Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Dicembre    14/10/2012    0 recensioni
Inghilterra, 1347.
Di ritorno dalla battaglia di Crécy, un gruppo di sette mercenari è costretto a chiedere ospitalità ed aiuto a Lord Thurlow, noto per le sue abilità mediche. Qui si conoscono il Nero, capo dei mercenari, e Lord Aaron. Gravati da un passato che vorrebbero diverso, i due uomini s'avvicinano l'uno all'altro senza esserne consapevoli. Ne nasce un amore disperato che però non può sbocciare, nonostante Maria sia dalla loro parte. Un tradimento e una conseguente maledizione li poterà lontani, ma loro si ricorreranno nel tempo, fino ad approdare ai giorni nostri, dove però la maledizione non è ancora stata sconfitta. E' Lucifero infatti, a garantirne la validità, bramoso di avere nel suo regno l'anima di Aaron, un prescelto di Dio. Ma nulla avrebbe avuto inizio se non fosse esistita la gelosia di un mortale. E nulla avrebbe fine se la Madonna e Lucifero fossero davvero così diversi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
44. Il patto

 
 
 
 
“Ma quanta polvere.. quanta fastidiosa polvere sulle mie povere mani”
 
Chiaro guardò la figura che aveva appena parlato, con occhi sgranati.
 
Era una donna giovane, dai capelli neri e lucidi, lunghi fino alla vita. I suoi vestiti erano a dir poco discinti, così aderenti alle sue forme perfette da non lasciar nulla alla fantasia. Il seno prosperoso sembrava quasi stare stretto in quel corsetto rosso  che lo imprigionava. Le gambe, nude, erano avvolte da un sottile velo trasparente, nero, che Chiaro non riuscì a non guardare. Ma fu quando il suo sguardo si posò sulle labbra piene e carnose della donna che si accorse di non riuscire a controllare il respiro e di provare innominabili pulsioni provenienti dal basso ventre.
 
“Mi vuoi, non è vero?” disse Esse avvicinandosi felino. “Mi puoi avere lo sai…” la sua voce era morbida e seducente e Chiaro non voleva altro. La donna prese la mano dell’uomo e se la posò sul seno, slacciandosi un gancino del corsetto. “Mi puoi avere…” ripeté, sedendosi a cavalcioni su Chiaro che  sentiva la mano bruciare, sotto l’incontrollabile impulso di possedere quella donna. Quanto sarebbe stata calda? Quanto avrebbe gridato, una volta…
 
La donna si fermò d’improvviso:
 
“Fra tutti, proprio te dovevano mandare?”
 
Chiaro sentì una voce rispondere.
 
“Se un Sobillatore è chiamato da un umano, non potevano certo lasciarti solo…”
 
La donna si strinse nelle spalle e si allontanò da Chiaro che ancora non capiva e guardava confuso quelle labbra turgide, che avrebbero dovuto essere sue, e un angolo della stanza, da dove aveva sentito provenire  la voce.
 
Proprio lì, prese forma la figura di un uomo, alto, ammantato di bianco. I suoi capelli, bianchi anch’essi, parevano lucenti. Nonostante Chiaro non avesse dubbi sul fatto che si trattasse di un uomo, quella figura gli apparve così aggraziata da chiedersi da dove mai potesse provenire.
 
“Non ti fare troppe domande, sciocco” gli disse la donna “viene da un luogo troppo lontano per te. E quindi” proseguì poi rivolta alla figura bianca “dimmi Ayel, come c’entri in tutto questo?”
 
Il tono della sua voce era molto infastidito.
 
“Il cerchio” disse l’altro con estrema calma, indicando il cerchio disegnato da Chiaro “ha falle da tutte le parti. Ma anche un cerchio ben disegnato non ti avrebbe certo contenuto”
 
La donna roteò gli occhi: “Che saputello…”
 
Ayel proseguì, rivolto all’umano che aveva cominciato a tremare: “Fai bene ad aver paura. Ma sarebbe stato meglio che la tua paura avesse fermato i tuoi gesti prima di invocare un demone come Esse”
 
“E chi sarebb...”
 
