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Autore: ValHerm    29/04/2007    15 recensioni
ecco la mia prima fic su Full Metal Alchemist! Nella mia storia, alla fine di tutto, Winry vorrà organizzare una festa a sorpresa per Ed. In questo giorno speciale, il nostro alchimista d'acciaio scoprirà una bella e dolce verità. Tra antiche promesse e sentimenti svelati, nascerà finalmente l'amore. Commentate in tanti! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon compleanno

Buon compleanno

 

I. “la voglia di esserti accanto”

Quella mattina il sole splendeva alto nel cielo e illuminava ogni cosa. Era una giornata come tante altre, anche se, in quel periodo, vi era una felicità che da un po’ di tempo non si riusciva più a provare. Dopo che il male era stato sconfitto, la serenità cominciava pian piano a tornare.

Winry si affacciò alla finestra, facendosi illuminare da un raggio di sole.

Era una bellissima giornata.

La ragazza si avvicinò al calendario, e sorrise. Per fortuna, se ne era ricordata.

Non si sarebbe mai potuta dimenticare di lui, era troppo importante.

Il giorno seguente, sarebbe stato il compleanno della persona alla quale teneva di più.

 

-Fratellone- disse Al –fratellone, sveglia!-.

Ed si voltò nel letto, borbottando e coprendosi completamente.

-andiamo fratellone, alzati!- urlò il bambino. Ma Ed non ne voleva sapere.

Dopo la sconfitta delle forze oscure, i due fratelli erano tornati due ragazzi normali.

Ed, non aveva più un braccio e una gamba metallici, mentre Al era tornato in possesso del suo corpo. Era stato difficile dire l’addio decisivo alla loro mamma, ma, con forza e coraggio ce l’avevano fatta, e finalmente erano tornati alla loro solita vita.

Winry entrò nella stanza di Ed, ancora in pigiama, ma sveglia e pimpante.

-ma come Ed! Ancora a letto!- esclamò con le mani ai fianchi.

-io ci ho provato- disse Al sconfitto.

Ed borbottò da sotto le coperte.

Winry si avvicinò al ragazzo con passo felpato e afferrò la coperta. Con un colpo secco la tolse e Ed borbottò ancora mezzo addormentato:

-adesso me la paghi Al-.

Winry lo guardò sorpresa, ma ancora prima di registrare il messaggio e di spostarsi, con una gamba Ed la prese e se la trascinò addosso.

Al li guardò dapprima sorpreso. Poi, pian piano, cominciò a ridere sempre di più della scena che gli si parava dinanzi: Ed stringeva Winry praticamente come fosse un orsetto di peluche, e lei, ancora stupita, se ne stava immobile con il viso rosso come non mai.

Ed aprì piano gli occhi:

-…Al… che hai da ridere stupido…- mormorò. Inizialmente fu ancora convinto di avere tra le braccia il fratellino, e non reagì minimamente. Poi, notando che i capelli biondi erano più lunghi del previsto, che le braccia erano più fine e lunghe, che stringendo quel corpo notava delle curve un po’ troppo morbide, capì chi stava stringendo con tanta foga.

Ed divenne subito rosso più di un peperone, e pian piano allentò la presa. Winry non sapeva che fare: il cuore le batteva a mille, ma sperava che quel momento non finisse mai. Era sì in preda al panico, rossa come non mai, ma sentiva un calore così intenso e dolce che non avrebbe mai voluto lasciarlo.

Al, che aveva smesso di ridere da quando il fratello si era svegliato del tutto, silenziosamente uscì dalla stanza. Richiuse piano la porta, e, fortunatamente, nessuno se ne accorse. Espirò appoggiandosi alla porta. Suo fratello e Winry erano da sempre più che amici, ma nessuno dei due aveva mai voluto ammetterlo. Un po’ per vergogna, un po’ perché, con le forze del male alle porte, non c’era stato il tempo per certe cose, i due avevano passato pochissimo tempo insieme, meno di quando, da piccoli, trascorrevano ogni giornata a correre e a giocare, incuranti di questo grande sentimento che aleggiava dentro di loro.

Il bambino sorrise, pensando alle loro parole che non guardavano in faccia alla realtà, ai loro gesti, che, nonostante tutto, si esprimevano da soli. Poi, scese le scale. Era sicuro che sarebbero rimasti lì per minuti, a contemplare quanto fosse bello stare vicini, autoconvincendosi che quello non era amore, ma un forte desiderio di stare l’uno accanto all’altro.

E Al, in quel momento, non vide la benché minima differenza tra le due cose.

 

Ed e Winry erano rimasti lì, fermi, con i battiti del cuore a mille, con forti emozioni che li invadevano e sembravano impedire ai loro corpi di spostarsi.

Nessuno avrebbe mai immaginato che Ed, l’alchimista d’acciaio, potesse provare simili sensazioni. Nessuno a parte Al, che aveva già capito tutto dei due, come a leggere due libri aperti.

Poi, dopo minuti interminabili, Winry si decise a parlare:

-sei sveglio?- chiese. Seguì un attimo di silenzio ricco di tensione. Poi, anche Ed parlò:

-si- disse semplicemente. Non voleva far trasparire le sue emozioni: dopotutto, quello non era amore, era solo voglia di starle accanto dopo mesi di distacco e lontananza.

Winry strinse la mano in un pugno sul petto di Ed, sorridendo. Lui era sveglio, e non le aveva detto di spostarsi o cose del genere. Forse anche a lui piaceva starle così, accanto, semplicemente, senza bisogno di parlare. Dopotutto, quello non era amore, era soltanto voglia di stare insieme dopo mesi di distacco e lontananza.

