccato che fosse solo questione di tempo prima che tutto crollasse.
Loki avvicinò la testa a quella del fratello per unirsi a lui nella lettura, Thor si affrettò a tornare indietro alla pagina precedente e scelse a caso un’altra fanfiction prima che Loki potesse schernirlo in tono insinuante circa il motivo per cui non aveva voluto finire di leggere quella storia.
Sventata la minaccia incombente, il Dio del Tuono scorse pigramente gli avvertimenti del nuovo racconto, ma uno di essi attrasse la sua attenzione. «Ehi, Loki, che cos’è il Thorki
Loki inarcò le sopracciglia, perplesso quanto lui, e scrollò le spalle.
Se Ikol fosse stato ancora un dio, avrebbe potuto ricorrere alla magia per impedire alla catastrofe di verificarsi, ma era solo una gazza e tutto ciò che poté fare fu assistere mentre le espressioni dei due si alteravano in sincrono a mano a mano che leggevano, per una volta non una compiaciuta e l’altra esasperata, ma entrambe inorridite.
Loki distolse lo sguardo dallo schermo e i suoi occhi erano così grandi e colmi di stupore, inquietudine, terrore, Ikol gli rifilò un’occhiataccia che significava te l’avevo detto, stupido ragazzo e si domandò, disperato, chi avrebbe mai più preso sul serio il Dio dell’Inganno, adesso che la sua nomea giaceva nelle mani di un bambino dagli occhi da cucciolo. Se Mephisto avesse saputo che il Loki precedente era prigioniero del corpo di un uccello, l’avrebbe preso in giro per l’eternità.
Contro ogni aspettativa, fu Thor a trovare il coraggio di rompere il ghiaccio con una proposta acuta. Il suo tono era incerto, incespicava sulle parole mentre mormorava: «Forse dovremmo lasciar perdere queste… queste fanfictions, fratello?»
Loki non replicò subito, ancora sotto shock, e quando si riscosse balbettava – per l’occhio di Odino, sbottò tra sé Ikol, balbetta! – in modo ben poco coerente e senza dubbio nient’affatto intelligente. «Oh, sì. Mi sembra… una buona idea».
«Possiamo andare» iniziò Thor, ma poi tacque, in cerca di una conclusione adatta. Doveva fare pratica nell’intavolare discorsi sensati, ma forse non era del tutto senza speranza, riconobbe magnanimo Ikol. «Possiamo andare a fare visita a Volstagg e alla sua prole, a loro piace molto sentirti raccontare storie, mi hanno detto».
Loki impallidì alla menzione delle storie, Ikol levò lo sguardo al cielo. Era senza speranza.
Thor si rese conto dell’errore commesso con qualche secondo di ritardo – come al solito – arrossì di colpo e si sforzò di correggere il tiro: «Volevo dire, potremmo andare a bere qualcosa con Fandral, sì, sarebbe così, uh, felice di vederti».
In un’altra occasione il fratello gli avrebbe fatto notare con amarezza che lui era l’ultima persona che Fandral avrebbe mai voluto incontrare, ma adesso si sarebbe accontentato di qualsiasi attività l’avesse aiutato a distrarsi dall’orrore che lo avrebbe tormentato in sogno per settimane. «Certo. Naturalmente anche io sono molto, uh, felice di rivederlo».
 
 
Tony era totalmente assorbito dal nuovo progetto su cui stava lavorando quando il nuovo Loki – giovane, tenero e insolitamente non folle – apparve di colpo nel suo laboratorio. Se non fosse stato abituato a quel genere di entrate in scena dal vecchio Loki, si sarebbe preso un infarto. Stupida magia.
Tony strinse l’oggetto più vicino – nel caso specifico, un cacciavite – per prevenire un qualsiasi attacco, ma, a parte l’ovvia differenza di statura, Loki non sembrava psicologicamente in grado di tentare di ucciderlo, considerato lo sguardo allucinato e del tutto privo d’interesse con cui considerò la sua posizione di difesa. Dava l’impressione di essere spaventato a morte piuttosto che in cerca di caos e distruzione, tanto che Tony quasi abbassò la guardia, quasi, salvo poi irrigidirsi subito mentre il ragazzo infilava una mano nella tasca interna del suo qualsiasi cosa indossasse e ne traeva uno StarkPad.
«Lo restituisco» mormorò, turbato, allungandogli il congegno come fosse qualcosa di estremamente minaccioso di cui era impaziente di liberarsi. «Se posso dare un consiglio, non cercare mai in rete cosa sia l’IronFrost».
Sparì prima che Tony potesse fare alcunché, lasciandosi dietro un Iron Man alquanto confuso e incuriosito.
Prese lo StarkPad, abbandonato sul tavolo accanto al suo progetto, sbloccò la schermata e visualizzò l’ultima finestra aperta. Che diavolo era questo IronFrost di cui il bambino andava delirando con fare maniacale?
Archive of Our Own? Corrugò la fronte nel leggere l’amichevole messaggio di benvenuto proposto dal sito, selezionò la barra di ricerca e digitò la parola suggeritagli da Loki, perché ovviamente Tony Stark non era capace di dare ascolto a un consiglio, di qualsiasi natura esso fosse. Vediamo…
Un quarto d’ora dopo, quando Steve digitò il codice d’accesso al laboratorio, le porte scorrevoli non si aprirono. Cinque tentativi a vuoto più tardi, Jarvis ebbe pietà di lui e comunicò, lapidario: «Il signor Stark non vuole essere disturbato, capitano Rogers».
Steve inarcò un sopracciglio, incredulo. «Di cosa stai parlando, Jarvis? Dimmi di più».
«Subito, signore. Loki Laufeyson ha fatto visita al signor Stark, oggi, per restituirgli uno StarkPad di cui si era appropriato, presumibilmente in maniera indebita. Il signor Stark si è collegato a internet da quello stesso StarkPad e dieci minuti più tardi mi ha ordinato di impedire l’ingresso a chiunque, lei compreso. Le sue esatte parole sono state: “Jarvis, non avrei mai dovuto rivelare a nessuno che sono Iron Man. Mai”. Ha sottolineato con molta enfasi “mai” e si è preparato una camomilla».


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Ho trattato sia il Thorki che l'IronFrost in termini parodistici per non irritare nessuno (il mio OTP è l'IronFrost), non vorrei dare inizio a un flame spiacevole perché qualcuno si è sentito preso in causa visto che ho nominato il suo OTP non in termini adoranti. Beh, ciò detto, non ho altro da aggiungere, se non che non so da dove mi sia uscita questa cosa e, beh, sono alquanto terrorizzata dalla mia stessa fantasia. Ah, il titolo è una crasi tra "Midgard" e "Ragnarok".
  
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