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Autore: LadyPalma    14/10/2012    1 recensioni
Enrico ha perso la testa dietro Anna Bolena e i giorni di Caterina stanno per volgere al termine. Ma davvero tutto è come sembra? Oppure c'è ancora qualche speranza per il Re e la Regina? // Piccola long-fiction sulle note di "Love the way you lie" di Rihanna e Eminem.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salvee! Si, lo so questa storia me la potevo risparmiare, però quando ho risentito dopo un pò questa canzone mi è venuta immediatamente quest'idea... (Tra un pò di giorni potrei anche finire per scrivere una storia con "44 gatti" su Anna Bolena e Tommaso Moro in coppia, ne sono capace o.O... No, sto scherzando LOL)
Spero vi piaccia questa storia, soprattutto perchè è la prima long-fic che scrivo su questa coppia (su una coppia canon in genere, credo) Buona lettura! :)

 


1.But you’ll always be my hero
 

 

On the first page of our story,
the future seemed so bright

 

 
 

 “Dai Enrico, ditemi cosa mi nascondete!”

Era questa la richiesta che Caterina continuava a fare in quella mattina di inizio maggio. La curiosità vibrava nella sua voce, ma non c’era impazienza nei passi del Re che, tenendola stretta per mano, la portava a vedere quella che lui definiva “una sorpresa”. L’ennesima, a dire il vero: se c’era qualcosa di cui la giovane Regina poteva lamentarsi di certo questa non era la mancanza di attenzioni.

“Et voilà!” esclamò improvvisamente Enrico in perfetto francese, arrestando il passo.

Davanti a loro il palco della giostra, allestito per l’imminente arrivo del Re di Francia. I tendaggi erano stati rinnovati, ma Caterina non notava nulla di nuovo a parte questo. Lanciò un’occhiata dubbiosa al marito, che in tutta risposta sorrise semplicemente, facendole cenno di avvicinarsi ulteriormente. Adesso si, adesso era visibile il particolare e chiamarlo sorpresa era un eufemismo: due lettere intrecciate spiccavano ripetute infinite volte sul tessuto. C & E, Caterina e Enrico, come simbolo del loro amore.

Ecco cosa avrebbe visto il vecchio Luigi XII della Corte d’Inghilterra, ecco cosa avrebbe saputo il resto d’Europa dei sovrani più belli del mondo. Che erano innamorati.
 

 

Then this thing turned out so evil…
I don't know why I'm still surprised

 

    
 

“Maestà, tutto bene?”

Caterina si voltò di scatto e il viso preoccupato della sua nuova dama Elisabeth Darrell sostituì quello gioioso di suo marito. Riprese lentamente contatto con la realtà e annuì debolmente, mentre un lieve sorriso appariva sulle sue labbra. Buffo come una ragazzina che conosceva da solo qualche mese, fosse la persona che le mostrasse adesso più lealtà. Chiuse un secondo gli occhi, tentando di riafferrare la memoria lontana, ma sapeva che ormai sarebbe stato inutile. I tendaggi della giostra del suo vano ricordare erano svaniti e tra poco non ci sarebbero stati neppure più materialmente. Il Re era appena passato e aveva chiesto i suoi favori ad Anna Bolena, lì davanti a tutti… E nessuno si era stupito, a dire il vero non si era più sorpresa neppure lei. Dicevano tutti che faceva pazzie per quella dama che gli aveva rapito il cuore, ma metà di quella Corte troppo giovane, non poteva sapere che per lei ne aveva fatte molte, molte di più. Ma adesso non importava, perché Enrico ora desiderava Anna, perché era di lei che si professava innamorato.

Ecco cosa avrebbe visto Francesco I, il giovane figlio di Luigi, ecco cosa avrebbe saputo il resto dell’Europa dei sovrani più problematici del mondo. Che un tempo erano stati innamorati.   

 


Even angels have their wicked schemes
and you take that to new extremes

 
   

La giostra era finita così come era iniziata ma i favori di Anna non avevano assicurato al Re la vittoria. Ironico, dato che con quelli della Regina vinceva sempre. Doveva entrarci qualcosa la sorte, il Destino, forse era addirittura Dio che mostrava come quella coppia non poteva essere benedetta, anche se sembrava esattamente il contrario vedendoli ballare al centro della Sala. Anche Caterina li guardava, come si guarda un quadro visto e rivisto più volte, ma che non smette di suscitare emozioni, come non ci si stanca mai di guardare un tramonto anche se rende malinconici. E quella scena era un po’ il suo di tramonto. 

