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Autore: Kitayama    15/10/2012    2 recensioni
Dopo aver tentato con la poesia, Hiramaru vuole dedicarsi alla filosofia.
Chissà perché? Forse perché così vivrebbe del dolce far nulla? O forse sente davvero in sé qualcosa che lo spinge alla riflessione profonda sull'essere e... Vabbè, lasciamo perdere xD
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come al solito, l'editor Koji Yoshida stava cercando di gustarsi una bella ciotola di ramen, quando squillò il campanello.
Come il giorno addietro, con comprensibile minchia girata (dejavu?), si alzò e rispose al citofono: - Chi è? -, domandò.
- TV Tokyo -, giunse la risposta.
"Non è che è di nuovo una delle solite cazzate di Hiramaru...?", pensò immediatamente il moro.
- È lei il signor Koji Yoshida, editor di Weekly Shonen Jump? -, un'altra domanda.
- Sì, sono io -, rispose.
- Bene... potremmo salire? Le riprese inizieranno fra 45 minuti e dobbiamo installare l'attrezzatura -.
"Riprese? Attrezzatura? TV Tokyo? ... HIRAMARUUUUUU!!!".
- Attendete cinque minuti, per favore: devo contattare un mio socio, dato che non ero stato informato di nulla -, rispose calmo Yoshida.
- Oh, prego. Si figuri. Noi incominciamo a scaricare il camion, va bene? -.
- Certo. Fate pure -.

Riagganciò il citofono, corse in camera, prese il cellulare e chiamò immediatamente il suo autore prediletto: - Ma che cazzo ti è preso?! Che minchia combini?! -, esordì immediatamente.
- Oh, Esimio Yoshida, salve. Devo dedurre che sono arrivati i giornalisti di TV Tokyo -, rispose quello.
- Esatto. Ma che cazzo significa?! -.
- Ah! Mi ero dimenticato di avvertirla: Esimio Yoshida... ho deciso di diventare filosofo -, disse, tutto pompato e fiero.
- Ma... sei sicuro di stare bene?! No, perché, sai, mi stavo giusto chiedendo... che cazzo ti sei fumato stamattina?!! -.
- Nulla, Esimio Yoshida, io non fumo. Dopo il fallimento di ieri con Aoki, ho deciso di darmi alla filosofia, per esprimere ciò che sento nel più profondo del mio animo e, attraverso la meditazione, trovare risposte ai dilemmi dell'universo -.
- Coca? Eroina? Ti sei sniffato del solvente? Ti fai di erba gatta? I dilemmi dell'universo? Meditazione? -.
- Esattamente. E già in una notte, ho risolto il problema esistenziale riguardante i sogni -.
- Problema esistenziale? Una notte? I sogni? -.
- Esattamente -.
- Ci sto capendo sempre meno -.
- Per questo ho deciso di convocare alcuni giornalisti di TV Tokyo, affinché facciano delle riprese della mia "conferenza" (In salotto di casa mia N.d.Y.)(Dettagli... N.d.H.) e le trasmettano in tutto il Giappone, durante il telegiornale della sera -.
- ... Oook. Capisco ancora meno di prima... -.
- Si fidi di me, Esimio Yoshida. Sarò lì fra 15 minuti. Intanto faccia salire i giornalisti e li faccia preparare -.
- Mmh... ok. Posso farti due domande ancora, Hiramaru? -.
- Certo, Esimio Yoshida -.
- Sei sicuro di tutto questo...? -.
- Mai stato più sicuro di qualcosa in vita mia -.
- Va bene. E la seconda: non avrai invitato Aoki anche questa volta, spero? -.
- A dire il vero si. Però mi ha detto che ieri aveva preso un appuntamento, e che quindi le dispiace davvero, ma oggi non può venire... -.
(Chissà perché?... Eheheh N.d.Y)(Ebbrava Aoki N.d.J.)(Cosa vorreste insinuare?? N.d.H)(Nulla, nulla N.d.J&Y)
- Va bene, capisco. Allora ti aspetto. A dopo -.
- A dopo Esimio Yoshida -.
Riagganciò il telefono, come prima aveva fatto col citofono.
"La vedo molto brutta...", pensò, e poi andò ad aprire la porta ai giornalisti.


