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Autore: Dreamy99    14/10/2012    2 recensioni
Bridget Payne lavora per conto dell'Alpha Team, una corporazione che combatte contro il crimine.
Ha un fratello dolce e tenero di nome Liam, cui lei è molto legata, ed è sempre in compagnia di Harry Styles, il suo migliore amico, segretamente innamorato di lei.
Tratto dal primo capitolo:
"Stavo fissando quel ragazzo, con il banco accanto al mio, un po' più alto di me. Aveva lo sguardo perso nel vuoto: qualcosa lo turbava. Era carino, devo ammetterlo, ma io non potevo innamorarmi perché ero un'agente segreto in cerca del colpevole: forse era lui. Si, un agente segreto adolescente. Avevo promesso a Kelly che l'avrei scovato quel delinquente, anche a costo di cercare nelle fogne, come un roditore maleodorante. Quella era la mia ultima missione prima delle vacanze estive."
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"Mi avviai verso l'uscita, ma qualcuno mi prese per il braccio destro, bloccandomi. Mi voltai di scatto, con furia, nervosa. Era Harry, il mio migliore amico. Lo guardai e gli sorrisi.
- Non mi aspetti?- Mi chiese.
- Purtroppo ho una riunione con la squadra, quindi non posso, mi dispiace.- Gli risposi, abbassando lo sguardo. Lui era l'unico che lo sapeva.
- Ma domani sei libera?- Mi domandò Harry."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bridget

Stavo fissando quel ragazzo, con il banco accanto al mio, un po' più alto di me. Aveva lo sguardo perso nel vuoto: qualcosa lo turbava. Era carino, devo ammetterlo, ma io non potevo innamorarmi perché ero un agente segreto in cerca del colpevole: forse era lui. Si, un agente segreto adolescente. Avevo promesso a Kelly che l'avrei scovato quel delinquente, anche a costo di cercare nelle fogne, come un roditore maleodorante. Quella era la mia ultima missione prima delle vacanze estive.

