Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Anevrasi    14/10/2012    4 recensioni
..il seguito di "per errore...per amore"
Non è "passato" fino a quando non sei libero di ricordarlo senza soffrire.
Ma se tutti i loro sforzi fossero vani, se nel loro presente un'altra minaccia li stesse per travolgere ancora una volta???? Troveranno il coraggio di mettere la parola fine a quest'agonia e vivere il loro futuro....insieme????
Il finale del mio anime preferito..come avrei voluto io senza togliere niente all'originale ovviamente...se siete curiosi...leggete per scoprirlo e mi raccomando...siate buoni =D =D =D =D
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo varie supposizioni ero giunto alla conclusione che un taglio netto e preciso mi avrebbe dissanguato in pochi attimi.
Come luogo di morte avevo scelto la prateria dove tutto era iniziato e finito. La distesa di erba ancora bruciata e rada dove Naraku era crollato a pezzi riducendo agli stessi termini il mio cuore...la mia vita.
Li non esisteva più nulla da allora.
Nessun essere vivente, nessuna pianta verde e rigogliosa…nessun alito di vento.
Da quel momento in quel luogo perduto…nulla aveva ripreso a crescere….niente aveva trovato la forza per ricominciare a lottare per sopravvivere…o per lo meno…provarci.
Era il luogo perfetto per me.
Il luogo perfetto per morire.
 
Sentii la sua presenza svanire e con lei la certezza che quella parte di incubo fosse finita per sempre. Ma ora?
La luce accecante divenne buio.
La stabilità divenne aria e il mio corpo perse la consistenza del suo peso.
Sentii scorrere attorno a me la velocità del tempo e dello spazio.
La temperatura cambiò e i suoni si fecero meno ovattati e distanti, ma la mia mente era concentrata su un unico e fisso pensiero: l’avrei davvero rivisto?
L’ansia prese in consegna il mio stomaco riducendolo in briciole.
In pochi secondi passai dalla luce alle tenebre e dalle tenebre alla luce.
Nuovamente chiusi gli occhi per limitare le fitte alla mia povera testa e strinsi le mani contro il petto per rallentare invano quella corsa forsennata.
Avevo paura. Veramente paura.
 
Presi un bel respiro…poi un altro ancora.
Sapevo di stare per compiere il peggior gesto che ci fosse al mondo…ma io non potevo più continuare così.
Sorrisi della mia paura.
Ero proprio un debole.
Non ero abbastanza forte per vivere e, a quanto pareva, nemmeno per togliermi la vita.
Chiusi gli occhi e impugnai meglio Tessaiga che pulsò viva e disgustata.
Dopotutto era la mia spada.
La mia arma.
Il solo e unico oggetto che mi fosse appartenuto davvero. Ingoiai a vuoto ma prima di recidere per sempre il filo della vita, le mie labbra espressero un ultimo prezioso desiderio.
Il desiderio che più volevo al mondo…nella vita e nella morte..
< voglio rivederti…Kagome >
 
Non mi ero ancora ripresa.
Cercai di calmare quel battito furioso e sconnesso invano.
Quell’organo distrutto e ricucito e poi distrutto ancora, voleva scoppiarmi nel petto….non avevo il coraggio di scoprire la mia sorte. Non avevo più la forza per affrontare un’ennesima delusione.
Portai le mani al viso e mi riparai dietro il loro forte tremito.
Ancora qualche attimo.
Avevo bisogno di ancora qualche istante per raccogliere la determinazione necessaria per prepararmi ad ogni evenienza.
Ancora qualche istante.
 
Rimasi sospeso per la frazione di un secondo con la lama della mia spada a pochi millimetri dalla gola.
Una tremenda folata di vento mi aveva impedito di prendere la giusta mira e così avevo perso un prezioso attimo di coraggio.
Aspettai che il vento si placasse e quando nuovamente fui pronto per portare a termine quella definitiva scelta, mi bloccai impietrito. Non era possibile.
L’aria aveva con se il suo odore.
Il suo dolce e splendido profumo.
Un profumo che sapeva di casa, di donna.
Una fragranza unica e indispensabile per la mia vita.
Tutto in me divenne ghiaccio. Perché ora. Perché così?
Che in qualche modo volesse fermarmi…che volesse rispondere alla mia preghiera?
Quando finalmente ripresi il controllo di me stesso…il suo profumo c’era ancora…non era un sogno…era reale ed ora era più forte di prima.
 
