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Autore: OttoNoveTre    16/10/2012    5 recensioni
L'esclusiva dell'incontro preliminare per il look da anni era venduta all'asta per cifre astronomiche.
Perché accaparrarsi lo stilista giusto può significare la vita o la morte per due ragazzi, se tutto diventa uno spettacolo.
Genere: Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cinna, Effie Trinket, Nuovo personaggio, Seneca Crane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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storia dra
Le accompagnatrici




- Questo posto l’ha scelto la Trinket, vero?
- Vero, vero.
- Oh, questa non me l’avevano mai fatta! Whyte, credo che Muzio stia cercando nuovi sketch per i “Mai Dire…”, perché non ti vai a proporre?
- Sempre a prendertela per qualsiasi cosa, Martell. Anche il locale, cosa sono queste occhiate? E’ carino. Guarda quante belle ragazzine di ritorno da scuola che possono sognare di diventare come noi. E questa poltroncina ha lo stesso colore dei miei capelli!
Veronica Martell fissò con cipiglio severo la poltroncina imbottita, poi il caschetto della sua collega.
- Quello è violetto, i tuoi capelli sono prugna.
- Vabbè, sì, dai. Sai che io lascio fare a Lulù. Ieri mi ha accolto con ‘sto prodotto nuovo, sai, una cosa sviluppata con pigmenti vegan, e mi ritrovo questa schiuma color cicca in testa, con lui che ci trillava attorno “Cara, sui tuoi capelli ci saranno cinquanta sfumature di viola!”
- Non facevo Lulù uno da classici pre-olocausto.
- E’ un parrucchiere raffinato.
- Ma tu mi stai sviando! Non mi puoi fare questi errori, Whyte. Anzi, ripensandoci, ripeti la scena quando c’è la Trinket: voglio vedere la sua faccia tu-non-sai-nemmeno-cosa-sono-i-punti-colore-e-ti-becchi-un-distretto-migliore-del-mio.
- Sei simpatica come una ceretta inguinale, Veronica Martell.
Clara Whyte si tuffò sulla poltroncina imbottita (punto colore: violetto) del “Colazione di Alice”, raffinata e caramellosa pasticceria di Freedom Avenue. La proprietaria aveva messo il loro tavolo, già arredato da vassoi di mignon, bricchi di succo e cestini di frutta fresca, in una saletta privata. Clara si stravaccò meglio e stiracchiò le gambe, con Veronica che sbiancò all’apparire di un paio di sandali neri Beiernstock.
- Aspetta, cosa hanno visto i miei occhi? Che scarpe hai addosso, Whyte?
- Senti, non ricominciare. Vengo diretta dagli studi, ok? Abbiamo girato una puntata che andrà in onda questo inverno, e avevo degli anfibi al ginocchio in cui stavo facendo la sauna. Non ho avuto nemmeno il tempo di struccarmi - Clara indicò due strisce di colore nero sotto gli occhi, terminanti in un disegnino di foglie mimetiche, come erano mimetici i pantaloncini e la canottiera con scritto “pacificateurs” in brillantini neri – e figurati se potevo arrancare fin qua in tacchi.
- Ti svelerò un segreto, esistono scarpe comode E belle, a differenza di quegli aborti. Erano scarpe tipiche del Tredici, lo sapevi?
- E questo adesso che c’entra.
- Se il Tredici avesse avuto la sensibilità per fare belle scarpe credi avrebbe attaccato Capitol?
Clara nascose i suoi vergognosi sandali neri sotto la tovaglia.
Dall’altra sala arrivò un cinguettio di voci e, sopra il cinguettio, un acuto che trapassava la materia grigia.
- Alice tesoro! Oh questo è un locale tanto tanto grazioso, non vedevo l’ora che arrivasse il mio turno per scegliere.
Lo stormo ticchettante di tacchi, capitanato da Effie Trinket in tutto il suo sgargiante splendore color rosa antico e cioccolato, entrò nella saletta privata.
- Veronica, Clara. Oh come siete puntuali. Veronica quel cappello è qualcosa di adorabile. Clara, sei… - passò ai raggi X la tenuta mimetica e il trucco militare – …sei molto originale, si vede che hai personalità. – recuperò l’esitazione con un sorriso perfetto.
