Il
sole abbagliante di questo pomeriggio è sparito, oscurato da
una
cappa di nubi color fumo. Si sono levate folate di vento che mi
sollevano i capelli e mi sferzano le guance.
Fa
freddo e io sono coperta solo da una camicetta e un paio di jeans, ma
non m'importa. In questo momento mi sento come se non potesse
più
importarmi niente. Lascio vagare lo sguardo sulle chiome verdeggianti
degli alberi che circondano questa piccola radura, mentre le mie dita
giocherellano con i fili d'erba.
Non
avevo mai pensato di trovare consolazione nella natura. Ora che sono
qui, seduta sul prato e incurante del terriccio che mi
sporcherà i
vestiti, è come se il mio dolore si stesse placando senza
però
sparire, trasformandosi in un peso quasi dolce e pacato.
Vengo
scossa da un tremito improvviso. Ma non è stato il vento a
farmi
tremare: sono i ricordi.
Oggi
ti ho visto con lei, per l'ennesima volta. Vi ho visti camminare
insieme, e poi seduti su una panchina, chiusi al resto del mondo,
persi in un bacio. Il bacio che io avevo sognato di condividere con
te.
Il
freddo s'intensifica, mi fa accapponare la pelle, e un'improvvisa
goccia di pioggia mi colpisce la palpebra. La sento scorrere lungo le
mie ciglia e poi cadere giù, proprio come una lacrima.
Niente di più
appropriato.
Non
ho mai pianto per te, quasi un anno dopo averti visto per la prima
volta. È stato strano affrontare la tua indifferenza, le tue
occhiate divertite e le tue parole, mantenendo sempre il mio contegno
ferreo, la voce ferma, gli occhi asciutti. Ogni volta che tornavo a
casa con un doloroso nodo in gola, credevo che quella fosse la volta
buona, che mi sarei finalmente sciolta in lacrime. Invece ho sempre
resistito.
La
pioggia inizia a venire giù in piccole gocce, che si fanno
sempre
più fragorose e pesanti; le sento scivolarmi sul viso e
infradicire
la camicia troppo leggera.
Non
dovrei rimanere qui, sotto questa gelida pioggia di inizio autunno;
dovrei saltare in piedi, affrettarmi verso il sentiero, preoccuparmi
di quanto sarà scivolosa la strada verso casa, cercare di
ripararmi
i capelli. Ma non m'importa, non m'importa. Ora ho in mente solo il
tuo volto, illuminato dall'abituale sorriso raggiante che hai
iniziato a rivolgere a lei.
I
miei vestiti possono anche incollarsi, le scarpe inzaccherarsi, il
freddo scuotermi il corpo, mia madre urlare quando mi vedrà
rincasare tutta fradicia.
Ma
non m'importa. Lascia che piova. Che piova sui miei
occhi
tristi, sulle mie lacrime trattenute, le mie mani tremanti.
Sono
sempre stata troppo convinta di avere una possibilità con
te. Ho
creduto troppo in quei primi sguardi silenziosi e continui, quando
ero ancora troppo timida per poter rompere il silenzio e venire a
parlarti. Ho creduto troppo in quei tuoi sorrisi accennati, in quei
messaggi che mi facevano sentire felice.
Nella
tua voce non c'è mai stata sincerità. L'ho sempre
saputo. Ma, come
una qualsiasi stupida innamorata, ho voluto credere che si
nascondesse una verità dietro le tue parole. Che tu fossi
semplicemente troppo orgoglioso per far vedere agli altri di essere
innamorato di me.
E
poi ti ho visto con lei, ti ho visto avvicinare il tuo volto al suo
per baciarla, le vostre labbra sfiorarsi. Quando mi sono girata di
scatto, ero ancora troppo incredula per poter provare qualcosa di
concreto. Finché la mia massa di sensazioni confuse non ha
iniziato
a pulsare per liberarsi nelle lacrime che non ho mai versato.
Adesso
piove, e io mi rannicchio mentre i capelli bagnati mi ricadono sulle
guance. Chiudo gli occhi e avverto quelle lacrime fluire, decise come
non mai.