Quando, dopo pochi secondi le mie gambe smisero di tremare, raccolsi le poche energie che quella lunga avventura aveva risparmiato ed imposi alle mie forze il sostegno necessario per affrontare qualsiasi visione mi avesse riservato il beffardo destino.
Forza Kagome ce la puoi fare!
La mia mente stanca ripeteva come una filastrocca quell’incoraggiamento poco convinto e decisamente inutile.
Ma non potevo starmene li immobile per sempre.
Gonfiai il petto prendendo un bel respiro e nello stesso momento in cui lasciai andare il fiato…riaprii gli occhi e..
Oh mio dio……
 
Scostai lievemente Tessaiga per verificare se per caso non fossi già nel regno dei morti ma quello che i miei occhi registrarono era troppo incredibile e bello per provenire dagli inferi.
Nello stesso istante in cui abbassai, privo di forze la spada al suolo, la figura dinnanzi a me scostò le mani dal viso e posò i suoi enormi occhi scuri e profondi su di me.
La mia mente andò nel pallone.
Il respiro si bloccò, il cuore smise di produrre rumore e la mano che tremante stringeva Tessaiga si aprì impotente davanti a quella visione agognata fino alla morte.
Stavo sognando? Stavo delirando….? Come era possibile?
I suoi enormi occhi lucidi dal pianto erano dilatati e fissi nei miei.
Nessuno dei due si mosse.
Nessuno dei due osò profanare quel silenzio sottile e fragile che ci circondava con premura.
Avevo paura persino a sbattere le ciglia…se avessi distolto lo sguardo da lei…forse...sarebbe svanita.
Mi avrebbe nuovamente abbandonato.
Dopo qualche attimo mi permisi di ingoiare.
La saliva arrivò al mio stomaco contorto e teso.
Era tutto assurdo. Era tutto meraviglioso ma assurdo.
 
Aveva detto la verità.
Lui era li. Davanti a me.
Era vero…e stava bene.
Ed era…era…bellissimo.
Lentamente strinsi le mani che ancora tenevo sospese sul petto cercando di scaldarle.
Quanto mi era mancato?
Quanto il mio cuore aveva sofferto quella distanza feroce e duratura?
Quanto avevamo patito solo per poterci amare per sempre?
Troppo…euna vocina nella mia testa mi ricordò con cattiveria che non era ancora finita.
Presi coraggio e sospirai per ossigenare la mente.
Midoriko mi aveva consigliato di non perdere tempo…..e per quanto la sua visione saziasse il mio cuore arido…volevo di più che rimanere in silenzio a contemplarlo.
Mossi un passo verso di lui e i suoi occhi si dilatarono stupiti e carichi di paura.
Anche lui provava le mie stesse emozioni. Nulla era cambiato da allora….era una sensazione confortante.
< I….Inuyasha… >
Nuovamente i suoi occhi brillarono di lacrime represse e rovistarono nella mia anima in cerca di conferme che nemmeno io potevo dargli.
< sono… >ingoiai a vuoto….dio quanto mi tremava la voce
< sei..sei tornata… >
Sorrisi tristemente e abbassai lo sguardo.
Si ero tornata. Ma per quanto?
Il mio cuore si ribellò a quei funesti pensieri. Non dovevo sprecare nemmeno il tempo di una lacrima.
< si…..sono tornata….per…per te >
 
Quella parole cariche di mille significati nascosti e tanto agognati puntarono dritti alla mia anima perduta salvandola dall’onta nella quale ristagnava da quando lei mi aveva abbandonato.
Lasciai che la mia spada cadesse al suolo provocando quel minimo rumore che rimise in moto il mio cervello.
Smisi di guardarla imbambolato e rassicurato dalle sue parole percorsi il suo corpo diverso da come me lo ricordavo.
La sua frangia era troppo lunga su quegli occhi lucidi ed enormi. Occhi che avevano pianto e sofferto troppo.
Il viso era scavato e pallido e le labbra seppur non più tese avevano perso il loro colorito roseo che tanto amavo.
Sul collo aveva ancora i segni della mia violenza al pari della spalla e del fianco che però non sanguinavano più.
Nuove ferite…più lievi ma più numerose percorrevano le sue braccia e le sue gambe malconce e decisamente più esili.
Aveva combattuto e sofferto.
Aveva lottato e vinto.
Aveva tenuto duro e ingoiato sangue per poter tornare da me…per salvarci tutti ancora una volta. Ed io…io ero solamente riuscito a rendermi disgustoso davanti a chi mi conosceva e poco tollerabile di fronte a tutto il resto del mondo.
Ero solamente sopravvissuto a fatica senza di lei…senza il suo amore costante…senza la sua presenza al mio fianco.
Stavo per togliermi la vita a causa della mia debolezza…e se solo fosse arrivata più tardi…avrebbe semplicemente ritrovato il cadavere di un codardo. Il corpo esamine di quell’inutile e debole amore che lei aveva difeso e protetto fino a sfinire se stessa.
< siamo…alle solite vero? >
La usa voce dolce ma triste mi riportò alla realtà. Una realtà di cui ora…finalmente faceva parte anche lei.
Il suo sguardo attento anche se stanco mi riportò indietro due anni.
Mi ripropose una serie di attimi in cui lei capiva perfettamente quello che stavo pensando solamente scrutandomi in viso. E nonostante tutto…..nonostante il tempo e le difficoltà…..quella cosa…quella sua abilità…non era cambiata.
Le sorrisi per scusarmi.
Non aveva mai voluto che mi compatissi. Non aveva mai desiderato vedermi anche solo pensare quanto fossi inadatto a lei. Inferiore a tutti.
< sei cambiato…. >
Mi immobilizzai a quelle parole.
Che cosa vedeva in me di diverso? Scorgeva forse quanto patetico fossi diventato a causa della sua assenza???
< davvero? >
Mosse la testa con convinzione.
< anche tu >anche lei era cambiata da allora.
< ma non in meglio vero? >
Era consapevole del suo stato e della mia distruzione rivedendo il male che le avevo inflitto.
Erano passati due anni ma il dolore non si era placato e mai sarebbe passato.
Quello che le avevo fatto…..non lo avrei mai dimenticato.
< sono solo tanto stanca…..ma passerà…passerà tutto >
Era il suo modo per minimizzare…il suo modo per farmi sentire meno in colpa e meno responsabile. Il suo modo per dirmi….”tranquillo…ci sono qui io”….e finalmente….finalmente ci sarebbe stata davvero.
 