“Vostra Maestà” disse Charles inchinandosi davanti a lei e occupando la sedia vuota al suo fianco.  

“Vostra Grazia!” rispose la Regina chinando appena la testa e sorridendo apertamente al migliore amico di suo marito, che ultimamente era diventato inaspettatamente un po’ il suo.

“E’ uno spettacolo indecente” sussurrò poco dopo lui.

Era superfluo chiedere a cosa si stesse riferendo, tutti stavano guardando la stessa identica scena. Da donnaiolo qual era, Charles non aveva mai opposto resistenza alle piccole avventure di Enrico, ma questa non era un’avventura, era una sfida, un affronto e non riusciva ancora a capire chi ne fosse il destinatario.

Caterina chiuse gli occhi per qualche secondo, ma non rispose.

“Dovreste fare qualcosa” continuò lui con un sorriso, mentre un’idea si affacciava nella sua mente.

“E cosa?” chiese lei voltando di poco la testa “Il Re non mi desidera più. E’ finita” fece notare cercando di apparire calma, mentre ogni parola pronunciata così ad alta voce suonava come una pugnalata.

“Enrico vi ama ancora e vi desidera ancora, ne sono certo” ribattè Charles annuendo pensieroso.

“Ah Charles, vi ho sempre lodato per il vostro intuito, ma temo che questa volta vi stiate sbagliando!” esclamò lei forzando una leggera risata priva di allegria.

“Allora stiamo a vedere!” disse lui semplicemente, dopo qualche attimo di silenzio, afferrando la mano della Regina e conducendola al centro della Sala.

Adesso era il turno di Caterina di essere guardata ed era il turno di Enrico di stare a guardare. Perché una cosa era certa: in quello che era a metà tra un sorriso indispettito e uno sguardo incredulo, lui la stava guardando, anzi fissando.



 
But you'll always be my hero
even though you've lost your mind



 
Non riusciva a ricordare qual era stata l’ultima occasione in cui aveva danzato, ma un anno era passato di sicuro. Per un momento tutti gli occhi erano puntati su di lei e lei sapeva che tra quegli occhi c’erano anche quelli blu di Enrico. Non faceva tanto notizia il fatto che stesse ballando con Charles Brandon: chi fosse il suo accompagnatore non importava nulla alla gente della Corte dato che, pur conoscendo la non così immacolata reputazione dell’uomo non dubitava di quella della donna. Ma era così che la stava pensando anche il Re? Era questo che si stava chiedendo Caterina, ed era questo che si chiedeva anche Charles.

“Il vostro brillante piano era di farlo ingelosire?” domandò lei accigliandosi leggermente.

“Pare stia funzionando” rispose lui sorridendo compiaciuto, lanciando una rapida occhiata al suo amico.

La Regina scosse la testa sorridendo, intimandolo di smetterla, ma non riuscì ad evitare tuttavia di spiare lei stessa la reazione del Re.

“Posso chiedervi una cosa?” domandò il duca, richiamando la sua attenzione e diventando improvvisamente serio “Come fate ad amarlo dopo tutto questo tempo, dopo tutto ciò che vi ha fatto?”

“E’ il mio Sir Cuore Fedele, anche se non lo è più, capite?” disse infine con un sorriso amaro.

Fedele non era di certo la parola con cui si sarebbe potuto definire Enrico, ma a lei piaceva credere che almeno all’inizio lo fosse stato davvero e che avesse avuto intenzione di restarlo fino alla fine. Lo amava per i ricordi del passato e lo amava per la speranza che riponeva nel futuro che sembrava sempre più utopico; lo amava anche se non era più il suo Sir Cuore Fedele, anche se non era più fedele, anche se forse non c’era più spazio nel suo cuore per lei.

E quando i loro occhi si incrociarono, a Caterina sembrò per un momento di tornare a quella lontana mattina di maggio, quando quegli occhi guardavano solo lei, quando si bastavano l’uno per l’altra e capì che forse c’era una speranza anche in quel presente e che forse non tutto era perduto.
 
   
 
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