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Autore: mistyemily    15/10/2012    2 recensioni
TANTI AUGURI SERMISTY!!! ^0^ Wow, quindicenne! Sei una vecchietta! XD
Per chi non l'avesse capito, questa storia è un regalo di compleanno per la grande SerMisty *-*
E quindi la dedico a lei!!
Eccovi la trama:
Misty è una ragazza qualunque, in un paesino qualsiasi. Vive disprezzata da tutti per colpa del suo colore di capelli.
Un giorno la nostra protagonista decide di visitare un tempio, chiamato Tempio del Re. Lì succede una cosa strana, che però non influisce molto sulla vita della ragazza. Tempo dopo, incontra un viandante, che non disprezza il colore dei suoi capelli. I due stringono subito amicizia, ma sarà un certo Re dei Pokélantis a metterli alla prova...
Vi ho incuriosito? Beh, e questo era solo un accenno di tutto ciò che succederà in questa fantastica avventura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Pikachu | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Salve, gente!! ^^ ( * tutti la picchiano * ) (che ho fatto di male?? ç___ç NDMe) (non ti fai vedere per un anno e mezzo e poi vieni a chiedere cosa hai fatto di male?! NDTutti) ( * si inchina mortificata * scusate, la scuola è stata TERRIBILE!! NDMe) Allora, come avrete capito dall'introduzione questa storia è un regalo di compleanno per SerMisty!! <3 <3

Ma perché ho spifferato a Ser questa sorpresa solo UNA SETTIMANA prima del compleanno?! Sono riuscita a tenere il segreto per tutta l'estate (e credetemi, non è stato facile O__o) e l'ho detto pochi giorni fa! >___<

Ah, una cosa: ho messo rating arancione, ma in realtà sarebbe una cosa del tipo fra il giallo e l'arancione... Vabbè u.u Seconda cosa: il disegno in fondo l'ho fatto io, ma non l'ho colorato :P (sono una frana a colorare ^^'''')

Dopo aver blaterato a vanvera, vi lascio alla fic!! ^^ Spero che non sia venuta uno schifo, era da tanto che non scrivevo!! ç___ç

Baci <3 <3

Red

Rosso.

Il colore dei suoi capelli era quello.

E non poteva farci niente.

 

Dove viveva lei, la gente pensava che le persone con la capigliatura di quel colore fossero inferiori. Non aveva mai capito perfettamente il motivo di quella superstizione, fatto sta che era così.

Sapeva anche che da quando era nata sua madre le aveva sempre voluto un gran bene, al contrario dell'altro genitore.

Il padre, infatti, schifato dalla vista del colore rosso fuoco sulla testa della bimba, se n'era andato in un altro villaggio. Egli adorava la propria reputazione di grande lavoratore, e se si fosse saputo che gli era nata una roscietta molto probabilmente sarebbe sparita la metà dei suoi amici, o almeno questo era quello che credeva lui, essendo una persona molto impulsiva.

Così, se ne andò.

Le sorelle dell'ormai ragazzina cercavano sempre di non presentarla ai vari fidanzati, temendo la loro reazione.

La piccola crebbe in disparte, derisa dalla maggior parte delle persone.

 

“Hey, guardate chi arriva!”

“La ragazzina dai capelli rossi!”

“Ahaha, guardate com'è brutta! Sembra che ha un peperone in testa!”

“Ahahahah!! Hai ragione!”

Misty si guardò le scarpe sgualcite, cercando di andare più veloce possibile per superare quei marmocchi antipatici. Ma le sue gambe sembravano pesare davvero troppo, nonostante fossero sottili e gracili.

Tentò di aggirarli, sperando che quel giorno magari sarebbero stati meno odiosi. Ma si sbagliava.

“Dove corri, piccola? Hai paura, vero?” Sghignazzò il più grande. Capelli castani, volto spavaldo, carattere forte e sorriso beffardo perennemente stampato sul volto.

“Lasciami in pace, Gary!”

“Oh, è questo che vuoi? Ti dà fastidio un po' di compagnia, cretinetta?”

Misty cercò di andare più veloce, ma sentì una presa salda sul proprio polso. Abbassò lo sguardo. Sapeva che non doveva cercarsi guai: quei ragazzi non scherzavano. Una delle prime volte che li aveva incontrati aveva rifilato a qualcuno un bel pugno sul naso, ma tutto il gruppo aveva subito iniziato a picchiarla. Si era ritrovata con molti lividi, e aveva imparato a non giocare con il fuoco.

“I-Io... Ti prego, lasciami andare...”

“Solo se me lo chiedi ad alta voce e mi dai del voi! Voglio che lo sentano tutti!” Rise forte.
No, di nuovo no... Non voglio essere sempre umiliata... “Vi prego, lasciatemi andare!” Le parole le uscirono un po' strozzate, ma lo stesso forti.

“Và pure! Ma la prossima volta non sarò così clemente!” Rise di nuovo, sguaiato, con gli altri ragazzi che gli facevano l'eco, mentre la roscietta correva via.

 

Non posso continuare così... Non ce la faccio più. L'unica persona che mi consolava era mia madre, ma ora... Ora lei non c'è più. Ci stanno solo quelle tre sceme delle mie sorelle.

 

Per guadagnarsi da vivere Lily e Violet stavano spesso a curare l'orto. Anche Misty le aiutava, dato che le due l'avevano quasi schiavizzata, riuscendo a far fare a lei la maggior parte dei lavori domestici. La sorella più grande, Daisy, se n'era andata da tempo, essendosi sposata non appena raggiunta la maggiore età.

Nel villaggio dove abitavano vi erano pochissimi Pokémon, essendo la zona piuttosto inospitale. I pochi che c'erano non avevano allenatori e vivevano liberi nei boschi. La gente aveva molto da fare, e a loro non importava affatto di partecipare ad incontri o cose simili.

Misty era una di quelle poche persone a cui sarebbe piaciuto molto essere un'allenatrice, ma ovviamente se lo teneva per sé.

Quella sera, dopo aver svolto i vari lavori che aveva da fare, si recò ad un lago vicino casa sua. Per arrivarci si doveva passare per un fitto bosco, quello a nord del villaggio, e nessuno andava volentieri in quel luogo tranne lei.

Arrivata alla fine di quell'intreccio di alberi guardò serena lo specchio d'acqua.

Vide due magikarp e la luna che si guardava tranquilla nello stagno.

Poi ad un tratto arrivò.

Una specie di stellina le si avvicinò veloce, per poi emergere fuori dall'acqua.

“Ciao, Staryu...”

Il Pokémon emise un verso di contentezza.

“Ti ho portato del cibo... So che non è quello adatto a te, ma non ho altro. Oggi Gary mi ha di nuovo presa in giro. Tu stai bene qui, vero? So che hai degli amici che ti vogliono bene...!”

La piccola stellina pronunciò altri suoni, ovvero la risposta.

“Anche tu sei la mia migliore amica, Staryu! Ti voglio tanto bene!” Misty stava accucciata sul bordo del lago, con un tenero sorriso che faceva appena capolino sul volto.

“Ti va di allenarci un po'?”

“Star!” Il Pokémon uscì con un balzo dall'acqua, e si mise in posizione d'attacco contro un albero.

“Vai, Staryu! Getto d'acqua!!”

Uno spruzzo colpì in pieno l'albero, facendo cadere a terra tantissime foglie e svariati rami.

“E ora rapigiro!”

La stellina obbedì, e dopo altri colpi le due si salutarono.

“Ciao, piccola, a domani notte! Forse riuscirò a portarti qualcosa di meglio da mangiare!”

“Sta-star!”

La ragazza si voltò, e ritornò verso casa.

Nel bosco, i rami dei rari alberi spogli salutavano la luna, protesi verso di essa. L'erba dormiva in attesa di essere ricoperta di rugiada, mentre due Oddish, un maschio e una femmina, si strusciavano l'uno contro l'altra, come due bambini innamorati.

Misty fece attenzione a non disturbare il loro momento felice e la quiete del posto. Sarebbe rimasta ancora un attimo lì, o forse un anno, per osservare gli astri nel cielo, se non avesse saputo che le sue sorelle si sarebbero arrabbiate se fossero venute a conoscenza della sua quotidiana gita notturna.

Tornò veloce alla propria dimora.

 

* * *

 

Il sole si stava ancora stiracchiando quando la nostra roscietta fu scaraventata fuori di casa. Le sorelle l'avevano “gentilmente ammonita” di andare a pulire le case dei vicini più ricchi.

Lei, al contrario di molte ragazze del posto, non rattoppava gli abiti per guadagnarsi un po' di soldi, ma preferiva fare lavori meglio pagati anche se più faticosi. Certo, non che la gente le desse un lauto stipendio, ma sicuramente qualche monetina in più rispetto a quelle che rammendavano. Quindi, quel giorno si diresse verso la casa di alcune persone del villaggio, fra le più benestanti.

Non era facile pulire da cima a fondo tutto, ma riuscì a terminare presto il lavoro, così da recarsi alla seconda casa.

“Salve, sono qui per pulire, se avete bisogn_”

“Non ci importa niente! E ora vattene!”

Le sbatterono la porta in faccia.

Pazienza, pensò, avrò più fortuna alla casa successiva.

Grazie al cielo la suddetta dimora era abitata da gente più educata, che la fece lavorare senza deriderla per il colore della capigliatura.

Alla fine della giornata, la ragazza era stanca ma soddisfatta. Quella sera sarebbe riuscita a portare qualcosa di meglio a Staryu.

Mentre andava al suo solito incontro con il Pokémon, fece una piccola deviazione.

Passò davanti al Tempio del Re.

