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Autore: CallUsSwag    17/10/2012    6 recensioni
Tutti sono abituati a vedere i One Direction come le persone che si vorrebbero avere al proprio fianco.
E se invece non fosse così?
Se fossero proprio coloro che più temiamo?
E se non si chiamassero umani, ma mutanti?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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You'll find us chasing the sun, scritta da: Contrast e RunDance



 

Prologo



Giù in fondo, dopo la foresta, girando verso destra, un laghetto faceva da cornice ad una lunga distesa di prato fiorito. Lo chiamavano 'Sunny Side'; ma questo a poca importanza per la nostra storia. Proprio lì, con lo sguardo rivolto nel punto in cui il cielo si divide dal mare, si scorge un imponente edificio sommerso nel verde. La Xavier's School, scuola per giovani dotati.
Non era una scuola normale, non tutti vi potevamo entrare a far parte, ma allo stesso tempo tutti erano ben accetti.
Era una scuola segreta, e come tale doveva rimanere. 
Il cartello all'entrata faceva intuire l'aria magica che c'era nell'aria. Si distendenva dall'inizio del vialetto fino ad arrivare alla grande piazza principale - con dei giardini molto curati - davanti alle porte dell'edificio. Il campo da basket spiccava dal lato sinistro dell'enorme casa; era anche il posto di decollo per il jet degli X-Man. Così avevano scelto di chiamarsi i mutanti a capo della scuola: X-Man.
Nel lontano 1962, con l'avvento della guerra fredda, un gruppo di mutanti si riunì per preservare i propri diritti. Mystica, Havok, Banshee, Bestia, sono solo alcuni dei nomi dei primi mutanti che sono voluti entrare a far parte di questa organizzazione che aiuta qualunque giovane mutante ad imparare ad usare i propri poteri, così da non fare male ad altri, involontariamente e, a volte, anche a se stessi.
La casa presa in eredità da Charles Xavier sembrava essere il posto adatto per iniziare l'attività. Il suo migliore amico, Erik Lehnsherr, e lui aiutavano le nuove reclute.
Ma le complicazioni della loro 'battaglia' contro gli umani ben presto li divisero, facendo formare due schieramenti di pensiero: il primo, Charles, credeva e supportava il fatto che umani e mutanti potessero vivere in pace fra loro; il secondo, Erik, sapeva che non ci sarebbe mai stata una vera alleanza fra le due razze: solo una poteva sopravvivere, la più forte.


Alla Xavier's School si prestava ad essere una mattinata come le altre. I bambini correvano per i corridoi, i ragazzi sostavano nella piazza centrale, gli adulti si preparavano per le varie lezioni o semplicemente per la giornata.
Dal cancello all'entrata, si scorgevano due ragazze apparentemente molto diverse. Una mora e una rossa, una con gli occhi neri come la pece e una con gli occhi verde smeraldo. Sembrava esserci tanta differenza tra le due, ma anche molto affiatamento.
La prima si apprestò a parlare: «Sei sicura che sia questa?» disse esponendo la propria preoccupazione.
«Certo, non vedi il cartello? "Xavier's School, scuola per giovani dotati", è fatta apposta per noi!» esclamò l'altra poggiando una mano sulla spalla dell'amica.
Si presero per mano. La rossa, a destra, con un sopracciglio alzato e un'espressione sicura; la mora con un faccia sorpresa. Varcarono il cancello e seguirono la stradina fino alle porte dell'edificio.

