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Autore: Jesus Of Suburbia    28/04/2007    9 recensioni
Immaginate Jimmy. Immaginate Whatsername lontana e felice. Immaginate una notte lunga, due birre ed un pacchetto di sigarette. Immaginate un foglio bianco. A letter to Whatsername
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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From the land of No One, 3:01
Cara piccola Whatsername, Le ho iniziate sempre così le mie lettere.
E mi sembra giusto che anche l’ultima che riceverai inizi così.
Stanotte è stata un notte particolare, c’era… qualcosa nell’aria. Era una di quelle serate in cui tutto sembra avere un odore diverso, una forma diversa, un colore diverso. E l’aria ti sembra quasi poterla respirare a pieni polmoni. Perché credi, o almeno ti sforzi di credere, che sia davvero pura.
Questa è l’ultima volta che leggerai una mia lettera.
Non so se è l’ultima volta che mi sentirai, effettivamente credo che io e te non abbiamo più nulla da dirci, ma di sicuro non riceverai più lettere da me perché, oramai, è giusto che tu sia libera, è giusto che tu vada per la tua strada.
E' giusto quello che ti ho sempre augurato diventi realtà. Avrei voluto dirti cose pesanti e gravi, forse avrei voluto offenderti. Probabilmente l’avrei fatto.
Ma questa è una di quelle sere strane. In cui l’aria sembra pura.
Stasera ho preso tutte le tue lettere e ho iniziato a rileggerle. Tutte. In ordine cronologico, dalla più vecchia all’ultima, datata un paio di settimane fa.
Come posso offenderti? Come posso dirti cose pesanti? Eri un angelo quando iniziasti a scrivermi. Eri dolce, timida, impaurita… così dannatamente intelligente. E man mano che passavano le settimane acquistavi confidenza, mi parlavi dei tuoi problemi, dei tuoi sogni, della tua voglia di rivalsa fra gente che ti odiava e che odiavi. Era bello essere il tuo diario al quale sbattere in faccia tutti i tuoi crucci. Era così… perfetto. Tu eri perfetta.
Eri una persona costretta a viviere un vita che non aveva chiesto, fra falsità e ipocrisie, che si nascondeva dagli sguardi delle amiche che la additavano, che la offendevano alle sue spalle. Forse che semplicmente la invidiavano.
Tu mi amavi, cazzo. Ed io non capivo. Ho capito tardi, ho capito quando tutto era irrimediabilmente andato. Ho capito quando tutto quello che potevi dirmi era: "spero che tu sia solo un infatuzione, perchè ho sofferto troppo fino'ora, e non voglio che una persona speciale come te sia per me causa di altra sofferenza".
Nel frattempo l'angelo aveva perso la sua purezza, aveva ricevuto troppe botte, aveva reagito, era diventato una Dea.
Bellissima, non pura, carismaitica, non delicata, immensa, anzichè minuta e goffa. Per te questo è stato solo un bene. Sei cambiata, sei mutata in meglio.
Ma tu ancora non te ne rendi conto. Non puoi farlo.
Perchè hai cambiato due stati di essere in troppo poco tempo. Forse la vecchia Whatsername avrebbe continuato a soffrire, a cercare uno spiraglio, a maledire chi le impediva la felicità. E invece ti sei "innalzata" a quello che sei ora. L'ho sempre detto che sei una ragazza straordinaria. Talmente fuori dall'ordinario da riuscire ad innamorarti di uno come me.
Di uno che non poteva darti il futuro che desideravi e che meritavi.
Ci abbiamo provato a costruirci una storia, a costruirci quel futuro… macchè.
Tutte puttanate. Non ci sarebbe mai potuto stare niente di concreto fra di noi. Eravamo così simili, ed avevamo vite così diverse. Tu hai sempre sostenuto di essere un qualcosa di invisibile, di inutile, di troppo per gli altri.
Come ti sbagliavi.
Tu sei stata l’unica in grado di dare un senso alla mia vita, tu sei stata l’unica capace di accendere in me delle sensazioni che credevo dimenticate, sentimenti che nemmeno credevo esistessero.
Questo vuol dire essere inutili? Quando lo capirai.... Forse mai.
Forse non sai cosa vuol dire aver trovato la persona più importante della propria vita e vedersela sfuggire così, da un giorno all’altro, senza un particolare motivo.
Dici che sono stato un cotta. È questa la cosa che mi fa più male.
Fino a poco tempo fa non era così. Fino a poco tempo fa mi avevi dimostrato di provare altro per me. Io ho scritto canzoni per te, ed ho ancora le cicatrici dei tagli sui palmi delle mani, che mi sono fatto perché non potevo avere te. Tu hai pianto per me.
Hai pianto perché non potevi avermi, mi dicevi che non potevi continuare senza di me, che non dormivi perchè non avevi me.
Come puoi venirmi a dire che ero solo una cotta? Come puoi dirmi che in una settimana è cambiato tutto? Come puoi rinnegare quello che è stato, quello che hai provato, quello che hai sofferto?
A questo punto sarebbe lecito da parte mia avere dei dubbi sui tuoi comportamenti. Pensare che sei stata falsa.
Ma purtroppo le Dee sono così. A differenza degli angeli, minimizzano.
O forse dicono la verità, una verità che gli angeli non potevano comprendere.