La campanella della fine dell'ultima ora suonò e io uscii di fretta. Mi avviai verso l'uscita, ma qualcuno mi prese per il braccio destro, bloccandomi. Mi voltai di scatto, con furia, nervosa. Era Harry, il mio migliore amico. Lo guardai e gli sorrisi.
- Non mi aspetti?- Mi chiese.
- Purtroppo ho una riunione con la squadra, quindi non posso, mi dispiace.- Gli risposi, abbassando lo sguardo. Lui era l'unico che lo sapeva.
- Ma domani sei libera?- Mi domandò Harry.
Feci cenno con la testa di no. Il suo voltò si rabbuiò. Mi dispiaceva deluderlo, ma ormai anche questo faceva parte della mia vita.
- Fra poco ci saranno le vacanze, così potremo passare più tempo insieme, ok?- Gli dissi,sorridendo.
- Speriamo...- Rispose lui, senza un briciolo di partecipazione, ormai convinto che questo mio lavoro mi strappasse via troppo tempo, come se tutta la mia vita era adibita esclusivamente a questo, senza che io tenessi conto del resto, di lui. Beh, forse un po' di ragione l'aveva.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e me ne andai, dispiaciuta.
All'ingresso vidi Sevdenko che mi aspettava. Gli corsi in contro e lo abbracciai.
- Ciao, Bridget!- Mi salutò. Anche lui faceva parte dell'Alpha Team, la corporazione per cui lavoravo ed era per giunta un mio lontanissimo cugino.
- Ciao, Sev!- Risposi io.
Ci incamminammo verso il parcheggio e salimmo in macchina.
- Andiamo alla Base o in Centrale?- Domandai.
- La riunione era solo una scusa, cara!- Rispose lui con un sorriso beffardo.
Per qualche istante rimasi in silenzio, non avendo capito, ma appena mi resi conto di ciò che aveva detto mi girai verso di lui e lo guardai con gli occhi sgranati.
- Eh? Perché, scusa?- Gli dissi, scioccata.
- Volevo passare un po' di tempo con la mia cuginetta preferita...-Rispose Sev.
- E c'era bisogno di mentire? Povero Harry: l'ho deluso un'altra volta e per colpa tua che pensi solo a te stesso! Avrei potuto trascorrere del tempo con lui e invece eccomi qui a sentirti delirare di brutto! Ma che ti prende, eh?- Sbraitai io.
- Ma non ti rendi conto che pensi solo ed esclusivamente ad Harry? Capisco che sia il tuo migliore amico, ma a tutto c'è un limite, no? Se ti avessi chiesto di uscire per stare un po' insieme mi avresti risposto di no! E sai perché? Perché saresti stata impegnata con Harry, come sempre!- Gridò lui a sua volta. Il suo discorso non faceva una piega: aveva maledettamente ragione, purtroppo.
- E dove mi porti?- Chiesi io, con tono decisamente più calmo.
- In spiaggia.- Rispose lui.
Pochi minuti dopo ci trovammo di fronte un panorama stupendo: il mare era mosso e le sue onde si scagliavano fragorosamente contro gli scogli, creando una melodia rilassante. All'orizzonte c'erano tante isolette e il sole splendeva in alto. Qualche metro più in là, alla nostra destra, c'era una casetta, ma non si intravedeva nessuno. Mi sedetti sui ciottoli e mi voltai verso di Sev, un po' più indietro di me, dove c'era la sua automobile posteggiata.
-Vieni con me!- Mi ordinò lui, indicando la casetta abbandonata. Si avvicinò a me, mi sorrise e mi porse la mano.
Io accettai il suo aiuto e mi alzai. Mio cugino aprì lentamente la porta ed entrammo.
-Wow!- Esclamai io.
Al centro della stanza c'era un tavolino con una tovaglia in lino, tutta ricamata. Intorno due sedie in ferro battuto e una candela che illuminava l'ambiente. Poco più in là c'era un grazioso divanetto tutto ricoperto di petali di rose rosse. Le finestrelle erano chiuse e la fioca luce della candela rendeva l'atmosfera particolarmente romantica.
- Cosa significa questo?- Dissi, rivolgendomi a Sev.
- Preferisci saperlo a parole o con i fatti?- Mi domandò lui.
- Non capisco dove vuoi arrivare...- Risposi io.
- A questo...- Disse lui, avvicinandosi a me.
Mi cinse i fianchi e mi guardò dritto negli occhi; odiavo quando si comportava così perché io iniziavo a sorridere come una scema e lui mi continuava a guardare così intensamente che poi dovevo distogliere lo sguardo, per non rimanerne incantata. Ed quello che feci anche questa volta.
Indietreggiai velocemente.
- Forse è meglio se me lo spieghi a parole...- Aggiunsi io, imbarazzata e con una sensazione strana che mi tormentava lo stomaco, forse disagio.
- Non sono d'accordo.- Sussurrò lui. La sua voce così calma, dal tono basso mi creava brividi che percorrevano tutto il mio corpo; era stato detto in un sussurro come se fosse qualcosa di proibito, così terribilmente impossibile, non corretto moralmente, qualcosa che ora era accessibile ad entrambi!
Si avvicinò nuovamente e io continuavo ad andare indietro finché non arrivai a toccare la parete con la schiena. Mi sorrise.
- Sei in trappola, cara!-Esclamò lui.
Purtroppo era vero: non potevo muovermi, ma non mi volevo arrendere, non ora. Cercai di dimenarmi più volte, ma con scarsi risultati perché lui era forte e non aveva intenzione di lasciarmi andare. Sev, allora, si avvicinò ancora di più, cercando di far imprimere le sue labbra contro le mie, ma io non sono un tipo cedevole; così gli diedi uno schiaffo e lui indietreggiò automaticamente: potevo finalmente andarmene. Mi staccai dal muro e gli andai incontro.

  
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