Era davvero assurdo che nonostante la lontananza, il tempo e i mille ostacoli…ci fossimo nuovamente ritrovati.
Non mi ero mai data per vinta ma non sempre avevo creduto in questa folle opportunità.
Ed ora…lui era li…nuovamente davanti a me. Era li a respirare la mia stessa aria…a specchiarsi nei miei occhi, a condividere lo stesso mondo.
Si era immediatamente rabbuiato quando mi aveva analizzata con perizia e attenzione.
Non potevo farci nulla…dopotutto…era esattamente come allora.
Forse peggio.
Lui invece….era cresciuto.
Emanava una luce diversa…più consapevole e matura.
La sua corporatura era leggermente cambiata, ma nel profondo dei suoi splendidi occhi ambrati c’era sempre quella fragilità reale ed antica, quella vena pulsante di inadeguatezza e titubanza che mi aveva conquistata al pari della sua forza e determinazione.
Dopotutto era sempre lui. Il mio mezzo demone.
Solo allora li notai. Quei due leggeri segni, quasi del tutto scomparsi, che sempre mi avevano mandata nel pallone.
Che in un modo o nell’altro mi avevano sempre fatta star male.
Mi avvicinai di ancora qualche passo.
Ora se avessi allungato una mano…avrei potuto toccargli il viso. Ma non mi mossi.
Inclinai la testa per osservare meglio i contorni dei suoi occhi…anche lì i segni della trasformazione erano evidenti.
< che cosa è successo Inuyasha? >
Mi guardò sbalordito dalla mia vicinanza e confuso dalle mie parole.
Con la mano tremante e meno piagata gli sfiorai il contorno della guancia fino a tratteggiare i segni violacei che stavano per svanire del tutto.
Mi immobilizzò la mano sul suo viso e rimase fermo e teso davanti a me.
Era il nostro primo contatto da…da anni…..e il mio cuore stava morendo dalla gioia.
Quel senso di appartenenza. Di completezza. Di appagamento e serenità era troppo da sopportare per un organo segnato dal dolore….eppure….se avesse potuto…avrebbe fatto le capriole per la felicità di aver ritrovato la sua anima gemella.
La sua mano era calda contro la mia. La sua guancia era liscia e tesa sotto le mie dita.
Dal quel leggero contatto si irradiava un calore che non avevo provato da tempo…da quando…mi aveva voltato le spalle quel lontano istante.
Ora….era tutto finito.
Mi prese il polso e rivoltò il mio palmo per esaminarlo con tristezza.
Mi prese anche l’altra mano…quella che era messa peggio dovendo sopportare il continuo e ripetuto sfregamento delle frecce contro l’arco.
< …. e a te……che cosa è successo? >
Il suo alito caldo e vero mi fece tremare.
Non potevo crederci. Non poteva essere reale. Non potevo morire dalla felicità proprio ora.
< …di tutto… >sussurrai senza più fiato. Era la verità.
< anche a me >
Abbassò il capo abbandonando i miei occhi che involontariamente si posarono su quell’arma distesa al suolo priva della sua energia demoniaca.
Corrucciai la fronte per ricordare ogni particolare…quando avevo trovato il coraggio di scoprirmi il volto…e lo avevo scorto……..lui….
Non riuscii a frenare il fiume di lacrime vecchie due anni che sgorgò dai miei occhi senza rumore.
Riportai lo sguardo sul suo e quando vidi le stesse lame lucenti scivolare sul suo volto non riuscii a fermarmi.
Lasciai le sue mani e circondandogli delicatamente il volto con i pollici asciugai il dolore che liquido fuoriusciva dal suo cuore. Lo stesso che stava abbandonando il mio.
< mi…mi dis...dispiace…mi dispiace tanto >avrei voluto dirgli tante altre cose ma i singhiozzi si erano fatti più forti del mio coraggio…più forti della mia determinazione. Abbandonarlo mi aveva straziato il cuore…abbandonarlo…aveva significato lasciare una parte di me con lui che solo ora aveva ripreso a vivere…lasciarlo solo….mi aveva devastata.
Sentendo i tremiti dei suoi singhiozzi trattenuti a forza capii il male che gli avevo procurato. Ero l’ennesima persona che lo lasciava a se stesso, l’ennesima che lo aveva ferito…ma nonostante ciò…era troppo doloroso constatare quanto quel male lo avesse corroso e sconfitto.
Non avrei mai dimenticato quella lama e quegli occhi tristi e colpevoli. Mai.
 