Si narrava che secoli fa quel posto era stato la casa di un re malvagio che si era alleato con le forze del male, famoso per la sua cattiveria e per i suoi poteri, derivanti da Oh-ho; infatti secondo la maggior parte dei paesani quel tempio era maledetto, ma i sospetti non erano del tutto fondati, dato che nessuno aveva prove.

La gente si ricordava solo che una volta, un giorno in cui nuvole nere avevano improvvisamente ricoperto il cielo, un raggio bluastro era scaturito dal tempio. Pochi l'avevano visto, essendo molto sottile e privo di potenza, ma quelli che erano riusciti a guardarlo avevano anche detto di aver sentito un'agghiacciante risata.

Era una specie di leggenda, a cui molti credevano.

Tranne Misty.

Lei non si lasciava abbindolare da stupide storielle; si fermò all'ingresso del tempio, guardando le colonne rovinate dal tempo. Dentro si intravedeva una grossa statua.

Voglio parlarne a Staryu, forse lei ne sa qualcosa.

Arrivata al lago, chiese ad un Horsea se sapeva dove fosse Staryu, e lui le indicò lo specchio d'acqua.

“Ma io non posso immergermi... Se tornassi a casa con tutti i vestiti bagnati potrei ammalarmi! E le mie sorelle scoprirebbero dove vado di notte...!”

“Horseea, Horsea!”

“La chiami tu? Grazie mille!”

Il cavalluccio marino scomparve dentro l'acqua, e un minuto dopo comparve la stellina.

“Ciao, Staryu! Come stai? Ti ho portato da mangiare, guarda!” La ragazza offrì del cibo all'amica.

“Staar!”

Misty sorrise, vedendo mangiare Staryu. (A proposito, dov'è la bocca di Staryu? O.o NDMe)

Poi continuò: “Prima di allenarci vorrei parlarti di una cosa: c'è un tempio, nel bosco, che è chiamato il Tempio del Re; nel mio villaggio dicono che è maledetto, ma io non ne sono così sicura... Secondo me ci si può entrare tranquillamente! Le statue non fanno male!”

Staryu sembrò intristirsi.

“Star, Sta-star, Staryu Star...”

“Cosa intendi con 'ma gli spiriti sì' ? Non mi dirai che quel Tempio è davvero maledetto...!”

“Staryu! Star Staryu Star!”

“Davvero vuoi accompagnarmi? Grazie!! Ma perché vuoi aspettare la luna nuova?”

“Starryu Star!”

“Ah, lo spirito sarà meno potente, ho capito... Comunque stai tranquilla, se ci andremo sarò prudente e non mi avvicinerò tanto!” La roscietta sorrise.

“Star!”

Dopo la piccola chiacchierata le due si allenarono un po', poi ognuna andò a dormire.

Nel suo letto, Misty si girava e rigirava.

Pensava alla strana storia del Tempio.

Se fosse davvero maledetto Staryu non mi ci porterebbe... Ragionava, oppure lo fa solo perché lo spirito non è abbastanza potente da farci del male... Ora che ci penso, anni fa è passato un vecchio viandante che ci ha parlato del fatto che lo spirito, per agire, ha bisogno di entrare nel corpo di qualcuno, ma non ci ha detto come può farlo... Che strano...

La ragazza cadde nelle braccia di Morfeo verso la mezzanotte.

 

“MISTY!!”

“Ehm... Cosa c'è, Violet?”

“Cos'è questo cibo avanzato che ho trovato nella tasca dei tuoi pantaloni? Non starai nascondendo qualcosa, spero!”

“I-Io... No, affatto!” Mentì la roscietta.

“Mmmmh... Non ci credo molto, comunque se ti vedo uscire di nascosto o cose del genere stai pur certa che non la passerai liscia!”

“Va bene, Violet...”

La sorella, per tutta risposta, emise una specie di grugnito e se ne andò.

Come fa il suo fidanzato a sopportarla proprio non lo so...

Misty uscì veloce di casa, sperando di non incontrare Lily. Poi andò nella vecchia casa abbandonata. Quel posto era appartenuto a dei ricchi possedenti, ma dopo un po' di tempo essi erano andati in rovina.

La casa, però, era ancora piena di libri. Le cose preziose erano state portate via, ma quelle decine di volumi erano rimasti lì.

Misty adorava leggere, lo faceva ogni volta che poteva. Ultimamente stava leggendo un libro di cui non conosceva il titolo, perché la copertina era rovinata. Sapeva che si parlava di un ragazzo e una ragazza, chiamati Romeo e Giulietta, totalmente innamorati l'uno dell'altra. I rispettivi genitori, però, si odiavano a morte, quindi non permettevano ai due di vedersi. Ma loro lo facevano di nascosto, e...

Misty era arrivata fino a lì. Aprì il libro polveroso e continuò a leggere da dove aveva messo il segno.

Chissà se anch'io troverò mai un Romeo... Mah, ho seri dubbi...

 

Il tempo volò, incurante di tutto. Corse fra gli orologi, fece girare le lancette. Erano ormai le sei e mezza.

La roscietta chiuse il libro, soddisfatta. Con un agile balzo salì su un albero, passando per la finestra. Poi si arrampicò fino in cima per guardare il panorama.

Il cielo iniziava a tingersi di rosa, come se qualcuno ci avesse lanciato sopra petali di pesco e si fosse scordato di raccoglierli.

La ragazza sorrise, e scese da lì per tornare a casa.

“Hey, guarda chi si vede! La secchiona!”

“Lo immaginavo... Gary, potresti spostarti dalla strada? Dovrei passare...”

“E se non mi sposto, che fai? Chiami la mamma? Oh, già, non puoi...”

Misty divenne tutta rossa di rabbia.

Mia Madre... Come... Come osi...

Non poteva più contenersi.

Mollò un pugno sull'occhio destro del ragazzo, mentre i compagni di lui la guardavano allibiti.

Poi, con un balzo, superò gli altri che stavano cercando di prenderla.

Tutti rimasero a bocca aperta.

Misty... era riuscita ad afferrare un ramo a tre metri di altezza sopra di loro, per poi lanciarsi sul terreno superando il gruppo.

Poi si girò con un sorrisetto, dicendo: “Come vedi ho imparato a sorvolarli, gli ostacoli!” E se ne andò fiera di sé, mentre gli altri la guardavano stupefatti.

Gary giaceva a terra tenendosi la mano sull'occhio nero.

“Ma come diavolo... Quella ragazza è pazzesca! Come ha fatto a fare quel salto?”

Il castano si rialzò e se ne andò arrabbiato a casa.

“Questa me la paghi, ragazzina...” disse tra sé e sé.

 

Nel Tempio la sfera si agitava.

Sentiva che fra poco sarebbe arrivata la sua occasione. Iniziò a raccogliere le forze. Poi si guardò intorno, Sperando di intravedere qualche Pokémon a cui rubare l'energia, ma non ne vide nessuno. I Pokémon sapevano cosa c'era lì dentro e percepivano le correnti delle forze oscure, quindi si tenevano alla larga.

La sfera restò immobile. Poi nell'aria iniziò a diffondersi una risata.

Una risata cavernosa. La voce che creava quella risata era bassa, sadica e crudele, capace di gelare il sangue nelle vene anche dell'uomo più coraggioso.

Se l'inferno avesse avuto voce, quella sarebbe stata la sua.

 

Misty era pronta. Si mise una vecchia mantellina nera con un cappuccio, che le copriva bene il volto. Ai piedi aveva stivali verde scuro, per confondersi con le foglie. Quelle calzature le arrivavano fino al ginocchio. Le braccia erano completamente scoperte, poiché altrimenti alla ragazza sarebbe risultato difficile muoversi; delle maniche le avrebbero solo dato fastidio.

Era pronta.

Chiuse piano la porta per non svegliare le sue sorelle.

Poi, con passo felpato da fare invidia ad un gatto, corse nella foresta. Nessuno la sentì.

Staryu l'aspettava ansiosa.

Sapeva che quell'avventura notturna sarebbe stata pericolosa, se Misty si fosse avvicinata troppo. Ma aveva promesso all'amica che le avrebbe fatto vedere il Tempio del Re, e così avrebbe fatto.

“Staryu... Sei pronta?”

“Star!”

“Bene, andiamo!”

La luna piena guardava le due amiche che correvano nel bosco. Misty era agile e silenziosa, e Staryu l'ammirava molto per questo.

Giunte alla loro destinazione, le due si guardarono un attimo negli occhi. Davvero non sapevano a cosa sarebbero andate in contro.

Staryu entrò per prima. Fece segno alla roscietta di fermarsi ad un certo punto e di osservare la sfera.

Essa le aveva percepite. Iniziò a muoversi.

Staryu restò ferma dov'era, e Misty la imitò.

Poi la ragazza sentì una voce. Una voce che forse non veniva da nessuna parte. Alla roscietta sembrava solo di averla pensata.

Di luce bianca s'illuminò la sfera,

ed il male tornò nella sua prigione

ed anche se questa storia era vera,

Niente può cancellare un'unione.”

Dalla sfera iniziarono ad uscire raggi bluastri. Si muovevano piano attorno ad essa.

Poi un'altra voce circondò le due.

“Venite... E non abbiate paura... Non voglio farvi del male, potete avvicinarvi...”

“Star-Star Staryu!”

“Anche secondo me è una trappola...”

La voce cavernosa continuò: “No, potete stare tranquille... Venite... Venite...”

Non mi fido di te, pensò la rossa.

“Perché no, Misty?” Alla persona appena nominata si gelò il sangue nelle vene. Come faceva un pezzo di roccia sferica a leggerla nel pensiero e a sapere il suo nome?

“Tu... Tu sei il Re dei Pokélantis, non è vero?”