«Benvenute. Io sono Charles Xavier, preside - se così mi posso definire - di questa scuola. Vengo anche chiamato Professor X. Mi fa piacere avervi qui con noi» un signore aziano, sulla sedia a rotelle accolse le due nuove matricole. Vestito, scarpe eleganti, occhi svegli, facevano di lui un uomo di una certa classe.
«Piacere nostro. Noi siamo Cleo - disse la mora - e Jessie - proseguì indicando la sua amica. - Abbiamo deciso di venire qui perchè motivi diversi. Io ho una storia un po' comlicata alle spalle, invece la mia amica ha preso questa decisioni insieme ai suoi genitori.» Le ragazze si guardarono sorridendosi e il professore annuí facendo capire di aver recepito le informazioni.
Una donna dai capelli biondo platino e con una tuta nera, attillata e lucida si avvicinò impassibile a loro.
«Tempesta!» la richiamò Xavier «Queste sono le nostre nuove allieve: Cloe e Jessie» aprì la mano a ventaglio e mostro le due.
«Salve ragazze. Io sono Ororo Munroe, anche detta Tempesta. Ora scusatemi, ma devo andare in classe per la lezione. Ci vedremo in questi giorni, è stato un piacere conoscervi!» accennò un sorriso proprio sul finale e riprese la sua camminata svelta.
«Mi scuso per la sua fretta, ma credo che fosse in ritardo. Comunque, per le prime due ore vi lascierò insieme ad un ragazzo veterano di questa scuola, così vi potrà spiegare le sue funzioni.» Si guardò intorno e, rivolgendosi ad un ragazzo castano dagli occhi azzurri, disse: «Louis, vieni un attimo, per favore. Loro sono Cleo e Jessie, sono nuove; potresti far vedere loro tutte le funzioni che ci sono qui?» domandó sempre sorridente. Il ragazzo fece una faccia compiaciuta. «Significa che posso saltare le lezioni?» il prof. annuì. Un sorriso beffardo si stampò sulla faccia del ragazzo, e acconsentì in men che non si dica.
La sedia a rotelle compì un mezzo giro di 180° e lasciò i ragazzi da soli.
Louis si posizionò davanti alle due.
«Piacere ragazze, io sono Louis… e tutti insieme vi spiegeremo come funziona alla Xavier's school!» le due amiche si guardarono stranite. Veramente quel tipo strano si era dato del 'noi'?
«Non per smontare i tuoi piani, ma tu e chi?» commentò quasi acidamente Jessie.
In meno di un secondo Louis, da uno che era, diventò due, poi tre, poi quattro, fino ad arrivare a sette persone uguali a quello originale.
Le ragazze strubbuzzarono gli occhi.
Louis fece un sorriso compiaciuto. Non era un tipo vanitoso, ma lo stupore degli altri nel vedere il suo potere gli era sempre piaciuto un sacco. Con voce multipla - molto fastidiosa per certi versi - chiese il primo posto da visitare; non ricevendo risposta vera e propria, si fece spazio fra i vari corridoi commentando ogni singola cosa.
La campanella suonò poco dopo, e in un batter d'occhio il corridoio si riempì di ragazzi e ragazze che si peparavano alla lezione successiva.
«Lui è Colosso - Louis diede il cinque ad un omaccione alto 1.90 m - anche se non sembra, ha la nostra stessa età! Quando ne sente la necessità, il suo corpo si riveste interamente di metallo, non facendogli accadere nulla. Può estendere anche il suo potere sull'oggetto o la persona che tocca in quel momento.» Peter - così era il suo vero nome - passò i tre con uno scatto, facendo tremare un po' il pavimento.
La loro attenzione si spostò su un ragazzo riccio.
Aveva l'abitudine di poggiare la testa sulla parte di legno del muro all'entrata. Anche se tendenzialmente aveva la testa tra le nuvole, teneva sotto controllo tutto quello che si creava intorno a lui.
«Quello lì si chiama Harry Styles. È uno dei ragazzi più interessanti: - spiegava Louis - ha il potere di manipolare i feromoni; sinceramente non so ne che cosa siano ne a cosa servino, ma di certo so che quello è il potere più figo di tutti quelli qui dentro messi insieme: ha la capacità di controllare la paura e di attrarre qualunque essere vivente a se. A volte mi chiedo se non lo usi anche su di me il suo potere.»
Jessie e Cloe si guardiamo istivamente, per poi lasciarsi andare in una fragorosa risata.
In quel momento Harry, che evidentemente si sentiva alquanto osservato, girò la testa altrove, si staccò dal muro e si incamminò verso le classi.
«Spero che non ci abbia notato... » sussurrò qualcosa del genere Cloe.
A Cloe non importava molto cosa pensavano gli altri di lei, ma le prime apparenze, secondo il suo parere, potevano essere fatali.