A pochi centimetri da me l’amore della mia vita piangeva per il mio dolore, per quello che ero arrivato a pensare. Per quello che il suo arrivo mi aveva impedito di compiere.
Aveva capito. Come sempre aveva capito tutto.
La vergogna che immediatamente era giunta per quella sua triste scoperta aveva lasciato il posto alla solitudine e al dolore che quel gesto avrebbe provocato a tutti…ma soprattutto a lei. Lei soltanto.
Ero arrivato a quel punto solo perché senza la sua presenza….non avrei potuto vivere ancora.
Le sue mani ferite e fredde ma sempre leggere e confortanti mi asciugarono le lacrime che al pari delle sue cadevano al suolo silenziose e liberatorie.
Non mi sentivo un debole. Mi sentivo amato. Mi sentivo a casa. Mi sentivo parte di un qualcosa che finalmente aveva ripreso ad avere senso. Io avevo riacquistato un significato. Vivere al suo fianco.
Mi feci coraggio e le strinsi piano i fianchi.
Dio quanto mi era mancata. Dio quanto era diventata magra e fragile.
Le mie mani come dotate di volontà propria si spostarono sulla schiena e poi su fino alle spalle.
Impotente e bisognoso di lei la attrassi contro il mio corpo che finalmente a contatto con la sua metà ritornò in paradiso.
La tensione si sciolse, le lacrime smisero di scendere, i muscoli si rilassarono e il mio cuore si gonfiò della sua presenza, del suo calore. Del suo profumo e della sua anima. Di lei.
Nel mio sangue circolava la sua essenza e non l’avrei lasciata andare mai più.
Accostai il viso al suo orecchio e finalmente sciolsi le catene della mia coscienza perduta.
< anche a me dispiace….dispiace davvero tanto >
Avrei voluto implorarla…chiederle scusa in ginocchio. Chiederle di perdonare un comportamento imperdonabile, una sfiducia impossibile da digerire e una vita piena di dolori ma questo non me lo avrebbe mai permesso.
Allora decisi che le avrei chiesto perdono per l’eternità.
Ogni giorno ed ogni istante.
Con ogni gesto e parola le avrei chiesto scusa per tutto ciò che avevo e non avevo fatto.
La strinsi così forte da toglierle il respiro.
Era ancora perfetta per me.
Era ancora la mia Kagome.
Scostai il mio viso dal suo e mi persi nel suo sguardo profondo come le acque del mare.
Afferrai a mia volta il suo volto e la baciai.
Mi ero sbagliato. Ora ero in paradiso.
 
Se avessi potuto sciogliermi come fa il cioccolato a contatto con il calore umano mi sarei dissolta tra le sue braccia.
Non si può neanche lontanamente sapere quanto ti manca una cosa finché non ne rimani sprovvisto…e anche in quel caso non puoi assolutamente immaginare come ti sentirai quando finalmente ne rientri in possesso.
Solo ora capivo che cos’era quel ragazzo dai lunghi capelli argentati per me.
Era la mia aria. Il mio mondo.
Era il mio sole del giorno e la mia stella di notte. Era tutto ciò che mi serviva per esistere.
Tra le sue braccia……contro le sue labbra…io avevo ripreso ad esistere.
La mia vita aveva ritrovato il solco tracciato….e la certezza di un futuro.
Qualunque cosa fosse accaduta. Qualunque cosa mi avesse riservato il destino…l’avrei affrontata...sistemata e sarei ritornata da lui. Per nulla al mondo avrei rinunciato a questo.
Posi fine lentamente e con dolcezza al nostro bacio.
Era ora di digli la verità.
Non sapevo quanto tempo ancora quella strana madre sarebbe riuscita a concedermi.
Appoggiai la fronte alla sua e respirai la sua stessa aria affannata.
Le sue braccia non mi volevano abbandonare al pari delle mie mani che continuavano a stringere la sua veste come se da quel contatto dipendesse la nostra vita.
< Hai i capelli più lunghi >
Sentii le sue dita intrecciarsi e scivolare, scostandomi delicatamente i capelli fino ad arrivare alle punte alla base della schiena.
< Davvero? Bè…non ho avuto il tempo di passare dal parrucchiere prima di raggiungerti…avevo una certa fretta!!! >
Gli sorrisi accattivante
< che cos è un parrucchiere? >
Abbassai il capo sconfitta ma felice. Mi avrebbe sempre sorpreso, sempre fatta sorridere e arrabbiare. Sempre.
< lasciamo stare >
< tsk! Comunque…mi piacciono anche così.. >
Nuovamente gli sorrisi…..dio quanto era bello.
Avrei ballato sulla luna per lui.
Mi staccai a malincuore ma gli presi le mani notando che il mio polso stava già perdendo consistenza proprio come era accaduto a Midoriko. Mi restava poco tempo.
Ingoiai la tristezza e la rabbia per aver goduto di lui solo per pochi minuti ma non potei non inviare un ringraziamento al cielo per quel dono inaspettato.
< senti Inuyasha…io…. >
< non dire nulla ti prego >
Sentii i suoi occhi posarsi lontano.
L’avevo sempre compreso a meraviglia. Ero sempre stata in grado di comprendere i suoi pensieri…ma lui…lui non era certo da meno….
 