“Ma brava... Molto perspicace... Perché non ti unisci a me, Misty? La mia forza, se dentro un corpo umano, è incredibile ed incontrastabile... Potremmo fargliela vedere, a quel Gary e alla sua banda...”

“Come fai a sapere di lui, tu?”

“Lo hai già capito prima... Io leggo nel pensiero...”

La ragazza abbassò lo sguardo. Le sarebbe davvero piaciuto vendicarsi di quell'insopportabile ragazzo che la prendeva costantemente in giro... E poi, se avesse avuto dei poteri, sicuramente la gente le avrebbe portato un po' più di rispetto...

“Su... Vieni qui... Devi solo prendermi in mano... Vieni... Vieni...”

“Sta-Star!! Staryu Star!!”

“No, Staryu, tranquilla... Non mi succederà niente se prendo in mano quella sfera... Avrò almeno la possibilità di farmi trattare come una persona normale...”

Misty mosse un passo. La sfera del Re rese più densi i propri raggi. Misty piano piano continuò ad avanzare, senza ascoltare la sua amica a forma di stella.

Ancora un passo e la roscietta avrebbe toccato uno dei raggi, che sembravano tanto innocui.

“FERMATI!!”

Un urlo.

Nella sua testa.

La ragazza si bloccò.

I raggi iniziarono ad agitarsi.

“Cosa c'è che non va, Misty...?”

“Io... Non lo so... Ma non posso...”

E accadde tutto in un istante.

Misty si girò indietro per correre, i raggi blu scattarono rapidi verso di lei per cercare di afferrarla, ma riuscirono solo a sfiorarla; la ragazza non perse tempo e corse via dal tempio, seguita a ruota da Staryu.

Ansimò.

“Avevi ragione tu... Scusami, sono stata una stupida...”

“Star, Star Staryu...”

La roscietta alzò lo sguardo: “Davvero mi perdoni? Grazie, sei un'amica!”

Poi si girò verso il Tempio. La sfera sembrava tranquilla, come se non fosse successo niente.

La ragazza riaccompagnò il Pokémon Stella al suo lago e tornò a casa.

Chissà... Quella voce... Che mi ha detto di fermarmi... Sembrava la voce di un ragazzo... Ma di chi?

 

Il Re si era maledetto per non essere riuscito ad impossessarsi del corpo di Misty. Poi, però, aveva capito una cosa.

Non era quella la sua occasione.

 

Se avesse avuto un volto, avrebbe sogghignato. Presto... Ne avrebbe avuta un'altra.

 

* * *

Nel folto del bosco, su un sentiero, una persona camminava tranquillamente. Non aveva la più pallida idea di cosa sarebbe successo, quando sarebbe arrivata alla fine del viottolo.

Nello stesso momento, un'altra persona si stava vestendo. Indossò la sua canottiera gialla e i jeans, poi andò in cucina a fare colazione.

“Buongiorno Lily! Buongiorno Violet!”

“Ciao...” Risposero loro, distratte.

“Io vado a lavoro, okay?”

“Mmmh.”

La ragazza uscì di casa, dirigendosi alle magioni degli altri paesani.

Oggi non mi va proprio di lavorare... Uff, che giornata noiosa...

Ad un certo punto sentì un chiacchiericcio provenire dai margini del bosco a sud. Riuscì anche a sentire una voce nuova.

Si avvicinò per capire cosa stesse succedendo, e dal gruppetto di persone sembrava che fosse arrivato uno straniero.

Poi sentì la sua voce.

Un ricordo.

Fermati!”

Ora ricordo... Quel viandante... È la voce che ho sentito al tempio! La voce... La voce che mi ha salvata!

Si fece largo a spintoni tra la gente, e finalmente lo vide.

Un viso sorridente la guardava, con grandi occhi color cioccolata incorniciati da capelli corvini. Aveva due cicatrici a forma di saette sulle gote, e un cappello in testa con un simbolo verde.

Sulla spalla aveva uno strano esserino, tutto giallo con le guance rosse.

Quello... Quello è un Pokémon!

“Ehi, tutto okay?” Chiese il ragazzo, dato che Misty non aveva smesso di fissarlo.

“Oh... Sì sì, tutto bene, scusa! Mi ero incantat_ Cioè, stavo pensando!”

Lui le sorrise dolcemente, mentre tutta la gente intorno mormorava.

“Scusami, non mi sono ancora presentato: io sono Ash Ketchum, e questo qui è il mio amico Pikachu!”

“Pika!” Salutò il Pokémon giallo, alzando una zampetta.

“Il mio nome è Misty, Misty Waterflower! Piacere di conoscerti!”

Il Pokémon chiamato Pikachu le saltò subito in braccio.

“Com'è carino! – disse Misty accarezzandolo – è il tuo primo Pokémon?”

“Indovinato!” Sorrise lui.

Che bel sorriso che ha... Mi fa sentire tranquilla...

Un signore li interruppe: “Senti, ragazzino, che ne dici di riposarti un po'? Sarai stanco, e qui abbiamo un'osteria con una stanza disponibile!”

“Grazie mille!”

Pkachu saltò di nuovo sulla spalla del suo padrone, che gli diede un buffetto sulla guancia.

“Oh, Misty... Che ne dici se ci vediamo dopo?”

Alla ragazza brillarono gli occhi. Annuì sorridendo, e poi corse via.

Lui restò un attimo a guardarla.

 

“Ehi, tu sei lo straniero, giusto?”

“Sì, sono io! Mi chiamo Ash!”

“Io sono Gary, ma non sperare che io faccia amicizia con te! Scommetto che quel tuo coso giallo non vale niente!” Rise il castano.

“Ah sì? – si arrabbiò l'altro – facciamo una lotta Pokémon, allora!”

“Naah, non mi abbasso a questi livelli...” Disse Gary, poi continuò: “Comunque, perché ti sei messo a parlare con Pel di Carota?”

“Chi...?”

“Quella ragazzina coi capelli rossi, dai!”

“E perché, non posso?”

“Semplicemente perché, se non lo sai, i rosci qui sono considerati inferiori! E lo penso pure io!”

Ash strinse i pugni. Come osava dire una cosa del genere, quel ragazzino?

“Se lo pensi vuol dire che sei un cretino! E nel mio paese le persone con i capelli rossi sono normalissime!”

“Ah sì?” Nemmeno aveva dato il tempo al corvino di rispondere che Gary sferrò un pugno. Ash lo schivò per un pelo, poi disse: “Di solito fra uomini si fanno le lotte Pokémon, non ci si prende a pugni! E ora ti mostro cosa sa fare il mio Pikachu! VAI, PIKACHU, SUPERFULMINE!”

“Pikaaaa... CHUUU!!”

“AHHH!!” Gary cadde a terra, tutto spelacchiato e piuttosto malconcio.

“Cos... Cosa diavolo...” Mormorò uno della banda del castano, prima di defilarsi, mentre gli altri già se la davano a gambe.

“Così impari a trattare male quella ragazza!”

L'altro ragazzo avrebbe voluto rispondere, ma era più morto che vivo, e quindi si limitò ad un semplice “Mmh”.

Ash, intanto, si stava avviando verso... Non lo sapeva neanche lui. Aveva solo detto “Ci vediamo oggi pomeriggio”, non aveva specificato né luogo né orario...

Per fortuna, Misty sapeva dove cercarlo, dato che le persone che non conoscevano bene il paesino alla fine andavano tutte in piazza, alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarle.

Fu lì che si rincontrò con Ash. La roscietta camminava a passo spedito, e non si accorse dove stava andando. Ad un certo punto dovette abbassare lo sguardo, perché sentiva un fastidio al piede sinistro.

Nello stesso momento qualcun altro stava fissandosi attentamente il piede destro, dato che percepiva un formicolio insistente.

Ovviamente, quando due persone non guardano dove camminano, tutti sanno che...

“AHIA!” Dissero all'unisono Ash e Misty, cadendo.

Misty si mise a carponi, con gli occhi ancora chiusi, togliendosi la polvere dalla faccia.

“Ma chi...”

Poi aprì gli occhi e si bloccò.

A otto centimetri virgola sei dal suo naso (così potete farvi un'idea della vicinanza u.u XD NDA) c'era il viso del corvino, che la fissava ad occhi sbarrati.

Questo perché lei stava sopra di lui con una posa che faceva fare pensieri maliziosi a qualcuno, mentre lui stava sdraiato sotto di lei.

Misty riusciva a vedere il riflesso di sé stessa negli occhi color cioccolata del ragazzo.

Ash, anche se imbarazzato, sentiva – in un angolino remoto della sua mente – che avrebbe voluto che lei restasse un altro po' in quella posizione, per poterla guardare.

In quei pochi secondi esplorò con lo sguardo le sue ciglia, il suo naso, i ciuffi ribelli che le coprivano la fronte che lui avrebbe tanto desiderato spostare con le dita, le labbra che... Le labbra?!

Il corvino iniziò a balbettare frasi sconnesse a causa del pensiero appena concepito, ma Misty immaginò che volesse che lei si togliesse.

“Ecco, scusami, non stavo guardando dove andavo, non volevo finirti addosso, s_”
“No, no, scusami tu, ero distratto, e_”

“Perché mi hai interrotto?! Stavo parlando io, non pensare di crederti chissà chi solo perché hai un Pokémon!”

“Io non mi credo affatto chissà chi, solo che non finisco addosso alla gente per poi arrabbiarmi!”

“Ma sei proprio uno sfacciato! Non mi conosci nemmeno e mi parli così!”

Ash si puntellò con i gomiti avvicinandosi di più a lei: “E allora tu? Non mi sembra che tu mi stia portando tanto rispetto!”

