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Autore: makeDreamlast    14/10/2012    2 recensioni
[...] “Non c'è proprio speranza che me la lasci prima a me...Per una mezz'oretta sola vero?” Tom gli sussurrò mentre giungevano alla hall e io e Martina ci guardavamo intorno, deliziate, incantate. Come in un incantevole sogno.
“Tom, inizia a stare alla larga, hai capito?” Gli sussurrò in tedesco il fratello.
“Scusa, chiedevo mamma mia! Ma non penserai di fare le cose seriamente.”
“Non lo so, devo pensarci e vedere come va a finire stasera.”
“Beh certo, ti rimangono solo cinque mesi!”
“Vattene per favore, ok?”
“Ok ok, scusa.”
Bill raggiunse la hall per le chiavi, Tom mi venne accanto e cingendomi le spalle con il braccio mi sussurrò “Se hai bisogno, sai dove trovarmi.”
“Ehm...” Mi uscì una risatina stridula “Ok Tom.” [...]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, è una storia vecchia tipo di due anni e oltre, quindi abbiate pietà!
Ho cercato di sistemarla come meglio ho potuto,
ma non convince ancora del tutto, ergo siate generosi con le recensioni!!
Ero un po' bimbaminchiella, spero non si noti troppo!!
Buona lettura,
Cornelian!

 

 

***

Un incantevole sogno
 
 
Lo si sapeva fin dall'inizio cosa ci sarebbe spettato in quarta superiore e avevo avuto ben tre anni per prepararmi. Eppure ne ero ancora tremendamente terrorizzata. Come se fosse l'inizio, come quando ce lo dissero la prima volta.
Eravamo già alla terza settimana di scuola e fin da subito non avevano perso tempo per ricordarci che avremo dovuto comportarci disciplinatamente e che avremo dovuto dimostrare a tutti quanto avevamo lavorato sodo.
Questa cosa non c'entrava nulla con le materie che comunemente cercavamo di imparare, o quasi nulla se non fosse per le lingue straniere.
No, per la maturità è ancora presto.
Si tratta piuttosto di una recita. Ma non una recita qualunque...State a vedere...
Fin dal primo giorno ci avevano raccontato di una “semplice recita”, ma quella mattina imparammo molto di più dalla prof di tedesco coordinatrice di classe.
“Bene, questa ora la dedicheremo alla recita di aprile...” Beh, già ne conoscevamo la data. Continuò a parlare “...Questa recita consisterà nel presentare alcune canzoni...”
Dalla classe si alzò un gran vociferare, tra di noi tutti ci chiedevamo cosa volesse dire. Ci fece calmare l'entrata in aula della prof di inglese che salutammo.
“Stavo spiegando ai ragazzi in cosa consiste questa recita, vuoi continuare tu?”
“Con piacere! Allora, la collega vi ha già spiegato che dovrete presentare delle canzoni, giusto?” Tutti annuimmo, ma quanto la facevano lunga! “Perfetto, ma per farvi presentare queste canzoni abbiamo richiesto l'aiuto di qualche ragazzo più esperto di voi.”
Si alzò nuovamente il solito vociferare, interrotto poi dalla prof di tedesco “Silenzio per favore! Già da un po' di tempo, da alcuni di voi ci sono arrivate, direttamente ed indirettamente, alcune richieste, così abbiamo pensato di soddisfare queste vostre richieste!”
Tutti iniziammo a chiederci “Ma chi? Chi sono? Quali richieste?”
Lei cominciava a capire. La mia vicina di banco mi sussurrò “Magari adesso arrivano...Loro!”
“Si, Martina, sogna pure.” Per quanto intuitiva potessi essere, quella sensazione l'avevo anche io.
La prof di tedesco ci superò e andò a sbirciare fuori dalla porta. Mentre tornava alla cattedra accanto alla prof di inglese, continuò a parlare.
“Sono già qui, ma mentre si ambientano cerchiamo di capire chi sono.”
L'ansia all'improvviso mi assalì “Cosa possiamo dire di loro? Sono poco più grandi di voi, hanno mediamente venti anni!” Chiese conferma all'altra prof che annuì.
Da tutt'intorno le ragazze esclamavano tanti “waaaauuu!!!”
La prof di inglese prese parola “Li abbiamo scelti perché parlano sia tedesco che inglese!” 
“Oddio!!” esclamò Martina, voltandosi verso di me.
“No. No. No. No.”
La prof continuò “E che altro possiamo aggiungere?”
“Senz'altro che sarete contenti di conoscerli!”
Il rumore delle nocche che sbattono sulla porta riecheggiò in tutta la stanza, tutti ci zittimmo. Io comunque strinsi la mano a Martina tra le nostre sedie sotto i banchi. Eravamo nei primi due nella fila centrale, nei posti da secchione, ma lì tutto sommato si stava bene.
Le prof automaticamente dissero “Prego!” e la porta si aprì.
Il mio cuore stava impazzendo, la mia pelle bruciava e la testa iniziò a girarmi. Tutto mentre gli altri compagni esclamavano “Nooo!!! Dio, tutti ma loro noooo!!!” Con cattiveria pesante, ridendo.
“Oh mio Dio! Te lo avevo detto! Me lo sentivo! Non ci credo! Non è possibile!” Martina iniziò a salterellare sulla sedia.
“Ragazze state calme.” Ci sussurrò la prof di tedesco, poi alzò lo sguardo sui ragazzi che titubanti si facevano spazio “Prego venite pure!”
Grazie a Dio non passarono di fianco a me perché ero sulla sinistra più vicina alle finestre, in compenso ci pensò Martina -che stava seduta sulla destra più vicina alla porta- a descrivermi quel momento.
“Mamma mia che profumo!!!”
Io ero totalmente incapace di pronunciare parola o di muovermi.
Le due professoresse si alzarono lasciando posto a due ragazzi, precisamente Georg e Tom -che presero posto molto in fretta- lasciando che Bill e Gustav si appoggiassero di fianco.
Fortunatamente i nostri banchi non erano attaccati alla cattedra, ma la distanza tra noi e loro era veramente troppo poca.
I miei compagni erano totalmente assenti, non gliene importava più di tanto in quanto ragazzi, ma le ragazze cercavano in tutti i modi di attirare l'attenzione dei nuovi arrivati. In me e Martina la gelosia stava oltrepassando il limite, ma la cosa che più ci dava fastidio era il fatto che fino a trenta secondi prima non perdevano tempo a prenderli in giro, e adesso, dopo averli visti dal vivo, cercavano -invano- di attirarli verso di loro. La cosa non mi faceva rabbia... Di più!!