Ma, un attimo… c’era differenza tra le due cose?

Ci pensò su un istante, poi, però, fu folgorata da un altro pensiero. Lei non poteva stare lì a non far niente. C’era una festa di compleanno da organizzare! Ed era proprio il giorno seguente, non poteva perdere tempo! Però… le piaceva stare lì, al caldo, sentendo il respiro di Ed e i battiti del suo cuore… chiuse gli occhi, e fu come circondata da quel calore sempre più piacevole…

Ed sentiva il respiro di Winry sempre più rilassato e tranquillo. Ormai, ne era sicuro: si era addormentata! La conosceva troppo bene, e riuscì a trattenere a stento un sorriso. La strinse ancora di più a se… la sua Winry… COSA?! Da quando in qua faceva questi pensieri?! Poi, si tranquillizzò. Non era il caso di farsi sfiorare da simili preoccupazioni. Erano solo e soltanto pensieri. Chiuse gli occhi e anche lui si fece avvolgere dal calore della ragazza, sprofondando in un lungo e dolce sonno….

 

Al guardò l’orologio. Erano le 12.00 in punto. Il bambino sorrise tra se e se muovendo la testa. Quei due erano impossibili, ma, allo stesso tempo erano perfetti insieme.

La nonna di Winry guardò il bambino, e gli chiese:

-C’è qualcosa che ti preoccupa, caro?-. Al ci pensò su un attimo e la guardò:

-no, preoccupa no. Ma che mi fa molto felice. Domani è il compleanno di Ed, e vorrei organizzare qualcosa. Sono sicuro che appena Winry si deciderà a scendere verrà da me correndo e urlando che non c’è più tempo, perciò pensavo di cominciare a preparare qualcosa-

-d’accordo Al, ti darò una mano- disse l’anziana signora –anche se non mi spiego il perché del fatto che Winry non sia già in piedi. Forse dovrei andare a svegliarla-

-No, no!- disse subito Al –non è il caso. Appena sveglia ci verrà lei incontro. Ora è meglio rimboccarsi le maniche e cominciare a pensare a qualcosa: prima di tutto, il luogo e la modalità. Facciamo finta di essercene dimenticati, o cominciamo con gli auguri sin dal mattino?-

-penso che una sorpresa sarà più emozionante e originale- disse una voce proveniente dalle scale.

-Winry!- esclamò Al vedendola –e Ed dorme ancora?-

-si- disse la ragazza arrossendo –ora però organizziamo il tutto-.

 

Ed aprì piano gli occhi, svegliato da un raggio di sole che si era posato con prepotenza sul suo volto. Sbadigliò sonoramente, accorgendosi dell’assenza di Winry. E se fosse stato solo un sogno? Poi, però, sentì il suo profumo sulla sua canotta.

Sorrise.
Non era stato solo un sogno.

Si vestì e scese lentamente le scale, accorgendosi che ormai erano le 13.00 in punto. Sembrava che in casa non ci fosse nessuno.

-Al! Winry!- esclamò, ma nessuno rispose. Poi, andando verso il tavolo, notò un piccolo fogliettino con su scritto qualcosa. Lo prese e lo lesse:

-“a Ed. Siamo usciti per delle importanti commissioni. Ti abbiamo preparato il pranzo, dovremmo tornare per l’ora di cena. Non preoccuparti per noi, rientreremo il prima possibile. E non preoccuparti neanche per Al, è insieme a noi. XXX tua Winry”-.

Ed rilesse il biglietto più volte. Molte cose non gli quadravano.

1°: quali commissioni?

2°: perché con Al?

3°: cosa volevano dire quelle tre X così sospette?.

-Chissà cosa diavolo staranno combinando- si disse Ed.

 

Al, Winry e sua nonna camminavano per il centro, osservando le vetrine, in attesa di qualche idea per un regalo ad Ed.

Idea che ancora non arrivava.

-uffa- disse Al –perché il fratellone è così difficile! Cosa potremo prendergli?-

-non ne ho idea- disse Winry abbattuta. La nonna li guardò e sorrise:

-non è tanto il regalo in sé per sé che conta- disse –ma è come lo si regala. Se una persona dona qualcosa col cuore, questa cosa sarà certo la più bella per chi la riceve-.

Winry sorrise:

-hai ragione nonna- ammise –anzi, ho avuto un idea-

-anch’io- disse Al –sono sicuro che al fratellone piacerà-

-ma…- cominciò Winry –il mio regalo è individuale…-

-anche il mio- ammise il bambino –allora… come facciamo?-

-facciamo così- disse la nonna –Winry, tu vai a comprare ciò che ti senti di regalare ad Ed. Io accompagnerò Al. Ci ritroviamo qui tra mezz’ora-

-va bene nonna- disse Winry, salutando Al e l’anziana signora.

Si voltò e s’incamminò, attraversata da mille pensieri: per il suo regalo ci sarebbe voluta tutta la notte, lo sapeva. Ma se questo sarebbe servito ad ultimarlo, era disposta anche a rimanere sveglia. Le parole di sua nonna l’avevano colpita: “un regalo fatto col cuore”.

La ragazza sorrise.

Non la spaventava la fatica che avrebbe dovuto fare: in due giorni avrebbe dovuto organizzare tutto, invitare gli altri e confezionare il regalo per la sua persona speciale.

Un attimo… no… adesso cominciava DAVVERO a ragionare come se fosse innamorata di Ed… sarebbe stato possibile? Quei forti battiti quando gli era accanto… il desiderio di essergli sempre vicina… la voglia di renderlo felice… facevano davvero parte di quell’unico grande sentimento chiamato amore?

 

  
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