Nel frattempo, anche le altre accompagnatrici avevano preso posto ai tavoli, in ordine per distretto, fino a occupare tutti e dodici i posti: Lucretia Borgia, Lydia Crane, Dora Nightrose, Veronica Martell, Fanny Mayflower, Cecilia Melville, Clara Whyte, Odette Buttercup, Sistra Goldscore, Paola Power, Ionia Rosegarden, Effie Trinket.
Dietro il gruppo era anche arrivata una troupe per scattare alcune foto: l’esclusiva dell’evento “incontro preliminare per il look” era stata venduta all’asta per svariati dei loro stipendi. La giornalista a capo della troupe parlò in un registratore portatile:
- Anche quest’anno le dodici presentatrici più in vista di Capitol hanno deciso di vedersi per una merenda informale prima del grande evento di sabato, che aprirà ufficialmente la 74ma edizione degli Hunger Games. Cecilia, quale credi sarà la tendenza di quest’anno, per quanto riguarda gli stilisti?
Cecilia Melville rivolse un sorriso al microfono.
- I Giochi hanno bisogno di un’ondata di idee nuove, trovo molto carino che abbiano deciso di far entrare nella rosa degli stilisti la giovane promessa vincitrice del “Project Catwalk”, anzi, spero che il mio distretto sia affidato a lei.
- Ovviamente sempre con un occhio alla tradizione, come la partecipazione ormai consolidata della domus Nightingale, giusto Veronica?
La Martell trasfigurò il suo viso nell’espressione più adorabile del mondo.
- Mai dimenticare da dove veniamo. Ogni innovazione deve contenere sempre un briciolo di tradizione, – poi abbassò la voce e parlò dietro il suo portacipria – e il nero va con tutto e l’eleganza deve essere sempre sobria.
La sentì solamente Lucretia, che non fece commenti e mostrò il profilo al flash della fotografa.
- Julia mi raccomando che l’ultima volta mi avete preso il naso con una brutta luce e non mi si vedeva il colore nuovo degli occhi.
Lucretia sbattè le ciglia adornate di farfalle verso la fotografa: le sue iridi erano viola con pagliuzze argentate.
- Se si vedesse, l’occhio, in mezzo a quelle zampe di gallina. C’è un concetto che si chiama “pensione”, ma credo che lo impari solo chi prima ha compreso quello di “senso del ridicolo”.
- Veronica!
La Martell si era sporta verso Clara, ma il suo bisbiglio non era sfuggito a Fanny.
- Fanny, quella lì ha fatto in tempo a vedere un’edizione di Bebe. Fatti i tuoi calcoli.
Dopo le foto di rito, i bacini sulle guance e le scenette da tè delle cinque, la troupe venne allontanata e ognuna di loro tirò fuori un tablet.
Effie si alzò in piedi dal suo capotavola e levò la tazzina colma di tè.
- Propongo un brindisi alla nostra merenda modaiola. Sono così felice di vedervi tutte qui e chiedo un bell’applauso per Lydia, che è alla sua prima esperienza qua con noi. Vedrai che riceverai tante tante soddisfazioni!
Tutte appaludirono, tutte sapendo che Effie stava ingoiando bile e che Lydia era la graziosa nipotina di Seneca Crane, casualmente Stratega Supremo di quella edizione dei giochi. Non si cominciava per caso la carriera di accompagnatrice dal Distretto Due, il favorito per eccellenza.
Effie porse a Lydia un pacchettino.
- Abbiamo portato un pensierino, così tra ragazze… - e il suo impeccabile sorriso non rivelava nulla dei sei anni che lei aveva di esperienza come accompagnatrice, e di come fosse ancora al Dodici.
Lydia accettò il pacchetto con un gridolino e cominciò a disfare il fiocco.
- Chi ha scelto il regalo? – Cecilia si era curvata verso Fanny.
- Credo Effie, io ho solo ricevuto un messaggio di versare tot soldi su un conto dedicato.
- Si può dire tutto, ma non che Effie abbia cattivo gusto. Anche il Curzia Vintage di oggi è delizioso.
La conversazione fu interrotta dall’urlo trapanante di Lydia, che aveva tolto dalla scatola una sciarpa impalpabile di seta rossa, costellata da piumette azzurre.