A distrarci furono le prof che iniziarono un vero e proprio colloquio in tedesco. Iniziò appunto lei “Perfetto, stavamo spiegando ai ragazzi di questa recita che si terrà ad aprile...” Mentre lei parlava i ragazzi la guardavano e annuivano, io non sapevo se trattenere le lacrime o no. Prima o poi sarei comunque scoppiata, quel groppo mi stava strozzando.
Continuò la prof “Voi la storia la sapete già, perché ci siamo parlati per telefono, ma è giusto che la sappiano anche loro.” Ci indicò tutti.
Io mi piegai verso Martina sussurrandole “La prof ha i loro numeri di telefono e non ci dice nulla!!” Il groppo diventava sempre più intrattenibile.
“Dobbiamo ringraziare due ragazze in particolare.” Ci guardò.
“Ecco!!” Martina si appoggiò allo schienale, paralizzata come una statua.
“Sono state loro a darci questa idea e così...Vi abbiamo contattati!”
“Mannaggia a noi quella volta!” Sussurrò la mia vicina.
“Ci hanno parlato moltissimo di voi e alla fine vi abbiamo collegati a questa recita.”
“E' il caso se tiri fuori due fazzoletti.” Disse ancora, rivolta a me.
“Tutto il pacchetto.” Mi piegai e dalla tasca esterna del mio zaino tirai su il pacchetto di fazzoletti. Martina mi sventolò davanti la mano e gliene porsi uno.
“Le ragazze interessate, spero abbiate capito chi siete, prego venite qui?”
“EH?!?” Di scatto mi voltai verso la prof di tedesco.
“Dai, quando ti capita questa occasione?” Martina, più coraggiosa di me, si alzò e passando di fronte a tutti e quattro, tra i banchi e la cattedra raggiunse le prof. Io mi aggregai a lei.
“Eccole qui, le nostre fan più grandi!” Esordì la prof di inglese. I quattro ragazzi ci squadrarono da testa a piedi.
Il primo ad avvicinarsi fu Gustav, ci strinse le mani e sorrise. A seguito anche Georg, Tom e Bill. Mandai giù uno di quei nodi che appesantivano anche gli stomaci più forti.
“Beh, direi che possiamo partire con le presentazioni ufficiali.”
In inglese, i quattro ragazzi cominciarono a parlare un po' di loro mentre io e Martina tornavamo ai nostri posti. Ascoltavamo affascinate, ma sapevamo già tutto. I miei occhi si facevano sempre più lucidi, fino a quando Bill si voltò sorridendomi. Fu questo che fece liberare la prima lacrima senza alcuna fatica, subito l'asciugai con il fazzoletto già tutto stropicciato.
Quando i ragazzi ebbero finito di parlare, la prof di inglese fece parlare la prima ragazza, quella che avevano più vicina. Altrettanto in inglese anche i miei compagni si raccontarono. Quando toccò alle ragazze dietro, fui rapita da un attacco di panico.
“Marty, vai prima tu.” Iniziai a respirare affannosamente.
“Ok...” Mi sussurrò, poi guardò dritto verso Georg “Beh, ci siamo già presentati.” La voce le tremava tantissimo così come le mani. Parlò di lei, dei suoi hobby e di quella passione che aveva per loro. Ne furono onorati.
Toccava a me, chiusi gli occhi per il tempo di fare un lungo respiro, cercando di convincermi che davanti non avevo loro veramente, poi aprii bocca “Ehm...” Fissavo le mani, erano sudate ai massimi livelli “Anche noi ci siamo già presentati....” Le lacrime spingevano così violentemente, le avrei domate ancora per poco.
“Coraggio, su” Mi incoraggiò la prof di tedesco. Fosse facile.
Da infondo alla classe sentii un debole sussurro “Che scenata!”
Qui esplosi. Loro non capivano cosa provavo io, non lo avrebbero mai capito. Le lacrime sgorgavano come un fiume in piena.
“Ok...Adesso...Sicuramente....Sembrerò una bambina ma...”
Martina mi posò la mano sulla schiena “E' tutto a posto, tranquilla.”
Nessuno sapeva come mi sentivo, come mi girava la testa. Come avrei preferito svenire pur di non restare un altro secondo in più davanti a lui, irraggiungibile.
“Hey, tranquilla. Facciamo così...” Si avvicinò la prof di tedesco sfiorandomi il polso “Per chi stai piangendo?”
Con un sorriso puntai l'indice contro Bill, il suo cuore ebbe un tuffo a precipizio.
“Vieni...” Mi tirò facendomi alzare e mi portò accanto a lui.
“Oh mio Dio!”
Subito Bill si spostò dalla sedia del fratello, con un piccolo passo avanti era già ad una distanza perfetta per permettermi di buttarmi tra le sue braccia. Lui mi tirò a sé stringendomi in un forte abbraccio. Iniziai così a sfogarmi, piangendo e singhiozzando. Lo stringevo talmente forte che avevo paura di strozzarlo, da quanto era magro.
“Andrea, vai tu.” Il mio compagno iniziò a parlare di sé, Bill si appoggiò allo schienale del fratello e mi fece appoggiare al suo petto, da lì mi abbracciò poi in vita. Tom alzò lo sguardo verso di me, mi sorrise e mi accarezzò il dorso della mano che avevo appoggiato sul braccio di Bill. La testa mi scoppiava troppo e le lacrime non riuscivano a smettere di scendere.
Avevamo quasi finito la presentazione, quando in un nano secondo alzai lo sguardo fissando il viso di Bill, lui prontamente sciolse l'abbraccio delle nostre braccia e sfiorando il mio zigomo con il pollice asciugò una lacrima.
“Ok, ora che ci siamo presentati, direi di cominciare!” esclamò, entusiasta, la prof di tedesco. “Per prima cosa, ci dividiamo in quattro gruppi, così ognuno avrà il proprio...Chiamiamolo...Leader.”
“PROF!!!” Alzai la mano.
“Dimmi Monica.”
“Io con lui eh!!!”
“D'accordo!” Sorrise.
“PROF!!” Anche Martina alzò la mano.
“Tu con chi vuoi stare?” Sempre sorridendo.
“Eh io....Io con il Gior...Ehm...Con Georg!!”
“Vai!”
“Evvai!!” Si alzò, e ballando lo raggiunse. Georg si alzò e l'abbracciò.
“Bene, siete in venti, quindi cinque componenti per gruppo.”
Mentre le prof decidevano con chi dovevano stare gli altri -che non sapevano decidersi-, noi mettemmo a posto i banchi in modo da avere quattro tavolate più grandi.
“Per qualsiasi cosa, comunque, potete chiedere a noi.”
Anche i quattro ragazzi annuirono.
“Noi ci mettiamo qui, va bene?” Bill scelse la tavolata sotto alla finestra più vicina alla lavagna, lì dove era finito il mio banco.
“Perfetto.” Gli dissi di rimando.
Avrei lavorato con Giulia, Martina -NON la mia migliore amica, purtroppo-, Valentina e Sara. Che meraviglia!
