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Autore: allegretto    15/10/2012    1 recensioni
Descrizione particolareggiata su cosa accade sul set di Supernatural in una qualsiasi giornata di lavoro, attraverso i Pov (punti di vista) delle persone che svolgono il proprio lavoro. Solo che questo non è proprio normale come giorno, bensì è il ritorno all'attività di Jensen dopo l'annuncio del suo fidanzamento e di tutte le sue implicazioni sulla sua vita, su quella di Jared e sulle altre persone che gravitano attorno ai due attori principali del cast. (versione riveduta e corretta di una storia precedentemente pubblicata sotto il titolo di 'Il sentiero della felicità')
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DECIMO CAPITOLO

 

GENEVIEVE'S POV

 

Ha sempre voluto fare l'attrice! Fin da bambina si è divertita a recitare vari ruoli nei giochi con le sue amiche. Durante gli anni del liceo, ha letto tutte le opere di Shakespeare e recitato in tutte le rappresentazioni che la scuola ha messo in scena. Frequentato assiduamente corsi di recitazione e teatro sia nell'Idaho che a New York. Il suo sogno è sempre stato quello di calcare il palcoscenico. Il tempo libero è trascorso tra una lettura di una tragedia o la recita di una commedia, lo sci e le camminate nei boschi e quest'ultime l'hanno sempre messa in pace con se stessa e il mondo circostante, soprattutto dopo il divorzio dei genitori. Lei ha scelto di andare a vivere con suo padre e suo fratello John nell'Idaho, a Sun Valley, mentre le sorelle hanno scelto la caotica New York con la madre. Non è isolata del tutto. Quello stato è a metà strada tra la California e i sogni del cinema e le sue radici familiari. Il caos metropolitano, la frenesia e l'inquinamento di una grande città non fanno per lei.

All'indomani della sua laurea in teatro e recitazione all'Università di New York, è arrivato il grande passo. Un provino, per una parte in un telefilm come guest star va a buon fine. Inizia così la carriera tanto agognata. Dapprima personaggio principale in 'Wildfire' poi di nuovo guest star in un altro show, 'Supernatural'.

Ricorda ancora quando è arrivata sul set di quella serie la prima volta. Non ha avuto alcuna difficoltà a inserirsi fra quelle persone che lavoravano assieme da quattro anni. L'hanno fatta sentire una di loro fin dal primo momento. Anche l'incontro con i due attori principali è stato positivo fin da subito. Ha notato, però, una strana dinamica fra i due attori che le è sembrata strana. Quello più alto, Jared, sempre molto premuroso verso di lei, tanto da farla sentire quasi di porcellana, sensazione che lei odia più di ogni altra cosa; quello più basso, Jensen, gentile ma scostante, come se le attenzioni che l'altro le riservava, lo rendessero suscettibile.

'Dal dicembre scorso', pensa Genevieve, mentre è seduta sul divano di pelle del suo appartamento di Los Angeles, 'è capitato molto spesso di uscire insieme: lei, Jared, Jensen e qualche volta la fidanzata di quest'ultimo, Danneel. Molto buffe come uscite. Come se lei e l'altra ragazza fossero di contorno, visto che quelli che si divertivano erano i due colleghi. Ma quella che l'ha lasciata veramente interdetta è stato il comportamento di registi e produttori che praticamente hanno spianato la strada a Jared e a lei per stare assieme. In pratica, quando erano sul set, le facevano girare le scene tutte nella prima parte della giornata, in modo che fosse libera la sera e visto che il suo partner era proprio Jared, risultavano entrambi liberi.

