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Autore: Zovia    16/10/2012    3 recensioni
"Era in questi momenti della giornata, quando per qualche strano miracolo il distretto si calmava e Kate poteva rilassarsi, che la sua mancanza si faceva sentire di più."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ciao gente!! :D
Sono tornata con una shot mia! In realtà dopo averla finita mi sono accorta che è simile all'altra... Mi piace questo lato di Kate, il fatto che possa fidarsi completamente di Castle perchè lui la capisce. Credo. xD
E' la seconda volta che scrivo, siate buoni :3 se volete lasciare una recensione fate felice una milanese! :))

HOME, WHERE I WANT TO GO


A Fede, che ho già voglio di rivedere.

A Ely e Lau, che per mia fortuna vedo ogni giorno.
 


Era in questi momenti della giornata, quando per qualche strano miracolo il distretto si calmava e Kate poteva rilassarsi, che la sua mancanza si faceva sentire di più.

Quando non aveva nessuna pista da seguire, quando non c’era il costante rumore dei telefoni a tenerle compagnia, quando non poteva fare altro che aspettare.
Aspettare che un’altra giornata di lavoro finisse, per poter tornare da lui.

Alla fine avevano dovuto rivelare alla Gates la loro relazione. Lanie li aveva scoperti subito il ritorno dagli Hamptons e, nonostante il giuramento di tenerlo segreto, nel giro di una settimana Esposito era venuto a congratularsi con loro e nel giro di due Ryan aveva iniziato ad ammiccare in maniera cospiratoria ogni volta che li vedeva insieme. Castle era stato allontanato dal distretto.

“Non ci possono essere relazioni tra colleghi, le regole sono chiare.”

Questa era la motivazione ufficiale. Poi la Gates aveva richiamato Beckett nel suo ufficio.

“Kate, non pensi che lo faccia solo perché non sopporto Castle. Dio solo sa quanto quell’uomo riesca a farmi irritare a volte, ma sono consapevole del contributo che ha dato in questi anni. Lo faccio perché voi. Non vorrebbe trovarsi un giorno a dover decidere tra salvare l’uomo che ama e arrestare un sospettato, mi creda.”

E con questa l’aveva invitata ad andarsene. Per un secondo Kate aveva visto nei suoi occhi qualcosa di simile all’affetto, ma se ne era andato subito e da quel giorno la questione non era più stata discussa.

Aveva continuato a lavorare. Lui in teoria si dedicava più alla scrittura. In realtà passava le giornate a trovare nuovi modi per stupirla, a fantasticare su di lei e, ultimamente, a mandarle messaggi ridicoli a qualsiasi ora.

Faceva finta che la cosa la irritasse e poi passava la giornata aspettando che le arrivasse un nuovo sms che le facesse sentire meno la sua mancanza.

Perché quando non era di fianco a lui, sentiva che una parte di sé non c’era. Forse rimaneva al loft perché Castle si sentisse meno solo. O forse era così innamorata che iniziava a pensare come una quindicenne alla prima cotta.

Ma la parte peggiore non era sentirsi incompleta, e nemmeno non sentire la sua risata o il suo tocco leggero. Erano i dubbi. Tutti quei “forse”, quei “ma” che aveva ritrovato pian piano, dopo averli buttati via quella sera, sotto la pioggia, quando l’unica cosa che riusciva a pensare era “Rick. Tu.”

Si sentiva ridicola. Si svegliava abbracciata a lui tutte le mattine e tornava a casa tutte le sere al suo loft, quella che ormai chiamava casa. Eppure, succedeva e lei non poteva impedirlo. Quindi aspettava e pregava che spuntasse una nuova pista, che suonasse un telefono, o che qualcosa si smuovesse.

Poi, alle cinque in punto, finiva di scrivere sulla lavagna, prendeva le sue cose e se ne andava. Le notti al distretto erano finite, adesso aveva lui da cui tornare.

E in quei giorni arrivava a casa e si buttava tra le sue braccia, lo baciava e stava lì, schiacciata contro di lui.  Castle non parlava, la capiva. L’abbracciava più stretta e aspettava che le paure si dissolvessero.
  
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