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Autore: PlatinumDragon    29/04/2007    6 recensioni
Una sera tranquilla a Godric's Hollow. O no?
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qua, con un’altra one-shot concepita e partorita nell’arco di un’ora di noia. Penso che la storiella la conoscete tutti, i personaggi sono proprietà di J.K.R. e tutto il resto… Vi auguro una buona lettura, qualsiasi commento è ben gradito. Spero che stavolta l’impaginazione sia migliore, o mi toccherà davvero rompere le scatole a Teabox in cerca d’aiuto!

Grazie a tutti,

Platinum Dragon

Tic – Tac – Tic – Tac

Il pendolo dell’orologio oscillava lento, senza fretta e senza curarsi di niente di tutto ciò che era intorno. Ne gli eleganti mobili di legno lucido, né i delicati tappeti multicolori, ne le raffinate imposte che racchiudevano le vetrate da cui si scorgeva il prato all’esterno.

La nebbia si adagiava leggera sul prato e sui cespugli, come una morbida coperta, un piumone, e veniva voglia di stendersi su quel dolce manto che ovattava i suoni, riempiva il silenzio, creava un'atmosfera magica, complice la luna che risplendeva nel pieno del suo splendore. Non che l'ambiente poi non fosse già abbastanza magico di per sè...

Nell'aria scura un mantello svolazzava spinto da quella stessa brezza leggera che stava pian piano sollevando il manto di nebbia, avanzava lungo il vialetto che si inerpicava sulla collina fino alla villetta cinta d'edera, dove il gentile fruscio dell'acqua in una fontana cullava il sonno degli abitanti della casa.

O almeno avrebbe dovuto...

Tic – Tac – Tic – Tac

Il ritmico sbattere dei tacchi sul selciato.

Una figura era ferma alla base delle scale che portavano all’ingresso, gli occhi posati sulla porta d’ingresso.

Tic – Tac – Tic - Tac

Il ritmico passare dei secondi.

"Alohomora"

La porta si schiude lentamente, l’ombra di un lungo mantello si staglia sula soglia.

Due figure immobili. Due statue. Non ci sono parole.

Tic – Tac – Tic - Tac

Il ritmico battere del cuore.

Non è mai stato un bravo Legilemens, ma non ce ne è il bisogno per capire cosa si cela dietro quelle due fessure rosse. La paura lo attanaglia, sa benissimo che quello che sta per fare è inutile, ma non può fare altro. Non vuole fare altro.

Ha sempre avuto un ottimo controllo della legilimanzia, ma non ne ha bisogno, quegli occhi nocciola lo guardano lanciando una sfida che non ha bisogno di parole. Non si leverà di lì.

Le bacchette si muovono all’unisono, puntando una verso l’altra mentre sprazzi di luce eruttano dalle punte:

Devo dargli tempo, anche solo un secondo, e quello che faccio non sarà sprecato

“Reducto!”

La figura scura ondeggia la bacchetta evocando uno scudo, poi un’altro gesto, quasi annoiato.

“Avada Kedavra”

Peccato, volevo fare di più.

E in un lampo verde sparisce ogni paura, ogni preoccupazione. Ormai è tardi. Un lampo verde come uno smeraldo, verde come i loro occhi. Un sorriso agrodolce sfiora le labbra della sagoma che cade.

Tic – Tac – Tic – Tac

Il suono di scarpe che salgono gli scalini.

La maniglia si muove, e la porta si spalanca. La donna lo fissa, senza parlare.

Così questo è il Signore Oscuro.

Le braccia stringono forte un fagottino avvolto in una coperta.

Ma io non ho paura del buio.

Lo portano al petto. Al cuore.

Il buio è solo mancanza di luce, se accendo la giusta luce anche questo buio svanirà.

Poi il fagotto mugola dolcemente.

“Voglio Lui.”

No. Mai. Piuttosto io.

“Voglio solo Lui”

Un gesto fluido della bacchetta e due semplici parole. Uno sprazzo di luce verde tenta di illuminare il fagottino.

Ti amo, Piccolo Mio.

E nel mare di luce che avvolge la stanza due dolci occhi smeraldo affogano perdendosi nel tutto. Sembra quasi che una lacrima stia scendendo mentre il corpo cade a terra, minuscola goccia di rugiada persa nell’oceano di sofferenza che quello sguardo contiene.

Nel silenzio che avvolge la stanza solo il quieto respiro del piccolo fagotto risuona.

Tic – Tac – Tic - Tac

Ed in un secondo è tutto finito.

  
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