Altri gridolini, baci, abbracci, lacrime, commozione, gridolini di nuovo, tutte di nuovo ai posti. Clara intercettò lo sguardo di Veronica che mimava di spararsi un colpo in bocca. Alle loro spalle, sentirono anche Ionia che rideva per il gesto.
- Se voi due non potete fare a meno di fare le persone sgradevoli, almeno fatelo nel vostro cantuccio. Clara, vuoi scambiare il Sette con il Cinque?
- Perché no? Sarebbe l’occasione ideale per realizzare un mio sogno. Tu sei sul palco, giusto? E quando sono tutti sulla piazza alzi le braccia al cielo ed esclami: “Abitanti del Cinque, ho bisogno della vostra energia!”, ma credo che nessuno a questo tavolo abbia capito la battuta, eh? – la faccia più educata era quella di Odette, che aveva smesso di sistemarsi il rossetto e la guardava sbattendo le ciglia. – Ook, temo di essere la sola qua dentro con la passione per le graphic novel vintage. Dai cominciamo a mangiare, è da ieri che ho nello stomaco solo le barrette “survivors” di Grylls e potrei sbranarmi una mucca cruda. Ehi Ionia! – Clara attirò l’attenzione della collega – mi passi quel tortino che hai lì davanti, col cioccolato bianco e le fragole? Grazie.
Cecilia invece si era messa davanti un vassoio di cannoli, che sparivano uno dopo l’altro nelle sue fauci.
- Oddio sono una delizia, non dovrei nemmeno mangiarli perché sono a dieta, manca una settimana alla Mietitura! – finì gli ultimi tre in un colpo, tirò fuori una fialetta piena di liquido trasparente e sparì verso i bagni.
Mentre i vassoi man mano si svuotavano, Lucretia aveva attivato la proiezione olografica dal suo tablet: sopra al tavolo ora fluttuavano alcuni bozzetti di un vestito blu incrostato di gemme.
- Credo che possiamo cominciare a parlare dei nostri stilisti. Io ho convenuto con Cicero che, dopo quattro anni di sorteggi “spontanei” che ci abbinavano, sia giunto il momento di dichiarare che il Distretto Uno e la sua domus abbiano oramai un rapporto talmente perfetto che sarebbe un crimine spezzarlo. Abbiamo già ottenuto da Seneca una lettera che sancisce l’accordo: Cicero la riceverà in studio un attimo prima dell’estrazione, la leggerà con voce commossa, inquadreranno la mia faccia stupita e poi credo che ci sarà un abbraccio o qualcosa del genere. Allora Cicero svelerà che aveva creato un vestito apposta per me, quello che vedete, nella speranza di una notizia simile.
Fanny sentì Cecilia che sibilava - Mi ha fregato il blu, la strega - e chiudeva una cartella di bozzetti sul tablet come se volesse trapassare lo schermo con le dita.
Al trionfo di lusso di Lucretia si sostituì un vestito che ostentava solo attraverso una costruzione di geometrie perfetta. E tutte capirono a chi sarebbe stata sorteggiata Elettra Ray quell’anno.
- Io me lo sogno ancora, il vestito di quando l’hanno lasciata a me. E anche tutti gli amenicoli che ha fatto attorno alla ragazzina pazza: sembrava sempre appena tornata da un bagno nell’oceano. Se non fosse mentalmente instabile, l’avrei fatta comparire su qualsiasi pubblicità di crociere e paradisi tropicali da qui a vent’anni. Vabbè, non mi posso lamentare, almeno ho Odair… – Veronica si era chinata verso Dora, che annuì con invidia. – Odio quando invece come stilista mi arriva il citazionista letterale, tutto delfini e ondine e reti da pesca. Una cosa atroce.
- A chi lo dici. Io un anno me li sono visti combinare come delle luminarie da bordello…
Un colpettino di tosse riprese Dora, facendole capire che era arrivato il suo turno. Alla fine la giovane promessa di Project Catwalk era sua: Dora mostrò un vestito fatto tutto di cavi elettrici intrecciati, talmente ben mimetizzati che sembravano tante striscioline di pelle. Forse non sarebbe stato un anno in cui le toccava scorrazzare in giro due cartelloni pubblicitari.
L’abito di Veronica, come sempre, puntava tutto sugli accessori: tacchi vertiginosi, bracciali braccialetti e anelli di ogni azzurro possibile, un coprispalle gioiello che ricamava la pelle come se vi fossero rimasti intrappolati granelli di sabbia luccicante. Il visionario Johanes Gallian, un altro dei contesissimi, era stato assegnato.