Una sera, in particolare, le è rimasta impressa. Non facevano mai tardi ma quella volta Jared si ubriacò e lei fu costretta ad accompagnarlo a casa. Jensen e Jared dividevano una casa e il fatto era abbastanza comune tra gli attori che vivevano a Vancouver, soprattutto se facevano parte dello stesso cast. Quello che era stato anormale fu il fatto che Jensen lo avesse aspettato sveglio e nel momento in cui era arrivata con il taxi, lui fosse uscito di casa, accusando lei di averlo fatto bere e di non averlo portato a casa prima. Poi, senza degnarla di un saluto, l'aveva lasciata lì sul marciapiede da sola, mentre lui trasportava quasi di peso Jared all'interno dell'abitazione. Certo loro si dichiaravano amici fraterni ma a volte erano peggio della 'muraglia cinese'.

Poi, durante l'estate, la grande decisione. Fidanzamento e matrimonio!

E' rimasta sorpresa dall'annuncio di Jensen: l'accordo era quello di rivelarlo assieme per evitare che i fans abbiano il tempo di organizzarsi e piombare in massa al suo matrimonio. La strategia era di uscire tutti e quattro insieme, poco prima dello hiatus invernale, sfoggiando entrambe l'anello di fidanzamento. Ma niente di tutto ciò. Tutti i suoi piani si sono liquefatti come neve al sole!

E Jared non è stato di alcun aiuto. Ovviamente ha giustificato l'amico, troncando ogni sua rimostranza. Come sempre, quando c'è di mezzo Jensen. Prima lui, poi semmai lei e le sue esigenze. Nei mesi passati non riusciva a capire l'urgenza di Jared nel sposarsi al più presto. Le aveva detto che dal momento dell'annuncio del fidanzamento non dovevano passare più di due mesi al matrimonio e questo faceva cadere proprio la data alla fine di febbraio. Come ogni donna, sogna il suo matrimonio in un giorno di primavera, con l'aria odorosa di fiori e il cielo terso e il sole a riscaldare l'ambiente. Fine febbraio vuol dire ancora freddo e pioggia a meno che non si sposino alle Hawaii e ciò non è possibile visto che a quel punto stanno ancora filmando sul set. Sa del precedente di Sandy, l'ex fidanzata di Jared. Comprende che lui abbia paura ma lei gli ha ripetuto più volte che non lo lascerebbe mai perché lo ama troppo. Ed è vero, anche se a volte l'ingombrante presenza di Jensen, le dà un po' fastidio. D'altronde sa perfettamente che quei due più che amici sembrano ormai fratelli. Dividono tutto, anche l'aria che respirano. E bisogna comprendere. La sorella di Jensen scherza sempre dicendole che diventeranno cognate fra qualche mese!

In quel momento sta stilando la lista degli abiti da mettere in valigia per la festa del Ringraziamento che passerà a casa di suo padre assieme a Jared. Non vede l'ora di trascorrere qualche giorno con lui e finalmente parlare del matrimonio e organizzare il tutto. Gli ultimi accordi sono che si vedranno direttamente a Sun Valley nell'Idaho, dove c'è la casa paterna ma, mentre sta per prenotare il volo, le viene in mente che non sa esattamente quando finiscono di girare, se il lunedì o il martedì. Certo molto dipende da quale regista è presente.

A quel punto decide di chiamare Jared e chiedergli se sa già quale sia il regista prima della pausa per il Ringraziamento, in modo da programmare se vedersi a Los Angeles oppure direttamente a Sun Valley. E' tutto il giorno che gli manda messaggi ma non ha ancora risposto e il cellulare è sempre spento. Sa che l'attuale regista non ama sentire trillare i telefoni sul set ma di solito Jared controlla ogni tanto la segreteria ma ancora non l'ha richiamata.

Genevieve guarda l'orologio e si accorge che sono le otto di sera. 'Sicuramente staranno facendo la pausa oppure è già tornato a casa. Proverò prima sul cellulare e poi a casa', pensa lei, componendo il numero del telefonino di Jared, ormai saldamente memorizzato nella sua testa. Appena composto il numero, parte la segreteria telefonica. Genevieve capisce che è ancora impegnato. Sa come lavorano sul set di Supernatural. Sono a dir poco maniacali. Per riuscire a stare dentro gli otto giorni di ripresa per episodio, lavorano anche di notte e a volte Jared aspetta Jensen mentre visiona i giornalieri, assieme al regista. Perché quel ragazzo debba essere così pignolo non lo capirà mai...

