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Autore: Columbrina    15/10/2012    1 recensioni
{Cassie&Maxxie friendship
“Oh io vorrei essere come una farfalla. Magari non mangio per qualche giorno… Così diventerò leggera come lei e il vento mi farà volare. Sai come sarà bello… Potrò dire di aver toccato il cielo con un dito”
Maxxie rise e si sentì avviluppato in un bozzolo che racchiudeva tutte le sue segrete contraddizioni: lui si era sentito tante volte come una farfalla…
“Io sono una farfalla… Ma con le ali ai piedi”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cassandra Ainsworth, Maxxie Oliver
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Butterfly
 

 
Perché il tip tap, in fondo, era uno spasmodico sfrecciare da un punto all’altro dei respiri, scanditi dai piedi che protestavano in un trambusto grazioso.
I piedi nel tip tap erano un po’ come l’ago di una bilancia, in effetti. C’era sempre quell’amplesso balenante che rinvigoriva lui e faceva sfiorire lei.
Con uno sguardo sbilenco e aperto a ogni prospettiva, Cassie non poteva far altro che perdersi nella contemplazione dei piedi di Maxxie, in perfetta armonia con i sensi e con il suo sguardo accattivante. Venne assalita da un’ondata di interrogativi, simili ai nodi che si formavano tra i suoi capelli la mattina, quando erano cespugliosi e intricati come rovi biondi, sbrogliati solo dal tocco femmineo e fragile della spazzola.
Tutto in lei era fragile.
I passi echeggiavano ancor più prepotentemente di prima, come se stessero protestando e sfaldando quelle accozzaglie di pensieri che si affastellavano nella sua fragile mente. Era facile suggestionarla e lei riprese, quindi, a contemplare con crescente fascino e curiosità quei piedi, che sapevano armonizzare perfino un trambusto impenitente.
Maxxie concluse la sessione di routine, elargendo un sorriso compiaciuto e perdendosi in lodi che vagavano silenti per la stanza, troppo guardinghe per Cassie. Si voltò verso l’amica, ansimando e asciugando il viso sudato con un asciugamano dai colori vivaci.
“Che ne pensi? Sono bravo, eh?” chiese, per mera formalità, non che avesse bisogno di conferme e quel sorriso ancor più soddisfatto assecondava i fatti.
Venne colta alla sprovvista, la povera Cassie: aveva ancora lo sguardo sui piedi e ci vollero ancora pochi istanti prima che potesse notare quel sorriso brillante.
“Wow, che forza” affermò, dimostrandosi poco convincente “Cioè volevo dire … Sì”
“E questo non è niente, bambola”
“Vuoi dire che c’è altro? Wow…”
“Questo è solo un assaggio di ciò che so davvero fare”
Cassie trovava comica la compiacenza di Maxxie. Ma le piaceva perché amava ridere, anche se non l’aveva mai detto a nessuno.
“Oh …” si fermò a pensare, avvicinandosi alla sedia per studiare meglio il luccichio che brillava negli occhi, nei respiri e nelle scarpe “E perché non mostri mai cosa sai fare per davvero?”
Maxxie riprese fiato e volse uno sguardo alla finestra che aveva preso la suggestione rosata di un tramonto intempestivo. Quella bellezza era effimera come lo stupore della gente e trovò curioso che solo Cassie era capace sia di sorprenderti sia di sorprendersi, anche solo per una piccola sciocchezza come il tip tap.
“La gente non sa stupirsi abbastanza. Nemmeno per la farfalla più leggiadra”
“Oh io vorrei essere come una farfalla. Magari non mangio per qualche giorno… Così diventerò leggera come lei e il vento mi farà volare. Sai come sarà bello… Potrò dire di aver toccato il cielo con un dito”
Maxxie rise e si sentì avviluppato in un bozzolo che racchiudeva tutte le sue segrete contraddizioni: lui si era sentito tante volte come una farfalla…
“Io sono una farfalla… Ma con le ali ai piedi”
Lo disse a Cassie e a nessun altro. E lei accolse le sue voglie più nascoste con lo stupore che serviva a creare quei trambusti graziosi, che la divertivano tanto. Era bello sentire quei “wow” così sconclusionati e inconcludenti, ma che racchiudevano tutta la bellezza di quei sussulti impalpabili che facevano le ali delle farfalle quando fendevano il vento.
“Per questo balli sempre?”
“No …” Maxxie socchiuse lo sguardo, elargendo un sorriso sereno “Lo faccio perché, qualche volta, ho voglia di assaporare la vita così come la vedo io … Un’eterna danza con gli stessi ritmi e passi diversi. E noi siamo i coreografi. Mi capisci, no?”
Cassie elargì un grande sorriso e spalancò gli occhi, come se volesse già proiettarsi in quel cielo che un giorno avrebbe toccato. Ne era sicura.
“Certo che ti capisco… Allora voglio avere anch’io le ali ai piedi se questo significherà essere una farfalla …”
Maxxie le rivolse caldo, premuroso e le strinse le fragili dita, in un amplesso di tenerezze che lasciava confluire tutte le contraddizioni segrete che c’erano dietro il battito d’ali di una farfalla.
“Danza un po’ con me e ti sentirai qualcosa di meglio di una farfalla …”
Cassie era entusiasta: lo si sentiva a fior di pelle.
“Davvero e cosa?”
Maxxie non rispose subito. Le andò vicino e le diede un buffetto grazioso sul naso all’insù, ridendo per la smorfia contrita che ne conseguì.
“Ti sentirai Cassie Ainsworth”
“Wow! Mi piace essere me stessa”
Iniziarono a perdersi insieme in moti e trambusti graziosi, lasciandosi guidare solo dai ritmi scanditi dalle loro ali.
Poi Maxxie lasciò che Cassie iniziasse a ballare da sola, al centro della piccola sala dell’edificio arrangiata a piccolo privé dei sogni. Girava su se stessa, senza trovare pace, ma solo ristoro. Anche se, prima o poi, la farfalla doveva far riposare le ali.
E questo lei non doveva saperlo.
Chi sa troppe cose, alla fine, smetterà di stupirsi.
 
   
 
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