LAST REQUEST
Il vento
gelido di gennaio soffiava gagliardo nella città dell’Ovest. Gli alberi, spogli
delle loro foglie colorate, danzavano macabramente al ritmo dell’aria gelida
che sferzava le strade. Le persone, più silenziose del solito, giravano tra i
viali imbacuccati dalla testa ai piedi, con tanto di cappotti o pellicce,
cappelli dalle forme più strane, guanti grandi il doppio delle loro mani e
sciarpe che coprivano il volto.
E non era
facile avere un bimbo di poco più di un mese con quel tempo atmosferico.
Riscoprendosi mamma piuttosto ansiosa per la salute del figlioletto, Bulma
teneva Trunks sempre stretto in braccio al caldo tra mille coperte che il
piccolo apprezzava poco dato che gli impedivano anche quei piccoli movimenti
che la sua tenera età gli permetteva di compiere. Fortuna che nelle sue vene
scorreva anche il potente sangue della regalità saiyan che gli impediva di
patire il freddo…
Vegeta…
Bulma conservava
una bruttissima sensazione nel cuore negli ultimi giorni. Lo sentiva distante e
insofferente. Non che in tutto il periodo della loro relazione avesse ottenuto da lui dei particolari sentimenti di
affetto… Ma sentiva che qualcosa era cambiato. Anche se rimaneva insensibile e
poco propenso a baci e coccole, in qualche modo era solito riuscire ad
esprimerle calore anche solo con uno sguardo. E a farla sentire irradiata e
protetta ogni qual volta riusciva ad avvicinarsi a lui tra le lenzuola e
appoggiare la testa sulla sua spalla.
E questo le era
bastato.
Ma ora non
c’era più.
Slow down, lie down
Remember it's just you and me
Don't sell out, bow out
Remember how this used to be
I just want you to know something, is that alright?
Baby let's get closer, tonight
Quella
mattina lo aveva visto dirigersi in laboratorio da suo padre, e questo aveva
alimentato la sua paura. Vegeta non si rivolgeva mai al dottor Brief se non in casi di estremo bisogno. In quei quasi tre
anni aveva chiesto sempre a lei di procurargli qualsiasi cosa.
Era corsa da
suo padre non appena il principe aveva fatto ritorno in quella dannata gravity room dove lo aveva visto gettare sudore e sputare
sangue, e gli aveva domandato in panico quale fosse stata
la richiesta di Vegeta.
Il dottor Brief, dopo aver fatto diversi tiri dalla sua sigaretta,
aveva esitato parecchio prima di risponderle. Bulma aveva insistito, quasi con
le lacrime agli occhi. Ma se avesse saputo la risposta in anticipo non avrebbe
chiesto nulla.
“Vuole del
carburante per la navicella spaziale in cui si allena. Ha detto che partirà
presto per lo spazio” disse il signor Brief.
E a Bulma
crollò il pavimento sotto ai piedi.
Grant my last request and just let me hold you, don't shrug your shoulders
Lay down beside me
Sure I can accept that we're going nowhere
But one last time let's go there
Lay down beside me, ohhh
A grandi
falcate Bulma aveva raggiunto la dannata stanza passando il giardino e
infangandosi le scarpe e i pantaloni. Ma non era importante.
Aveva poi
iniziato a battere furiosamente alla porta della stanza gridando a pieni
polmoni il nome del saiyan. Non si arrese neanche quando lui le intimò di
levarsi dai piedi e non disturbarlo.
“Che diavolo vuoi?!” le aveva chiesto lui aprendo infastidito la porta,
urlando.
Con le
lacrime che le riempivano gli occhi, la ragazza si buttò contro il suo petto e lo
scongiurò di non partire. Era sempre stata una persona molto orgogliosa, ma da
quando si era innamorata del principe dei saiyan questo non contava più.
Vegeta cercò
di scostarla ma lei non demorse. Si fermò quando sentì
delle calde lacrime, così bollenti rispetto all’aria invernale che agitava i
loro capelli, percorrergli il petto.
“Non te ne
andare…non lasciarmi…” chiese lei singhiozzando.