- 15 minuti dopo...-

- Esimio Yoshida, sono arrivato -, disse Hiramaru dall'altra parte del telefono.
- Bene, ti apro -, rispose l'editor, e fece scattare la serratura.
L'autore entrò, pulito, pettinato, ben vestito e con i denti rilucenti.
Sotto il braccio portava una cartelletta di pelle piena di fogli.
Sembrava... un'intellettuale. Non più Hiramaru. Era... diverso.
"Magari venisse così vestito anche in redazione", sospirò Yoshida.
Subito l'autore si mise a parlare con i giornalisti, chiarendo alcuni particolari delle riprese, ormai prossime.
Intanto l'editor andò in cucina a prendersi un bicchiere di birra.
Aprì il frigorifero, tirò fuori la bottiglia, prese un bicchiere e versò il contenuto della prima dentro quest'ultimo.
A lui non piaceva la schiuma, perciò attese che calasse, e poi bevve tutto d'un fiato: Hiramaru non sarebbe mai dovuto diventare né un filosofo, né qualcos'altro! Lui doveva essere un mangaka!
Dopo pochi minuti tornò in salotto e vide che era stato messo completamente a soqquadro. E il tutto in neanche 13 minuti!
Ma ciò che a lui interessava di più in quel momento era una persona, seduta su una poltrona. Stava leggendo degli appunti, tirati fuori da una cartella marrone.
- Hiramaru... -, lo chiamò Yoshida.
- Si? -, rispose l'interpellato.
- Devo parlarti -,
- Mi dispiace, Esimio Yoshida, ma fra 5 minuti si comincia. Potremmo discutere dopo? -,
- Mmh... va bene -, disse sconsolato il moro.
- Grazie -.
- Bene. Allora mi devo mettere lì, e poi? -,
- Poi devi semplicemente dire ciò che vuoi dire. Al resto pensiamo noi -,
- Va bene -, assentì Hiramaru e poi si diresse verso la scrivania, occasionalmente spostata davanti ad un muro, così da non far sembrare si fosse in un salotto.
Sistemò i suoi fogli e la cravatta, si schiarì la voce... : - Devo solo parlare e basta, giusto? -,
- Per l'ultima volta, SÌ! -, risposero seccati i giornalisti.
- Va bene, ok. Incominciamo? -, chiese.
- Cominciamo -.
- Ehm... Aehm... Ieri notte, dopo una lunga riflessione, sono giunto ad una conclusione riguardo il dilemma esistenziale dei sogni, ovvero:

I sogni non esistono.
Sono semplicemente... necessità.

Fin da quando se ne ha memoria, la più grande necessità degli esseri umani è stata quella di stare bene.
Da ciò derivano il mangiare, il bere, il dormire. Dopo che hai compiuto qualcuna di queste azioni, ti senti meglio, ti senti bene.

Ed è per questo motivo che i sogni non esistono.
Sono solo rappresentazioni della nostra psiche di ciò che ci fa sentire bene.
Io sogno di diventare uno dei migliori mangaka al mondo, perché quando scrivo e disegno, nonostante tutto, dopo mi sento bene. Quando gli altri leggono ciò che ho scritto con impegno (ma anche no), mi sento felice. Sto bene.

Anche quando ascolto la musica sto bene.
In modo diverso, ma sto comunque bene.
Infatti non sogno di diventare musicista. Desidero solo saper suonare bene la chitarra.

Desiderare non è sognare.

La tranquillità è una necessità.
Perché quando sto tranquillo, per conto mio, o anche con chi pare a me, sto bene.

L'amore non è una necessità.
L'amore non è un desiderio.