Louis le accompagnò fino alla porta della classe per assicurarsi che non sbagliassero corso gia dal primo giorno. Presero posto vicine. Davanti a loro si sedette una ragazza di tutto punto. Indossava una camicetta bianca smanicata messa dentro i pantaloni a sigaretta così da creare una specie di balza. Aveva dei lunghi capelli castani, un po' ondulati verso la fine, occhi verdi ed era abbastanza alta. Jessie pensò subito che potesse essere una modella; le caratteristiche c'erano tutte: altezza, bellezza e stile. Aveva studiato a lungo quel campo, anche a lei sarebbe piaciuto diventare una modella, ma il suo potere non era uno dei più consigliati per intraprendere quel mestiere.
I suoi pensieri vennero interroti da una vocina soave e tranquilla: nella sua testa risuonò una canzoncina spettrale e con un'espressione scocciata si girò verso l'amica che aveva iniziaro a dirle cose che probabilmente non le sabbero interessate.
«… capito?» concluse lei. Ma era troppo tardi per afferrare il concetto della frase, per cui sul volto di Jessie si disegnò una faccia a punto interrogativo, facendo ripetere all'altra il discorso.
«Ti stavo dicendo che lei è Eleanor, si è appena presentata, ma evidentemente te stavi a pensando ad altro…» parlando indicò la ragazza in questione, che sorrise.
«Ah sì, scusa… ciao Eleanor. Piacere, sono Jessie.» sorrise a sua volta, lasciando capire che fra loro poteva esserci un'amicizia.
«Sei da tanto qui?» chiese interessata Cloe. Nel mentre aveva portato una mano sotto al mento, appogiandosi al banco.
Eleanor voltò totalmente la sedia verso le ragazze.
«Non troppo, credo che ormai siano…» si fermò a metà discorso quando il prof entrò in aula e la richiamò.
Un uomo sulla trentina poggiò un quadernino sulla cattedra, iniziando a fare un discorso sulla difesa.
Nella scuola per mutanti le materie non erano come quelle di tutti i giorni. Certo, c'erano fisica, latino, matematica e via dicendo, ma non erano quelle principali: difesa, simulazione, attacco, queste erano quelle che più venivano prese in considerazione.
Le parole di Ciclope - nome del professore di quella lezione - svanivano nell'aria come le foglie fanno nel vento; ma la lezione avrebbe comunque dovuto avere un termine, così la campanella suonò e la classe si svuotò.
Jessie e Cleo raccattarono la loro roba e fecero per uscire, quando Eleanor le fermò.
«Hey ragazze, cosa fate questa sera?» esordì la ragazza. Nel frattempo, Louis il *multiplo* si avvicinò portando lo zaino sulla spalla.
«Non molto, credo» rispose Jessie.
Louis si beccò una pacca in piena pancia: «ancora non le avevi invitate!? - disse Eleanor alterata - Comunque… se volete, noi staremo davanti al caminetto nella sala comune. Ci si vede lì!» la bruna si allontanò e con un cenno salutò gli altri.
Con una chiave in una mano e un paio di bagagli nell'altra, Cloe e Jessie si avviarono verso le loro stanze.
Ma ancora non sanno cosa gli riserverà il futuro.


Ciao a tutti!
Siamo RunDance e Contrast, due account non nuovi su EFP che però hanno deciso di crearne uno nuovo per le nostre storie.
Abbiamo avuto l'idea di fondere X-Men con i One Direction quest'estate, poiché la prima è una delle nostre saghe preferite e i secondi sono la nostra band preferita c:

Questo era solo il prologo, anche se parecchio lungo e un po' palloso... dal primo capitolo inizieranno i racconti in prima persona.
Intanto, fateci sapere cosa ne pensate!
Un bacio,
RunDance & Contrast

  
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