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Autore: Nika L Majere    28/04/2007    7 recensioni
"Mi ricordo bene il giorno in cui arrivò all’orfanotrofio. Un furetto bianco, smarrito, distante."
Spoiler se non conoscete Near, Mello e Matt
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Partendo dal presupposto che amo molto il personaggio di Mello e invece non ho molto approfondito quello di Near, questa fic vorrebbe parlare del passato, di quegli avvenimenti che nel fumetto non sono approfonditi o nemmeno menzionati. ERGO cose partorite dalla mia mente malata!!!

Se qualcuno dovesse trovare incongruenze con il fumetto troppo tirate per i capelli me lo faccia sapere, per favore!

Bene.

Detto questo vi lascio al prologo.

_-*-_ BuOnA LeTtUrA _-*-_






Mi ricordo bene il giorno in cui arrivò all’orfanotrofio.

Era un venerdì. Di questo sono sicuro perché in mensa ci hanno dato le verdure bollite. E io odio le verdure bollite. Ed era marzo. Perché nell’aria si cominciavano a sentire i profumi che salivano dal giardino mescolati all’odore della pioggia. In Inghilterra piove sempre, anche col sole.

Quel giorno infatti ero arrabbiato. Un po’ per la pioggia, un po’ per le verdure.

Guardavo svogliato fuori dalla finestra, invece di seguire la lezione di storia. Tanto l’avrei ristudiata da solo, come ogni notte.

Quando la macchina nera si fermò davanti al cancello in fondo al viale, il mio cuore mancò un battito, credendo che il fratellone fosse tornato. Osservavo la portiera posteriore, pregustando il momento in cui lui sarebbe sceso dalla macchina, macchiando i jeans di fango per poi scattare verso il portone implorando Anna di mettere su l’acqua per il the. E poi gli sarei saltato al collo, riempiendolo di graffi e morsi. E lui avrebbe ricambiato. Il nostro strano modo di dirci “ti voglio bene”.

Invece dalla macchina scese un marmocchio. Tra le mani stringeva il peluche di un coniglio quasi più grande di lui. Guardava fisso avanti a se, in attesa.

All’inizio mi arrabbiai ancora di più. Io rivolevo solo il mio fratellone.

Poi lo guardai meglio, mentre Watari lo scortava lungo il viale fangoso. Era piccolo. Forse di cinque anni. Sei al massimo.

Troppo piccolo.

Mi fece pena. Come se la sorte di rimanere orfano non fosse toccata anche a me.

Ma i suoi occhi assenti mi colpirono come un pugno allo stomaco. Occhi che miravano da qualche altra parte che non fosse la vita che scorreva loro davanti.

Troppo piccolo.

Un furetto bianco.
Smarrito.
Distante.


Ancora non sapevo che quel moccioso, con uno strano feticismo per i puzzle, avrebbe marchiato la mia intera esistenza.






Parole dall’Autrice

Dunque, dunque, dunque.

Non so come si svilupperà questa cosa. O meglio lo so ma non ne sono sicura al 100%.

Avete capito, vero, chi è il narratore di questo prologo?

No, perché qualcuno è riuscito a dirmi che si trattava di Light… -_-“

Dai! Commentate, commentate. Le critiche sono costruttive ^0^!!

  
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