“Ok, preferite che parli in tedesco o in inglese?”
Quelle quattro risposero in inglese, io fui sincera “Parla come vuoi.”
Bill rise, io mi sciolsi ma mi ricomposi immediatamente “Bene, proverò a parlare inglese. Allora, siccome siete in cinque, dovrete scegliere una nostra canzone a testa.”
“COME UNA SOLA?” Strabuzzai gli occhi.
“Aspetta un attimo...” Si voltò verso le prof “Non è possibile far scegliere due canzoni a testa? Una inglese e una tedesca?”
“Si, direi che è perfetto! Bene, un attimo di attenzione per favore!” Parlava inglese “Ognuno di voi dovrà scegliere una canzone in tedesco e una in inglese, non più solo una in tedesco o solo una in inglese. E mi raccomando, se scegliete una in tedesco, quella in inglese non dovrà essere la corrispettiva traduzione, ok?”
Coro generale “Ok.”
“Bene, avete l'imbarazzo della scelta.”
“Ma Biiiiill!!! A me piacciono tutte, come faccio?”
“Fai che... Qui ho i testi che ho scelto tra tutti, dieci in tedesco e dieci in inglese... Scegliete da qui.”
Ci sedemmo intorno alla tavolata e ci scambiammo i fogli con le canzoni.
“Tu quali ci consigli di fare?” Chiese Giulia, fingendosi interessata. Lo sapevo che stava fingendo.
“Sicuramente le più facili, ma dipende anche da quali scelgono gli altri gruppi. Aspettate ancora un attimo, parlo con gli altri.”
Bill si alzò, allontanandosi richiamò l'attenzione di Tom, Georg e Gustav.
“Ti è andata solo di culo, hai capito?” Lo sguardo di Martina-la-mia-non-migliore-amica si puntò feroce su di me.
“Si lo so, ma se gentilmente non mi rovinate questo momento. Già è abbastanza che debba condividerlo con voi, voi poi pensate a guastarmelo. Non è che la cosa mi piaccia tanto, capito? Quindi, scegliete le canzoni, chiedetegli consigli, ma nulla di più. Chiaro?”
“Oh, ci scusi sa!!”
“Grazie.”
“Eccomi qui.” Bill tornò al suo posto, accanto a me. “Con gli altri abbiamo scelto cinque canzoni inglesi e cinque tedesche, ora dovete solo dividervele tra voi senza paura di scambiarle con gli altri gruppi.”
“Allora, allora...Fammi vedere...” Prima che le altre potessero prendere i fogli, glieli strappai quasi di mano a Bill “...Abbiamo in tedesco: Totgeliebt, eccola!! Questa è mia! Gegen meinen Willen, buono! Ubers ende der Welt, la cosa ci piace e vedete di farla perfetta! Komm, wow!!! E... Hey du, oppala, questa è difficile eh! In inglese invece abbiamo: Sacred, nah... On the edge, nah nemmeno questa.... Automatic, può essere... By your side, porca miseria e...FOREVER NOW?!?!?! Oddio e io che scelgo?”
“Indecisa?” Bill mi guardò alzando un sopracciglio e, mioddio, gli sarei volentieri saltata addosso.
“SI!!! Non puoi mettermi By your side e Forever now! Ci mancava solo che mi mettevi Monsoon ed eravamo apposto!”
“Allora fai scegliere loro e quella che rimane la prendi tu.”
“Ah, per forza. Ma Totgeliebt è mia.” Quindi tirai fuori il foglio con quella canzone.
“Ok, a me ispirano molto... Gegen meinen Willen e... Sacred và!” Giulia tirò fuori i due fogli.
“Io...Hey du e...Automatic!” Anche Valentina prese i due fogli con le canzoni.
“Io invece prendo...On the edge, mi ispira, e...” Sara intanto tirò fuori il foglio, poi guardò le rimanenti “...E, direi, Komm!”
Poi passò i fogli a Martina “Ah, non ho poi molta scelta: Ubers ende der Welt e...A occhio... By your side!”
“Si si si si!!! Io Forever Now!!” Le strappai il foglio di mano.
“Perfetto, poi se non vi piacciono potete cambiarle.”
“Io no!!”
“Immaginavo.” Bill si fece una risata che Giulia ebbe il coraggio di spezzare ed io rimasi a bocca asciutta.
“Ok, ma....Ora cosa dobbiamo fare?”
“Intanto che aspettiamo gli altri...Potete leggere i testi e se avete qualche cosa che non capite, potete chiedermela.”
“Ma scusa, io ho l'mp3...Potremmo usarlo intanto per farle sentire le canzoni come sono.”
“Bravissima!” Bill Kaulitz mi aveva detto "bravissima"! C'era qualcosa di più meraviglioso?
“Evvai!! Devo solo...Trovare lo zaino...”
Mi alzai per cercarlo. Passai così accanto alla mia Martina. Le posai le mani sulle spalle, facendola sussultare e mi abbassai sul suo orecchio per sussurrarle “TU...NON...PUOI...CAPIRE...COS'è...CHIARO?”
“Posso capire eccome!!! Che canzoni hai scelto?”
“Totgeliebt e Forever Now. C'è da morire. Tu?”
“Monsoon e sono indecisa tra una di Schrei e una di Humanoid.”
“AAAAH TU HAI MONSOOOON!!! Tipo, quali?”
“Ich bin nicht ich e Zoom!”
“Attacca con Ich bin nicht ich, fidati!!” Le picchiettai sulle spalle, sentendomi un'esperta in materia.
“Ok, provvederò!”
“Brava! E stai tranquillaaaaaa!!!!”
“Tu ancheeeee!!!!”
Recuperato l'mp3 tornai....Accanto a Bill.
“Ecco il mio Billo, trattatelo con cura, grazie!”
“Hai chiamato l'mp3...Bill?” Lui mi guardò con un sorrisetto compiaciuto.
“NO...Billo!! E' diverso, però si ecco!” Gli sorrisi, come se la cosa fosse normale.
Valentina poi si intromise nella nostra discussione “SCUSAAA!! Invece di sbavare, ci spiegheresti come funziona sto coso?!?!”
“Mamma mia!!” Glielo presi di mano, selezionai le 10 canzoni in ordine di come le avevano scelte loro e glielo ripassai.
“Grazie.”
“Ragazzi!” Le prof richiamarono la nostra attenzione. “Se avete già scelto le canzoni, possiamo spostarci in altre tre aule per ascoltare le canzoni.”
Alla fine, noi restammo in classe assieme alla prof di tedesco, nell'aula accanto si spostò il gruppo di Tom e al piano superiore andarono la prof di inglese, il gruppo di Georg e quello di Gustav.
“Bill...” La prof richiamò la sua attenzione.
“Si?”