“Guarda che_”

“Scusate se vi interrompo, ma avete intenzione di rialzarvi da terra o no?” Disse un signore.

I due si girarono in contemporanea: “ZITTO TU!” Poi tornarono a guardarsi male: “Ah, e mi ricopi pure le frasi?!”

Poi d'un tratto si accorsero di tutto.

Del fatto che stavano una sopra l'altro, del fatto che i loro nasi quasi si sfioravano, del fatto che stavano nel mezzo di una piazza ormai gremita di gente che ridacchiava...

Si fecero tutti rossi e si alzarono di scatto.

“Ehm, ecco, noi... – balbettarono – dobbiamo andare!!” E corsero via.

Ansimanti, i due si fermarono in una stradina, al sicuro da gente indiscreta.

Poi si guardarono.

Ad un tratto, entrambi pensarono in un secondo a quello che era appena successo.

E scoppiarono a ridere, tenendosi la pancia per le risate, senza riuscire a fermarsi un attimo!

Dopo un minuto buono Misty, ancora ridacchiando, lo guardò dicendogli “Allora... Come mai sei qui?”

“Beh, la prossima palestra in cui lotterò per avere una medaglia non è vicina, allora ho pensato di riposarmi un po'...” Sorrise il ragazzo.

“Medaglia? Palestra? Fai ginnastica artistica, per caso?”

“No, – rise lui – combatto con i Pokémon! Quando avrò tutte le otto medaglie potrò sfidare i Superquattro!”

“Ma chi sono i Superquattro? … Sei sicuro di sentirti bene? Perché parli di cose assurde!”

Ash rimase piuttosto sorpreso. “Ma... Ma qui non ci sono allenatori o palestre?”

“No, veramente no... Ci dovrebbero essere?”

“E nessuno sa chi sono i Superquattro?”

“Ti degni di rispondere alla mia domanda, per piacere?!” I nervi della roscietta stavano rischiando di saltare per la seconda volta, in quella giornata.

“Ecco... Beh, tutto ciò fa parte delle cose relative ai Pokémon... Gli allenatori combattono nelle otto palestre delle proprie regioni, e poi se riescono a vincere tutte le medaglie possono sfidare i Superquattro, ovvero i quattro allenatori più forti della zona!”

“Ahh... Non lo sapevo...!”

“Beh, mi pare ovvio, siete molto arretrati, qui!”

Misty assunse d'un tratto una faccia molto seria.

“Ehi, ragazzino, ascoltami bene: Noi qui ci ammazziamo di fatica per tirare avanti, mica giriamo il mondo per giocare con dei mostriciattoli! Quindi, se non ti piace stare qui perché noi siamo arretrati, vattene pure da qualche altra parte!”

Ash rimase di sasso. Ingenuo com'era, non immaginava neanche che potessero esserci posti al mondo così duri con le persone. E soprattutto, non si sarebbe mai immaginato di incontrare una di quelle persone così malridotte.

“I-Io... Scusami. Non volevo offenderti, perdonami...” Disse abbassando gli occhi.

Il viso di Misty si rilassò.

“Accetto le tue scuse. Quello che volevo dirti è che la vita qui non è facile.”

 

Pochi giorni dopo, la vita ricominciò a scorrere normale. Prima lo straniero era stato considerato un po' male, dato che si era messo a parlare con la ragazza con i capelli rossi, ma ora nessuno quasi se ne ricordava più.

Ash e Misty, intanto, avevano iniziato a vedersi più spesso, nonostante continuassero a litigare ogni cinque minuti.

“Guarda che Pikachu è bravissimo, anche se è piccolino!”

“Pika pika pi!”

“Oh, lui non lo metto in dubbio, ma secondo me tu non sei proprio un mito, come allenatore!”

“Come ti permetti?! IO sarò il futuro Pokémon Master!”

“Pokémon Master? E che sarebbe, una specie di Pokémon?”

“Ma no!! – si irritò – il Pokémon Master è il più forte allenatore di Pokémon esistente! E prima o poi batterò Drake e avrò io, quel titolo!”

“Cosa c'entrano i draghi, ora?”

Ash cadde in stile anime, con una gocciolina di sudore che si faceva largo sulla sua fronte.

“Comunque, Ash, invece di parlare di Pokémon Masse_”

“Master, ho detto!!”
“Sì, sì, Pokémon Massi o robe simili, vieni con me! Voglio farti vedere la casa abbandonata!”

Ash si rialzò in piedi, curioso. Anche se stavano chiacchierando – o meglio, litigando – stare in un punto imprecisato del paesino non era sicuramente la cosa più divertente...

“Ok, fammi vedere questo posto! Basta che tu non abbia paura dei fantasmi...”

“Scemo, i fantasmi non esistono! E poi, anche se esistessero, io non sono una che si mette paura per un nonnulla!”

“Questo lo vedremo...”

Finito il battibecco, i due si recarono al posto nominato dalla rossa, continuando a punzecchiarsi e a ridere.

Ash si voltò verso la ragazza, con un velo di... Qualcosa negli occhi.

“Ehm... Quindi... Dobbiamo entrare...?”

“Sì!”

I due entrarono nella vecchia casa. Un asse pendeva dal soffitto, cigolando. Gli amati libri di Misty dormivano tranquilli fra le ragnatele, mentre un vecchio ragno aspettava una folata di vento che non sarebbe mai arrivata.

Le finestre rotte cigolavano.

Ash stava dietro alla roscietta, che avanzava senza problemi perché quel posto le era così familiare essendo, in un certo senso, una seconda casa.

Il corvino si fermò, lei lo percepì ma non si girò.

“Che succede, Ash?”

“I... Io... Non so... Forse non è una grande idea proseguire!”

Misty sbarrò gli occhi, poi si girò verso di lui, ridendo.

“E poi ero io quella che avrebbe avuto paura, eh?” Ecco cos'era quel velo di qualcosa che copriva gli occhi di Ash... Il corvino era spaventatissimo!

“Non ho paura! E poi non è neanche notte, se io avessi pauraAAAHHH!!!”

Ash fece un balzo in aria, ma poi scoprì che quel formicolio che aveva sentito sulla gamba sinistra era solo un innocuo granello di polvere un po' troppo cresciuto. (anche se i granelli di polvere non crescono ^^'''' NDA)

“Ahahah!! Insomma non avevi paura, eh? Scommetto che stavi per dire 'se io avessi paura sarei un fifone!', non è vero?”

Lui la fissò ad occhi sbarrati: “Da quando in qua tu leggi nel pensiero?”

Misty ridacchiò. Ash si sorprese leggermente, perché aveva trovato quella risata quasi... Dolce. No, pensò, mi sto certamente sbagliando.

“Se vuoi... Mi puoi prendere per mano, Ash.”

Il corvino la guardò.

Lei non abbassò lo sguardo, anzi, gli sorrise di nuovo, dolce.

I due, senza dire niente, si presero per mano, e continuarono.

Poco dopo, arrivarono all'angolino di Misty, dove vi erano tutti i suoi volumi.

Lei glieli mostrò, e lui curioso scoprì che ne conosceva qualcuno.

Iniziò a leggerli per lei.

“Dove sei arrivata?”

“Qui, guarda, a questa pagina...”

“Posso... Leggertelo...?” Disse lui, titubante. Stavano seduti l'uno accanto all'altra, per terra.

“Sì...”

Oh Romeo Romeo perché sei tu Romeo?
Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti.
Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu.
Che vuol dire "Montecchi"?
Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome.
Che cos'è un nome? Quella che chiamiamo 'rosa' anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.
Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stessa. ” (questo passo non mi appartiene NDA)

Misty stette in silenzio. Aveva mentalmente deciso che quello era il suo pezzo preferito. Anche perché trovava che Ash leggesse benissimo.

Le parole scorrevano fluide dalla bocca di lui, come se fossero dei minuscoli ruscelli. Leggeva piano, con calma, come soppesando ogni singola parola.

La gente pensa che saper leggere bene sia una cosa futile, pensava la roscietta, ma si sbaglia di grosso. È un piacere sentire queste parole dette da una voce così bella...

La ragazza arrossì leggermente, dopo aver pensato tale frase.

“Continua, Ash...”

Lui non se lo fece ripetere due volte, e i due andarono avanti così finché la sera non sopraggiunse per catturare il Sole e farlo scomparire dietro lontane montagne, per rendere la Luna padrona del cielo.

“Misty...”

“Sì?”

“Si è fatto tardi, che ne dici di andare?”

“Va bene... Ti accompagno alla tua locanda...”

Lui annuì con il capo, e i due si avviarono.

 

Stava concentrando tutti i suoi poteri. Ogni singola briciola di magia che riposava in quella stanza gli sarebbe appartenuta a breve. Le forze non lo avrebbero abbandonato un'altra volta, ne era sicuro.

 

Ash si tolse la maglietta. Infilò il pigiama, poi si mise sotto le coperte dopo aver dato la buonanotte a Pikachu.

Ma non riusciva a dormire. Aveva fissa in testa l'immagine della roscietta. Non riusciva a non pensare a lei. Cercò più volte di concentrarsi su come avrebbe vinto gli incontri successivi, o come sarebbe stato bello battere Drake e diventare Pokémon Master, ma ogni volta il viso di lei gli appariva, sorridente, che lo guardava.

“Oh, Pikachu... Non riesco a non... A non pensare a lei...”

“Piii...” Il topo elettrico era stato in silenzio tutto il giorno affinché i due potessero stare tranquilli insieme, ed in quel momento voleva solo dormire.

“Vedi, è come se la volessi perennemente vicina, come se mi mancasse... Ma è strano, l'ho vista questo pomeriggio...”