“Devo. Non
sono ancora un super saiyan, come vuoi che affronti quei dannati cyborg se sono
così debole?!” le domandò con voce tremante dalla
rabbia. Quasi tre anni passati ad allenarsi giorno e notte e ancora i suoi
capelli non erano diventati color oro né i suoi occhi avevano raggiunto la
tonalità smeraldo.
“Ti prego…”
chiese ancora lei alzando il suo sguardo azzurro verso di lui per poi
avvicinarsi alle sue calde labbra e baciarlo. Lo assaporò per qualche minuto,
poi Vegeta si staccò. “Ho preso la mia decisione. Partirò domani” e con questo
ritornò all’interno della stanza sbattendole la porta in faccia.
Bulma si accasciò
sulle ginocchia, sconfitta e con il cuore spezzato.
I've found that I'm bound to wander down that long way road, ohhh
And I realise all about your lies,
But I'm no wiser than the fool that I was before.
I just want you to know something, is that alright?
Baby let's get closer, tonight.
Era tornata
in camera tristemente e aveva passato le ore a fissare la camera gravitazionale
di Vegeta posizionata proprio sotto la finestra della sua stanza da letto. Lui
se ne sarebbe andato presto…e non lo avrebbe certo più visto per almeno quattro
lunghi mesi…
Lo conosceva
abbastanza per sapere che non sarebbe certo tornato qualche
giorno prima della fatidica data della comparsa dei cyborg, magari solo
per salutarla prima del combattimento. E l’idea di poterlo non rivedere mai più
le stringeva il cuore in una morsa di acciaio.
Si strinse
tra le braccia. Non poteva vivere senza di lui.
E anche il
piccolo Trunks…come avrebbe fatto a crescerlo da sola senza la presenza del suo
principe? Vegeta ignorava il loro primogenito, non lo aveva mai né preso in
braccio né toccato. Ma da qualche parte, nel profondo del suo cuore, doveva
provare qualcosa per il piccolo. Era pur sempre suo figlio!
Bulma aveva
piena fiducia in lui…sapeva che poteva cambiare, diventare un po’ più umano…Lo
sentiva dal profondo del suo cuore.
Si era sempre
fidata dei suoi sentimenti e delle sue sensazioni…erano stati questi a
spingerla ad invitare il principe alla Capsule
Corporation. Già da allora il suo cuore aveva riconosciuto quello della sua
anima gemella.
Ecco
finalmente il principe dei suoi sogni…uno bastardo,
insensibile e tiranno…ma il più perfetto dell’universo.
Grant my last request and just let me hold you, don't shrug your shoulders
Lay down beside me
Sure I can accept that we're going nowhere
But one last time let's go there
Lay down beside me, ohhh
Era notte
fonda ormai. Bulma non aveva ancora chiuso occhio. Sentiva che non sarebbe
riuscita a dormire nemmeno nei mesi seguenti, almeno fino al ritorno del suo
amore.
Non era
nemmeno andato da lei per passare un’ultima notte insieme. Le
si strinse il cuore. Che davvero non significasse nulla per lui? …No.
Doveva essere fiduciosa. Sempre.
Con passo
leggero si recò nella camera di lui. Aveva paura che potesse andarsene senza
neppure salutarla. Tante volte partiva improvvisamente da casa senza dirle la
sua meta e altrettante volte lei si era ritrovata a pregare che stesse bene e
che tornasse da lei. Vegeta faceva sempre di testa sua. Non era abituato a dare
spiegazioni.
Senza nemmeno
bussare, Bulma entrò. A luce spenta si avvicinò al letto ma prima che potesse infilarvisi sentì due forti mani afferrarle i polsi e
trascinarla verso il proprietario.
Bulma fece
per gridare, impaurita, ma riconobbe immediatamente il profumo emanato
dall’uomo al suo fianco. Chiuse gli occhi, talmente lucidi da brillare nella
stanza, e appoggiò la testa contro la potente spalla di lui. E si lasciò
ubriacare dal suo carisma.
“Vegeta…”
sussurrò desiderando chiedergli nuovamente di non abbandonarla. Lui la zittì in
modo gentile e rimasero in silenzio, in piedi, in uno strano abbraccio.