“Io sarò un po' di qua e un po' dall'altro gruppo, per qualsiasi cosa chiamatemi, ok?”
“Perfetto. Allora, amiche, facciamo così: per domani una di voi dovrebbe portarmi il cd con le dieci canzoni, se no qui dobbiamo sempre cambiare e la cosa diventa impossibile. Vuoi farlo tu?” Indicò Sara. Avvampai di gelosia.
“Ah, si, va bene.” Dopotutto si lavorava come una squadra.
“Ok, intanto iniziamo con una di voi. Chi se la sente?”
Nessuna delle quattro si fece avanti, forse troppo timide, così mi proposi io.
“Io, io ti prego io! Posso cominciare io?”
“Ma tu i testi già li sai!” Rise.
“Eh va beh ma se loro non vogliono, mica possiamo stare fermi così ad aspettare, NO?? Quindi su, direi di partire con...Mhm...Qual'è più difficile?”
“Secondo me Totgeliebt, è in tedesco...”
“Giusto, giusto.”
Allora Bill prese l'album Zimmer483, e fece partire quella canzone.
Subito partii a cantare, con il testo sotto e con la voce che tremava. Ogni tanto lui mi spingeva il petto in fuori, per farmi uscire meglio l'aria, io cominciavo ad avere caldo.
“Ok, non c'è male. Ma ricordati che il “Wir” devi farlo un po' più lungo e meno acuto, per il resto poi va bene, impara bene il testo e soprattutto le parole.”
“Io però avrei una domanda.” Martina-la-mia-non-migliore-amica cominciava a darmi i nervi.
“Prego.”
“Noi...Canteremo con la base sotto, o ci sarà qualcuno che suonerà?”
“Ah non ve lo hanno spiegato? Tom, Georg e Gustav suoneranno, voi canterete al posto mio.”
“TU VUOI PRENDERCI IN GIRO!” Urlai.
“No no, è così!”
“Cioè quindi... Dovremmo esibirci in un vero e proprio concerto? Poi per di più...Davanti a te? Posso capire davanti alla scuola, e ok ci sta. Ma davanti a te!!”
“Beh io vi aiuterò, sono qui apposta!”
“Quindi starete qui fino ad aprile!” Martina sembrava... Felice della situazione.
“Si, e nel frattempo troveremo ispirazione per nuove canzoni. Poi ovviamente nello stesso tempo dovremo spostarci per interviste, apparizioni...Solite cose...Ma non vi abbandoniamo, tranquille.”
“Voi siete pazzi!” Mi misi le mani tra i capelli seriamente “Sei mesi insieme a voi, sei mesi così, sei mesi a farmi toccare il petto da chi poi? Da BILL KAULITZ!! Questa è l'apocalisse, sul serio! Poi chi altro? Anche Tom magari! E Georg e Gustav? Eh? Oddio ho bisogno della MIA Martina!” Guardai male, molto male, la mia compagna di gruppo che non era quella di cui avevo bisogno.
“Dai calmati, lavoreremo bene.” Posò la mano sul mio avambraccio. Già solo quando mi toccava così mi sentivo morire!! Figuriamoci tutto il resto.
“Si si si si va bene. Me lo auguro!”
“Hey ma...Potremmo passare questa lezione a conoscerci no? Poi da domani, quando abbiamo le canzoni partiamo con le prove.” Propose Valentina, come se non avesse ben chiaro il turbinio di emozioni che era nato dentro il mio corpo.
“Ecco l'altra intelligentona!!”
“Dai ci sto!” Esclamò Bill.
“NO!!!”
“SI invece!!” Possibile che avesse già preso questa confidenza? “Chi fa le domande?”
Si propose Giulia“Io ne ho una... Dove dormirete in questi mesi?”
“SICURAMENTE NON A CASA TUA!!” La rimbeccai, acida.
“No, in hotel. Dove se no?”
“QUALE HOTEL?!? Perché comunque casa mia è libera.”
“Grazie per l'invito, ma ormai abbiamo già pagato.”
Passammo il resto dell'ultima ora di tedesco e l'unica di inglese della giornata a parlare, a “conoscerci” -per quanto servisse a me- e a tirare qualche battuta fino alla ricreazione.
“Bene, allora ci vediamo domani.” Disse Giulia.
“Si, ricordatevi il cd ok?”
“Si si, lo faccio io.” Gli ricordò Sara.
“Grazie!”
Le quattro si alzarono e come delle ocarine in gruppo abbandonarono la classe, io aspettai seduta che lui finisse di sistemare le sue cose. Lo fissavo, lo studiavo in quei suoi piccoli movimenti, imparavo qualcosa di lui che in tre anni non avevo mai potuto notare: come era leggero e normale. Come era vero, come era semplice, come sapeva ambientarsi bene.
“Beh, tu non vai a fare ricreazione?”
“Ehm...Si...” Distolsi lo sguardo da lui. “Cioè no...” Lui sorrise. “In realtà...Ti aspettavo....”
“Ah, ti ringrazio.”
Annuii, aspettandomi comunque qualcosa di più.
“Bill...”
Si fermò dal mettere a posto le ultime cose “Dimmi...”
“Passeremo molto tempo insieme, adesso, vero?”
“Si, direi di si. Non sei felice?”
“Tantissimo ma... Una volta che andrai via...” Una lacrima rigò il mio viso.
Bill prese una sedia e si sedette di fronte a me “Hey, non ci pensare adesso. Ora pensa solo a divertirti, ad imparare benissimo i testi, a fare un ottimo lavoro, perché so che ci tieni e...Beh...Sembrerà banale ma...Pensa a stare con me, lo so che è quello che ti interessa di più. L'ho notato subito.”
“Eh già...Posso...Abbracciarti di nuovo, ora che non c'è nessuno?”
“Vieni qui.” Si piegò leggermente verso di me, io gli buttai le braccia al collo, lui mi strinse fortissimo.
“EEEEEH!!! Poi il bello è che prima di partire fa la ramanzina a me, capito il fratello minore no??” Tom era affacciato alla porta.
“Tooom!!!” Sciolse l'abbraccio, io comunque risi.
Si alzò, mi prese per mano e mi accompagnò fuori dall'aula.
“Allora, com'è lavorare con mio fratello?” Mi chiese Tom.
“Eh.
“MONICAAAA!!!" La voce della mia migliore amica riecheggiò per tutto il corridoio.
“Oddio questa è lei."
Martina mi corse incontro, giù dalle scale.
“Che hai fatto?”
“Indovina cosa mi ha detto Georg!! Indovina!! Indovina!!”
“Non....Non lo so...”
“Che possiamo passare la ricreazione insieme e che con le canzoni sono molto bravaaaa!!!”