Decide di ordinare per telefono del cibo cinese e, mentre aspetta si concede un bel bagno caldo e rilassante, pregustando i mesi futuri. E' eccitata al pensiero di poter definire tutti i particolari di quell'evento così tanto atteso.

Alle dieci ritenta ma il cellulare di Jared prima e quello di Jensen risultano spenti. Inizia a preoccuparsi. Di solito Jared controlla la segreteria telefonica ogni ora. Non è normale che non l'abbia ancora richiamata. Decide allora di chiamare a casa a Vancouver. Magari è rientrato e si è addormentato di colpo. Mentre compone il numero, ridacchia fra sé, pensando che non sarebbe la prima volta che accade. Di solito crolla sul letto completamente vestito e così dorme per tutta la notte.

Al quarto squillo, sente il clic di risposta. Le si accende il cuore di gioia. Sa che la suoneria del telefono la identifica e quindi è conscia che da lì a pochi secondi sentirà la voce del suo innamorato.

“Jared, amore, è tutta la sera che ti cerco. Ti ho svegliato?”, esclama, Genevieve, non appena sente rispondere dall'altra parte della linea.

“Eh....uhm...ehm...ciao Genevieve”, esclama Danneel, imbarazzata. “Sono Danneel”, aggiunge, poi, sentendo silenzio dall'altra parte.

“Uh, ciao, Dani. Come mai a Vancouver? E' successo qualcosa?”, chiede la giovane, incerta e sorpresa.

“Dovevo portare Icky a Jensen perché devo andare da mio fratello e quindi sono salita qui per un giorno”, spiega lei.

“Ah...Ok. Pensavo fosse successo qualcosa. Non riesco a mettermi in contatto con Jared. Sai qualcosa?”, chiede Gen, un po' ansiosa.

“Sono sul set a girare. Rimarranno lì tutta la notte. Magari ha il cell scarico”, risponde Danneel.

“Mah...ho chiamato anche Jensen ma anche il suo è spento”, esclama l'altra, sospirando.

“Prova a chiamare Clif o direttamente gli studios. Loro ti passeranno i trailers. Magari è Sgriccia che ha dato l'ordine di spegnere i cellulari. Oggi era intrattabile!”, replica Danneel, riportando alla mente l'espressione furiosa del regista-produttore, visto nel pomeriggio.

“Si, lo farò senz'altro. Sai se non sento la voce di Jay più volte al giorno mi deprimo”, ribatte Genevieve, depressa. “Tu lo hai visto oggi?”, chiede poi, speranzosa.

“Si, di sfuggita. Era un po' sotto pressione”, risponde Danneel, dopo aver bevuto un sorso di vino scovato nel frigorifero.

“Si, piccolo, tutti i preparativi per il matrimonio lo stanno agitando”, replica Genevieve, accarezzando una foto di lei e Jared, scattata al Metropolitan Museum di New York, dove Jared si è dichiarato.

“Si, immagino”, ribatte Danneel, evasiva.

“Va bene. Ora chiamerò il set!”, esclama Gen, di nuovo piena di entusiasmo. “Mi fai un favore, Dani?”, chiede, poi, Genevieve.

“Si, certo, dimmi pure!”

“Se senti Jensen, gli dici di avvertire Jared che lo sto cercando? Grazie”, dice Gen, prima di riagganciare.

Poi scorre l'agenda sul suo Iphone, regalo del suo amato, per cercare il numero degli studios. Sa che dovrà passare attraverso segretarie, assistenti e persone inutili prima di arrivare a parlare con Jared. Non capisce perché non abbiano la linea diretta come tutti. Questa politica di risparmio non ha senso. E' questo il motivo per cui non usa mai quel metodo. Sospira Genevieve, sedendosi sul divano e mentre digita il fatidico numero, si apre una bottiglia di birra gelata. L'attesa sarà lunga.

