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Autore: Roxanne Potter    16/10/2012    1 recensioni
Non dovrei rimanere qui, sotto questa gelida pioggia di inizio autunno; dovrei saltare in piedi, affrettarmi verso il sentiero, preoccuparmi di quanto sarà scivolosa la strada verso casa, cercare di ripararmi i capelli. Ma non m'importa, non m'importa. Ora ho in mente solo il tuo volto, illuminato dall'abituale sorriso raggiante che hai iniziato a rivolgere a lei.
I miei vestiti possono anche incollarsi, le scarpe inzaccherarsi, il freddo scuotermi il corpo, mia madre urlare quando mi vedrà rincasare tutta fradicia.
Ma non m'importa. Lascia che piova. Che piova sui miei occhi tristi, sulle mie lacrime trattenute, le mie mani tremanti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sole abbagliante di questo pomeriggio è sparito, oscurato da una cappa di nubi color fumo. Si sono levate folate di vento che mi sollevano i capelli e mi sferzano le guance.
Fa freddo e io sono coperta solo da una camicetta e un paio di jeans, ma non m'importa. In questo momento mi sento come se non potesse più importarmi niente. Lascio vagare lo sguardo sulle chiome verdeggianti degli alberi che circondano questa piccola radura, mentre le mie dita giocherellano con i fili d'erba.
Non avevo mai pensato di trovare consolazione nella natura. Ora che sono qui, seduta sul prato e incurante del terriccio che mi sporcherà i vestiti, è come se il mio dolore si stesse placando senza però sparire, trasformandosi in un peso quasi dolce e pacato.
Vengo scossa da un tremito improvviso. Ma non è stato il vento a farmi tremare: sono i ricordi.
Oggi ti ho visto con lei, per l'ennesima volta. Vi ho visti camminare insieme, e poi seduti su una panchina, chiusi al resto del mondo, persi in un bacio. Il bacio che io avevo sognato di condividere con te.
Il freddo s'intensifica, mi fa accapponare la pelle, e un'improvvisa goccia di pioggia mi colpisce la palpebra. La sento scorrere lungo le mie ciglia e poi cadere giù, proprio come una lacrima. Niente di più appropriato.
Non ho mai pianto per te, quasi un anno dopo averti visto per la prima volta. È stato strano affrontare la tua indifferenza, le tue occhiate divertite e le tue parole, mantenendo sempre il mio contegno ferreo, la voce ferma, gli occhi asciutti. Ogni volta che tornavo a casa con un doloroso nodo in gola, credevo che quella fosse la volta buona, che mi sarei finalmente sciolta in lacrime. Invece ho sempre resistito.
La pioggia inizia a venire giù in piccole gocce, che si fanno sempre più fragorose e pesanti; le sento scivolarmi sul viso e infradicire la camicia troppo leggera.
Non dovrei rimanere qui, sotto questa gelida pioggia di inizio autunno; dovrei saltare in piedi, affrettarmi verso il sentiero, preoccuparmi di quanto sarà scivolosa la strada verso casa, cercare di ripararmi i capelli. Ma non m'importa, non m'importa. Ora ho in mente solo il tuo volto, illuminato dall'abituale sorriso raggiante che hai iniziato a rivolgere a lei.
I miei vestiti possono anche incollarsi, le scarpe inzaccherarsi, il freddo scuotermi il corpo, mia madre urlare quando mi vedrà rincasare tutta fradicia.
Ma non m'importa. Lascia che piova. Che piova sui miei occhi tristi, sulle mie lacrime trattenute, le mie mani tremanti.
Sono sempre stata troppo convinta di avere una possibilità con te. Ho creduto troppo in quei primi sguardi silenziosi e continui, quando ero ancora troppo timida per poter rompere il silenzio e venire a parlarti. Ho creduto troppo in quei tuoi sorrisi accennati, in quei messaggi che mi facevano sentire felice.
Nella tua voce non c'è mai stata sincerità. L'ho sempre saputo. Ma, come una qualsiasi stupida innamorata, ho voluto credere che si nascondesse una verità dietro le tue parole. Che tu fossi semplicemente troppo orgoglioso per far vedere agli altri di essere innamorato di me.
