Finalmente sei
morto… il mio desiderio si è avverato… la persona che più ho odiato al mondo
finalmente ha perso la vita… mi dispiace solo non averti potuto vedere mentre
pativi le pene dell’Inferno… già ti immagino… sei a terra… il sangue schizza
violentemente da tutte le parti, indebolendoti sempre di più… i tuoi lunghi
capelli grigi sporchi di quel tuo lurido liquido rosso che ti scorreva nelle
vene… quanto avrei voluto essere lì… il grande Hito Hiwatari che chiede aiuto
ad “uno stupido moccioso” come mi chiamavate voi, vostra altezza… mi hai fatto
perdere i migliori anni della mia vita, per cosa? Per conquistare il mondo… io
volevo essere libero… volevo essere come tutti gli altri ragazzi comuni che fra
le vie di Mosca si divertono a giocare… volevo essere me stesso… volevo essere
Yuri Ivanov… ma non ho potuto… non ho potuto per causa tua… tu, mi hai reso una
macchina senza sentimento… un freddo e spietato calcolatore… adesso ho
ritrovato il mio vero me stesso… sono ritornato ad essere normale… ma a causa
tua tutti non hanno il coraggio di avvicinarsi a me… adesso tutti mi reputano
come un ragazzo pericoloso da tenere alla larga… non ho più nessuno… tranne Boris…
almeno lui è riuscito a scappare, al contrario di Sergej ed Ivan… i miei
compagni… i miei unici amici… crepa all’Inferno… devi soffrire… come tu hai
fatto soffrire a noi… comunque penso che ti troverai bene lì… per te il vero
Inferno è quello che tutti gli esseri umani desiderano… il Paradiso…