Dieci minuti dopo e venti persone diverse, approda finalmente al trailer di Jared. Squilla una, due, tre volte.

“Si, ho capito, adesso arriviamo. Maledizione!”, urla Jensen rispondendo nel ricevitore, prima di riattaccare.

Genevieve rimane interdetta. Poi si chiede cosa ci faccia Jensen nel camerino di Jared e infine perché sia così furioso. Senza risposte razionali, preme il tasto di ripetizione numero e attende.

“Ah ma allora parlo arabo?? Jared sta male! Quante volte ve lo devo dire!! Ora non può andare da nessuna parte! Smettela di chiamare!”

“Jensen! Jensen! Non riagganciare. Sono Genevieve. Non riattaccare!”, esclama, concitata la giovane, prima che l'altro termini la conversazione.

“Genevieve?”, chiede Jensen, stupito.

“Come sarebbe a dire che Jared sta male?”, replica con un altra domanda la fidanzata di Jared.

“Emicrania, Genevieve. E' stata una giornata pesante”, esclama Jensen, scocciato. “Sta riposando, ora”

“Posso parlare con lui un attimo? Ti prego, Jensen. Ho bisogno di sentire la sua voce...”, piagnucola Genevieve.

Sente sbuffare nel ricevitore. Poi sente chiaramente Jensen chiedere a Jared se vuole parlare con lei. Genevieve non riesce a sentire la risposta ma percepisce dei rumori come se il telefono venga spostato o preso da qualcun altro.

“Gen, ciao. Scusami, ho tenuto il cell spento perché sono stato tanto sul set oggi e tu sai che lì non lo puoi tenere acceso”, dice Jared, con una voce stanca e tremolante.

“Oh tesoro, mi dispiace sia stata una giornata pesante. Perché siete ancora lì? A Sgriccia ha dato di volta il cervello?”, chiede lei, preoccupata.

“No, purtroppo è colpa mia!”, risponde lui, contrito.

“Hai preso qualcosa per il mal di testa?”

“Si, Jensen mi ha dato un Tylenol e poi stando sdraiato qui al buio un po' mi è passato”, risponde lui, stanco.

“Meno male che c'è lui. Non so proprio come faresti senza Jensen”, dice lei, sorprendendosi non poco. Mai avrebbe pensato di dire una cosa simile ma è la verità...

“Sarei perso....”, replica lui, con infinita tristezza e la voce incrinata.

Genevieve registra la risposta di Jared ma in quel momento ha altre questioni da sottoporre a Jared, per cui relega quella frase e quel tono in un angolo recondito della sua mente per poi analizzarlo in un altro momento.

“Jay, sai per caso che regista avrete prima della pausa per il Ringraziamento? Volevo prenotare il volo per Sun Valley ma non so se finirete il lunedì o il martedì precedente”, esclama Genevieve, rilassandosi sul divano. “Mi raccomando non fare arrabbiare ancora Sgriccia, se no non ti danno la settimana intera libera. Così ti puoi riposare un po', passeggiando nei boschi, come piace a te....”, aggiunge, poi lei, perentoria.

“No, vado a Dallas da mio fratello al Ringraziamento, Genevieve”, esclama lui. “Ho bisogno di staccare per una settimana e solo a casa da lui posso trovare pace e tranquillità”, ribatte lui, sicuro.

“Jared!”, esclama lei, alzando la voce. “Abbiamo organizzato tutto. Non puoi tirarti indietro ora. Dobbiamo definire tutti i particolari per il matrimonio!”, continua lei con un tono a metà tra l'adirato e il lamentoso.

“Lo so, Gen, ma in questo momento se non stacco la spina, impazzisco. Ho bisogno di stare da solo. Semmai verrai qualche giorno qui a Vancouver e poi abbiamo tutto la pausa invernale per parlare di questo”, replica lui, stancamente.

“Dallas? Ah, pensavo che andassi a San Antonio da tua madre”, ribatte lei, iniziando a ragionare su quello che le sta dicendo il suo fidanzato.