Guardai con insistenza un punto imprecisato oltre la sua testa.
Fino a quel momento non avevo voluto chiederle nulla.
Non le avevo domandato niente.
Anche se la domanda che premeva da quando i miei occhi si erano posati sulla sua figura amata era una…e una soltanto.
Questa volta sarà per sempre?
Ma le mie labbra non erano state tanto coraggiose da formularla in parole. Era rimasta sigillata a forza tra la mente e il cuore perché ero consapevole che non avrei accettato altro. Non avrei digerito nessuna risposta tranne….”si per sempre!”
Ma i suoi occhi…il suo corpo cedevole ma protetto dietro una sottile barriera mi urlavano il contrario.
C’era dell’altro.
C’era ancora qualcosa da affrontare e sconfiggere e io…io non ne avevo più la forza. Non dopo averla stretta di nuovo tra le braccia.
Mi strinse con energia le mani e mi strattonò perché riportassi l’attenzione su di lei.
Non poteva chiedermi altro che proteggerla e starle accanto per tutta la vita. Non poteva chiedermi altro.
< io….io.. >
Scossi la testa impercettibilmente. Se avessi potuto privarmi dell’udito per alcuni minuti avrei ringraziato il cielo.
Non volevo sentire. Non potevo.
< io devo andare! >
Quelle parole sussurrate con dolore spezzarono la favola dentro il quale avevo appena ricominciato a vivere.
Mi rispedirono all’inferno che qualche attimo prima mi aveva cullato fino a desiderare di uccidermi.
< perché…perché mi fai questo perché… >
Chiuse gli occhi per celare il dolore che nuovamente perforava il suo animo…al pari del mio.
Lasciò le mie mani per passarsele sul volto e immediatamente sentii freddo.
No! Non volevo più sentire quella sensazione. Soffrivo perché era distante da me pochi centimetri……se fosse scomparsa ancora una volta….come…come avrei fatto?
< Midoriko…mi ha concesso qualche istante…per vederti… >
< Concesso? > assaporai quella parola assurda e provocatoria < CONCESSO!!! > scoppiai.
Il mio urlo di rabbia echeggiò in quel luogo di morte e tristezza. Un luogo di nuovo in sintonia con il mio essere.
< non fare così…. Io…..devo andare…questo…questo.….lei non mi ha creato per stare qui… >
Sbarrai gli occhi cercando di controllare la furia omicida verso quella sacerdotessa maledetta.
< è tutta colpa sua se siamo finiti così dannazione…è tutta colpa di quella bastarda! >
< quella “bastarda”…mi ha aiutata!!! Alla fine…senza di lei…non ce l’avrei fatta…senza di lei…non sarei tornata! >
< senza di lei…..non saresti mai stata in pericolo! Dannazione! >
< senza di lei non sarei esistita……non ti avrei mai conosciuto! >
< forse sarebbe stato meglio! >
Mi rimangiai subito quelle parole velenose e cariche di rabbia.
< Scusami. Perdonami…io…ogni volta che sto per perderti…invece di legarti a me…ti respingo….è…è… >
< è il tuo modo di proteggerti lo so. Ci sono abituata. >
< mi ero ripromesso di non farlo mai più ma….dannazione non…non mi puoi lasciare ancora…non… >
< non me ne vado perché voglio Inuyasha….vado perché devo…devo farlo…! >
Alzò una mano verso di me e solo allora notai la sua lieve trasparenza.
Stava scomparendo.
Il suo intero braccio stava scomparendo al pari delle gambe.
Ed io non potevo fare nulla.
Respirai per dar aria ad un organismo nuovamente privo di vita e scopo.
< dove….e quan…. >
La voce si spezzò a difesa di quella domanda dolorosamente penosa per il mio cuore.
< ritornerò nella mia epoca…dalla mia famiglia…sperando di trovare tutto come era allora….e poi…..non… >
Prese un bel respiro per terminare la frase, anche lei incapace di proseguire quel tremendo discorso.
< non so quanto tempo mi ci vorrà …ma…sistemerò tutto e…tornerò…tornerò da te Inuyasha te lo prometto >
Era la solita storia. Una cantilena vecchia e già sentita
< me lo prometti ogni volta… >
< e ogni volta torno! Sono sempre tornata da te….per te. E questa volta sarà l’ultima. >
< ma come farai….senza la sfera come…come potrai attraversare il pozzo >
Abbassò il capo impotente e sconfitta. Non lo sapeva. Non aveva una soluzione. Non aveva delle risposte che potessero placare il mio animo inquieto.
< non tornerai più >
Mi guardò delusa dalla mia resa totale e soprattutto sconfitta dalla mia ennesima dimostrazione di debolezza.
Mi fidavo di lei…mi ero sempre fidato di lei. Era su me che non puntavo affatto.
< si invece! >
Ora la sfida nei suoi occhi era viva e sentita. Ci credeva davvero…ma io? Io ero disposto ad aspettare ancora un suo ipotetico ritorno?
Il cuore vacillò nel mio petto. Si strinse dolorosamente e poi riprese con costanza e forza la sua normale corsa.
Si. Potevo….potevo farlo perché era l’unica cosa che ero in grado di fare, era l’unica che sapevo fare a memoria. Aspettarla!
< ti fidi di me Inuyasha? >
A malincuore e con grande titubanza mossi la testa in segno di consenso.
Non potevo far altro, le forze al pari della voce erano bloccate dall’angoscia di non rivederla più.
Si riavvicinò con cautela e mi stampò un bacio sul naso.
Una valanga di ricordi e attimi come quello mi svuotarono da ogni dubbio.
Si…sarebbe tornata…ed io…
< ti aspetterò piccola…ti aspetterò sempre >
Impotente rimasi a guardare quel corpo che per pochi istanti mi aveva donato la felicità dissolversi lentamente nell’aria. Con le lacrime agli occhi la baciai poco prima che scomparisse del tutto lasciandomi solo.
Solo con il suo profumo e il suo umido bacio. Solo nuovamente solo.
Guardai verso il cielo pregando l’ennesima volta che qualcuno la riportasse da me.
Mi stropicciai gli occhi con le dita.
Ero sfinito.
Nel giro di pochi istanti ero sfuggito dalla convivenza forzata con l’inferno…avevo sfiorato il paradiso ed ora ero nuovamente ripiombato nelle tenebre degli inferi….era troppo dura da sopportare.
Spostai lo sguardo a terra dove la mia spada giaceva abbandonata a se stessa.
Scossi la testa e la raccolsi senza riflettere su ciò che realmente avrei potuto fare.
Un particolare, nel punto dove era comparsa Kagome, attirò la mia attenzione.
C’era qualcosa…. Hiraikotsu!
Da un lato provai soddisfazione nel rivederlo….dopotutto…era tornato dalla sua padrona! Dall’altro mi chiedevo come fosse possibile che tutto il mondo riuscisse a trovare la strada di casa e a restarci, mentre l’unica persona che volevo affianco…..mi abbandonava di continuo.
Eppure…vederla…anche solo per pochi istanti…e saperla viva…sapere che avrebbe fatto il possibile per tornare….solo per me…mi aveva infuso l’energia e il coraggio necessari per aspettare.
Aspettare da solo si, ma aspettare il suo ritorno!
 