“Piiika, pikachu pi pi pika...”

“Cosa vuoi dire con 'ti sei innamorato'?! Io non mi innamoro di nessuno! Non ho tempo per queste sciocchezze!”

“Piiika, pikachu pi pi pika!”

“E me lo ripeti pure?! Mah, secondo me hai la febbre!”

“Pikachu, pikapi pikachu?”

“Sono arrossito perché... Perché... Io... No, aspetta un attimo! Non sono mica arrossito!”

“Pikachu...”

“ 'Ecco, appunto' che cosa? Stai insinuando che lei mi piace?? … Pikachu?”

Ma il Pokémon giallo stava già dormendo beato.

Il ragazzo si girò, piuttosto nervoso.

 

Il giorno seguente Misty andò a lavorare come ogni giorno, e sfortunatamente si imbatté in Gary e i suoi amici.

“Hey, ragazzina! Non mi è piaciuto come mi hai trattato l'altra volta!”

Misty cambiò rapidamente direzione. Ma fu inutile, perché Gary la seguì nel vicolo cieco in cui si era cacciata. Iniziò a sudare. Il muro era a pochi passi da lei, quindi era inutile continuare ad andare avanti. Si fermò.

Diavolo... Si mette male...

“Adesso pagherai per quell'occhio nero che mi hai procurato...”

Gary la strinse in un angolo. Mise le mani sul muro, avvicinando il proprio viso a quello di lei. Ghignava soddisfatto, fissandola negli occhi. Misty sentì una gocciolina di sudore scivolarle piano lungo la fronte.

La roscietta era immobile. Sperava in un miracolo, ma se lui non l'avesse violentata sarebbe andato bene lo stesso.

Il ragazzo iniziò a carezzarle la guancia con la mano destra. Con uno scatto, poi, le morse il collo, come un gatto che gioca con la preda. Ridacchiò.

“Speri che... Che io mi fermi, vero...? Non sarà così... Stavolta no, dolcezza...”

Con la mano sinistra accarezzò la spallina gialla della maglietta di lei, e la abbassò fino a scoprire la bretella del reggiseno.

Misty tremava.

Basta, basta, ti prego, basta...

D'un tratto Gary spalancò gli occhi per poi cadere a terra, con un gemito. Dietro di lui Ash gli aveva appena sferrato un pugno.

“Come... Come ti permetti a toccare Misty...” Soffiò il corvino, nero di rabbia.

Il castano si rialzò a fatica, e tentò di contrattaccare. Avrebbe dovuto essere piuttosto lento, dato che aveva appena ricevuto un forte colpo, ma riuscì ad essere rapido e centrò Ash in pancia, il quale si piegò in due.

Misty spalancò gli occhi e si coprì la bocca con una mano.

“Allora...? Io faccio quel che mi pare e piace, non prendo ordini da uno straniero...!” Rise Gary. L'altro ragazzo lo guardò negli occhi. Il castano non seppe reggere il suo sguardo e si rigirò da un altra parte con aria di superiorità. Il corvino colse l'occasione e, in quel secondo in cui era distratto, gli sferrò un calcio.

Quello si accasciò a terra. Misty fissò il corpo svenuto.

“Vieni!” Ash la richiamò alla realtà. Se avessero aspettato un altro po' sarebbero stati raggiunti dagli altri ragazzi e se la sarebbero vista davvero brutta.

I due corsero via, lasciando Gary ansimante al suolo.

 

Dopo che furono sicuri di essersi lasciati il castano alle spalle si fermarono.

Ash si mise le mani sulle ginocchia, sfiatando. Poi si fermò di colpo, come se un pensiero gli avesse dato uno schiaffo.

“Cosa... Cos'ho fatto... Io... L'ho picchiato!”

“Sei stato grande! Non avrei mai immaginato che un ragazzo di città potesse... Ash?”

Le gambe del corvino non avevano retto, e adesso lui si trovava per terra, a carponi, a fissare quel sassolino che si sentiva tanto in soggezione.

“L'ho... Picchiato... Gli ho fatto del male...”

“Ash... L'hai fatto perché altrimenti lui avrebbe fatto male a me...!”

Lui la guardò. Lei si era accovacciata, per poterlo guardare negli occhi.

Misty gli prese il mento fra l'indice e il pollice.

“Quindi... Grazie, Ash.”

Lui restò a fissarla, a bocca aperta. Per un attimo provò l'istinto di buttarsi fra le sue braccia a piangere e a dirle che aveva avuto paura per lei, ma si trattenne.

O quasi.

Abbassò la visiera sugli occhi, tentando di coprire – inutilmente – quel luccichio che gli stava scendendo lungo la guancia.

“Misty... Ho avuto paura... Ho pensato che... Che avrebbe potuto... Potuto...” Non riusciva neanche a completare la frase, da quanto tremava.

La ragazza gli prese le mani.

“Adesso è tutto passato, grazie a te... Dai, andiamo...”

Si alzarono, e lei gli asciugò quel rivolo brillante che ormai aveva quasi raggiunto il il collo di lui.

 

Ormai, in paese, le persone che prendevano in giro Misty erano davvero poche. Tutti sapevano dell'amicizia che era nata fra lei e quel ragazzo, – che si stava fermando più del dovuto, rendendo felice il proprietario della locanda – perciò nessuno le dava più fastidio, dato che era difficile trovare gente che tenesse a ricevere una scarica elettrica e qualche pugno.

La vita di Misty andava finalmente un po' meglio, e le sorelle speravano tanto che si sarebbe sposata con quel viandante, anche se la roscietta diventava dello stesso colore dei suoi capelli sentendo nominare insieme le parole 'Ash', 'innamorati' e 'matrimonio'.

Ma sicuramente aveva già capito lei stessa che quel corvino sorridente non era un ragazzo qualsiasi. Se si fosse dovuta sposare in quel momento, avrebbe senza dubbio scelto lui.

La roscietta stava tranquilla a spazzare in cucina quando sentì qualcuno che bussava alla porta.

“Vado io!”

Aprendo la porta, si ritrovò davanti il volto del ragazzo a cui stava pensando pochi attimi prima.

“Ciao Ash! Come mai qui?” Sorrise lei, inclinando la testa da un lato.

“Ehm... ecco... Io volevo... Beh, ho saputo dal padrone della locanda, Brock, che oggi è... Il tuo compleanno! Quindi volevo farti un regalo e... Perché mi guardi in quel modo?”

Misty si affrettò a chiudere la bocca che aveva tenuto aperta fino a quel momento, essendo abbastanza stupita.

Ash le aveva fatto un regalo?!

Certo, in quei giorni aveva imparato che il ragazzo poteva essere piuttosto ottuso parlando di femmine, ma sicuramente quella volta non si poteva dire lo stesso!

Il ragazzo, rosso come un peperone, aveva in mano una cosa piuttosto grossa, dalla forma di un uovo un po' troppo cresciuto, tutto impacchettato da una carta celeste.

“I-Io... – stavolta toccava a Misty essere imbarazzata – ecco... Grazie, Ash!”

Lo abbracciò di slancio, al collo, stringendolo forte a sé.

Lui rimase sorpreso, fermo senza muoversi perché non aveva la più pallida idea di cosa dovesse fare. (ma abbracciala anche tu, no?! >__< NDMe)

Quando lei si staccò, il corvino vide che aveva gli occhi coperti da un velo di gratitudine.

“Ash... Grazie mille... Nessuno mi faceva regali da tantissimo tempo... O meglio, nessuno si ricordava che oggi era il mio compleanno...”

“Non ci posso credere... Ma perché? Da dove vengo io quando è il compleanno di qualcuno si fanno grandi feste... Perch_”

“Lo sai, Ash... Come sono considerata io, qui...”

Ash annuì. Poi le sorrise e le porse il pacco.

Lei, felice, lo prese e lo iniziò a scartare.

“Ash...?”

“Sì?”

“Non vorrei essere scortese... Ma cosa sarebbe??”

Misty guardava stranita l'oggetto color panna che aveva davanti. Sembrava proprio un uovo, solo che era pieno di triangolini rossi e blu.

“Ma... Ma non lo vedi?”

“Vedere cosa? Sembra una specie di strano uovo...”

“Infatti È un uovo!”
“Un uovo con dei triangolini rossi e blu disegnati sopra?!”

“È un uovo di Pokémon, Misty! Un uovo di Togepi!”

Misty spostò lo sguardo dall'uovo al corvino e viceversa. Poi scoppiò a ridere.

“Ma dai, Ash! Mi vuoi far credere che questo coso colorato col pennarello sia un uovo?? Ma non ci cascherebbe nessuno!”

“La smetti di ridere? – disse lui, facendosi l'offeso – È un uovo!”

“Sì, cert_”

Una luce bianca interruppe le parole della ragazza, la quale prese a fissare l'oggetto che aveva tra le mani.

Si sta illuminando...

La luce divenne quasi accecante. Quando i due riuscirono a riaprire gli occhi, nelle mani della roscietta c'era qualcos'altro.

“ … Toge! Togepi!”

Misty fissò intensamente il Pokémon che si ritrovava in braccio. Dopo una manciata di secondi, uno splendido sorriso si fece largo sul volto di lei.

“Ma quant'è carino!!” Rise la ragazza, iniziando a coccolare il cucciolo.

“Ti ho detto che non era finto...”

“Grazie, Ash! È il più bel regalo che io abbia mai ricevuto!”

Il corvino si mise una mano sulla nuca, ridacchiando: “Beh, dai, ora non esagerare...”

“Oh, Ash! Mi stavo quasi scordando!”
“Che cosa?”

“Ti devo presentare la mia migliore amica! Vieni, si trova nel bosco, adesso!” La ragazza non attese una risposta e prese Ash per la mano, trascinandolo.