E poi ti ho visto con lei, ti ho visto avvicinare il tuo volto al suo per baciarla, le vostre labbra sfiorarsi. Quando mi sono girata di scatto, ero ancora troppo incredula per poter provare qualcosa di concreto. Finché la mia massa di sensazioni confuse non ha iniziato a pulsare per liberarsi nelle lacrime che non ho mai versato.
Adesso piove, e io mi rannicchio mentre i capelli bagnati mi ricadono sulle guance. Chiudo gli occhi e avverto quelle lacrime fluire, decise come non mai.
Ricordo di nuovo il viso sottile di lei, i suoi occhi celesti. È bella, lei, con quel sorriso accattivante, i lineamenti dolci, le labbra rosse. Quel tipo di ragazza che ti piace, che sta bene con te. La ragazza che ha rubato ogni scintilla di sentimento che forse avresti potuto provare nei miei confronti.
Continua a piovere, e io continuo a levare lo sguardo verso i rami che si agitano, il cielo plumbeo e le foglie spazzate via dal vento, senza vedere realmente nulla di tutto questo.
Lei è diventata come la tua ombra, un'ombra così dolorosa alla vista. E io non posso più sperare di mandarti un messaggio aspettandomi una risposta sincera. Non posso sperare di parlarti almeno un'ultima volta, di incontrarti mentre sei solo e affrontarti a testa alta, come farei normalmente.
Perché quella ragazza senza nome è sempre insieme a te. Ora tu hai lei. E forse tutte le cose che sono rimaste in sospeso tra noi non troveranno mai una risposta, non scoprirò mai cosa in passato hanno significato le tue parole.
Devi essere proprio innamorato di lei. Mi chiedo se, quando la vedi, senti lo stomaco contorcersi, un sorriso che cerca di farsi strada sulle tue labbra, il cuore martellarti nel petto.
È quello che succedeva a me, e che mi succede ancora anche solo nello scorgerti da lontano.
Ho sognato innumerevoli volte di baciarti, sai? Ma questo non accadrà mai. Io rimarrò sempre la ragazza che si è illusa dietro i tuoi sguardi, le tue parole sfuggenti, il tuo bel sorriso.
Rimarrò sempre da parte e non m'inebrierò mai delle tue labbra, non ti passerò mai una mano tra i capelli mentre i nostri respiri si uniscono e il tuo corpo preme su di me.
Mai. Ho perso ogni cosa nel momento in cui hai deciso che lei era quella giusta per te. Ogni speranza di possibilità è svanita quando ti ho visto baciarla.
E finalmente riesco a piangere. Il vento mi sibila nelle orecchie, la pioggia ha reso molle l'erba, gli alberi mi circondano come splendide statue a cui prostarsi. L'odore della pioggia mi pizzica le narici, mentre rivedo te e lei che vi sorridete e la stretta al cuore si fa ancora più dolorosa.
Non voglio più combattere contro le lacrime.
Alzo gli occhi verso la cappa grigia del cielo, lascio che l'acqua m'inumidisca il viso. Mi sfugge il primo singhiozzo, quasi impercettibile nel fragore della pioggia, e due lacrime mi sfuggono dagli occhi. In breve mi trovo abbandonata sull'erba, il corpo scosso da un freddo di cui non m'importa e da una serie di singhiozzi interminabili, mentre sulle mie guance le gocce di pioggia si mescolano alle lacrime copiose.
Fa male, la consapevolezza che ti desidero ancora troppo ma che non ti avrò. Che ormai sono esclusa dalla tua vita. Che non hai più nulla da darmi, neanche un saluto sfuggente.
Vorrei smettere di piangere, ma non riesco a frenarmi. Posso solo lasciar sfogare tutto il dolore che ho accumulato in un anno. Non m'importa nulla del freddo che mi scuote, non m'importa dell'acqua martellante e della camicia che mi si è incollata addosso.
Lascia che piova. M'importa solo di te.
Ma ora tu hai lei. E io non sono che la più pallida stella sullo sfondo della tua vita.

Note.

Storia parzialmente autobiografica. Per scriverla mi sono ispirata alla mia situazione, aggiungendo e cambiando però alcuni particolari. Spero che vi sia piaciuta e di non essere risultata troppo melensa, ho cercato di essere il più diretta possibile. A presto con le mie prossime pubblicazioni.:3 *Saluta lettori invisibili.*

   
 
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