“Preferisco andare da Jeff. C'è più calma!”, dichiara lui.

“Con due nipoti piccoli?”, domanda la giovane, ironica.

“Gen, devo andare ora”, dice Jared, sorvolando sul quesito posto da Genevieve.

“Forse Sandy aveva ragione. Passi più tempo con Jensen che non con la donna che devi sposare...”, ribatte lei, piccata. Sa che toccare quell'argomento con Jared equivale a ferirlo dolorosamente ma in quel momento è veramente furiosa.

“Non ti ci mettere anche tu, Genevieve. Mi manchi solo tu a farmi la predica!”, replica Jared, urlando.

Genevieve sente in sottofondo Jensen che gli dice di interrompere la telefonata per non darle spago.

“Dì a Jensen che quando ti sarai sposato, dovrà cercarsi un altro amico con cui passare il tempo libero e comunque anche per lui il tempo dell'adolescenza è quasi terminato perché....”, grida lei, esasperata. Poi sente chiaramente la voce di Jensen che gli intima di chiudere perché lei è isterica.

“Complimenti, Genevieve! Sono impazzito per tenerlo tranquillo e fargli diminuire un po' il dolore e tu hai mandato tutto al diavolo!”, urla Jensen nel ricevitore. “La tua utilità è pari a zero in questo momento...”, aggiunge, poi, abbassando un poco la voce.

“Oh si, Jensen, tra qualche mese tu non farai più parte della sua vita...”, replica lei, con astio.

“Ahahah e chi te lo dice, Genevieve? Sarai sempre tu quella di contorno, non di certo io. Buona notte e sogni d'oro, perché rimarranno tali!”, esclama, sarcastico, lui, interrompendo la comunicazione.

Genevieve scoppia a piangere. Lancia il bicchiere in terra, facendo schizzare il vino sul tavolino di vetro davanti a lei e sul costoso tappeto persiano posto al di sotto di esso. In quel momento non le importa nulla.

“Ti odio!”, grida, scalciando, rivolta all'assente Jensen. Si alza in piedi e va in bagno. Si guarda allo specchio. Tutto il mascara le è colato sul viso e gli occhi sono tutti infiammati ed acquosi. Si passa un batuffolo di cotone, imbevuto di tonico alla rosa, sugli occhi per togliere i residui del trucco. Torna nel soggiorno della sua casa di Los Angeles e sospira. Si dirige poi alla finestra a guardare la strada deserta sotto il suo appartamento. In lontananza i grattacieli illuminati del centro direzionale della più grande città degli Usa le fanno venire il desiderio di andare a bere in qualche locale per dimenticare velocemente quella spiacevole conversazione.

Si risiede sul divano, cercando di calmarsi. Sul televisore scorrono le scene di una serie televisiva, Gossip Girl, che lei non ama molto ma che le piacerebbe farne parte. Due personaggi secondari, Eric e Jonathan, stavano confessandosi il reciproco amore. Uno confessa all'altro di non riuscire a concepire il futuro senza la sua presenza e gli sguardi che si stanno scambiando sono penetranti e intensi.

'Sei l'aria che respiro, il mio mondo e il mio universo. Non potrei concepire di vivere, senza poterti né vedere né toccare', dice con trasporto Eric al suo ragazzo. 'Sharon è solo una donna di contorno, lo specchio per le allodole che serve per gli sciocchi che odiano noi e il modo in cui ci amiamo', replica Jonathan, per placare le ansie del suo compagno in merito alla donna che lo accompagna alle cene in pubblico.

Genevieve fissa inebetita lo schermo con gli occhi sbarrati e la bocca semi-aperta. Chi la vedesse in quel momento la prenderebbe per una demente.

“No! No! No! Non è possibile! Non è possibile!”, inizia a ripetere, come se fosse una litania senza fine.