…………….
 
Erano passati tre mesi da quel breve ed intenso incontro.
Tre mesi in cui avevo dovuto digerire la sua assenza e risistemare i disastri che la mia aveva provocato alla mia famiglia.
Chiusi gli occhi portandomi un braccio sulla fronte.
L’aria calda dell’estate entrava dalla finestra scostando lievemente le tendine rosate.
Ritrovarmi nella mia epoca dopo due anni di assenza era stato scombussolante.
Il pianto di mia madre e di mio nonno poi….credevo potessero disidratarsi dal quantitativo di lacrime versate.
Nonostante la nostalgia di Inuyasha riabbracciare la mia famiglia aveva placato quel dolore sordo e profondo che provavo nel petto.
Risi pensando alla faccia scioccata ed impaurita di Sota. Mi credeva ancora uno spirito venuto per perseguitarlo!
Ma era cresciuto di parecchio da allora.
Ed era alle medie.
Mi ero persa due anni importanti della sua vita…e se avessi affrontato il pozzo un’ultima volta….me li sarei giocati tutti.
Ero disposta a sacrificare la mia famiglia per amore?
Avevo sempre dovuto scegliere tra l’amore e la sofferenza…tra lo stare al fianco di Inuyasha e dover patire l’inferno…e ad ogni bivio, ad ogni ostacolo…avevo sempre e solo scelto lui.
Ma ora…ora che la decisione riguardava il dove e con chi continuare la mia lunga vita….mi ritrovavo nel pallone più totale.
La scelta non ricadeva su cosa provavo io…o su quanto avrei sofferto…ma…..preferivo rinunciare alla mia famiglia o a Inuyasha?
Famiglia o amore? Famiglia o amore? Famiglia o amore?
Soffocai la testa sul cuscino imponendo alla mia mente di stare zitta!
Avevo la certezza che se avessi oltrepassato il pozzo…non sarei più potuta tornare.
La difficoltà era…..attraversarlo.
Passavo i giorni abbarbicata su quel condotto infernale….ma non un alito di vento, non un flusso di energia mi facevano capire che era funzionante. Forse…forse non lo avrei più potuto usare……?
Un crampo di panico mi obbligò a raggomitolarmi su me stessa.
Dio quanto ero indecisa e scema.
Il pensiero di non rivedere Inuyasha mi uccideva dentro…ma non avevo il coraggio di voltare le spalle alla mia adorata famiglia… sapendo che sarebbe stato per sempre.
Cosa dovevo fare?
< Kagome…dormi??? >
La voce dolce e rassicurante di mia madre mi riportò alla realtà
< no mamma…entra pure >
La sua figura armoniosa si affacciò con eleganza e il suo sguardo amorevole e sapiente si posò sulla mia posizione scomposta e rannicchiata.
< ti ho chiamata un paio di volte…pensavo fossi uscita….oppure che stessi dormendo… >
< scusa…ero sovrappensiero...e poi sai che non posso farmi vedere da nessuno….causerei di certo qualche infarto gratuito…. >
< mi dispiace di aver diffuso la notizia della tua scomparsa Kagome….è che io e gli altri eravamo così abbattuti e tristi che era impossibile nascondere il nostro dolore >
< lo so mamma…mi dispiace davvero tanto.. >strinsi gli occhi cercando di placare il rimbombo sordo che sentivo nella mente
< hai mal di testa? >
< si….troppi pensieri… >
< non ti sei ancora decisa vero? >
La guardai sconsolata e lei mi accarezzò la testa dolcemente.
< come posso scegliere…come posso non sentirmi uno schifo per qualsiasi strada io prenda! >
< ti capisco piccola mia….ma se ciò che mi hai raccontato è vero….come puoi non aver ancora capito che in realtà non hai scelta….anzi…non ne hai mai avuta.. >
Mi sorrise benevola e io la guardai allibita.
Le avevo confidato ogni cosa. Della mia scelta di inseguire Naraku nella sfera…dell’incontro con Midoriko…di ciò che quella donna rappresentava per me e di come avevo trovato Inuyasha quando per sua concessione l’avevo potuto riabbracciare prima di approdare qui. Lei mi aveva guardata e ascoltata con attenzione e solo una frase aveva abbandonato le sue labbra tirare e tristi.
