Elementare, Shinichi!
«
Shinichi! Shinichi!
Dove sei? »
«
Dove vuoi che sia?
Sono qui! »
Ran lo guardò
con le lacrime agli occhi:« Avevo paura di averti
perso! »
Shinichi
sospirò:« Sei sempre la solita stupida! »
«
Shinichi! Il
professore ha detto che quella parola non si deve dire! »
«
Se, se… a
proposito, dov’è finito? »
«
Shinichi, Ran! Ecco
i gelati! Ragazzi… »
Una marea di
gente dai costumi colorati si riversò in strada all’improvviso.
Il Professor
Agasa si voltò verso il gelataio:« Cosa succede? »
«
Non lo sapeva,
signore? È una manifestazione di cosplayer… »
Agasa si
sarebbe messo le mani nei capelli, se solo non le avesse avute occupate da due
coni gelati. Come avrebbe fatto a ritrovare in mezzo a quella folla due bambini di quattro anni?
«
Guarda, Shinichi! È
carnevale! »
Il bambino
scosse la testa:« No, quello è a febbraio, ora siamo a
giugno! »
«
E allora perché
sono tutti in costume? »
«
Non lo so… AHI! »
Shinichi andò
a sbattere contro un ragazzo vestito in modo perlomeno
curioso.
«
Ehi, tutto bene? »
«
Sì… ma non sei un
po’ giovane per fumare la pipa? E perché sei vestito così? »
Il ragazzo
scoppiò a ridere:« Piccolo ma sveglio, eh? Come ti
chiami? »
Ran
intervenne:« Si chiama Shinichi! E
io Ran! »
Il ragazzo si
tolse il cappello e baciò la mano della bambina:« Piacere
di conoscerti, piccola lady! Io sono Sherlock
Holmes! »
«
Chi? »
Il ragazzo
sorrise:« Sono un detective, mia piccola lady… »
Shinichi
intervenne:« Un detective? Come quelli di cui scrive
mio padre? »
«
Non so che cosa
scriva tuo padre, ma di sicuro la tua amica va in quell’asilo qua dietro… »
Ran esclamò:« Come hai fatto a saperlo? Mi conosci? »
Holmes esibì
un sorrisone a trentadue denti, ma Shinichi lo
interruppe:« Sul tuo zaino c’è l’etichetta con il nome della scuola, stupida! »
«
Shinichi! Ti ho già
detto che non si dice! »
Al ragazzo
s’incrinò il sorriso, ma si riprese subito:« E allora,
mio piccolo sapientone, facciamo così: sai dirmi che mestiere fa quella signora
laggiù? »
Il bambino si
mise la mano sul mento:« Solo guardandola no… magari
parlandole… »
Holmes si
avvicinò alla signora, le fece un inchino, le prese la mano e le fece il
baciamano.
«
Lei è una
parrucchiera, vero? »
La signora sussultò:« E lei come fa a saperlo? »
Shinichi
sbarrò gli occhi. Questa volta lo aveva proprio stupito.
«
Elementare, milady!
Le sue unghie sono marroni a causa dei prodotti con
cui tinge i capelli alle sue clienti, e qui, su questo bel ditino, c’è un
piccolo callo causato dalle forbici… madame! Mi perdoni se l’ho ingiustamente
sfruttata, volevo solo dare una lezione a questo piccolo saputello! »
Il ragazzo
fece l’occhiolino alla donna, che dopo aver osservato con più calma il costume esclamò:« Ma si figuri! Allora arrivederci,
signor Holmes! »
Ran si stupì:« Ma sei così famoso? »
«
Già! »
Shinichi era
letteralmente senza parole.
«
E allora sapresti
dirmi il mestiere di quel signore laggiù? »
Il ditino del
bimbo indicò un uomo qualunque nella folla. Holmes sembrò leggermente in
difficoltà e cambiò argomento. Al piccolo Shinichi la cosa non sfuggì.