Ma la donna si voltò verso Chiaro leccandosi le labbra “Chi vuoi che sia?” Poi sospirò, quasi fosse sconfitto “Il povero umano non sapeva a che cosa andava incontro. Avrebbe dovuto invocare un normale Raccoglitore, che avrebbe fatto il suo dovere. Ascoltato il suo desiderio, barattato qualcosa in cambio. E basta. E invece” allargò le braccia melodrammaticamente “ Sono comparso io”
 
Ayel guardò la donna: “Devi aver fatto qualcosa di veramente terribile perché Lucifero ti affidasse un compito così umiliante, per uno come te”
 
Esse sospirò: “Sarà, ma questo è il mio ultimo compito, poi potrò finalmente tornare a casa, nel cerchio dei Sobillatori, che m’appartiene… E poi “proseguì “ non avrei avuto l’onore di lavorare con te”
 
Le due figure non parlarono per un pochino e Chiaro rimase fermo immobile a guardare, non capendo assolutamente quello che stava succedendo. Ayel se ne accorse.
 
“Hai invocato un demone per esprimere un desiderio, persuaso che questi possa risolvere la tua vita. Invece di un demone qualunque, è venuto Esse che, se non fossi qui io, t’avrebbe sicuramente già sbranato, infischiandosene del tuo cerchio disegnato male o dei tuoi desideri…” gli spiegò freddamente.
 
Chiaro sgranò gli occhi.
 
“Ma il libro…”
 
“Il libro dice stupidaggini. E’ scritto da un uomo, perciò estremamente limitato…”
 
“Ma ora tu sei qui…” aggiunse Chiaro con un filo di speranza, estremamente pentito di quello che aveva appena fatto.
 
“Ma non farò nulla…”
 
“Non farai nulla?”
 
“Vedo benissimo il tuo pentimento, ma non ne posso prendere atto…”
 
“Né tanto meno” lo interruppe Esse “gli interessa farlo. Sai, tutte queste dicerie sugli angeli buoni e altruisti… Tutte fandonie!” e rise, divertito.
 
“Un angelo?”
 
“Se abbiamo finito con le presentazioni “ disse Esse spazientito “possiamo passare al lavoro… Dimmi che cosa vuoi” Il demone guardò Chiaro attraverso le sue ciglia, lunghe e nere e quegli occhi verdissimi che Chiaro non riusciva a smettere di desiderare.
 
“Voglio… Voglio…” Chiaro  deglutì, nonostante avesse la bocca secca. “Voglio…Nero”
 
Esse scoppiò a ridere, fragorosamente “Lo sai che questa frase dà adito a tante interpretazioni…”
 
“No, no…Io voglio che Nero torni ad essere mio fratello…”
 
“Ma lui non è tuo fratello”
 
“Certo che è mio fratello!” protestò Chiaro.
 
“Che ingenuo… “ Esse si strinse nelle spalle “ma ti capisco , ti capisco…” e sorrise, schernendolo.
 
Chiaro deglutì di nuovo, schiacciandosi contro lo schienale della sedia su cui era seduto, intimorito e sedotto da quella donna di fronte a lui.
 
“Non sopporto più i suoi silenzi, le sue distrazioni…Io voglio che dimentichi Castel Thurlow, voglio che dimentichi la sua fuga, voglio che dimentichi…”
 
“Vuoi che dimentichi parte della sua vita?”
 
“Beh, sì…” Chiaro si strinse nelle spalle “Non che proprio dimentichi…”
 
“Ma lui non è mai stato bene a casa, questo lo sai, come puoi pensare che se dimenticasse parte della sua vita sarebbe felice di rimanere con te? Perché è questo che vuoi, che stia con te, che sia felice e che smetta di cercare..”
 
“Sì! SI” Chiaro quasi gridò “Che la smetta di cercare qualcosa che non esiste, che la smetta di avere quegli occhi tristi, quello sguardo perso! Che sia felice quando siamo insieme, che smetta di pensare che un posto insulso come Castel Thurlow possa davvero diventare la sua casa!! Che smetta di essere sereno solo quando parla con uno storpio...”
 
“Che la smetta di essere sereno?” Esse alzò il sopracciglio, volutamente fraintendendo le parole appena dette da Chiaro, ma Chiaro non capì l’inganno.
 
“Sì, che mi voglia bene…” disse in un soffio, quasi esausto di troppe parole, per le troppe volte che in cui s’era trovato a pensarle “Voglio che non sia così stanco quando mi parla, che …” si mise le mani nei capelli “Che…” senza rendersene conto, iniziò a piangere e la voce gli si spezzò.
 