Ma era bello. Tu vivevi in un mondo tutto tuo in cui dolore e rabbia la facevano da padrone, io mi limitavo a rassicurarti prima, a biasimarti in un secondo momento… a capirti poi.
Una volta mi hai detto che ti sentivi talmente debole, per lo stress, per il nervosismo, da non riuscire neanche ad alzarti da letto. Io non capivo. Ora è tutto chiaro.
Quando ami qualcuno, che sai che non avrai mai, senti che ti manca tutto: le forze, la linfa vitale, il cuore.
E senza cuore non si vive. Quante volte te l’ho detto? Forse non abbastanza, perchè tu ti sei sempre ostinata a non capire. Tu mi dici che metà del mio cure funziona perfettamente, che metà del mio cure è salvo, è accudito, è già di qualcun'altra. Ma tu cosa ne sai? Come fai a dirlo? Perchè non ti vorrai mai ficcare in quella stramaledetta testa che tu esisti e che sei veramente importante?
Mi dispiace piccola Whatshername, ma stavolta hai davvero toppato. Il tuo grande errore è stato quello di credere così talmente poco in te stessa, così talmente poco nel fatto che qualcuno potesse amarti davvero, da escluderlo, da sbattergli la porta in faccia.
O magari,semplicemente, ti sei resa conto che io non ero in grado di darti ciò che volevi, e soprattutto visto il modo in cui te l'ho detto, hai preferito dedicarti ad altre cose, forse ad altre pesone, che senti più vicine, perchè sono più vicine.
Ti lascio così quindi, dicendoti addio, senza averti detto nulla di veramente bello per una lettera di addio, e con tanti punti di domanda.
So solo che non voglio sentirti per un pò. Per quanto possa sforzami di non odiarti, mi sento comunque preso in giro.
Perchè anche quando sai che un'amore è impossibile, che un obiettivo è irraggiungibile, fai di tutto per conquistarlo, fai di tutto per non perderlo di vista. Ed io per te non sono questo, o almeno non lo sono più, ammesso e non concesso che lo sia mai stato.
Forse mi sono semplicemente illuso. Le tue lettere, le tue telefonate da notte fonda fino all'alba, le tue lacrime mi avevano fatto credere il contrario. Ed io ci credevo davvero, che un giorno, forse...
Ma la gente cambia, si evolve, acquisisce nuove priorità e ne esclude di vecchie, si disinnamora e si innamora sempre più facilmente col passare del tempo.
E matura, rinvangando sugli errori del passato.
Cosa sei stata dunque tu per me? Cosa, io per te?
Forse semplicemente un errore, che ci aiuterà a maturare. Mi dispiace, mi rendo conto di aver scritto cose stupide. Volevo colpirti con questo pezzo e non ci sono riuscito. Insomma, se qualcuno lo avesse scritto per me, mi sarei messo a ridere.
Però, voglio che tu sappia una cosa. Ti amo, e ti amerò sempre. Non capisci quello che provo lo so, forse non lo hai mai capito. Sei sempre stata convinta che se non avessi avuto te avrei potuto ripiegare su di "lei", ma, mia cara, ora capisco di non avere più niente. Le persone che mi sono attorno non contano più, e, sicuramente, non ti dirò "dopo un pò, la cotta passa", dopo non averti sentito per quindici giorni.
Ma non ti biasimo di nulla. Mi hai regalto bei momenti e per questo te ne sarò grato, finchè avrò memoria di te, finchè qualcuno, per quanto impossibile, riuscirà a prendere il tuo posto.
Eliminerò le tue foto, per cancellare prima il tuo ricordo, ma terrò le lettere, cosicchè un giorno, quando sarai un lumicino lontano nella mia mente ed io praticamente nulla per te, le rileggerò sorridendo come sorrisi la prima volta che le lessi.
Mi farà piacere immaginarti seduta nel cortile della tua scuola, fra folgie secche e mozziconi di sigaretta, in una rigida mattina di Settembre, durante l'ora di educazione fisica, e scrivere altre stupide lettere ad altri sutpidi ragazzi che non ti meriteranno, come fu per me.
Mi piacerà immaginarti piangere per qualcun altro e forse mi piacerà anche che qualcun atro ti possa dedicare canzoni e lunghe lettere, lacrime e pensieri.
Ma soprattutto, mi piacerà pensare che in quel momento tu sarai felice, felice davvero, e se davvero qualcun'altro riuscirà a provare per te almeno la metà di quello che ho provato io, allora potrò dirmi soddisfatto. Allora potrò dire di aver fatto del bene a qualcuno, di essere stato l'errore che ha aperto gli occhi ad un piccola donna che mi ha dato tanto e a cui ho dato tanto, aiutandola a crescere. Perchè, almeno questo me lo devo, io sono stato il primo a farti passare certe cose. A farti capire quanto cazzo sia doloroso e allo stesso tempo bello amare qualcuno veramente.
Alla fine, comunque, le nostre strade si sarebbero separate lo stesso.
Tutto ciò che mi rammarica è che, in quel lontano futuro in cui ti rileggerò e ti immaginerò in compagnia dell'uomo della tua vita, magari in una sera di fine Settembre in cui l'aria sembra più pura, non potrò fare altro che realizzare di avere un rimpianto, il più grande dei rimpianti che un uomo possa avere.
Forse mi ricorderò della tua faccia, forse non ricorderò il tuo nome, ma sarà dolce, quasi bello, chidersi come se la sia passata Whatsername.
JOS
  
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