Baby, baby, baby
Tell me how can, how can this be wrong?
“Io devo
andarmene donna…” disse lui dopo un momento. Si aspettò nuove richieste di
cambiare idea, ma Bulma non disse nulla. Solo annuì lentamente dopo un attimo.
“Lo capisco…”
disse infatti deglutendo cercando di mandare giù il
groppo che le era salito alla gola.
Vegeta
sorrise leggermente tra le ombre. Lei era l’unica che lo capiva, che
comprendeva il suo bisogno di essere il migliore, di essere invincibile. E
adorava questo di lei silenziosamente. Negli anni appena trascorsi
Bulma era riuscita ad avvicinarsi a lui in un modo che nessuno era e mai
sarebbe stato in grado di emulare. Gli aveva offerto una casa, un pranzo caldo
ad ogni ora lo avesse desiderato, un continuo scontro di parole che lo faceva
sentire vivo…e poi un letto caldo su cui stendersi, delle morbide labbra da
baciare, un corpo sinuoso e palpitante da accarezzare…e infine un erede. Un
piccolo moccioso dai capelli lilla e gli occhi azzurri che già alla tenera età
di un mese emanava una potenza impressionante. Sarebbe potuto diventare un
ottimo combattente…e il degno successore al trono saiyan.
“Vegeta…”
bisbigliò lei. Lui rimase in silenzio, e Bulma capì che aveva la sua
attenzione. “Potresti…potresti restare con me stanotte?”
Lui restò
immobile. La ragazza alzò allora lo sguardo verso di lui, illuminandolo con i
suoi occhi azzurri. “Solo…resta. Fai almeno questo. Poi…non ti chiederò più
nulla…”
Vegeta restò
a fissarla, poi chiuse gli occhi.
Era un sì.
Grant my last request and just let me hold you, don't shrug your shoulders
Lay down beside me
Sure I can accept that we're going nowhere
But one last time let's go there
Lay down beside me, ohhh
Candidi
fiocchi di neve avevano preso a scendere dal cielo alle prime ore della notte.
Nevicò per ore e quando Vegeta si svegliò, trovò ad aspettarlo fuori dalla finestra della camera un paesaggio completamente
bianco.
Si vestì in
fretta e si girò a fissare Bulma addormentata. Si infilò i guanti e lasciò poi
cadere le braccia lungo i fianchi.
Poteva essere
l’ultima volta che l’avrebbe vista. Voleva ricordare
bene il suo aspetto. Così da almeno avere un bel ricordo da portare all’inferno
se lo scontro con i cyborg non fosse terminato bene.
Osservò il
colore dei suoi capelli, la posizione in cui dormiva, la curva che avevano
assunto le sue labbra…e infine decise di andarsene.
In quei pochi
mesi non avrebbe dovuto pensare a lei nemmeno un momento. Doveva solo diventare
un super saiyan.
Lei se la
sarebbe cavata. Era molto forte.
E forse,
prima o poi, sarebbe tornato da lei. Ma non ora. Aveva altri scopi. Altri fini
che non comprendevano ciondolare nella camera da letto di una donna terrestre.
Con passo
deciso le diede le spalle ed uscì dalla camera.
Arrivò il
giardino e passò in fretta sotto la neve salendo poi sulla sua navicella
spaziale. Digitò i comandi e partì.
Sarebbe
tornato in quattro mesi ammantato dell’oro del super
saiyan. E non avrebbe mai pensato a lei per tutto quel tempo.
Ma l’avrebbe
sognata ogni notte, così come avrebbe fatto anche lei.
Grant my last request and just let me hold you, don't shrug your shoulders
Lay down beside me
Sure I can accept that we're going nowhere
But one last time let's go there
Lay down beside me, ohhh
ooohhhh wohhhhohhh, yeah
Lay down beside me
One last time let's go there,
Lay down beside me.
FINE
Piccola
song fiction che
spero vi sia piaciuta almeno un po’.
La canzone è
“Last Request” di Paolo Nutini…la trovo meravigliosa e vi consiglio di ascoltarla!!
Se vi và,
lasciate qualche recensione che fa sempre bene!! ^.^
A presto!!!