Non passarono neanche una decina di minuti che i due si ritrovarono di fronte ad un lago.

L'acqua era splendida, cristallina.

Svariati Pokémon d'acqua nuotavano liberi, giocando. Su terreno, due cuccioli, Nidoran e Nidorina, giocavano a rincorrersi, mentre un Pidgeotto cercava una preda da catturare.

Le fronde degli alberi si muovevano al vento, creando un frullare di foglie che si aggiungeva ai versi degli Speraow.

Misty salutò un Horsea, un Goldeen ed un Magikarp.

Dopo poco comparve un altro Pokémon d'acqua.

“Ecco, è lei! La mia migliore amica!”

“Staryu uscì dall'acqua, sotto gli occhi di un Ash piuttosto sorpreso.

“Ma... Io pensavo fosse una... Insomma... Un essere umano, no?”

La ragazza lo guardò con fare indifferente: “Che problema c'è ad avere un'amica Pokémon?”
“Star, Staryu!”

“Beh, no, nessuno... Ma tu sei la sua allenatrice?”

“No, te l'ho detto, noi siamo solo amiche! Non sono la sua padrona, io... Lei è libera di fare ciò che vuole!”

“Anche Pikachu è libero di fare ciò che vuole! Mica lo costringo a fare gli incontri, è a lui che piace!”

“Magari il tuo Pokémon li fa per fare un piacere a te! Nelle battaglie si soffre, e io non voglio far fare una cosa del genere a Staryu!”

“Io so cosa faccio! E secondo me non hai il coraggio di affrontarmi!” Disse il ragazzo con aria altezzosa. Misty incominciava ad arrabbiarsi.

“Star! Staryu Star-Staryu!”

“Ma... Sei sicura? Guarda che può essere pericoloso!”

“Staryu!”

“Bene, Ash! Accettiamo la tua sfida!”

“Toge! Togepi!”

“Ma... Tu sei troppo piccolo per partecipare...!”

“Togepi!”

“Va bene, Togepi...”

 

Erano uno difronte all'altra. Due Pokémon a testa. (okay, non descrivo incontri da millenni, quindi saltate pure O.o NDA)

“VAI, PIKACHU! Scelgo te!”

“Forza, Staryu!”

“Bene, Misty, preparati a ricevere la tua prima sconfitta! Pikachu, Codacciaio!”

“Vai, Staryu, Rapigiro!”

La stellina prese a girare velocissima, inseguendo il Pokémon elettrico, che aspettò di esserle più vicino per sferrare l'attacco, che andò a segno.

Ma Staryu si rimise subito in piedi.

“Ora, Bollaraggio!”

“E tu rispondi con Superfulmine!”

Le bolle, a contatto con il lampo, iniziarono a scoppiare una ad una, creando un gran polverone. Pikachu non riuscì quindi a vedere le poche bollicine nascoste dal fumo, che lo colpirono in pieno.

“Benissimo, Staryu! Finiscilo con Idropompa!!”

“Non è ancora terminato, l'incontro! Pikachu, Locomovolt!”

I due attacchi si scontrarono con forza, offuscando nuovamente l'aria.

Pochi secondi dopo, i presenti riuscirono a vedere che Pikachu, al contrario di Staryu, era ancora in piedi.

“Sìì! Il primo round l'ho vinto io!”

“Uffa... Ma non cantare vittoria troppo presto! Togepi, piccolino, ora è il tuo turno!”

“Togeee!”

“Heracross, ora tocca a te!”

“Forza Togepi! Vai con... Mmmh... Quali sono le mosse di Togepi?”

Ash cadde per terra con un gocciolone di sudore che gli scendeva per la fronte.

“Possibile che ti debba insegnare tutto io? Allora, ha ruggito e fascino!”

“Quanto sei presuntuoso! Togepi, usa fascino!”

Ma il cucciolo non ascoltò minimamente Misty. La guardò, poi guardò Ash, poi di nuovo lei. Subito dopo si mise a ridere, ed iniziò ad usare le zampette.

“To-ge! To-ge! To-ge!”

Le manine del Pokémon si circondarono di una luce blu. Ad un certo punto anche i corpi della sua padroncina e del suo sfidante si illuminarono di quello stesso colore.

“Togepi! Cosa stai combinando??”

Il piccolo, sorridente, grazie alla mossa che stava usando, ovvero Metronomo, mise Ash e Misty uno difronte all'altra.

Poi, con la stessa azione, li fece abbracciare.

“Cosa diavolo...?!” Il corvino si ritrovò a cingere con le braccia la vita della roscietta, mentre lei gli gettava – sempre a causa dello stesso Pokémon – le braccia al collo.

“Togepi!”

“Pikachu, vuoi fermare Togepi o preferisci restare lì a guardare?!”

“Pika, pikachupi pika pi!”

“Cosa vuol dire 'so che desideri restare così'?! Datti una mossa, razza di...”

“Ehm... Ash?”

“Che cos_”

Il Pokémon Pallapunte aveva approfittato della distrazione di Ash per far avvicinare molto più di prima i volti dei due.

I loro nasi si sfioravano.

Il corvino abbassò gli occhi sulle labbra di lei.

Non sapeva perché, ma avrebbe tanto voluto avvicinarsi un altro po'.

E Misty aveva una voglia terribile di inclinare la testa di lato e di chiudere gli occhi.

Togepi, ancora con le zampette illuminate di blu guardò Pikachu, il quale gli fece un “Pika!” accompagnato da un pollice all'insù.

“Toge!”

Il Pokémon avvicinò le zampette sempre di più... Fino a farle toccare.

 

Dopo il bacio Ash si staccò piano, sempre guardando le labbra della ragazza. Notò immediatamente che Togepi aveva smesso di usare metronomo... Quasi subito.

Praticamente li aveva solo fatti avvicinare. Poi loro, suggestionati dalla luce blu attorno alle zampette – che erano solo due triangolini disegnati sull'ovetto – si erano abbracciati e... Baciati.

Oh, sì, baciati.

Misty aveva ancora gli occhi chiusi.

Com'è bella, pensò il corvino. Aspetta un attimo. Bella?! Da quando in qua penso queste cose?! E da quando in qua una come Misty è bella??

Ma gli venne difficile separarsi da lei. Sentiva la sua pelle nuda sotto le mani, e le sue braccia esili che lo stringevano al collo.

Avete presente quanto ci si deve alzare dal letto il lunedì mattina? Ecco, Ash aveva la stessa voglia di staccarsi da lei pari alla nostra contentezza di svegliarsi per andare a scuola.

Cioè, meno di zero.

Ma non potevano restare lì in eterno.

Lei allentò la presa sul suo collo, e lui le strinse di meno la vita.

La roscietta riaprì gli occhi, mentre quell'incantesimo di pochi secondi si spezzava.

Il rossore decise di impadronirsi delle loro guance, come l'imbarazzo del loro cuore.

Ash accennò a qualche parola, senza riuscire a far capire niente né a sé stesso né a Misty.

Poi si salutarono, timidi, ritornando ognuno a casa sua.

 

Ash non pensava ad altro da tutto il pomeriggio. Perché... Quando l'aveva baciata... Non voleva staccarsi da lei? E perché adesso le mancava? Si erano visti poche ore prima... Eppure questa sensazione l'aveva già provata... Sì, un po' di giorni fa... Gli era successo perché non la vedeva da poche ore, come adesso...

E la cosa strana è che sentiva dentro una specie di felicità crescente, aveva una voglia matta di rivederla, abbracciarla e baciarle il collo, le labbra, i capelli, e correre con lei fino alla fine della terra, dove il mare si confonde con il cielo, e buttarsi in acqua, trascinando anche lei, e giocare, giocare finché non si stancassero entrambi, e poi dormire sotto la luna, e abbracciarla, e guardarla, e baciarla...

Ash si mise in piedi, stringendo forte i pugni, con gli occhi serrati.

“Pikachu, io... Io la voglio. Non mi chiedere cosa sto dicendo, non lo so neanche io. So solo che ho bisogno di lei, e che probabilmente sono impazzito. Ma... la voglio!”

Il Pokémon guardava il suo padrone, pensando che forse non era così stupido come pensava. Senza aspettare risposta, il corvino corse fuori dalla stanza.

Forse Brock mi può dare una mano... Lui ci sa fare con queste cose...

Brock, il proprietario della locanda, correva letteralmente dietro ad ogni donna che gli capitasse sotto il naso.

Era un tipo simpatico, tranquillo e maturo, ma quando il gentil sesso gli si presentava davanti la sua bocca iniziava a sparare a raffica parole sdolcinate.

“Ehi, Brock! Come va?”
“Io bene, Ash, grazie! Piuttosto... Mi volevi parlare di Misty, vero?” Brock era anche uno dei pochi che in paese non disprezzava la roscietta.

“Beh... Io... Vedi... Noi due... Ci... Insomma... Poi io...”

“Ho capito, vi siete baciati e ora tu non riesci a smettere di pensare a lei!”

Il corvino strabuzzò gli occhi.

“Come DIAVOLO hai fatto?! Perché mi leggono tutti nel pensiero??”

“Beh, sei abbastanza prevedibile...”

“Ahhh, lasciamo perdere! Dimmi piuttosto cosa mi succede!”

“Ma... Ma...” Brock era piuttosto sorpreso.

“ 'Ma' cosa?”

“Ma non hai ancora capito?”

“Cosa... dovrei aver capito...?”

“A te piace lei!”

“COSA?! Ma non... Non può essere così! Io non mi sono mai innamorato!” Ash stava diventando tutto rosso.

“Beh, c'è sempre una prima volta!”