“Beh se è per questo, la seconda cosa me l'ha detta anche Bill!!” Le feci una pernacchia. Tra di noi parlavamo in italiano, così che i ragazzi poterono capire solo i loro nomi. Ad ogni modo sorridevano nel vederci così.
Quando ci raggiunsero anche Georg e Gustav, Bill mi sussurrò “Senti, se vuoi possiamo stare insieme nella ricreazione.”
“MARTINAAAA!!!! Anche Bill mi ha chiesto di passare la ricreazione insieme!!!” Urlai, ma era a due centimetri da me.
“BEEEENE!!! Allora stiamo tutti insieme ecco! All together!!”
Tutta la scuola ci guardava, chi male e chi rideva. Ogni tanto qualche ragazza si fermava a chiedere un autografo o una foto, eravamo sempre noi a scattarle. Ma non ci dava fastidio, in quanto noi due e loro quattro avremo lavorato insieme per ben sei mesi!
Alla fine non mi dispiacque neanche quando dovemmo salutarci, dopotutto ci saremmo rivisti il giorno dopo e quello dopo ancora!
“Ti giuro, io per sei mesi non resisto.”
“A chi lo dici! Sono ancora scossa dal loro arrivo. E credo che ci vorrà un bel po' prima che mi ci abitui!”
“Ho solo paura di affezionarmici troppo, come se questo fosse impossibile. E ho paura che questo possa avvenire alla fine, quando ormai si avvicina la loro partenza.”
“Già, però dai, abbiamo sei mesi per stare per loro....E per far succedere qualcosa oltre alla scuola!”
“MARTINA!!!” La guardai spiazzata, ma la pensavo esattamente come lei.
“Ah oh, dì che non lo stai pensando anche tu! Poi dai, sono in hotel! Basta pavoneggiare un po', farci dire qual'è...”
“O direttamente farci invitare da loro, eeeh!!”
”Sarebbe molto più carino, ma decisamente molto più faticoso!”
“Poi tutt'al più...Finita la scuola, a giugno, li si raggiunge in Germania!”
“Ecco, la cosa non mi dispiacerebbe affatto.”
“Bene, ora possiamo iniziare la lezione di matematica? Grazie!”
Per quanto impossibile potesse essere, seguimmo la lezione.
 
Il giorno seguente avevamo il cd, i testi di ognuna di noi e potemmo iniziare le lezioni di canto.
Bill era sempre così gentile, ci aiutava e ci dava consigli. E io comunque non perdevo tempo a farmi fantasie su un nostro futuro insieme che, diciamocelo, non sarebbe mai esistito.
Era già passato un mese, e iniziavamo a vedere i progressi.
Ad Halloween, poi, la scuola aveva organizzato una festa. In palestra e in auditorium. Vestiti tutti a tema, io e Martina non sapevamo se andarci o no.
“Ma tu ci vuoi andare?” Le chiesi durante una solita e monotona ricreazione.
“Non lo so...Non è che mi vada molto.”
“Si ma dobbiamo confermare entro domani eh!”
“Di che parlate?” Tom ci sbucò dietro all'improvviso, mentre aspettavamo il turno per la pizza in ricreazione.
“Della festa di Halloween!”
“Venite anche voi?”
“Come sarebbe a dire...Venite anche voi???” Alzai le sopracciglia, sorpresa.
“Si, noi ci andiamo. Ci hanno invitati.”
Martina mi tirò una gomitata, io risposi “Oh, ehm, si. Si si, ovviamente ci andiamo anche noi!”
“Bene, Bill sarebbe contento se venissi anche tu. Uguale per Georg.” Guardò Martina. “Vado a recuperare quei tre, a dopo.”
Appena si fu allontanato, mi diedi da fare nello sclerare “Stiamo scherzando? DIMMI, stiamo scherzando? Sai cosa vuol dire la festa di Halloween con LORO???”
“Si, si che lo so.”
“BENE!!! Ed io non ho nemmeno un vestito!!!”
“Per quello non c'è problema, basta una gonna nera e una magliettina un po' così...Piuttosto, pensiamo al piano DOPO festa per favore?”
“Hey!!! MARCOOOO!!!!!”
“Ohi, dimmi.” Un ragazzo semplice, alto, dai capelli castani scompigliati e un'acne giovanile che si estendeva sul 70% del visto, si fermò di colpo voltandosi verso di me
“Segna anche noi in lista per la festa ok?”
“Grazie a Dio vi siete decise! E' dopodomani!!”
Scosse la testa e andò via.
“Appunto, è dopodomani. Dobbiamo obbligarli a portarci in hotel con loro.” Martina riprese il discorso.
“Ti confesso una cosa: non ti ho mai vista così!”
“Si, ma si tratta dei Tokio Hotel, ti dice nulla questo nome? Quindi, impegniamoci. Allora: così su due piedi: noi ovviamente staremo con loro tutta la serata, balleremo e bla bla bla... Non possiamo ubriacarci perché non ci saranno alcolici, da quel che ho sentito in giro. Quindi, con la scusa che siamo troppo stanche, ci porteranno in hotel con loro.”
“E se dicono di no?”
“NON...Diranno di no, ok?”
“Ok. E con i genitori come la metti?”
“Diciamo che...Andiamo a dormire a casa di una nostra compagna.”
“Ok, e metti che a loro diciamo che andiamo a dormire da una nostra compagna, ma loro non ci fanno entrare in hotel...Dove dormiamo poi?”
“Appunto che sappiamo di aver detto a mamma e papà che non torniamo a casa, dobbiamo insistere fino a che non ci portano in hotel!”
“E una volta in hotel?”
“Beh, lì verrà tutto spontaneo!”
“Che cosa?” All'improvviso Georg spuntò dietro le nostre spalle, sussultammo e credo che i nostri volti diventarono paonazzi.
“Oh, niente niente....” Gli disse Martina, cercando di non sembrare turbata dal suo arrivo
Io invece lo ero eccome e non riuscii a trattenermi. “Mi è passata la fame.” Così uscii dalla fila anche se il turno dopo era già il mio. Alla vista di Bill mi si chiudeva lo stomaco.
Dopotutto, la festa era appena due giorni dopo. Quindi mi ritrovai alle otto e mezza di sera, davanti all'armadio, senza minimamente sapere cosa indossare.
“Dai Monica, guarda, questa e questa vanno bene!!!” Era venuta a cena da me. Tirò fuori una gonna nera con le frange in pizzo, una canottiera nera a pois bianchi poi aprì il cassetto tirando fuori un paio di calze a rete e due guantini in pizzo nero.
Mi cambiai, mi misi due decolté nere lucide e uscii dal bagno. Lei iniziò ad applaudire.
Una volta arrivate davanti a scuola -grazie al passaggio di mio padre- aspettammo Bill, Georg, Gustav e Tom che non tardarono ad arrivare, accompagnati dal loro autista.