< avevo sempre saputo che eri troppo speciale per una come me >
Quella frase carica di convinzione ma assoluta erroneità mi aveva fatto piangere.
Ma non per me. Per il male che involontariamente le avevo fatto.
< senti Kagome……sapere di averti persa…sapere che hai sofferto e che non saresti più tornata nemmeno per un ultimo abbraccio mi aveva tolto la voglia di vivere…eppure io non ho potuto e non posso tutt’ora placare il mio dolore con un atto tragico e risolutivo come quello che stava per compiere Inuyasha. Nessuna madre vorrebbe sopravvivere ad un figlio. E’ la cosa più atroce che possa capitare…e a detta di chiunque tu sei mia figlia. >
< certo mamma….non avrei saputo desiderare di più >
Mi sorrise serena e proseguì < ma vedi…..non ho potuto abbattermi solo perché qui ho delle responsabilità.
Il nonno da curare e preservare , Sota da crescere con lo stesso amore e attenzione che ho dedicato a te e la casa, questo grande nido che tuo padre ha faticato per creare da difendere. Il mio scopo nella vita è anche questo. Lui invece…quel ragazzo sbadato e forte…..non ne ha altri…vive per te….e piccola anche tu ora…vivi per lui. Da quando sei tornata….sento che in te…è morto qualcosa. L’amore è questo….e se io nella vita avessi avuto scelta…avrei scelto tuo padre sempre. >
Si asciugò una lacrima traditrice e riportò i suoi occhi scuri nei miei.
< saperti viva. Vederti sana e combattiva. Conoscere la donna che sei diventata e che sarai mi ha riempito di gioia. >
< mi…mi stai dicendo che… >
< che il tuo posto non è qui….noi per te ci saremo sempre. Inuyasha nonostante la mancanza della sfera è riuscito a comunicare con noi….forse…forse non potremmo più vederci…non vedrò le tue nozze…non vedrò i miei nipoti ne il tuo viso maturare…ma riusciremo a parlarci e aggiornarci sulle nostre splendide vite. Perché io ho lottato per averti e per darti un futuro e anche se egoisticamente vorrei tenerti stretta tra le braccia tutta una vita….ogni madre deve lasciare che  il suo piccolino spicchi il volo da solo….ovunque questo viaggio lo conduca. >
< oh mamma >
La abbracciai affondando il viso sul suo petto, come fossi stata una bambina da coccolare.
< certo…mai avrei immaginato che il tuo volo ti portasse tanto lontana da me…ma purchè tu sia davvero felice…sarò felice anche io. Te lo prometto Kagome >
Con quelle parole il groviglio di emozioni e timori, che per mesi avevano corroso il mio stomaco impedendomi di prendere una decisione definitiva, si sciolse.
Vidi la luce in fondo al tunnel. Vidi la speranza di un futuro con la persona che amavo e vidi questa mia imminente separazione come un saluto permanente ma non un definitivo addio.
La mia famiglia meritava una persona felice e soddisfatta di stare accanto a loro e quella persona non ero io.
Mi sarebbero mancati…come l’aria…ma il mio mondo…la mia metà di cuore…aspettava il mio ritorno…e da questo dipendeva la sua vita.
Una vita senza Inuyasha non valeva la pena di essere vissuta. Un mondo senza di lui…era privo di ogni attrattiva.
Volevo alzarmi il mattino e vedere il suo sorriso, volevo trascorrere la giornata saziandomi delle sue parole e dei suoi gesti, volevo addormentarmi la notte con l’eccitazione del suo corpo e la sicurezza delle sue braccia.
Questo volevo. E questo avrei avuto. Per sempre.
< grazie mamma. >
Sapevo quanto le era costato formulare quel lascia passare gratuito. Con quelle parole mi aveva liberato dalle catene della lealtà e giustizia che mi trattenevano in quel mondo dove a parte loro…non possedevo nient’altro.
< ti voglio bene e….sarà per sempre. >
 