“Sia tu che Pikachu mi dite sempre la stessa cosa, riguardo a lei...” Il corvino sospirò.

“Sai come si dice? Il cuore del Pokémon e quello dell'allenatore sono in sintonia!”

L'altro lo guardò inarcando un sopracciglio: “Ah sì...? … Ahhh, ma io che sto pure a crederti! Si vede che l'hai inventato tu!”

“Non vuol dire niente... Comunque ora esci, va' e dichiarati!”

Il ragazzo non ebbe il tempo di ribattere che si trovò fuori dalla locanda. Sospirò, ma decise mentalmente che non si sarebbe dichiarato per nessuna cosa al mondo, anche perché non era sicuro di ciò che provava. Decise di fare semplicemente un giro.

 

Pochi giorni dopo, Ash e Misty erano tornati amici come prima, ed il velo di imbarazzo che c'era fra loro adesso era stato squarciato.

Misty si recò in piazza, dove il corvino le aveva detto di andare perché doveva chiederle una cosa.

Quando lui arrivò, la ragazza colse subito una specie di luce nei suoi occhi.

“Ehm... Ash... Cos'hai in testa?”

“Io? No, niente, ti volevo chiedere se potevi farmi vedere un posto...”

“Che posto?”
Il ragazzo aveva gli occhi che brillavano.

“Ma Misty, IL posto!! Ho scoperto che qui vicino c'è il famosissimo Tempio del Re! Voglio assolutamente visitarlo!!”

La roscietta si bloccò.

I ricordi si impossessarono di lei.

Su... Vieni qui... Devi solo prendermi in mano... Vieni... Vieni...

“…Misty?”

“Sì! Cioè no... Ecco, io non voglio che tu vada l_”

“Che bello, hai detto di sì! Dai, andiamo!” Ash la prese per mano e la trascinò fino al bosco, dove sapeva che si trovava il Tempio.

“Pensa, Misty, tempo fa ho sognato di urlare 'fermati' ad una ragazza... E ora che ci penso quella ragazza ti somigliava tantissimo... Stava andando incontro a dei raggi blu...”

“Ash, ti prego, non andiamo al Tempio... È... Pericoloso...”

“Non mi dire che credi a delle leggende!”

“No, io, quella non...”

“Dai, vieni, piccola!”

“Piccola??”

“Beh, i bambini piccoli hanno paura delle leggende...”

“No, non ho paura! Andiamo!”

 

Ash lesse l'iscrizione sul Tempio.

“Il fuoco blu avrà la sua occasione.”

“...”

Il corvino guardò la ragazza che aveva accanto, e le chiese quale fosse il problema.

“Quella scritta... Prima... Non c'era...”

“Dai, Misty, semplicemente non l'avrai vista! Entriamo, so che non c'è pericolo!”

I passi echeggiarono nel Tempio del Re.

La statua sembrava scrutare i due, come a volerli uccidere con la sola forza che uno sguardo di pietra può dare.

La Sfera del Re era immobile.

Misty quasi sentiva rimbombare le parole.

Vieni... Vieni...

“Senti, Ash, andiamocene, ti prego...” Gli strinse la mano più che poteva. Ma lui si avvicinò lo stesso.

“Voglio solo vedere quella sfera, piccola...” Il corvino andò verso l'oggetto in pietra, come ipnotizzato.

La ragazza era ferma, non riusciva a muovere un benedetto muscolo. Avrebbe dovuto dirgli cosa era successo, ma non ne aveva avuto il tempo.

Ash si trovava davanti alla sfera.

Avvicinò le mani.

Le dita sfiorarono l'aria che si preparava ad essere schiaffeggiata.

E fu un urlo.

“Luce! Ritorno dalla mia oscurità!”

“NO, ASH!!!”

“AHHHH!!”

Raggi blu strinsero la pelle del ragazzo, le ossa non ressero più il peso, e Ash cadde a terra tremando, mentre il fuoco blu prese possesso del corpo della vittima, rinchiudendola in una prigione di incubi.

Il male si era appropriato del suo contrario, diventando una cosa sola.

Ma in quell'unica cosa solo uno dei due elementi aveva trionfato.

E non era il bene.

Una risata agghiacciante fece vibrare le spalle del corvino. Un alone blu lo circondò.

“Ciao, Misty...” Una voce, cupa e secca.

Si mise in piedi. Gli occhi erano neri catrame.

“Brava, bambolina... Mi hai portato la preda... Sei stata efficiente, ma prenderò anche te...”

La rossa non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che un raggio bluastro la avvolse in un secondo nelle sue spire.

Poi l'avvicinò a sé.

“Ma guarda... Se non sbaglio, anche tu una volta stavi per prendermi in mano, non è così...? Ma lui è stato meno furbo di te ed è finito nella mia trappola...”

“Cosa... Cosa vuoi fargli?!”

“Voglio solo usarlo, bambola... E non mi limiterò solo a lui, avrò bisogno pure di te.”

Trascinò la roscietta fino a dove stava la Sfera. Si fermò davanti ad essa e nominò alcune parole in una lingua sconosciuta.

Il trono iniziò a ruotare lentamente, scoprendo un secondo trono nascosto dietro.

Un rumore secco fece sì che il primo trono, quello su cui c'era la Sfera del Re, fosse completamente nascosto, e che il secondo trono si mostrasse.

“Vedi...? Questa è la Sfera della Regina.”

“Cosa ci vuoi fare? Io non cederò mai il mio corpo ad uno spirito!”

“Non ho chiesto quello che vuoi fare tu.” Disse, secco. Poi continuò, beandosi dello sguardo pieno di terrore di Misty: “Tu adesso mi darai un bacio. Ho letto nella mente di Ash che lui non è innamorato di te, quindi non avrò problemi.”

Ash... Io... Io sono innamorata di te... Perché tu non mi corrispondi...?

“Ma io... Io lo amo, Ash...”

“Non me ne frega niente. L'importante è che il vostro non sia un amore puro. Se lo fosse, baciandoti, lo Spirito della Regina non riuscirebbe a liberarsi dalla sfera ed io ritornerei nella mia. Ma poiché non lo è, lo Spirito della Regina prenderà possesso di te e riuscirò a conquistare il mondo insieme a lei. Quindi, piccola, lascia che sia l'inizio della fine...”

Piccola... Quel nome... Anche Ash mi chiamava così... Quindi lui è ancora vivo dentro il Re...

“Maledetto! Libera subito Ash!!”

Il Re rise di una grassa risata, stringendo di più Misty con i suoi raggi dal colore degli abissi.

Le circondò la vita con un braccio, mentre con l'altro le agguantava la testa.

Iniziò a leccarle la guancia, a morderle il collo.

Dentro di lui, Ash guardava sconvolto la scena.

Aveva sentito la dichiarazione di Misty, e stava cercando con tutte le sue forze di liberarsi. Ma il Re era troppo forte per lui.

Lo vedeva morderla e leccarla.

Non ne poteva più.

“Ahhh...!” Il Re gemette, abbassando la testa.

Poi la rialzò, e per un attimo gli occhi erano tornati color cioccolata.

“M-Misty scappa...!”

Ma un attimo dopo il Re era di nuovo riuscito a riprendere il controllo sul corpo del corvino.

“E così... Ha provato a liberarsi... Ma è giunta la fine!”

Le labbra del Re si schiusero leggermente, lasciando intravedere un canino appuntito.

Si avvicinò alla bocca della ragazza, che tremava.

Pochi centimetri.

Adesso ancora di meno.

Ora solo uno.

“PIKAAA... CHUUU!!”

Il fulmine colpì in pieno il Re dei Pokélantis.

“Come osi...” Si girò di scatto, lanciando contro il Pokémon raggi pervinca.

Pikachu venne colpito in pieno, lanciando un grido di dolore.

Il Re mandò un altro raggio, colpendo Staryu, che stava per attaccarlo di nascosto.

Entrambi i Pokémon si rialzarono, combinando gli attacchi contro il Re, il quale venne preso in pieno. Ma neanche un graffio comparve sulla sua pelle.

Ridacchiò beffardo. Quegli attacchi non erano nulla, in confronto alla sua potenza.

Stava già per contrattaccare, stava già assaporando la vittoria, già vedeva Pikachu e Staryu svenuti quando...

“Non ti muovere o sei morto.”

Sentì una cosa fredda e aguzza poco sotto il mento.

“Mi hai sottovalutata, Re. Io non vado mai in posti pericolosi senza un pugnale.”

Misty gli premeva l'arma sul collo, da dietro.

“Se uccidi me uccidi anche Ash, bambolina.” Ghignò.

La ragazza strinse i denti fino farsi male.

“Ti propongo un accordo, piccola... Non mi va di avere troppi cadaveri in giro quando dominerò tutto il pianeta, quindi ascoltami: se ti allei con me io libero il corpo di questo ragazzino e ne uso un altro, però tu e il tuo amichetto mi dovrete aiutare a trovare un'altra vittima e a conquistare il mondo. Se non rispetterete i patti, ritornerò nel corpo di Ash e lo Spirito della Regina prenderà il tuo. Poi prenderò altre due vittime e vi libererò, ma solo per uccidervi.” Fece una piccola pausa. “Ti do un giorno ed una notte per pensare. Accetti?”

Misty, che gli stava dietro, senza farsi vedere abbassò tristemente la testa.

In qualunque caso... Il mondo finirà in mani sbagliate. Sembra non ci sia scampo...

“Ho bisogno di più tempo per pensare.”

“No. Usi quello che hai. Un giorno ed una notte.”

“ … Va bene.”