L'amore è... cos'è l'amore?
Che io sappia, nessuno ancora è riuscito a definirlo. Perché è sfuggente, mutevole. Non è nulla, eppure è capace di tutto.
È un qualcosa di tremendamente pericoloso e spaventoso, e all'insieme sicuro e tranquillo.
È ciò che è e, contemporaneamente, anche il suo contrario -, disse.

Silenzio.
Nessuno fiatava.
Questa batosta non se la sarebbe mai aspettata nessuno dei presenti, soprattutto l'Esimio Yoshida, il quale ora era seriamente preoccupato dal fatto che Hiramaru avrebbe anche potuto farcela. Lui non voleva perderlo. Oramai si era abituato a sistemare i problemi che il primo causava, ad incitarlo, ad incastrarlo nei modi più subdoli per farlo lavorare. Oramai ci si era affezionato. Per lui era come una specie di figlio.


- Devo... devo dire che è stato un discorso fantastico, davvero coinvolgente, perfetto per conquistare chiunque. Soprattutto le donne. Però c'è un piccolo problema: il nostro direttore odia i manga e tutto quello che ha a che fare con essi, perciò non penso che sarebbe disposto a trasmettere il discorso di un mangaka -, disse un giornalista. L'altro assentì: - Esatto -.
- Q-quindi... n-non sarà tr-trasmesso? -, balbettò Hiramaru.
- Temo di no. Tuttavia ci potrebbe essere un altro modo -,
- Ovvero? -,
- Potremmo trasmetterlo come discorso di un qualche filosofo o pensatore famoso contemporaneo e poi dire che ciò è avvenuto dopo una discussione avuta con Hiramaru Kazuya, mangaka, famoso autore di Lontra #11 -, propose il primo giornalista.
- Mi va benissimo anche questo -, esclamò eccitato Hiramaru.
- Però, purtroppo, sarà la sua prima ed ultima apparizione, in quanto il direttore non consentirà che ciò accada di nuovo, ne è consapevole, vero? -,
- Certo. Il mio unico proposito è di far conoscere al mondo le mie idee, non m'importa come -, affermò Hiramaru.
- Va bene. Allora non si perda il TG di stasera -, disse il giornalista e poi, insieme al collega, iniziò a sistemare tutta l'attrezzatura e, un quarto d'ora dopo erano già fuori dall'appartamento dell'autore.
Appena furono usciti, Yoshida si avvicinò a Hiramaru:
- Hiramaru... -, lo chiamò.
- Lo so, Esimio Yoshida: "torna a scrivere manga, cazzo!" -, disse, con aria sconsolata.
- Nah -, lo contraddisse l'editor, dandogli una consolatoria pacca sulla spalla - adesso andiamo a farci una birra, così mi spieghi meglio questa cosa dei sogni e delle necessità, che non l'ho capita molto bene -, disse.
- D-davvero? -, domandò l'autore, oramai prossimo alle lacrime.
- Certo -, assentì Yoshida, e poi aggiunse - però, dopo, Hiramaru... TORNA A SCRIVERE MANGA, CAZZO! -,
- Va bene, Esimio Yoshida -, disse Hiramaru sorridendo.

E così, dopo una grande delusione, autore ed editor andarono a farsi una birra, come padre e figlio.




~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Oh YEAH! Questo è un piccolo one-shot che ho scritto tempo fa, più che altro per far dire a Hiramaru ciò che penso sui sogni.... Ma adesso è adatto per colmare l'attesa del CAP.6 di PCP (che sarà preceduto da una sorpresa) e del CAP.5 di Thanatos' Judgement (che arriverà prima di quanto pensiate) ^^"
A proposito, nel caso non si fosse capito, Hiramaru è disperato non per la questione del servizio, ma perché il giornalista gli aveva detto che con quel discorso avrebbe potuto conquistare ogni donna xD e proprio quel giorno Aoki non c'era... ;)

A presto!
   
 
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