«
Lasciamo perdere le
mie doti! Piuttosto, avete visto il mio assistente? »
Ran si guardò
intorno con aria un po’ affranta:« Anche noi abbiamo
perso il professore… »
«
E allora abbiamo
qualcosa in comune, mia piccola lady! »
Shinichi
sbuffò:« Noi non abbiamo perso il professore, è lui
che ha perso noi! È uno stupido! »
Ran divenne
tutta rossa:« Shinichi! Quella parola non si dice! »
Il bambino le
fece la linguaccia:« E io la dico lo stesso, prova a
impedirmelo se ci riesci! »
Shinichi
pensava che una bambina tanto femminile come Ran non
avrebbe osato fargli nulla, ma inaspettatamente la piccola cercò di tirargli un
calcio. Il bambino schivò con un po’ di difficoltà.
«
Ehi, quello dove
l’hai visto? »
«
Era ieri in tv,
c’era un… un… tizio che faceva così! »
Il giovane
Holmes si chinò sulla bambina:« Ti riferisci forse al
film di Jackie Chan? Quello con i ninja? »
La bambina
s’illuminò e Shinichi, per un secondo, ebbe un chiaro presentimento. Per la sua
salute futura, avrebbe fatto meglio a impedire alla sua amica del cuore di
continuare a vedere film tanto diseducativi.
Si ripromise di cercarne uno che parlasse di fantasmi, per farle passare la
voglia.
Holmes
continuò:« Non è bello che una bambina carina come te
faccia a botte con un maschio… e con una gonna, per di più! »
Ran fissò il
suo bel vestitino giallo:« Perché? »
Il ragazzo
sospirò:« Sei troppo piccola per avere senso del
pudore… ehi, eccolo là! Watson! »
Un altro
ragazzo grassottello si voltò. Era vestito con un panciotto e un completo di
pantaloni e giacca blu. Shinichi si chiese come facesse a non avere caldo conciato in quel modo.
Holmes mise un
braccio attorno al collo del misterioso Watson:« Bambini,
questo Watson, il mio assistente! »
Fece un
occhiolino all’ultimo arrivato e questo, dopo essersi aggiustato la giacca, si
presentò:« Piacere di conoscervi. Io sono un… »
«
Aspetta, non
dirmelo! Voglio provare a fare quella cosa che hai fatto
prima! »
Holmes osservò
colpito il bambino:« Sei coraggioso, piccolo! »
«
Non sono piccolo. E
mi chiamo Shinichi! »
«
Ok, Shinichi,
mostrami cosa sai fare! Watson, il piccolo Shinichi cercherà di capire che
lavoro fai da una stretta di mano! »
Watson si
accigliò:« Holmes,
non credi che sia un po’ esagerato per dei bambini? »
«
L’ha proposto lui,
mica io! »
«
Non so chi fra te e
loro sia veramente il più infantile, ma va bene, una stretta di mano non mi
costa nulla… »
Watson si
chinò e porse una mano a Shinichi. Il bambino la prese e la guardò con
attenzione, girandola e voltandola da tutte le parti più e più volte. Ran lo
guardò ammirata e preoccupata: Shinichi odiava essere battuto da qualcuno, lo
sapeva bene, ma stavolta si era messo in competizione con un adulto! Avrebbe
retto il confronto?
Alla fine il
bambino annunciò trionfante:« Non so che lavoro fai,
ma so che prima hai mangiato un hamburger! »
«
Eh? »
«
Hai una macchia di
ketchup sulla camicia e dei semi di sesamo sul coso a triangolo, lì… »
Holmes lo
aiutò:« Il colletto? »
«
Quello! Il sesamo
non lo mettono sugli hamburger? »
Ran chiese:« Ma è quello di Alì Babà? “Apriti sesamo”? »
«
Stupida, non c’è
nessuna porta da aprire, qua! »
«
Era una grotta e
non una porta! E ti ho detto che stupido non si dice!