Gli stilisti di Fanny e Cecilia erano un po’ come i loro distretti, di una mediocrità accettabile. Pagavano così il non aver avuto vincitori nei dieci anni precedenti.
Alla vista dell’abito di Clara, invece, Lucretia bisbigliò fin troppo udibilmente: – Immagino che l’accetta sia prevista infilata nella giarrettiera – quando il tablet mostrò l’ennesimo completino da boscaiola sexy, non troppo diverso da quelli che si vedevano alle feste alcoliche dei college. Anche i due poveri ragazzi dell’edizione 74 non sarebbero scampati ai graziosi costumini da albero. Gallia, a parte una piccola parentesi qualche anno prima, era la fedele stilista del Sette da quarant’anni, e il suo massimo di eleganza somigliava sempre alle recite in costume dell’asilo, oppure, senza vie di mezzo, al guardaroba di uno strip-club. Tutte accolsero i bozzetti con un sospiro di compassione per Clara Whyte.
Ciò che non si aspettavano, però, fu la risposta di Clara: - Beh Lucretia, immagino che se tutti sono così poco soddisfatti dalla mia stilista, non avrebbero dovuto far fuori Tigris.
La sala piombò in un silenzio di tomba.
- Clara, il tuo ricordare quella povera sventurata è quasi più disdicevole dei tuoi gusti in fatto di scarpe.
- Già, che peccato che sia finita sotto i ferri di un chirurgo plastico incompetente, vero? E per fortuna hanno almeno recuperato in tempo i parametri vitali!
- Whyte, basta. Non vorrai dare una brutta impressione a Lydia, a rivangare questi vecchi incidenti.
Clara si rimise seduta, ancora con i pugni serrati e un sorriso sarcastico. Lucretia riprese la parola con un tono da fine discussione.
- Gallia è una stilista vecchio stile, ma solida. E ovviamente dispiace a tutte per la disgrazia – calcò sulla parola – che ha colpito la povera Tigris. Avanti, Odette.
La Buttercup presentò balbettando un modello che sembrava finito a metà, ma solo per mettere in evidenza il lavoro sartoriale che precedeva la realizzazione di un vestito.
Sistra liquidò in fretta un bel vestito lungo, dorato, che ricordava una distesa di spighe ondeggianti nel vento.
Paola quasi balbettò il nome del suo stilista, Persio, perché tutte sapevano che era stato un amato allievo dell’ingombrante Tigris, e ringraziò mentalmente Ionia, che riempì subito il vuoto sul proiettore olografico con le bozze di una serie di ninnoli che avrebbero ornato i suoi lunghi rasta durante il programma.
Arrivati a Effie, l’atmosfera nella stanza si era distesa di nuovo. Anche lei sembrava particolarmente galvanizzata, mentre pigiava lo schermo per far comparire i suoi abiti.
- Il mio stilista mi ha mandato dei progetti tanto, tanto graziosi.
- Certo nulla potrà essere peggio di quello che ha fatto andare in giro i due tributi nudi dipinti di nero… Avevo pensato che gli avessi prestato Gallia, Whyte – bisbigliò Veronica. Ma ammutolirono entrambe, perché il vestito dell’ologramma era davvero eccezionale: lungo e nero, era proprio il caso di dirlo, come il carbone. Sotto un corpetto di pelle molto rigida si allargava una gonna impalpabile e vaporosa, come una nuvola di polvere nera. Effie si gustò le espressioni delle altre, prima di proseguire.
- Quest’anno il mio stilista si chiama Cinna. Ha chiesto lui che gli fosse affidato il Distretto 12, e io sono tanto tanto contenta di averlo con me.
Odette era ancora sbalordita.
- Quell’uomo è un genio, se ti ha convinto a indossare il nero e nessuna parrucca, Effie.
- Non credi anche tu? – per la prima volta dall’inizio della sua carriera, Effie poteva essere orgogliosa, e con lei i tributi del Dodici.
E con Effie la prima mossa degli Hunger Games, la scelta dello stilista per il distretto, era conclusa. Da quel momento sarebbe stato puro spettacolo.
