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Autore: Hachi The Okami    16/10/2012    0 recensioni
Questa è la storia di Kuni. Un giovane cadetto all'indomani della sua prima battaglia. Per la sua statura e velocità viene soprannominato Dagger. Non aveva mai avuto interesse nelle relazioni con i suoi commilitoni, finchè non incontro un ragazzo che sembra conoscerlo molto bene.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Storico
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Svegliatosi presto, Rohan doveva abbandonare la tenda dell’amico in fretta, per avere il tempo di indossare l’armatura e prepararsi alla prima carica. Al suo fianco, Kuni ancora dormiva beato, con la testa appoggiata sul suo petto. Decise che era il caso di svegliarlo, anche solo per augurargli buona fortuna,così lo scosse leggermente. Il biondo mosse gli occhi un paio di volte prima di spalancarli e ritrovarsi il volto di Rohan davanti a se, con il solito sorriso stampato in faccia.
<< Buongiorno Clay……che ci fai già in piedi?>>
<< Che razza di soldato sei? E’ arrivato finalmente il giorno per cui ci siamo preparati. Oggi è il giorno della tua prima, vera battaglia Dagger. Forza tirati sù!! >>
A sentire quelle parole, quasi tutto il benessere che aveva provato la notte prima e durante il sonno svanì quasi del tutto
<<  C-cosa?? ………Quindi è probabile che non ci rivedremo?  >> Disse mettendosi seduto facendo scivolare su di sé il lenzuolo della brandina,scoprendo i graffi lasciati dal compagno ore prima.
Rohan si avvicinò a lui per mettergli una mano sulla testa e arruffargli i capelli
<< Ma che discorsi sono? Ci vuole ben altro che un manicolo di idioti in armatura per mettermi fuori gioco >>
<< La stessa cosa non vale per me però >> disse abbassando lo sguardo. Non riusciva a non pensare all’eventualità di cadere alla prima carica, anche sotto il colpo di una freccia vagante. Senza onore e senza aver provato a se stesso di essere un bravo guerriero.
<< Allora non mi ascolti quando parlo. Ti ho promesso che ti avrei guardato le spalle sul campo e così farò >>. Detto questo gli stampò un bacio sul naso e si diresse verso l’uscita. Kuni rimase sul letto, ormai abbastanza convinto dalle parole del compagno, si alzò in direzione dell’armatura.
<< Come faccio a trovarti?? >> Esclamò guardando l’uscio
<< Tu non preoccuparti, sarò io a trovare tè >> rispose Rohan, ormai fuori dal campo visivo. Rimase da solo nella sua tenda, fissando l’armatura che di li a poche ore l’avrebbe protetto in battaglia. Non perdendo ulteriore tempo, la indossò. Assicurata poi la spada alla cintura, prese scudo e elmo e si diresse fuori.
 
Schierati in fila lungo il confine dell’accampamento, i soldati erano pronti alla carica. Un paio di ali facevano capolino in mezzo alle griglie minacciose degli elmi. Con lo scudo di fronte a se, Kuni teneva la mano serrata sul manico della spada, pronto ad estrarla al segnale. Stranamente adesso era lucido, concentrato, sicuro di se e di cosa stava per fare. Il suono del corno riecheggiò per l’itero campo e un unico urlo si levò dalla fila che cominciò il suo slancio verso i nemici, che si apprestavano a fare lo stesso istanti prima. Anche Dagger urlò insieme ai propri compagni ed estraendo la spada cominciò una corsa sfrenata verso le lame avversarie. Tenendo sempre lo scudo avanti riuscì ad evitare i primi fendenti che si infransero su di esso. Susseguirono diverse parate e affondi, senza nemmeno accorgersene aveva abbattuto due cavalieri e adesso si trovava nel bel mezzo della mischia. Altri si fecero avanti contro di lui. Non ebbero nemmeno loro speranza, non tanto per l’invidiabile difesa, quanto per la destrezza e la velocità con le quali maneggiava la spada e scartava ogni loro affondo. In quel momento si sentì davvero invincibile, capace di sconfiggere qualsiasi avversario. Questo stato mentale non durò molto. Riverso sul terreno c’era un corpo. Non aveva un braccio e presentava una profonda ferita sul petto. Kuni lo riconobbe anche se il viso era sfigurato da un espressione di dolore. Era il suo vecchio compagno di stanza all’accademia. Non lo conosceva molto bene, ma il vederlo in quelle condizioni smosse in lui qualcosa,si rese conto di come la guerra avesse spento e reso quasi inesistenti gli anni vissuti da quel ragazzo, il loro tempo passato assieme ad addestrarsi , la mensa e le punizioni.Tutto svanito in meno di un istante. Pensò che anche lui sarebbe finito così, ucciso e dimenticato e tutto questo rese la sua mano tremolante, tanto che la parata successiva gli causò la perdita della spada e dell’equilibrio. Adesso indietreggiava spaventato reggendo sempre lo scudo davanti a sé che veniva ripetutamente percosso dal guerriero avversario. Come temeva, sarebbe morto lì, sotto i colpi di uno sconosciuto che non avrebbe nemmeno saputo il nome di chi aveva ucciso. All’improvviso una grossa lama si abbattè contro il suo nemico, tranciandolo di netto. La figura imponente che la brandiva mosse riprese la posizione di guardia, sistemandosi poi l’elmo cornuto che si era spostato nell’impeto del colpo. Rohan si ergeva davanti a lui dandogli le spalle
<< Si può sapere che aspetti?? Rimettiti in piedi e recupera la tua spada. Non vorrai certo che mi prenda la tua gloria >>
<< A-ah?? S-si subito >> rispose Kuni, abbastanza sorpreso ma rincuorato dalla sua presenza. Freneticamente raggiunse carponi la sua spada e ritornò in posizione eretta, spalla a spalla con il suo salvatore. Mentre Clay teneva lontano gli avversari con ampi fendenti a semicerchio, Dagger intercettava , oltre alle offese contro se stesso, anche quelle dirette alle spalle del compagno. Sotto la possenza dei colpi di Rohan cadevano più guerrieri in un sol colpo, poiché colti dal tondo disegnato dall’enorme lama, allo stesso tempo Kuni colpiva di punta e in modo fulmineo chiunque entrasse ne suo raggio d’azione. Andarono avanti così finchè il corno avversario non suonò la ritirata e i nemici abbandonarono il campo di battaglia in fretta e furia. Esausto, Kuni lasciò cadere le armi sul terreno e cadde in ginocchio. Aveva il fiatone, era sporco di terra e di sangue, ma nonostante tutto era felice di essere vivo. Rohan dopo essersi risistemato la spada sulla schiena, si voltò verso di lui. Sorridendo, lo abbracciò da dietro dandogli un bacio sulla nuca e strofinando il il muso tra i suoi capelli.
<< Visto? Non è andata tanto male dopo tutto…. >>
Kuni, arrossì a quell’abbraccio ma sorrise divertito a quelle parole. Adorava il modo in cui Rohan facesse sembrare tutto quasi un gioco. Girò leggermente la testa per guardarlo negli occhi.
<< … Stupido >> e lo baciò lasciandosi totalmente tra le braccia che quel giorno gli avevano salvato la vita.
  
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