Mi fermai a contemplare il sole forte del mattino che inondava con il suo calore ogni creatura che avesse avuto la fortuna di godere di quel trattamento.
Il mio corpo però era costantemente freddo e solo.
Nonostante la sicurezza del suo ritorno niente era bello…se non potevo condividerlo con lei.
< Misaki……togli le mani da li…..se ti vede la mamma…..ci ammazza entrambi..!! >
Guardai quella piccola miniatura di Miroku affondare le manine paffute nel petto della giovane ragazza del villaggio che qualche volta passava a controllare le condizioni di Sango.
< Troppo tardi…ti ho visto sai? Maledetto bonzo!!! I tuoi geni sono pessimi! >
La figura arrotondata di Sango comparve silenziosamente alle mie spalle.
< ma amore cosa dici…e poi non agitarti che altrimenti ti fa male! >
< male è…. >
Staccando le mani di Misaki dal seno della donna Miroku sfiorò tale abbondanza ma non fece in tempo a voltarsi con aria preoccupata verso Sango che un poderoso Hiraikotsu lo centrò in pieno facendolo ruzzolare a terra privo di sensi.
< ..averti come padre dei miei figli!!! Un giorno o l’altro ti uccido >
Ora che la maledizione di Naraku era divenuta un lontano ricordo…Sango sembrava molto meno premurosa nei suoi confronti. Non potei trattenere un sorriso, infondo per loro provavo sempre una benevola invidia.
Guardai la donna che spalancando gli occhi  posò a terra Misaki e indietreggiando si perse nei meandri del villaggio.
Da quando era incinta, Sango era decisamente più irritabile e scontrosa…chissà se capitava a tutte le donne durante la gravidanza…chissà se anche Kagome…
Scossi la testa per frenare quel pensiero infruttuoso.
< Sango…amore >tirandosi su a fatica Miroku si massaggiò il grosso bernoccolo sulla fronte < …non dovresti fare sforzi simili ne….arrabbiarti tanto….pensa al bambino.. >
< se tu non fossi una tale sciagura starei meglio!!!! E poi il bambino sta bene….anzi è una bambina ti dico! >
Ancora quel battibecco. Come facesse ad esserne così convinta restava un mistero.
< va bene…che sia quel che sia...basta che tu…. >
Una folata di vento mi costrinse ad appoggiarmi alla staccionata.
La mia attenzione si catapultò all’istante in un luogo preciso, poco lontano da li.
Non potevo sbagliarmi. Non…
Era lei.
Saltai Miroku e come una furia mi immersi nel verde della foresta. Attorno a me sfrecciavano alberi e foglie ma non avevo minimamente intenzione di soffermarmi sulla bellezza del panorama.
Nuovamente quell’odore giunse forte al mio naso.
Accelerai fino a quando non mi ritrovai a un passo dal pozzo.
Nelle orecchie il martellare furioso del mio cuore, nei polmoni la fatica di quella sfrenata corsa.
Ingoiai a vuoto e mi asciugai le mani sudate lungo la veste.
Chiusi gli occhi per trovare il coraggio di sperare davvero ma oramai era troppo tardi.
Il mio spirito aveva nuovamente preso a volare.
Mi chinai verso il pozzo e senza guardare all’interno vi allungai una mano pregando che il mio gesto non fosse vano.
Una mano sottile e morbida, tiepida e famigliare afferrò la mia con convinzione.
Da quel contatto partì una scarica di gioia che mi attraversò ridandomi la vita.
Senza alcuno sforzo tirai lievemente verso di me e in pochi attimi comparve la più bella delle visioni.
Rimasi incantato e instupidito a fissarla, poi con urgenza e disperazione…la strattonai contro il mio petto e finalmente quella parte di me che si era staccata per seguirla ritornò al suo posto.
Occhi negli occhi.
Mano nella mano.
Cuore contro cuore.
Un'unica realtà. Per sempre.
 
 
 
Chissà quanti sospiri di sollievo vi saranno scappati…!!!
Eh si…tutto è bene quel che finisce bene. D’altra parte non potevo assolutamente non concludere così.
Sto preparando un ultimo capitolo….una sorta di epilogo….e lo faccio unicamente per le persone che fino a questo momento…..dopo 53 capitoli di sofferenza mi sono state accanto e mi hanno spronata a continuare. Probabilmente senza di loro non l’avrei finita.
Ci ho messo più di un anno a scriverla.  Un anno in cui sono cambiata e maturata…come il mio modo di scrivere e di comunicare le mie emozioni. Spero immensamente che chiunque si sia anche solo soffermato a leggere questa lunga storia…abbia apprezzato i miei sforzi e si sia un tantino divertito e appunto emozionato.
Quindi…..per l’ultima volta….vi ringrazio immensamente…..grazie per aver vissuto con me quest’avventura.
Alla prossima ff!!!!! Un bacione ;D
  
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