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Autore: mileybest    17/10/2012    0 recensioni
Sangue. Sangue. Sangue.
Una cantilena che le possiede la mente.
Stomaco.
Testa.
Gola.
È stato cosi bello affondare i denti nel collo di quel cervo.
Si è sentita potente e sazia come mai prima.
Come sarebbe morderne uno umano?
Liscio,morbido...
Non mi serve il sangue!
Si ripete.
Eppure,le sue gambe stanno scendendo le scale.
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Gilbert, Jeremy Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena sbuffa e per la centesima volta si rigira nel letto nel tentativo di trovare la giusta posizione con cui potrà avventurarsi nel mondo dei sogni.

Controlla la sveglia sul comodino,la quale segna le due e trentacinque minuti.

Sta cercando di dormire da due ore. Invano.

Sbuffa di nuovo sconsolata.

Anche il semplice addormentarsi le risulta difficile,adesso.

Tutto è difficile all'improvviso.

Perfino ascoltare una battuta divertente in televisione in una sit-com.

Non riesce a controllare la sua risata.

Non controlla più il suo corpo.

Ha perso anche quel briciolo di volontà che le era rimasta.

Ora la sua vita non le appartiene davvero.

I suoi istinti,i suoi piaceri,i suoi sentimenti,la vita stessa...tutto quanto!

Tutto gira intorno alla fame. Alla brama di sangue che le attanaglia lo stomaco e le causa un violento mal di testa.

Sangue.

Il solo pensarlo fa compiere al corpo di Elena uno scatto innaturale.

Come se avesse preso la scossa.

Come se fosse morta.

Ed è vero,purtroppo.

È morta. È una morta vivente.

Il suo corpo,privo di vita,non è in grado di provare sollievo grazie ai bisogni umani.

Ha bisogno di qualcosa di più.

Sangue.

Elena tenta di scacciare via il pensiero. Senza rendersene conto stringe la coperta tanto forte da strapparla.

Non può vedersi allo specchio,ma sa,lo sente,che i suoi occhi sono già tinti di rosso.

Rosso sangue.

Il sangue del cervo che poche ore fa l'ha nutrita.

Ha accesso il suo corpo in una maniera che ad Elena è sembrata incredibile.

Si è abbandonata agli istinti.

Si è sentita bene.

Grazie al sangue.

E,nonostante si maledica e cerchi di ignorarlo,il suo stomaco da più di due ore continua a ripeterle che il bene provato non è stato abbastanza.

Ha ancora appetito.

Si tasta i canini con la punta della lingua scoprendoli appuntiti.

E non di cervo.

Sospira. Non le serve il sangue. Se non quando è veramente necessario.

Deve trovare una distrazione.

Il ticchettare delle lancette dell'orologio improvvisamente è diventato insopportabile.

Tic,tac,tic,tac...

Lo detesta.

Quanto il bruciore allo stomaco che le sta rendendo difficile perfino respirare.

Quanto il cuore che batte impazzito nel petto e trascina nel suo organismo globuli rossi non suoi.

I canini le premono sul labbro inferiore ed Elena,passandoci sopra la lingua,geme riconoscendo il sapore metallico del sangue.

La gola inizia a bruciare.

Sangue. Sangue. Sangue.

Una cantilena che le possiede la mente.

Stomaco.

Testa.

Gola.

È stato cosi bello affondare i denti nel collo di quel cervo.

Si è sentita potente e sazia come mai prima.

Come sarebbe morderne uno umano?

Liscio,morbido...

Non mi serve il sangue!

Si ripete.

Eppure,le sue gambe stanno scendendo le scale.

Non è lei a volerlo,ma il suo corpo. Il corpo posseduto dal mostro che continua a farla vivere. La morte.

Non è lei a infilarsi le converse,un giacchetto di pelle e a fuggire nella notte dalla propria casa.

Non è lei a provare un brivido di eccitazione per la schiena nel notare un quindicenne che sta attraversando il giardino per tornare di nascosto dentro casa.

