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Autore: glendower    15/10/2012    2 recensioni
[ TaTen / Taiyou - Tenma; leggeri accenni ]
Il calcio è inteso come similitudine di vita, speranza e battaglia, elementi che lo avrebbero sicuramente riportato all'eterno splendore, a quella sua consueta forma di bellezza che lo ha osservato nascere e poi, attraverso i suoi occhi - gli occhi del vento - lo ha visto morire [...] Ad Amemiya
avrebbe insegnato un calcio diverso.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ti metterò un pallone al posto del petto e un bacio invece del cuore
# TaTen ; 606 parole
 
 
 
 
 
Il calcio è inteso come similitudine di vita, speranza e battaglia, elementi che lo avrebbero sicuramente riportato all'eterno splendore, a quella sua consueta forma di bellezza che lo ha osservato nascere e poi, attraverso i suoi occhi - gli occhi del vento - lo ha visto morire trascinato sulla via dello sbaglio e della perdizione calcolata, sottoposta a risultati già scritti, manovrata dalle mani di un Imperatore fulgido come un astro nascente.
    Non avrebbe pianto mai più, il suo sport, perché salvarlo è una missione, la sua – è una volontà; allungare dita verso lacrime fatte di metafore su di un viso solo figurativo è la rimostranza che Matsukaze non è entrato nella Raimon per niente, vuole proteggerla e vincere per lei così come vuole spezzare il Quinto Settore, quell’erbaccia nata in un campo di giocatori amanti di un passatempo che in realtà è ancora vivo sotto la terra, lottatore in profondità tra le radici di sterpi malate.
    Altri si sono già uniti alla causa, squadre su squadre hanno formato da sole un esercito e finalmente, l’egemonia dei forti, indebolita e persa si scioglierà per merito di tutti loro – per merito di chi, come lui, ha lasciato fiorire la sua capacità di pensiero, libera da catene di partite già scelte e imposte su un copione d’ordine insensato.
    Vaneggiando sul polverone che porterà alla Rivoluzione, un Tenma distratto lascia vagare gli occhi oltre la porta scorrevole della camerata, perdendosi nell’intricata matassa di corridoi che si stemperano in un bianco asettico, bruciante e così luminoso da sembrare acido e veleno; il puzzo di disinfettante maschera appena l’odore dei fiori freschi appena cambiati in un vaso: girasoli fatti di raggi dorati come il ragazzo a cui appartengono. 
    Pieghe di stoffa azzurra svolazzano per la stanza, lasciando sbattere le imposte delle finestre spalancate sul giardino, quel luogo dove, anche adesso, tre bambini corrono dietro un pallone, urlando e schiamazzando a gran voce. 
    « Facciamoci una partita, scendiamo di nascosto, basterà che m’infili nel cesto della biancheria sporca! » pigola Taiyou dalla parte opposta della stanza, nascosto fra accumuli di lenzuola tirate sulle gambe in un cartoccio di nuvole grigie ricamate sul tessuto. Una sua mano gli stringe il ginocchio e cerca, tra le pieghe dalla tuta, un modo per svegliare l’altro dal suo stato di stasi.
    « Eh, cosa? No, è già tardi... » è la risposta brutale che fa alzare  in piedi Tenma, facendo cadere, dietro di lui, giornali e scatole di biscotti piene di briciole e scaglie di cioccolata fondente. 
     « Torni domani? Abbiamo una partita da giocare! »
     « Sì, promesso! E domani devo insegnarti una cosa, aspettami » dice, incontrando la sua mano sulla sua gamba per carezzargli le nocche, ridisegnando le pieghe della pelle con il passaggio di un dito; è un contatto fragile che si autodistrugge nel momento esatto in cui i loro sguardi s'incontrano e la sua fretta prende il posto degli ideali di libertà a cui prima stava pensando. 
    Il figlio del vento sbatte le ali – si precipita alla porta ed esce, correndo via per il corridoio, fuori dalla struttura e poi dritto in strada; l'altro, ai piedi del letto, stringe il pallone da calcio tra le braccia, raccogliendolo dal pavimento per posargli un bacio sul cuoio ruvido, sporco di terra. 

È la seconda volta che s'incontrano ma c'è già un filo rosso attorno ai mignoli. 
 
Ad Amemiya
avrebbe insegnato un calcio diverso,
complementare a quello per cui tutt'ora combatte ma differente nell'organizzazione -
nel significato opposto ma ugualmente sentimentale.
 
A lui avrebbe presentato presto un calcio da giocare solo uno contro uno –
un divertimento per due,
uno in cui si usa il cuore al posto della palla per far breccia nelle porte del petto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[ Note dell'autrice: Ciao, sono nuova del fandom - ma va! e chi è questa - ed è per questo che non pretendo troppo, anzi, se risulto stomacosa e particolarmente OOC nel trattare i personaggi, non esitate a farmelo sapere, essendo un terreno nuovo è normale non cadere in piedi sin da subito, ci vuole capacità di adattamento che io naturalmente non ho, tant'è che non so nemmeno perché sono venuta ad inzozzarvi il campo con la mia OTP, l'unica direi, per adesso. y_y Blblb, in sé io non ho mai niente di più da dire che le comode frasi di rito, cose del tipo: ''spero vi piaccia & blablabla'', quindi lanciate pure pomodori per queste poche righe che vi scrivo, dove tra l'altro non mi presento ma, in compenso, vi dico che io sono solo alle puntata 35 di InaGo!, quindi questa slice of life s'inserisce lì e non tiene conto di tutto quello che succede subito dopo. Vi voglio già bene e vi ringrazio del passaggio… *passa balla di fieno* Spero di comparire presto nuovamente sui vostri schermi, a bientot! Ness. ] 
  
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