Ricordo
di nuovo il viso sottile di lei, i suoi occhi celesti. È
bella, lei,
con quel sorriso accattivante, i lineamenti dolci, le labbra rosse.
Quel tipo di ragazza che ti piace, che sta bene con te. La ragazza
che ha rubato ogni scintilla di sentimento che forse avresti potuto
provare nei miei confronti.
Continua
a piovere, e io continuo a levare lo sguardo verso i rami che si
agitano, il cielo plumbeo e le foglie spazzate via dal vento, senza
vedere realmente nulla di tutto questo.
Lei
è diventata come la tua ombra, un'ombra così
dolorosa alla vista. E
io non posso più sperare di mandarti un messaggio
aspettandomi una
risposta sincera. Non posso sperare di parlarti
almeno
un'ultima volta, di incontrarti mentre sei solo e affrontarti a testa
alta, come farei normalmente.
Perché
quella ragazza senza nome è sempre insieme a te. Ora tu hai
lei. E
forse tutte le cose che sono rimaste in sospeso tra noi non
troveranno mai una risposta, non
scoprirò mai cosa in passato
hanno significato le tue parole.
Devi
essere proprio innamorato di lei. Mi chiedo se, quando la vedi, senti
lo stomaco contorcersi, un sorriso che cerca di farsi strada sulle
tue labbra, il cuore martellarti nel petto.
È
quello che succedeva a me, e che mi succede ancora anche solo nello
scorgerti da lontano.
Ho
sognato innumerevoli volte di baciarti, sai? Ma questo non
accadrà
mai. Io rimarrò sempre la ragazza che si è illusa
dietro i tuoi
sguardi, le tue parole sfuggenti, il tuo bel sorriso.
Rimarrò
sempre da parte e non m'inebrierò mai delle tue labbra, non
ti
passerò mai una mano tra i capelli mentre i nostri respiri
si
uniscono e il tuo corpo preme su di me.
Mai.
Ho perso ogni
cosa nel momento
in cui hai deciso che lei era quella giusta per te. Ogni speranza di
possibilità è svanita quando ti ho visto baciarla.
E
finalmente riesco a piangere. Il vento mi sibila nelle orecchie, la
pioggia ha reso molle l'erba, gli alberi mi circondano come splendide
statue a cui prostarsi. L'odore della pioggia mi pizzica le narici,
mentre rivedo te e lei che vi sorridete e la stretta al cuore si fa
ancora più dolorosa.
Non
voglio più combattere contro le lacrime.
Alzo
gli occhi verso la cappa grigia del cielo, lascio che l'acqua
m'inumidisca il viso. Mi sfugge il primo singhiozzo, quasi
impercettibile nel fragore della pioggia, e due lacrime mi sfuggono
dagli occhi. In breve mi trovo abbandonata sull'erba, il corpo scosso
da un freddo di cui non m'importa e da una serie di singhiozzi
interminabili, mentre sulle mie guance le gocce di pioggia si
mescolano alle lacrime copiose.
Fa
male, la consapevolezza che ti desidero ancora troppo ma che non ti
avrò. Che ormai sono esclusa dalla tua vita. Che non hai
più nulla
da darmi, neanche un saluto sfuggente.
Vorrei
smettere di piangere, ma non riesco a frenarmi. Posso solo lasciar
sfogare tutto il dolore che ho accumulato in un anno. Non m'importa
nulla del freddo che mi scuote, non m'importa dell'acqua martellante
e della camicia che mi si è incollata addosso.
Lascia
che piova. M'importa solo di te.
Ma
ora tu hai lei. E io non sono che la più pallida stella
sullo sfondo
della tua vita.
Note.
Storia parzialmente autobiografica. Per scriverla mi sono ispirata alla
mia situazione, aggiungendo e cambiando però alcuni
particolari. Spero che vi sia piaciuta e di non essere
risultata troppo melensa, ho cercato di essere il più
diretta possibile. A presto con le mie prossime pubblicazioni.:3
*Saluta lettori invisibili.*