È il mostro. È la morte.

È la morte ad avvicinarsi furtivamente dietro il ragazzino e a rendere lucido lo sguardo di Elena e ad incresparle le labbra in un sorriso malizioso.

-Un po' troppo tardi per te,non credi?- La domanda esce dalla bocca di Elena senza la sua volontà.

Non è lei a parlare. È il suo corpo corrotto dal sangue.

Il desiderio di nutrirsi è troppo forte.

Lo è anche quello di sentirsi potente.

è...divertente.

La piccola parte razionale che le ha permesso di mantenere il controllo fino a questo punto le ricorda che più volte ha sempre giurato a se stessa che non sarebbe mai diventata come Katherine.

Lei,infatti,non è Katherine.

È Elena Gilbert.

E sta morendo di fame.

Il ragazzino sobbalza per lo spavento,ma si riprende subito riconoscendo i lineamenti di Elena.

Probabilmente l'ha già vista a scuola.

-Oh,mi hai spaventato.- Dice. -Pensavo fossi mia madre. Ci...ci conosciamo?-

Elena non risponde. Fissa senza sbattere le palpebre la gola del quindicenne dalla quale,durante lo spavento, la vena ha preso a battere forte.

Vuole quella vena.

Il ragazzino deglutisce imbarazzato a causa dello sguardo insistente della ragazza che,se la sua memoria non lo inganna,è l'ex cheerleader più figa del liceo.

-Ora che ci penso...non credo ci siamo mai parlati. Tu vivi nella casa laggiù dico bene?- Indica con il dito la direzione della casa di Elena. Quest'ultima non accenna a rispondere. -Perchè sei nel mio giardino?- Mormora,infine,imbarazzato.

L'imbarazzo gli provoca un leggero aumento del battito cardiaco.

Questo è percepito dall'udito sensibile di Elena.

È ciò che le porta via l'ultimo briciolo di controllo che l'ha fermata dall'assalirlo immediatamente.

-Speravo me lo chiedessi.- Sussurra,abbassando la testa per poi permettere al suo desiderio di venire allo scoperto anche sul suo viso.

-Che cazzo...- Ha il tempo di balbettare spaventato il ragazzino.

Le sue gambe tentano di correre lontano dalla ragazza che si sarebbe volentieri fatto fino a pochi istanti prima.

Non ci riescono.

Elena lo trattiene per la testa e gliela spinge indietro sulla sua spalla in modo da avere il collo esattamente sotto il suo mento.

-Cosa vuoi farmi? Cazzo io non ho fatto niente! Ero solo ad una festa ti pr...-

I canini di Elena feriscono la sua carne prima che possa terminare la frase.

Elena geme non appena il sapore dolce e caldo del sangue umano le bagna le labbra e placa la fame.

Non immaginava fosse cosi buono.

Ed il collo del ragazzo è cosi tenero.

Non nota nemmeno le dita della sua vittima che le raggiungono i capelli e tirano per cercare di fermarla.

Non sente neanche i suoi singhiozzi e i suoi lamenti.

Pensa solo al sangue.

Continua a pensarci quando,non ancora appagata, lo lascia cadere al suolo e velocemente si mette in ginocchio per poi poggiare un braccio sul suo torace e con la mano libera avvicina il suo polso alla propria bocca e lo morde.

-Ti prego...-Ripete in un ultimo disperato lamento il ragazzino mentre Elena non accenna a smettere di prosciugarlo.

Assaggia ogni strato di pelle.

Passa all'altro polso. Entrambi i lati del collo. Addirittura le spalle.

Delizioso.

Elena,oltre a quelle del ragazzo,non nota le lacrime che le rigano il viso.



Al suo risveglio,Jeremy,seppur spaventato,non è sorpreso di ritrovarsi sua sorella sdraiata e completamente addormentata sul divano con mento e vestiti imbrattati di sangue ed un sorriso perverso a dipingerle il volto.

-Ero convinto che la morte concedesse un po' di pace.-



  
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