“Wow, stai bene vestita così.” Bill mi squadrò da testa a piedi ed io mi sentii morire.
“Grazie.” Sorrisi timidamente.
“Bene, ora possiamo andare a divertirci!!” Tom si sfregò le mani e fu il primo ad entrare.
La palestra era piena, tutti ballavano e si divertivano. Le stesse ragazze chiesero altre foto con i loro idoli, vestiti da festa e chiedevano di ballare insieme. Stavano un po', ma poi tornavano da noi. La maggior parte cercava di attirare l'attenzione di Tom, che non sembrava molto interessato se non a quelle più carine.
“Non cambierà mai! Vuoi ballare?”
“Certo.”
Alla fine, per tutta la serata ballammo e bevemmo, ridemmo e parlammo. Ogni tanto andavamo fuori per fumare una sigaretta, tutti meno che me e Gustav. Fino alla mezzanotte, fino a quando la stanchezza cominciava veramente a farsi sentire.
”Vuoi che ti accompagni a casa?” Mi chiese Bill, ad un certo punto.
“Ehm...No, no semmai più tardi.” Avevo un assoluto bisogno di Martina, lei si sarebbe inventata qualcosa. “Vado un attimo in bagno.”
Passando per il centro della palestra, strinsi al volo il polso della mia amica e la tirai via da Georg che rimase spiazzato.
“Si può sapere che ti è preso?” Mi chiese mentre chiudevo la porta del bagno.
“Mi ha chiesto di accompagnarmi a casa. Come faccio?”
“Gli hai detto di no?”
I “Si! Cioè...gli ho detto semmai più tardi!”
“NO, NO, NO!!! Non dobbiamo fargli capire che dobbiamo andare a casa nostra!”
“Ma non trovo scuse!”
Martina sbuffò “Va beh ascolta, è solo mezzanotte, abbiamo tempo ancora un'ora. Fagli capire che vuoi stare con lui, ballaci, non so! Vedi te, ma fagli capire che vuoi stare con lui...IN HOTEL!!! Georg se la sta già bevendo!”
“GEORG!!! Ma Georg non è Bill!!!”
“Lo facciamo diventare! Ecco. Ora vai e attacca! E scollati un po' di più!” Mi tirò giù la canottiera e le tette mi balzarono in gola. Rimasi esterrefatta, ma se tanto mi dava tanto!!
Uscite dal bagno, lei tornò a ballare con il suo accompagnatore. Io cercai Bill.
Salii in auditorium dalla palestra, non c'era traccia né di lui né di Tom. Così salii i gradoni, da più in alto lo avrei visto. E difatti...Era in mezzo alla massa e stava ballando con un'altra. Rischiando di prendermi una storta per i tacchi troppo alti, scesi i gradoni, mi tolsi le scarpe e a passi pesanti scesi in palestra.
“IO TI AMMAZZO!!! Levagli le mani di dosso, hai capito?”
“Hey ma che fai?” Bill allargò le braccia, come quelli che non capiscono che diamine sta succedendo.
“Bill...” La gelosia e la rabbia mescolate permisero alle lacrime di scendere, ancora.
“Tu sei pazza!” La tipa se ne andò.
“Che ti ha preso? Stavamo solo ballando!”
“Non posso allontanarmi un attimo! Dov'è Tom?”
“Non lo so! Starà ballando!”
“Bene, perché ora ce ne andiamo!”
“Come ce ne andiamo?”
“Si, andiamo via. Mi allontano un attimo e tu cosa fai? Te ne prendi un'altra!”
“Ci stavo solo ballando!”
“Si e poi? Poi te la saresti portata in hotel!”
“Vieni con me, abbiamo già dato troppo spettacolo.”
Mi tirò fuori, in cortile.
“Cosa vuol dire che me la sarei portata in hotel?”
“Si, vi conosco ormai!”
“Chi? Chi vuoi conoscere? Forse Tom, ma non me! E ora se non ti dispiace, vorrei tornare alla festa.” Fece per girarsi e tornare dentro, ma io lo fermai per il polso.
“Bill, aspetta.” Dissi con voce più dolce.
“Che vuoi ancora?”
“Scusa ma...E' che...” Abbassai il volto, in preda all'imbarazzo.
“E' che cosa? Non è niente!”
“SI INVECE!!!” Chiusi gli occhi, stretti, e mi liberai di ogni peso “Io volevo stare con te, anzi, voglio ancora stare con te!! Ok, sono gelosa va bene, lo ammetto. Mi ha dato fastidio vederti con quella. Ma che ci posso fare? È colpa mia se a te ci tengo? È colpa mia se mi ci sono affezionata? È colpa mia se da tre anni cerco di raggiungerti? E ora che posso averti solo per me, devo farti scappare? No, assolutamente no. Non me lo perdonerei mai se succedesse!!!”
Lui non disse nulla, mi prese le spalle e mi tirò al suo petto.
“Scusa.”
“No Bill, tu non potevi sapere.”
“E' tutto a posto, avrei dovuto immaginarlo.”
“Non credi che io sia pazza, vero?”
“No, non lo penso. Davvero sei gelosa?”
“Troppo.”
“Ahah, ma dai! Non serve, dopotutto...Solo con te ho creato questo rapporto.”
“Ragazzi, che dite andiamo?” Georg uscì da scuola abbracciato a Martina.
“Si, iniziamo ad essere un po' stanchi. Allora...Vuoi venire in hotel?”
“Dici sul serio?”
“Certo, mi farebbe piacere. Sopratutto dopo quello che mi hai detto. Dai dai vieni!!”
“Ok, se insisti tanto.”
L'hotel, naturalmente, era il più prestigioso di Bologna. In centro.
“Non c'è proprio speranza che me la lasci prima a me...Per una mezz'oretta sola vero?” Tom gli sussurrò mentre giungevano alla hall e io e Martina ci guardavamo intorno, deliziate, incantate. Come in un incantevole sogno.
“Tom, inizia a stare alla larga, hai capito?” Gli sussurrò in tedesco il fratello.
“Scusa, chiedevo mamma mia! Ma non penserai di fare le cose seriamente.”
“Non lo so, devo pensarci e vedere come va a finire stasera.”
“Beh certo, ti rimangono solo cinque mesi!”
“Vattene per favore, ok?”
“Ok ok, scusa.”
Bill raggiunse la hall per le chiavi, Tom mi venne accanto e cingendomi le spalle con il braccio mi sussurrò “Se hai bisogno, sai dove trovarmi.”
“Ehm...” Mi uscì una risatina stridula “Ok Tom.”
Mi fece l'occhiolino, poi tornò da Bill, gli strappò la sua chiave di mano e fece per andare alle scale.
Lui, da dietro, in tedesco gli chiese “COSA LE HAI DETTO???”
Per le righe, Tom gli rispose “LE HO DATO LA BUONA NOTTE BILL!!” scuotendo la testa salì.