“Esse” intervenne Ayel “sai benissimo cosa vuole”
 
“Vuole ce cambi l’animo di Nero che...”
 
“Voglio essere quello che, in poco tempo, è diventato Lord Thurow” disse  Chiaro.
 
Esse e Ayel lo guardarono per un istante, insolitamente stupiti, poi Esse scoppiò a ridere e, persino Ayel non riuscì a trattenere un sorriso.
 
“Tu non hai idea di quello che stai chiedendo… Tu non lo sai davvero”
 
Chiaro lo guardò con aria interrogativa ed Esse non poteva chiedere invito migliore. Si avvicinò seducente all’umano, accostando pericolosamente alla sua bocca alla propria.
 
“Vorresti davvero diventare l’amante di tuo fratello?” si morse le labbra umettandosele “Vorresti davvero che le sue labbra sfiorassero le tue e che la sua voce chiamasse il tuo nome quando lo tieni fra le tue braccia?”
 
Chiaro non riuscì a capire, non volle capire. La voce di Esse gli era addosso, il suo alito nell’orecchio. Che cosa poteva fare? Cercò di divincolarsi.
 
“Cosa stai dicendo? Che…”
 
“Sto esattamente dicendo quello!”
 
“Menti, demone, Nero non farebbe mai una cosa così orribile e disgustosa!”
”E invece…” Esse sorrise.
 
“E tu…” Chiaro era in preda al panico “TU!” indico Ayel “Non hai niente da dire? Rimani lì a guardare, ma non inorridisci di fronte a quello che è stato appena detto?”
 
Ayel lo guardò,  sospirando.
 
“Non c’è nulla per cui inorridire”
 
“Ma è vietato! E’ contro natura? Perché Nero?”
 
“Non è vietato dal cielo, questo è certo”
 
“E’ vietato di Dio!”
 
Al che Esse, di nuovo, scoppiò a ridere.
 
“Mai avrei pensato che questo umano potesse essere così divertente! Vietato da Dio…Che cosa ne vuoi sapere tu? “
 
Chiaro tremò.
 
“Non ne sai niente. Gli uomini l’hanno vietato, ma Dio vieta ben poche cose e di certo non vieta l’unione di due amanti”
 
Chiaro non trattenne un conato di vomito: il panico e l’agitazione che l’avevano pervaso sembravano incontrollabili. Ayel prese la parola.
 
“Gli uomini hanno frainteso, volutamente, la volontà di Dio. Il loro amore non  un peccato, agli occhi del mio Signore” Chiaro tremò.
 
“E quindi, caro il mio umano” Esse gli passò una mano fra i capelli “Ora che sai che ti è permesso farlo, vuoi Nero per te?”
 
“NO! No! Io non posso… Io voglio… Io…” le lacrime ripresero a scorrergli sul viso “Io voglio che dimentichi tutto, che dimentichi Lord Aaron, il suo castello, tutto. Voglio mio fratello, come quando giocavamo a casa nostra… io voglio…”
 
Esse lo zittì “Basta così, basta con questi io e con questi voglio. So fin troppo bene cosa vuoi. Ora parliamo di quello che hai tu da offrire in cambio”
 
Chiaro s’irrigidì.
 
“Suvvia, non hai certo creduto che esistesse qualcosa che io potessi fare per te senza un mio tornaconto personale, mi sbaglio?”
 
“Non è la mia anima che vuoi?”
 
“La tua anima è già mia. Che cosa pensi che me ne faccia, quando già l’Inferno è stracolmo di dannati?”
 
“E’ già tua?”
 
“Beh” disse Esse con estrema sufficienza, quasi stesse parlando ad uno stupido “ Il chiamarmi qui per voler completamente cambiare l’animo e la mente di Nero non è proprio un’azione da santi” poi sorrise “Proprio no”
 
“E allora, che cosa vuoi?”
 
“Voglio l’anima di Aaron”
 
“Che cosa?”
 
“Mi hai sentito, voglio l’anima di Aaron”
 
Chiaro esitò “Perché? Che differenza fa? Perché la sua?”
 
