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Autore: AngelOfSnow    16/10/2012    2 recensioni
È fuoco.
Fuoco vivo che non lascia niente, se non ceneri da cui è impossibile rinascere.
Io non lo faccio, bambola.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Look the mirror Doll.

Look the mirror Doll.

 

 
Ehi, bambola, lo senti?

No?

Io si., li sento.

Sento come facciano male sprofondando sempre più giù, facendomi capire quanto la mia inettitudine sia immensa.

Ah, ancora non lo vedi?

Non vedi il sangue che zampilla lentamente dal cuore?

Com’è che ti sorprendi?

È la prima volta che vedi il mio sangue colare lentamente in ogni parte del mio corpo, fino a creare una pozza vermiglia a sostituire la mia ombra?

Bambola, e dire che io e te siamo divise solo da uno strato sottilissimo di superficie riflettente!

Come se fossimo un’Alice che attraversa non la tana ma lo specchio, rimanendovi incastrata.

Non può uscire.

Non possiamo.

Ehi, bambola, perché piangi?

T’avevo già descritto la sensazione di viscido dolore, mentre i nostri ricordi penetrano lentamente la carne lacerandola irrimediabilmente?

Si, l’avevo fatto.

Ne sono convinta.

Che fai, poggi la mano macchiata  del mio sangue sullo specchio?

Vorresti che la smettessi di dire queste assurdità?

Sincera ,o è solo il modo per continuare a soffrire in silenzio, mentre quelli lacerano in barba al dolore?

Qual è la vera fra noi, l’hai mai pensato?

Non cercare di scappare da me, bambola, perché se tu ti muovi così libera e spensierata non è certo perché tu ti senta soddisfatta; non di certo.

Ti muovi perché sono io a parare ogni colpo, subendo in prima persona il calore dell’ennesima sconfitta.

È fuoco.

Fuoco vivo che non lascia niente, se non ceneri da cui è impossibile rinascere.

Io non lo faccio, bambola.

Tu sicuramente periresti al contatto distruttivo: la tua stoffa non reggerebbe e i tuoi colori non sopravvivrebbero, mantenendo la lucentezza.

Diverrebbero spenti, scuri, bruciati, usurati, insozzati di fumo... diverrebbero me.

Io che sono la tua controparte in questa parte di vita, rinchiusa dentro lo specchio della sua anima, persa irrimediabilmente, ho le capacità di rimanere in piedi nonostante tutto.

Nonostante i pugnali fra le scapole, i pugnali nel cuore, i fori nel cranio, i morsi nelle mani, i lividi negli stinchi e il dolore ai piedi... nonostante tutto, accetto tutto in modo passivo.

Nonostante tutto; nonostante il sangue.

Che fai, piangi?
Complimenti, meglio tardi che mai.

Non mi chiedere perché io sia così calma, perché non saprei risponderti nemmeno volendo.

Ti ricordo che questo specchio ci divide in modo da lasciarti sorridere in mezzo agli altri; in modo da lasciarti dormire senza incubi; in modo da farti pensare lucidamente.

In modo da lasciarti vivere una vita, semplicemente.

Ancora?
Ma allora sei davvero ingenua che piangi disperata.

Quello è il mio ruolo.

   
 
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