»
«
L’hai appena detto,
siamo pari… »
Holmes
intervenne a sedare la discussione:« Ehi, ehi, questa
l’ho già sentita e non voglio un bis! Comunque i miei complimenti, piccolo
detective, sei molto attento ai dettagli! »
Shinichi
esultò, felice di aver dimostrato di non essere da meno di quello sbruffone.
Watson aggiunse qualche dettaglio.
«
Io sono un medico
militare, ho lavorato per qualche tempo in Afganistan e adesso aiuto Holmes con
i suoi casi… »
«
Quali casi? »
«
Mia piccola lady,
io mi occupo di furti e omicidi! »
«
Cos’è un omicidio?
»
Shinichi
sospirò:« È quando ammazzano qualcuno… »
«
E cosa significa “ammazzano” ? »
«
Significa che
qualcuno muore, stupida… »
Ran scosse la
testa:« No, no, non mi piace! Se qualcuno muore poi diventa un fantasma e viene a spaventarmi! »
Holmes cercò
di sviare il macabro discorso:« E io lavoro proprio
per evitare che questo accada! »
Shinichi lo
guardò di storto:« Quello non lo fanno gli esorcisti?
»
«
Ma se riesco a impedire
gli omicidi, non c’è più bisogno dell’esorcista! Scusami, ma come fai a sapere
una parola così difficile? »
«
Papà fa lo
scrittore, ne sento tante di cose in casa… veleni, pistole, rapimenti,
riscatti, tradimenti… »
Ran chiese di
nuovo:« Cos’è un tradimento?
»
Watson
intervenne per evitare imbarazzanti spiegazioni:« Ho
perso di vista anche Irene e Moriarty… »
Holmes
sospirò:« C’è troppa gente in questa manifestazione… »
Shinichi si
guardò intorno:« Cos’è, un raduno? Siete
tutti detective? »
Watson
sorrise:« No, siamo tutte persone appassionate a…
qualunque cosa! Libri, film, fumetti… e allora ci piace travestirci come i
nostri eroi! »
Il bambino lo
guardò attentamente:« Quindi tu non sei veramente
Watson? »
«
Esatto! »
Ran guardò
delusa Holmes:« E tu non sei veramente un detective? »
Il ragazzo le
fece l’occhiolino:« E questo chi lo dice? Potrei
esserlo anche senza chiamarmi Sherlock Holmes … »
Il suo amico
fece una faccia molto eloquente a proposito, ma si beccò un’occhiataccia da
Sherlock e cercò di tornare impassibile.
«
Shinichi!!!
Ran!!! Ran Mori!!! Shinichi Kudo!!! Dove siete??? Non mi fate disperare, per favore… »
Ran s’illuminò
in volto e agitò le manine:« Professore!!! Siamo
qui!!! »
«
Ran! Shinichi! »
Shinichi
sbuffò:« Era anche ora… »
Il bambino si
sentì osservato e alzò lo sguardo verso l’alto. Holmes lo stava guardando come
se avesse appena visto un fantasma.