Un'idea le si forma nella mente. Assurda per lei fino a poco tempo prima. In quel momento le sembra quanto meno improbabile ma via via che passano i minuti tanto insensata non le pare più. Le viene improvviso il bisogno di dividere questo pensiero così illogico ma il solo esternarlo ad alta voce la imbarazza alquanto.

L'unica persona a cui può chiedere se deve considerarsi pazza o meno è Danneel. In fondo anche lei convolerà a nozze con uno dei due e se ha dei dubbi deve dividerli con lei. Quando sono usciti insieme, sembrava non dare importanza, quando i due le ignoravano e le consideravano alla stregua di una sbiadita tappezzeria. Perciò poco dopo compone nuovamente il numero dell'abitazione di Vancouver.

Al secondo squillo, risponde la fidanzata di Jensen. “Si, pronto. Chi parla?”, esclama una voce assonnata.

“Uh, spero di non averti svegliato!”, ribatte Genevieve, contrita.

“Genev, no, tranquilla, ero qui sdraiata sul divano a cercare qualcosa di interessante da vedere in televisione”, risponde Danneel, stirandosi pigramente. “Sei riuscita a parlare con Jared?”, chiede poi, alzandosi in piedi.

“Si un po' ma poi si è intromesso Jensen e mi ha impedito di continuare!”, risponde Genevieve, scontrosa.

“Ah! E come mai?”, domanda l'altra, non molto stupita dal comportamento di Jensen.

“Ha detto che stava male e che se avesse continuato a parlare con me sarebbe peggiorato!”, esclama Genevieve, scocciata.

“Uh, sì , ho visto Jared in condizioni non propriamente ottimali oggi, Probabilmente non avrà voluto farti preoccupare”, replica Danneel. Poi aggiunse sottovoce: “Se si tratta di Jared, lui diventa peggio di una mamma gatta...”

“Si, certo, ma ci sono modi più gentili per comunicarlo e comunque sono la fidanzata di Jared e quindi dovrei essere io a farlo stare meglio e non lui...”, ribatte, piccata, Genevieve.

Un silenzio assordante invade la linea telefonica.

“Speriamo che domani mattina terminino presto così verranno a casa a riposarsi...”, esclama Danneel, cercando di stemperare la rabbia di Genevieve.

“Eh, speriamo...grazie Dani e scusami per lo sfogo”, esclama l'altra giovane, rendendosi conto che non può fare alcuna domanda e soprattutto non per telefono.

“Figurati, Genev. Siamo noi contro quei due svitati. Se non ci aiutiamo fra di noi, non sopravviveremo. E' umanamente impossibile tenere testa a Jensen e Jared quando sono insieme”, esclama Danneel, sospirando.

“Si, me ne sono accorta ma fra qualche mese Jensen dovrà abbandonare il ruolo di mamma chioccia. Ci sarò io a far passare il mal di testa a Jared!”, ribatte a giovane a Los Angeles convinta.

Un silenzio irreale pervade di nuovo la linea...

Genevieve, ad un certo punto, pensa che sia caduta la linea.

“Dani! Dani! Ci sei ancora?”, chiede, ad un certo punto.

“Genevieve, posso farti una domanda personale?”, chiede, all'improvviso, Danneel.

La giovane, nuovamente in piedi, accostata alla finestra, davanti al panorama della città degli Angeli tutta illuminata, coglie una punta di incertezza e sconcerto nella voce dell'amica e sente improvviso il bisogno di sedersi di nuovo sul divano.

“Si, certo, dimmi pure”, esclama, con un filo di voce. Le si è seccata la gola e il cuore le corre all'impazzata. L'ansia le ha invaso tutto il corpo. A tastoni riesce a sedersi sul divano e attende quel momento così angoscioso.

Nel momento in cui Danneel inizia a parlare, Genevieve comprende che, tutto quello che ha percepito durante la serata e forse le è rimasto latente nel suo subconscio, è pura, tremenda, assoluta verità. E non può far altro che accettarla senza opporre resistenza, se non vuole perdere l'uomo di cui è profondamente innamorata!

 

  
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