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Autore: Blaineinlove    14/10/2012    1 recensioni
Piccola OS scritta per la Klaine Week di ottobre :D
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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New York nel mese di dicembre era qualcosa di favoloso.
Le luci, la neve, i turisti, la frenesia; tutte cose che Kurt non avrebbe mai barattato per nulla al mondo.
Poco importava se fuori i gradi arrivavano sotto lo zero. Lui si vestiva a strati, indossava una delle sue splendide sciarpe, gli stivali e passeggiava per la città.
Di solito il giro iniziava da Central Park il posto in cui quattro mesi prima aveva lasciato il suo cuore.
Da quando la storia con Blaine era finita, si era trasformato in un autonoma senz’anima.
I suoi giorni erano scanditi dalla quotidianità: sveglia, NYADA, pranzo, NYADA, cena, letto.
Nessun uscita.
Nessuna nuova conoscenza.
Solo lui e il suo cuore spezzato.
Ogni volta che si sedeva su quella panchina,era come se un pezzetto di anima si staccasse ancora una volta.
Chissà se Blaine soffrisse quanto lui o se avesse una nuova vita.
Da quella sera non aveva più avuto il coraggio di chiamarlo – “ Ti sto lasciando libero.”- furono le ultime parole che uscirono dalla bocca del moro. E Kurt ancora non si spiegava da cosa.
Dopo quelle parole, semplicemente si alzò e andò via piangendo, lasciando Blaineinerme senza dare lui neancheil tempo di spiegare.
I mesi successivi per Kurt furono impossibili.
La prima settimana dopo l’addio la passò a casa, sotto le coperte tra cibo d’asporto e gelato di soya, distruggendosi ogni mattina con il DVD di “The notebook”.
Solamente l’ottavo giorno si alzò da letto, per costrizione di Rachel.
Piano, piano la sua vita tornò alla normalità: riprese a frequentare i corsi all’università, a mangiare… ma il rumore dei cocci spezzati lo riservava per se stesso: la notte, quando rientrando a casa metteva su la felpa della Dalton appartenuta a Blaine, abbracciava il cuscino e piangeva.
I voti calarono a picco, come tutta la sua vita. E dopo quei due mesi capì che doveva rialzarsi.
Era un Hummel, e gli Hummel non si buttavano giù cosi facilmente.
Ricominciò ad uscire e a frequentare i locali, ma ogni volta che un ragazzo si avvicinava per offrirgli da bere, si sentiva a disagio.
Nessuno avrebbe mai toccato le sue labbra, nessuno che non avesse folti ricci e occhi color ambra.
Kurt non amava più, non amava nemmeno se stesso.
La maschera che si era creato gli permetteva di andare avanti…ma solo apparentemente , perché quel che succedeva nel suo cuore e nella sua mente era un segreto che teneva per se.
Anche quel pomeriggio fece la stessa cosa: si sedette su quella panchina ad aspettare.
Aveva bisogno di un segno, una qualsiasi cosa… quel qualcosa che non arrivava mai, perchè tutto era fermo a Blaine.
Quando il freddo arrivò al suo cuore e una lacrima solcò il suo viso capì che era ora di alzarsi e andare.
Mentre passeggiava si sentiva l’unico sbagliato.
Dove era finita la sua felicità?
Stringendosi ancora un po’ nel suo cappotto entrò nel primo Sturbacks e si avvicinò alla cassa per ordinare.
“Un caffè lungo macchiato e un cappuccino medio per me.”- avrebbe riconosciuto quella dolce melodia ovunque :era Blaine. Era Blaine, che dopo quattro mesi era tornato. Era Blaine, che stava ordinando il suo caffè come quando erano due adolescenti.
Kurt alzò gli occhi e li puntò in quelli del ragazzoal suoi fianco.
 Come se nel silenzio gridassero “Sei a casa Kurt. Siamo nelposto che nessuno conosce. Non ti lascerò mai più.”
Blaine sorrise e gli porse il bicchiere – “Ho sbagliato l’ordinazione? In quattro mesi hai cambiato le tue abitudini?”
“No …”- riusci a dire Kurt, ma le parole uscirono cosi piano che sembrarono vento.
Il cuore gli batteva forte nel petto, talmente forte che ogni rumore della gente veniva ovattato dal susseguirsi dei battiti.
Bum, bum, bum… occhi dentro occhi.
Solo ghiaccio sciolto nel caramello.
“Ti va se usciamo? Passeggiamo magari.. ”- propose il moro.
Kurt annui e lo segui.