«
Kudo? Tu ti chiami Shinichi Kudo? »
«
Sì, non te l’avevo
detto? »
«
E tuo padre… non si
chiamerà mica Yusaku? »
«
Sì, esatto… lo
conosci? »
«
Non… non di
persona, solo di fama… »
Agasa si
presentò ansimante, con i due coni quasi sciolti:« Oh,
grazie al cielo vi ho trovati! Non so davvero come ringraziarvi per averli
tenuti d’occhio! »
Watson lo
fissò ancora sconvolto da quello che aveva appena scoperto:« Si…
si figuri… è stato un piacere… »
Agasa cercò di
dare i coni ai bambini, ma Shinichi si lamentò:« Ehi,
è tutto appiccicoso! Si è sciolto tutto! »
Il professore
sospirò:« E va bene, ve ne compro un altro, basta che
stavolta mi stiate attaccati… o chiederò in prestito le manette al padre di Ran
per non perdervi! Su, ringraziate i signori! »
Ran salutò con
la mano:« Ciao ciao! »
Holmes le fece
di nuovo il baciamano:« Arrivederci, piccola lady! »
Poi si
avvicinò a Shinichi e, dopo averlo squadrato un po’ dall’alto, gli scompigliò i
capelli:« E arrivederci anche a te, piccolo collega! »
«
Collega? Cosa significa? »
«
Significa che sei
un piccolo detective anche tu! »
Shinichi lo
guardò con quell’aria un po’ strafottente che gli veniva tanto bene:« TI sbagli… io sono molto più bravo di te! »
E, con una
linguaccia di saluto, si allontanò col professore, che li teneva saldamente per
mano entrambi per non perderli nuovamente.
Holmes e
Watson si guardarono sconvolti:« Cioè, abbiamo
discusso di gialli con il figlio del più grande scrittore giapponese del
genere??? Il creatore del Barone Della
Notte ??? »
Holmes
ridacchiò:« Ecco perché sapeva tante cose, chissà
quante ne sente a casa… »
Una donna li abbracciò entrambi di spalle, seguita da un altro ragazzo:«
Ehilà! Cosa mi sono persa mentre gironzolavo un po’ con Moriarty?
»
«
Oh, Irene… »
Il ragazzo che
interpretava Holmes e quello che impersonava Watson si guardarono e scoppiarono a ridere:« Per poco ti sei
persa l’autografo del figlio del tuo autore preferito… »
«
Yusaku Kudo???
Avete incontrato il piccolo Shinichi??? C’era anche Yukiko
Fujimine, l’attrice??? »
Moriarty si sbatté una mano sulla fronte:« Nooo, perché glielo avete detto?
Ora andrà avanti tutto il pomeriggio con la biografia completa del suo autore
preferito… »
E,
ridacchiando e discutendo, si persero nella folla.
Shinichi
continuò a camminare silenziosamente, mangiando il suo gelato. Ran notò subito
che era più silenzioso del solito e lo indicò ad Agasa.
«
Cosa c’è, Shinichi?
»
«
Ho deciso una cosa,
professore! »
«
Cosa? »
«
Voglio diventare un
detective come quell’Holmes! »
Agasa sorrise,
intenerito dalla sua ingenuità:« Ma Shinichi! Quello
non era il vero Sherlock Holmes! »
«
Me l’ha detto, io
voglio superare l’originale! »
Il professore
non ebbe cuore di dirgli che era un personaggio di fantasia. Era sicuro che se
l’avesse fatto in quel momento, si sarebbe sentito come un genitore che rivela
al figlio che Babbo Natale non scende dal camino con le renne al seguito.
«
Però Holmes è
vissuto un bel po’ di tempo fa… stiamo quasi per cambiare millennio! »
«
E quale millennio
viene? »
Agasa lo
guardò un po’ perplesso, non capendo dove il bimbo volesse andare a parare:« Il terzo… »
Shinichi esibì
il sorrisone più smagliante del suo repertorio. Ran iniziò a preoccuparsi, e
non a torto. Ancora non lo sapeva, ma la frase seguente l’avrebbe tormentata
negli anni a venire.
«
E allora diventerò
lo Sherlock Holmes del terzo millennio!!! »
Ciao a tutti!!! Nonostante sia una fan di questo anime da tanti anni,
chissà perché una storia sul piccolo detective non l’avevo mai scritta! Ho cercato,
per quanto possibile, di mantenere una logica adattabile a dei bambini di
quattro anni (le parole ripetute, le continue domande…), pur mantenendo i cliché
di Ran e Shinichi… spero che questa one-shot vi abbia divertito! Per favore, fatemi sapere cosa
ne pensate!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92