“Domani qui alle sette in punto. E vedi di non fare scherzi. Io potrei benissimo disarmarti, adesso. Potrei toglierti il pugnale dalle mani.” Prima che se ne accorgesse, un raggio bluastro le aveva tolto l'arma e la teneva a mezz'aria. “Però così non sarebbe divertente, bambola. Quindi a domani.”

La roscietta fu scaraventata fuori dal Tempio insieme al suo pugnale, a Pikachu e a Staryu.

Si rialzò a fatica. Era ancora tesissima, e lo sarebbe stata per tutta la notte ed il giorno successivi. Si avviò verso casa, mentre la sua mente lavorava veloce per trovare un modo. Per trovare il modo di evitare quella catastrofe.

“Hey, ragazzina! Oggi sei più brutta del solito!”

“Non è il momento, Gar... Gary? Aspetta un attimo!”

“Io non prendo ordini da te!”

“No, cioè, dico che... Vai domani alle sette al Tempio!”

“E perché dovrei?”

“Così dimostrerai a tutti di non aver paura degli Spiriti, no?”

Gary la guardò sospettoso.

“E ci sarò pure io...”

“Quindi... Non ti potrai difendere, giusto?”

Misty fece cenno di no con il capo. Sapeva cosa voleva quel ragazzo, ma se fosse riuscita ad attirarlo in quella trappola il Re si sarebbe preso il suo corpo, lasciando libero Ash.

Ed il castano ci stava cascando in pieno. Non era il massimo dell'intelligenza...

“Allora ci andrò...” Disse con in ghigno. Poi se ne andò.

Appena si fu girato, Misty sorrise. Un sorriso cattivo.

Finalmente mi potrò vendicare di tutto ciò che mi hai fatto...

 

Riuscireste a dormire se sapeste che il giorno dopo, molto probabilmente, la Terra finirà nelle mani di uno Spirito maligno?

Penso di no. E anche Misty era di questo parere.

Sospirò, rigirandosi nel letto per la ventottesima volta. Stava cercando un dannato, maledettissimo piano.

Ma nella sua testa vi era solo il volto di Ash che le sorrideva o le sue labbra che la baciavano...

No, basta! Si urlò mentalmente la roscietta, non posso fare così! Dunque, domani porterò Gary come vittima al Re, quindi lui dovrà cambiare corpo... Forse... Forse riuscirò a risucchiarlo nella sua sfera! … Però... Il Re non è stupido. Quindi... Dovrei aspettare che entri nel corpo di Gary e dovrei... Uccidere Gary...?

No, la ragazza non riusciva proprio a prendere sonno.

 

Il giorno dopo prese il pugnale e si diresse verso il Tempio. Erano le sei e tre quarti. Sempre meglio essere previdenti.

Il castano la raggiunse subito. Iniziò a darle fastidio, ma era come se lei non se ne accorgesse. Arrivati al santuario, Misty entrò piano, seguita da Gary.

“Re! Ho fatto quello che mi avevi chiesto!”

Il ragazzo che era accanto a lei la guardò strano: “Cosa stai dicendo, ragazzina? Di che parli? E chi è il Re?”

“Bene... – una voce che sembrava provenire dal fondo di un pozzo fece il suo ingresso nella sala del Tempio – quindi abbiamo un ospite...”

“Cosa diavolo...” Il castano iniziò a sudare freddo. Vide davanti a sé una specie di figura, che si rivelò essere il viandante. O quasi. Era circondato da un alone bluastro, ed i suoi occhi perversi lo fissavano, mentre la bocca rivelava un canino appuntito.

“M-M-Misty... Ques-Questo... È uno spi-spirito...”

Ma la roscietta non lo guardava nemmeno. Aveva lo sguardo puntato sul Re, e pensava che forse sarebbe riuscita a riabbracciare Ash.

“Ottimo... Questo ragazzo mi servirà... Ma non ora.”

L'unica ragazza che c'era sbiancò. Cosa vuol dire 'non ora'?! Dev'essere un inganno...

Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire quel pensiero che cinque raggi bluastri partirono verso di lei, sbattendola al muro e legandocela come fossero catene aeriformi.

La stessa cosa successe a Gary.

“SEI UN VISCIDO BUGIARDO! Io ho mantenuto i patti!”

Il Re sogghignò, guardandola con uno sguardo crudele e sadico che solo lui sapeva fare.

“E chi ti ha detto che io li avrei mantenuti?”

Misty sentì il suo cuore sprofondare.

Sono stata una stupida.

“A cosa... A cosa ti serve Gary...?” Domandò con un fil di voce.

“Oh, lui... Vedi, non serve a niente. Era solo una scusa per divertirmi un po' e per farti venire qua. Tu mi servi. Sei colei che sarà posseduta dallo Spirito della Regina.”

“Maledetto...!” Soffiò la ragazza fra i denti, guardandolo con occhi di rossa rabbia.

“Grazie per il complimento! E ora preparati a ricevere il bacio...”

Le si avvicinò e le tolse i raggi che la tenevano legata al muro. Lei cadde a terra.

Prese velocemente il pugnale.

Lui le bloccò la mano con un raggio e con un altro raggio la prese alla vita, sollevandola in aria. Poi scoppiò a ridere.

“Davvero credevi che non mi fossi accorto di quell'arma? Oh, piccola, mi credi troppo stupido...”

La riportò ad un'altezza normale, facendole toccare i piedi per terra.

Con lo stesso raggio con cui la stava tenendo per la vita l'avvicinò a sé.

Passò la mano sinistra dietro alle spalle, stringendosela al corpo, fissandola con uno sguardo famelico.

Con l'altra mano le prese il mento con il pollice, avvicinandosi sempre di più.

“Questo è l'inizio della fine, tesoro...”

La luce si sprigionò.

“AAHHHHHH!!”

Misty chiuse gli occhi.

“FERMATI!!”

Il bagliore scomparve, ed al suo posto una nube nera vagava nell'aria.

Ash e Misty stavano sotto di essa, abbracciati.

“COS'È SUCCESSO!?!” Tuonò la voce del Re.

La roscietta non perse tempo. La formula l'aveva letta.

“TORNA NELLA TUA OSCURITÀ!!”

Di luce bianca s'illuminò la sfera,

ed il male tornò nella sua prigione

ed anche se questa storia era vera,

Niente può cancellare un'unione.

Silenzio.

La Sfera di pietra smise di brillare nella mano di Misty. Ash fissava il vuoto, incredulo. La ragazza osservava sbalordita la sfera. Passarono dei secondi nell'ansia. Ma qualcosa spezzò la paura, riducendola in frantumi.

“Ma certo!!” Misty scoppiò a ridere, felice, lanciando a terra la Sfera del Re.

“M... M... Misty...? Cosa... Che...”

“Oh, Ash!! – la ragazza buttò le braccia al collo di lui – il Re... si era sbagliato!”

“Misty... Misty!!” Il corvino si era reso conto solo in quel momento della propria libertà, e aveva ricambiato l'abbraccio di lei con tale foga che la rossa quasi non riuscì a respirare.

“Ash, ho capito cos'è successo! Il Re aveva detto che se quello fra me e te fosse stato un amore puro, con un bacio fra me ed il Re lui sarebbe ritornato nella sua sfera!”

Ash restò a guardarla, non avendo compreso cosa fosse successo, cosa che fece sospirare Misty. Dopo qualche secondo sembrò di aver capito. (sapete, lui ci mette un po' ad afferrare le informazioni XD NDMe)

“Quindi... Quindi quella sensazione... Insomma... Da qualche giorno mi sentivo strano, e... Beh... Il mio unico desiderio... Eri e sei tu. – Questa frase fece abbassare lo sguardo al ragazzo e colorò di porpora le guance di entrambi – Allora... Brock aveva ragione... Io... Credo di... Di...”

“Io credo di amarti, Ash.” Misty lo guardava dolcemente.

Ecco perché l'incantesimo ha rispedito il Re nell'oscurità... Perché Ash ed io... Ci amiamo! Ed il nostro è un amore perfetto, a quanto pare! Il Re non l'aveva letto nella mente di Ash perché lui non lo sapeva, non aveva ancora capito di amarmi...!

Non riuscì più ad aspettare.

Le labbra di Ash si fusero a quelle di Misty, in un dolce bacio che sapeva di vittoria.

É stupendo – fu uno dei pochi pensieri che riuscì a concepire la mente di Ash – non pensavo che amare sarebbe stato così bello... Misty... Grazie!

 

Dopo cinque mesi, tutti si ricordavano ancora quell'avventura. Gary era scappato dal paese, anche perché la gente aveva preso a considerarlo pazzo, poiché parlava di Spiriti e Sfere di Pietra. Ma nessuno gli credeva, ovviamente.

La Sfera del Re fu lasciata sul suo trono, e sopra di essa fu messa una lastra di pietra che avvertiva della sua pericolosità.

Ash e Misty, beh... Loro decisero che era sicuramente troppo presto per sposarsi – al contrario di ciò che pensavano le sorelle della roscietta – e quindi sarebbero partiti per altri luoghi, così che Misty realizzasse il suo sogno di diventare allenatrice.

Staryu e Togepi la seguirono ovunque andasse, come Pikachu seguiva Ash.

Alla fine anche Brock, il proprietario della locanda, decise di unirsi a loro due. Aveva sempre desiderato imparare a crescere i Pokémon e ad allevarli.

E così, il colore dei capelli di Misty non fu più considerato, perché colei che aveva quella capigliatura era diventata una bravissima allenatrice di Pokémon d'acqua, e tutti l'ammiravano molto.

Oramai anche lei amava quel rosso sgargiante.

E soprattutto, amava quando le sue labbra catturavano quelle di Ash.

Quando quel rosso si mischiava al corvino.

 

 

 

 

  
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