“Tutto ok?”
“Si si, ci domandavamo come mai abbiate scelto un hotel in centro, quando c'era anche più vicino a scuola.”
“Oh beh, questo è il nostro preferito. Andiamo?”
Mi guidò fino al terzo piano, a piedi. La sua stanza era grande, ma non sembrava una suite.
“Ehm...C'è un problema.” Non riuscivo a pronunciare il suo nome, non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi.
“Si? Quale?”
“Non ho il pigiama.”
“Ti presto io qualcosa. Guarda, lì c'è la valigia che ancora devo sistemare, prendi quello che vuoi.” Mi fece l'occhiolino ed entrò nel bagno.
Wow.
Posso mettere le mani nella valigia di Bill! E quando succede di nuovo?
Mi tuffai tra i suoi vestiti, una volta che lui ebbe richiuso la porta. Aveva tantissime magliette, tutte strane. Ne presi una a maniche corte, forse l'unica più semplice che aveva. Poi cercai un paio di pantaloni... Invano. Aveva solo magliette. Guardai anche le altre valige, ma se mi aveva indicato quella sicuramente nelle altre non potevo metterci mano.
Aspettai sul letto che uscisse.
“Ecco. Allora, hai trovato quello che cercavi?”
“Ehm...In realtà ho trovato solo delle magliette e ho preso questa.”
“Bella, ti sta bene! Ah...Tu intendi...I pantaloni?”
“Eh.”
“Aaah ahah scusa! Sono in quest'altra valigia!”
Ne prese un'altra e la posò sul letto.
“Dio ma quanta roba avete??” Con gli occhi che luccicavano, come se fossi in un negozio pieno solo di cose che mi piacevano, mi sistemai a gambe incrociate curiosando anche tra i suoi pantaloni.
“Posso prendere quelli che voglio?”
“Si, tieni presente che ci devi andare a dormire.”
“Ahah! Oh mio Dio! Oh mio Dio!!! Questi, questi, questi!!!” Era quel pantalone di tuta nero lucido, quello che mi faceva impazzire. Quello che su di lui stava una divinità.
Alla fine mi andai a cambiare, in bagno,. Avevo addosso il suo profumo.
Esitante, mi sdraiai sotto alle coperte, non faceva assolutamente freddo.
“Beh, buonanotte allora.” Gli dissi.
“Notte.”
Mi prese l'ansia, avevo sonno ma non riuscivo ad addormentarmi. O non volevo addormentarmi? Ero con lui, ero nel letto con lui, avrei potuto fare chi sa che cosa eppure...Non riuscivo nemmeno a muovere un dito, non riuscivo a voltarmi verso di lui. Almeno.
Lo sentii avvicinarsi un po' di più, fino a sfiorarmi con il suo corpo. Con tutto il corpo.
“Posso?” Sussurrò sfiorandomi il fianco. Io annuii e lui proseguì, abbracciandomi. A quel punto dovevo fare qualcosa. Non potevo sprecare quel tempo così. Mi voltai appoggiando la fronte alla sua. Restai così, a fissarlo mentre si addormentava. Così angelico. Così sereno. Si addormentò con il sorriso stampato in volto e io, altrettanto più tranquilla, potei prendere sonno senza più paura di perderlo.
 
“Eccola!!!”
Martina si alzò e velocemente mi raggiunse mentre scendevo l'ultimo gradino.
“Ti aspetto al tavolo.” Mi disse Bill, allontandosi da me.
“Marty! Buongiorno!”
“Seee buongiorno!!! Altro che buongiorno!! Raccontami tutto!!!”
“Non qui, a scuola dai!”
“AVETE FATTO QUALCOSA???”
“NO!!! Voi?”
“Eeeeh a scuola dai!”
“MARTINAAA!!!!!”
“Daaai vai a fare colazione su!”
Alla fine dovetti aspettare la ricreazione per sapere nei dettagli cos'era successo.
La mattina, già avevo leggermente capito. Ci accompagnarono a scuola, Bill mi stampò un bacio sulla guancia dicendomi solo “Ci vediamo più tardi.” ma Georg... Georg le stampò un bacio sulle labbra, nascosto dalla vista di tutti e le chiese di andare a mangiare insieme dopo scuola. Dopotutto avevamo un'ora di tempo.
Ma fu solo nei quindici minuti di pausa che mi raccontò tutto.
“Credimi, ti invidio come non ho mai fatto!! Cavolo, con Georg! Ma....Non hai paura?”
“Di cosa?”
“Di quando andranno via?”
“No, mi ha promesso che quest'estate ci vedremo. Cioè...In realtà io gliel'ho promesso. Perché se passo senza debiti vado in Germania e TU....Verrai con me!!!”
“Si ma chi sa se Bill si ricorderà!”
“Dai! Starete insieme per altri cinque mesi, avete già dormito insieme!”
“Non vuol dire. Abbiamo dormito insieme, ma per lui può essere una cosa da niente.”
“Smettila!”
 
Prima o poi imparerò a darle retta, anche questa volta aveva ragione.
Ormai le lezioni erano finite, era arrivata la primavera, avevo compiuto diciotto anni e i Tokio Hotel erano venuti a suonare alla mia festa. Insomma, un compleanno con i fiocchi. Ma prima che se ne andassero, c'era un'altra cosa che dovevo fare. Perché non ero sicura che lo avrei rivisto, avevo bisogno di qualcosa che mi facesse credere che io e Bill saremmo stati uniti per sempre, anche se non ci saremmo più rivisti.
Quindi, con la furbizia o senza la furbizia, io avrei fatto quella cosa che mancava!
“Senti...” Stavamo sistemando le nostre cose dopo l'ultima lezione prima della recita di fine anno e lui, dal nulla, iniziò questo discorso. “...Vorrei farti fare qualche prova in più, vorrei che domani fossi perfetta. So che ce la puoi fare.”
“Ma Bill...Come facciamo? Non abbiamo più tempo!”
“Vieni in hotel, facciamo le ultime prove lì. Ok?”
“Ah...Ehm...Ok...Adesso?”
“Si, andiamo via insieme.”
Succede qualcosa. Succede qualcosa. Succede qualcosa.
Continuavo a ripetermi che qualcosa sarebbe successo sul serio, forse per tranquillizzarmi.
Ci chiudemmo in camera, con lo stereo acceso e il cd delle canzoni scelte. Mi fece mettere in piedi accanto alla finestra.
“Ok, stai ben dritta. Inspira ed espira lentamente. Perfetto. Sei pronta?”
"Si.”
Fece partire Totgeliebt, la mia preferita in assoluto, non c'è che dire. Io mi impegnai, lo sapevo che stavo facendo bene, ma lui comunque mi venne di fianco e ancora una volta premette le mani sul mio petto e sulla mia schiena.