Passeggiavano in silenzio, le loro mani di tanto in tanto si sfioravano e l’unica cosa che Kurt avrebbe voluto fare era prenderle e stringerle per vedere se fossero calde come un tempo.
Ti amo ancora , lo sai? La mente di Kurt lo ripeteva da quando avevano lasciato la caffetteria. Mi ami ancora anche tu ? Dimmelo Blaine. Parlami. Sono ancora il tuo Teenage Dream?
Tutti i pensieri si affollavano nella mente, ma era come se il cervello fosse scollegato dal cuore, se apriva la bocca non ne usciva nulla.
“Cosa vuoi, Blaine?” - il tono della voce di Kurt trapelava amarezza e delusione.
“Hai ragione, scusami, è arrivata l’ora di parlarne…” - Blaine si sedette e inizio a raccontare- “Non esiste una parola esatta per descrivere quello che sono. Non ti sto chiedendo scusa, perché penso di essere imperdonabile, Rachel mi ha detto tutto quello che hai passato in questi quattro mesi. Pensavo di farti solo del bene lasciandoti, volevo renderti libero Kurt, volevo che inseguissi il tuo sogno. Soffrivo nel vederti rientrare prima a casa per stare con me, soffrivo vedendoti triste perché i nostri orari non combaciavano e nemmeno riuscivamo a dormire insieme perché io componevo di notte e la tua sveglia suonava all’alba. Ero un ostacolo, e lasciandoti pensavo di facilitarti la carriera. Non ho mai smesso di amarti, sai? Nemmeno un momento.” – gli si avvicinò e provò a prendergli la mano, ma Kurt si scostò e puntò i suoi occhi in quelli di Blaine.
Era rabbia quella?
“Pensavi di farmi del bene?”- Kurt rise istericamente, quella risata che colpì prepotentemente il cuore di Blaine – “Del bene! Sei serio? Volevi lasciarmi libero, ma ora spiegami: come si può liberare una persona incatenata dall’amore? Eri il mio tutto! TUTTO! La mia fiducia, il mio coraggio, il mio sogno. E in meno di cinque minuti sei andato via. E’ stato come rompere un bicchiere di cristallo, Blaine! Hai mai provato a rimettere insieme i pezzi? No! Perché è impossibile!”- Kurt oramai gridava ma a Blaine andava bene, andava bene perché era colpa sua se tutto quello stava succedendo.
“Ho provato ad odiarti in questi mesi. Ho provato a scacciarti.” – le lacrime correvano veloci sul viso di Kurt e Blaine avrebbe voluto solo baciarle e scacciarle via – “La verità e che ti amo ancora. Ti amo come la prima volta. Ti amo come quando ti ho incontrato su quelle scale. Ti amo perché le tue imperfezioni ti rendono perfetto. Ti amo per come sorridi. Ti amo per quello che sei.”- Blaine oramai era in piedi e lo stava stringendo; Kurt finalmente si sentì “giusto”.
Erano come due pezzi di puzzle.
“Non lasciarmi mai più.” – disse Kurt tra i singhiozzi.
Blaine gli si avvicinò e lo baciò, quel bacio che valeva mille risposte.
Quando le loro bocche si schiusero lasciando le loro lingue giocare capirono di essere ritornati a casa.
Rossi in viso nonostante il freddo si staccarono per respirare – “Sposami”.
Kurt pensò di averlo sognato, ma Blaine si inginocchiò sulla fresca neve ed estrasse dalla tasca una scatolina azzurra.
Quando la aprì, per Kurt fu come perdere la terra sotto i piedi.
“Kurt Elisabeth Hummel, vuoi diventare mio marito?”
“Sì. Sì. Sì. Sì.”- rispose Kurt inginocchiandosi accanto a lui per poterlo abbracciare.
Le lacrime si trasformarono subito in gioia e i loro cuori si ricucirono per magia.
Ora Kurt ci credeva realmente: NY in inverno era pura magia.







 

Buon pomeriggio a tutti !!!
Ed eccomi quà. .avrei voluto scrivere anche io per la Klaine week ma causa pc rotto (prima) e depressione post 4x04 (poi) non ho buttato giù nulla, tranne questa OS.
Devo dire che "winter in NY" mi ha incuriosito molto e non vedo l'ora di leggere tutte le OS scritte.
Ringrazio Nali per aver betato la mia storia <3
Ringrazio Flan per aver creato questa week ( ci serviva proprio)
Ringrazio tutti per avermi fatto sognare ancora un pò con i vostri scritti 
Ringrazio RM quel testone per aver creato la Klaine e per aver scelto Chris e Darren per interpretarla
Ringrazio Medea00 e la sua raccolta per avermi dato un altro pò di Blame it on Blaine

Alla prossima
Ros

 
  
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