Di nuovo baci, abbracci, lacrime, commozione, la promessa di vedersi agli studi televisivi e tutte lasciarono la caffetteria. Allora Veronica strattonò il braccio di Clara.
- Tu sei pazza, Whyte.
- Andiamo, credi davvero alla disgrazia capitata a Tigris?
- Ci credo come credo che scopriremo solamente tra una settimana quali saranno i nostri stilisti. Ci credo come credo alla mia faccia commossa quando scenderò le scale del palco con un vestito fatto incredibilmente a pennello sulla mia figura. Ma tu non credi che la piccola e deliziosa Lydia possa farsi scappare col suo zietto che l’accompagnatrice del Distretto 7 dichiara solidarietà per un soggetto anti-governativo?
- Veronica, lo sai che non me ne frega un cazzo di queste riunioni, dei vestiti e del fatto che alla Mietitura sembrerò Lina Citius in “Manolo il taglialegna svezza la pastorella”. Vorrei solo che i miei ragazzi tornassero a casa, e finché sembreranno ramaglie accatastate su un carretto per essere bruciate, le loro possibilità si abbassano di molto.
- Se si impegnano, lo possono fare. Io ne ho già riaccompagnati indietro due. Piuttosto tu e la Mason dovreste capire come raccogliere più sponsor. Capisco che la sfilata non vi aiuta, però…
- Sarà anche come dici, ma spero che l’anno prossimo scelgano un’altra accompagnatrice. Io mi dedicherò alle mie barrette energetiche, anzi, potrei addirittura far andare in porto il progetto con Ransey.
- Mi correggo: tu non sei pazza, Whyte, sei solo stupida. Sono dei giochi e noi siamo dalla parte di chi conduce le danze; chi scende dalla pista non ha una seconda possibilità, credevo lo sapessi dato che sembri tanto amica di Tigris… Adesso vado che oggi ci vediamo con Johnny. Poi devo sentire Odair che è qui in città in questi giorni, credo sia interessato al nuovo tatuaggio della mia collezione. Oh, ho tante tante tante cose da organizzare! – Veronica finì la frase con la voce di Effie.

Nella settantaquattresima edizione degli Hunger Games, né i due tributi del 7 né quelli del 4 sopravvissero alla Cornucopia. Veronica Martell si consolò e consolò Finnick.
A Clara Whyte si spezzò la voce, durante il discorso davanti alle due bare dei suoi ragazzi: Johanna le tirò uno schiaffone e la prese da parte, dicendole che dovevano parlare.
Intanto la ragazza di fuoco, la ragazza di Effie, aveva scoccato la scintilla che avrebbe incendiato Panem.







La tana di Otto
Tanti auguri a teee tanti auguri a teeeee, tanti auguri a Draganaaaaa....
Il distretto 7 porge i suoi omaggi al 4, hai vinto in premio un giro sui pedalò lacustri, una lezione di cultura micologica e una cena in un castello raggiungibile solo tramite stradina impiccata su per le vign...panoramica.
Spero di aver reso giustizia alla divina Martell e alla sua proverbiale simpatia :)
Volevo scrivere da tempo una storia sulle altre accompagnatrici dei distretti, Mi immagino che vengano scelte tra presentatrici giovani e promettenti, perché sono il volto dello show di punta di Capitol (da qui le battute sulla veneranda età di Lucretia). Ho immaginato che Effie fosse nel 12 da sei anni, abbastanza da essere un volto familiare, non abbastanza per essere ancora stata promossa a un distretto migliore. I nomi delle altre li ho pensati 10 secondi ciascuno, scusate se sono pessimi.
Tigris è un personaggio che compare nel terzo libro, "Il canto della rivolta", dove Kat dice che era molto richiesta come stilista prima di cadere in disgrazia. Qui ho immaginato che avesse manifestato troppa simpatia per i Distretti e sia stata allontanata, un po' come i provvedimenti che sono stati presi con Cinna.
Ransey è Goran Ransey, grande chef di Capitol e star della TV. Elettra Ray, famosissima e squisita stilista, è figlia di Bebe Linda e anche Effie è una sua ammiratrice.
Dra, spero che il regalino giunga gradito! E siamo tutti tanto tanto felici che finalmente hai raggiunto i 18 anni, così stappiamo un po' di bollicine <3















   
 
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