“Devi stare dritta con la schiena.”
“Ma Bill, non pretenderai che domani io stia ferma come un palo!”
“No, assolutamente no! Ma per il riscaldamento è bene che tu stia dritta, capito? Su, dai!”
Tornai a cantare, a fare il riscaldamento, a ripassare le parole. In pratica, tutto il pomeriggio solo per due canzoni e nemmeno l'ombra di un piccolo, piccolissimo bacio! Almeno per sentire solo il piercing sulla lingua, NO! Neanche quello.
“Abbiamo ancora mezz'ora, prima delle sette. Vuoi ripetermi un'altra volta le parole delle canzoni?”
“Si, si almeno sto sicura.” Tutto pur di stare ancora un po' con lui.
Ci sedemmo sul letto, uno di fronte all'altra a gambe incrociate. Io iniziai a ripetergli a memoria i due testi, come se fossero due poesie, e lui li controllava stando attento. Scuoteva la testa, ma non mi correggeva, segno che stavo dicendo giusto.
“Perfetto! Non hai sbagliato un parola.”
“Si ma ci ho messo...Tre minuti in tutto!
“Meglio, non credi?”
“S-si...” Perché non capiva? O forse...Non voleva capire?
Stava sistemando i fogli sul comodino, così con la forza glielo avrei fatto capire io. Mi piegai con la schiena verso di lui in modo da avere il suo volto vicino una volta che si fosse girato.
E così fu. All'improvviso i nostri visi si stavano sfiorando. Riuscivo a sentire il suo naso contro il mio.
“Ehm...Ok...E' meglio se andiamo, non credi? Non voglio farti fare tardi.”
Fece per spostarsi, ma io lo fermai “NO! Non ora, Bill. Scusa...” Mi avvicinai tanto da poter premere le mie labbra sulle sue per almeno cinque secondi.
“Ma...”
“Scusa. Scusa ma dovevo farlo.” Mi alzai e senza nemmeno prendere le mie cose andai alla porta, me le avrebbe riportate il giorno dopo. Non volevo stare un minuto di più in quella stanza.
“Hey, ma che fai?” Mi bloccò il polso mentre passavo di lì. “Mi baci e poi scappi?”
“Si Bill...” Si alzò e mi venne di fronte. “Non dovevo farlo.”
“Però ormai lo hai fatto....” Inclinò la testa, mi sfiorò il naso con il suo e solo dopo mi baciò. Mi baciò fino a farmi sentire il freddo del suo piercing che un po' disturbava ma mi piaceva.
Lentamente si staccò e riaprì gli occhi “Ora puoi scappare via.” Sorrise.
“Non ce la farei a scappare.”
“Allora ti accompagno.”
Lo avevo baciato. Bill. Avevo baciato Bill e lui aveva baciato me! Chi lo avrebbe mai detto?
Dopo ciò potevo anche stare tranquilla, la recita sarebbe stata una meraviglia se avessi pensato a quel bacio. Se solo ci avessi pensato...
 
“Dov'è Monica? Tra cinque minuti deve cantare lei!!”
“Non lo so!! Poco fa era qui che rideva e scherzava, poi un tipa le ha detto -Che bello, ormai sta recita sta finendo! Non vedevo l'ora!- Ed è scappata via. Non lo so dove sia andata!”
“Cavolo! Se non la trovo canti tu al posto suo, poi lei prende il tuo posto.”
“Ma come faccio? Non sono ancora pronta, canto tra venti minuti!”
"Vorrà dire che ti preparerai entro cinque!” Disse mentre usciva dall'aula dei costumi.
“BILL TU SEI PAZZO!!!”
Ma Bill non la sentiva già più. Aveva guardato in tutte le aule del corridoio superiore, in tutti i bagni, aveva controllato negli altri tre corridoi, era sceso nel corridoio della mia classe, nelle aule, anche in quei bagni. Ma niente.
“Mony...Sei qui?” Entrò indisturbato nel bagno delle ragazze del corridoio parallelo al mio, quello dell'atrio.
“Bill vai via.”
“Ma che stai dicendo? Tra cinque minuti canti tu!”
“NO! Non voglio più cantare!”
“Cosa? Sei pazza? Dove sei?”
Si piegò guardando sotto tutte le altre porte, ero accovacciata nell'ultima cabina.
“Bill, per favore, non complicare le cose più del dovuto!”
“Ma che stai dicendo? Apri per favore.”
“NO!!!” Urlai piangendo.
“Che ti ha preso? Apri o sfondo la porta!”
Mi fece ridere “Se, tu che sfondi la porta, così magro come sei!”
“Ecco allora, se non vuoi che mi faccio male apri!”
Mi alzai e aprii la porta non curante del mio aspetto da zombie.
“Ecco, ho aperto va bene? Ho rovinato tutto!”
“Che hai fatto? Vieni qui!” Mi tirò a sé in un braccio.
“Non voglio che te ne vai. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così.”
“Ma non ci separeremo. Scusa eh, non hai sentito che Martina quest'estate andrà da Georg?”
“Era serio mentre glielo chiedeva?”
“Più serio di Georg? Certo! Tu andrai con lei e verrai da me, non è semplice la cosa?”
“Ma devi promettermelo. Perché se io vengo fin da te ma tu poi non ti ricordi di me...”
“Non avrebbe senso!! E poi non potrei scordarmi, dai!” Sorrise e mi stampò un bacio. “Ora però devi assolutamente sistemarti, ci ho messo sei mesi per farti cantare alla perfezione, non vorrai rovinare questa festa all'ultimo no?”
Direi proprio di no. Così mi sistemò di nuovo il trucco e i capelli e mano nella mano mi guidò fino all'auditorium dove Tom, Georg e Gustav stavano finendo di suonare le ultime note della canzone che mi precedeva.
Martina era lì accanto in preda al panico.
“Marty, tranquilla, preparati meglio per la tua esibizione!”
“GRAZIE A DIO!!!” Mi abbracciò, mi baciò e mi fece l'imbocca al lupo.
Quando Bill annunciò il mio nome e il nome delle due canzoni allora entrai in scena e mi scatenai. Cantai prima Totgeliebt, per lasciare poi quella chicca di Forever now alla fine con tutti quei ricordi che mi passavano davanti come un treno in corsa. Ogni tanto lo guardavo, lui mi sorrideva e batteva le mani. Che fosse veramente entusiasta di me?
 

***


E' una One Shot, quindi vi prego non recensite con "continua!" o "voglio vedere come va avanti!" perché non andrà avanti.
Premesso questo, vi prego nuovamente di avere pietà di me e dei miei...uhm...diciassette anni? Si, credo avessi diciassette anni quando l'ho scritta!!
Va beh, grazie a tutti per la lettura e per eventuali recensioni!!
Cornelian.
   
 
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