“Ma allora sei proprio cieco?” Esse sospirò “Non hai notato la grazia in cui cammina. Non hai notato la gloria che lo circonda? E’ un prescelto di Dio – come lo chiamate voi umani. La sua anima brilla come quella di nessun altro. Avere un tale gioiello e una tale luce nel nostro regno, renderebbe molto felice il mio signore.”
 
“E come posso darvi la sua anima?”
 
Esse sorrise poiché Chiaro, ormai, era alla sua mercé. Non c’era più salvezza, né perdono.
 
“Fagli firmare questo foglio.” Nelle sue mani si creò un foglio bianco, traslucido “Usa qualunque metodo, qualunque stratagemma tu preferisca. Se Aaron metterà la sua firma qui sopra, la sua anima sarà nostra e quella di Nero tua. Potrai servirtene a piacere”
 
Chiaro aggrottò la fronte “Basta che firmi, posso farlo sembrare qualunque cosa”
 
“Aaron dovrà sapere che sta firmando qualcosa che durerà per sempre, che non sarà temporaneo. Non puoi ingannarlo facendogli firmare un biglietto d’auguri…” Esse sorrise “ma puoi ingannarlo comunque. Confido nella tua astuzia”
 
Chiaro prese il foglio tremando “E Nero farà quel che voglio…”
 
“Purtroppo ora non hai più tempo”
 
“Che cosa vuoi dire?”
 
“Aaron sta morendo, la sua vita su questa terra sta per finire”
 
Chiaro fu preso dal panico.
 
“Non ti preoccupare, con quel foglio avrai la possibilità di riavere sulla terra Aaron, oltre a Nathaniel insieme a te, non subito, ma sono certo che saprai aspettare” Esse sorrise e poi si coprì la bocca, come se si fosse dimenticato di dire qualcosa di molto importante “Ricordati che se Nero tornerà da Aaron in questa vita e se parleranno, dissipando i loro dubbi, quel foglio non avrà più valore”
 
“Ma Nero non tornerà in Cornovaglia” si affrettò a dire Chiaro.
 
“Questo io non lo so” Esse sorrise, di uno di quei sorrisi melliflui di chi sa molto di più di ciò che dice ”Ora devo andare, ricordati il patto. Non potrai mai rescinderlo, non potrai mai cambiare idea. Solo Aaron potrà farlo, strappando personalmente il foglio. Ma tu cerca di non farglielo fare” Il demone rise, iniziando a scomparire.
 
“Aspetta, ma il patto di sangue..?”
”Il patto di sangue? Con te? Il patto è stato suggellato nel momento in cui m’hai chiamato. Del tuo sangue non me ne faccio proprio niente!”
 
Scomparve del tutto, lasciando il suo odore, così come scomparve Ayel, senza dire una parola.
 
La stanza rimase vuota e Chiaro dovette accovacciarsi per terra per non vomitare.
 
Guardò il foglio, a lungo, finché una strana sensazione non gli pervase prima l’animo, poi tutto il corpo. Chiaro cominciò a ridere: si sentiva estremamente potente.
 
Per la prima volta in vita sua aveva le armi necessarie per fare ciò che lui voleva, senza interferenze, senza che nessuno potesse giudicarlo.
 
Che cosa importava se Aaron non meritava l’Inferno? Lui forse s’era meritato quella vita passata ad inseguire un fratello che non s’era mai voltato ad aspettarlo?
 
Finalmente! Finalmente esisteva solo la sua volontà. Si trattava di far firmare un foglio ad Aaron, in un’altra vita. Avrebbe aspettato, così finalmente lui avrebbe vinto. E Nero avrebbe dimenticato quell’essere inutile e non si sarebbe macchiato più di un’azione tanto ignobile. In fondo – Chiaro ne era certo – Nero sarebbe stato grato al fratello perché lo stava salvando dalla perdizione.
 
L’uomo appoggiò il foglio sul letto e si alzò sollevando le braccia al cielo.
 
 
 
 
 
Ormai lontano, il vento soffiava.
 
“Hai mentito. Non è vero che se Aaron e Nathaniel si rivedranno, il patto perde di valore”
 
“E’ vero” sorrise Esse “ma quello sciocco m’ha creduto. Domani sarà una giornata molto divertente”
 
Ayel lo guardò e si chiese se veramente l’umano avrebbe fatto – il giorno dopo - quello che sia lui sia Esse si aspettavano facesse.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dicembre