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Autore: Psychedelic Mushroom    17/10/2012    2 recensioni
Ce l'ho ancora quel bigliettino. Adesso è completamente sgualcito per che lo stringo sempre forte fra le mani quando il dolore aumenta. Mi fa sentire vicina a te anche se, in realtà, sei lontano anni luce.
Ieri ho parlato con un ragazzo che, vedendomi piangere piegata su una panchina, mi ha chiesto come stavo. Non so perchè, ma mi sono aperta con lui. Ha 22 anni, proprio quanti ne avevi tu e si chiama Marck.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                A volte, la vita va avanti.


Non doveva finire così. Tu non dovevi andare via e lasciarmi sola perchè questo posto, senza di te, è come un fiume senza acqua, come un cielo senza sole. Il mio cuore va in mille pezzi ogni minuto, ho una morsa allo stomaco che non migliora, anzi, peggiora. Ogni minuto senza di te è tempo perso. Perchè sei andato via? Perchè mi hai lasciato? Perchè hai voluto abbandonarmi in questo mondo? Se era arrivato il momento di saltare, perchè non mi hai stretto la mano e mi hai portato con te? Lì saremmo stati insieme, felici. Adesso non è così, io sono triste, sto male e non voglio sentirmi meglio. Voglio portare questo dolore dentro di me perchè mi ricorda, ogni istante, che tu sei stato mio. Non lo sei più adesso. Sei lì, senza di me e io qui, sola. Non ho una casa, non ho una persona accanto. Tuo fratello non lo vedo più. Mi ha vietato di entrare in casa tua, mi odia. Ma cosa mi aspettavo? Lui non mi ha mai accettata. Lo avevi fatto solo tu, ma te ne sei andato. Mi mancano i tuoi abracci, i tuoi baci. Ricordo ogni minuto dei giorni insieme a te. Il solo ricordo non mi basta però. Non sento il tuo profumo nell'aria e la felicità che portavi nella mia vita, è scompara nello stesso momento che sei sparito tu. Non smetterò mai di chiedermi perchè. Volevo esserci io al tuo posto. Tu non meritavi di andare via. Avevi una mamma, un padre e un fratello. Io cosa avevo? Niente. Non avevo niente e non ho niente. Tu eri il dono più prezioso che possedevo. Ho i ricordi del tuo sorriso, dei tuoi occhi che mi guardavano come se fossi qualcosa dal valore inestimabile. Tu mi amavi. Me lo hai detto fino all'ultimo istante della tua vita. Lo hai detto con il fiato del tuo ultimo respiro. L'ho sentito dentro il tuo ultimo sorriso appena accennato e nella forza della tua mano che diminuiva di secondo in secondo.

*Flashback*
                                                        Lo so amore, faccio schifo
                                                   Ti ho lasciata sola soletta, ma mi faccio perdonare, lo giuro
                                                                                                              Ti amo

Sorrido.
Certo che ti perdono. Non potrei mai prendermela con te, amore mio.
Mi risdraio sul materasso morbido. Ricomincio a pensare a tutto quello che è accaduto nella mia vita. I miei genitori non li ho mai conosciuti, di amici nemmeno l'ombra e, quando tutto cadeva nel buio più profondo è arrivato lui.
Tom non è il principe azzurro, non arriva davanti ai tuoi occhi su un cavallo e di certo non si inchina nè ti fa il baciamono, ma io lo amo. e lui mi rende felice.

*Fine Flashback*

Ce l'ho ancora quel bigliettino. Adesso è completamente sgualcito per che lo stringo sempre forte fra le mani quando il dolore aumenta. Mi fa sentire vicina a te anche se, in realtà, sei lontano anni luce.
Ieri ho parlato con un ragazzo che, vedendomi piangere piegata su una panchina, mi ha chiesto come stavo. Non so perchè, ma mi sono aperta con lui. Ha 22 anni, proprio quanti ne avevi tu e si chiama Marck.


*Flashback*
- TOM RESISTI OK? TU, TU NON PUOI LASCIARMI ADESSO - continuo ad urlare mentre la tua anima, lentamente, sta lasciando il tuo corpo.
- Piccola non, io non ti sto lasciando - sussurri sorridendo.
Come fai a sorridere mentre mi vedi piangere?
Come fai a sorridere mentre due proiettili hanno trafitto la tua pelle?
Come fai ad avere tutta questa forza?
- Se il, se, il paradiso esiste ti mando, ti mando un bel ragazzo - il tuo corpo che si scuote convulsamentre fra le mie braccia mentre il tuo sangue scivola via dalle ferite, è una visione troppo dolorosa per me.
- Non lo voglio un altro Tom, IO VOGLIO TE HAI CAPITO? - piango ancora ma tu mi sorridi e mi prendi con fatica una mano.
- Non dire così - la tua mano comincia ad allentare la presa lentamente.
- Sii felice e non piangere, sei, sei più bella quando sorridi - un ultimo sorriso si erge sulle sue labbra e poi scompare.
La sua mano scivola dalla mia e io rimango seduta accanto a te.
Hai chiuso gli occhi. I tuoi bellissimi occhi. Anche il tuo sorriso non c'è più, proprio come te.

*Fine Flashback*

- Ciao - mi dice Marck sedendosi sulla panchina del parco dove, da cinque notti, dormo.
- Ciao - la mia voce è spenta, ma qualcosa mi porta a parlare con lui e a non dirgli di andare via e di lasciarmi sola.
- Ti ho trovato un posto - incrocio il suo sguardo.
I suoi occhi non sono come i tuoi Tom, ma sono dello stesso colore.
- Grazie, ma non voglio crearti troppo problemi -
- Non mi crei nessun problema, la casa è mia - mi sorride.
Mi si stringe il cuore a vederlo sorridere. Mi ricorda il tuo sorriso Tom.
- Io non lo so se posso accettare -
- Io lo so invece, puoi accettare, anzi lo hai già fatto - Marck mi afferra una mano e mi fa alzare.
Mi sento rabbrividire e questa volta non è il freddo.
Sorridendo, ci incamminiamo verso una lunga strada. Infondo ad essa vedo una grande casa. Bella come quelle dei film. Marck apre il cancello e poi, qualche metro più avanti, apre la porta e un calore che fa da contrasto col venticello esterno, mi colpisce in pieno viso.
Entriamo e chiudiamo la porta alle nostre spalle. Entriamo poi in un grosso salone. E' accogliente e estremamente familiare. Ci sediamo sul divano posto in fondo alla sala, sulla sinistra.
- Ti piace? - annuisco senza pensarci.
- Io vivo qui da un anno, se vuoi questa può diventare casa tua - sorrido abbassando lo sguardo.
- Nostra - lo correggo poi.
Lo guardo e il suo sorriso c'è ancora. Dopo istanti che sembrano durare anni, si appoggia allo schienale morbido del divano e io, istintivamente, appoggio la testa sul suo petto e le sue braccia mi avvolgono in un abbraccio pieno di amore.
Io e lui ci conosciamo appena, ma è come se l'uno sapesse tutto dell'altro.

*
La mattina dopo mi sveglio in un letto ricoperto si lenzuola color avorio. Sopra di me c'è un pesante piumone che mi ha tenuta al caldo per tutta la notte.
Dalla finestra entra una luce opaca. Sicuramente fuori c'è vento e fa freddo. Mi alzo lo stesso e, dopo aver infilato delle pantofole calde, mi avvicino alla finestra. La apro e osservo il cielo. E' ricoperto da uno strato di nuvole grigiastre e solo pochi frammenti di azzurro si intravedono qua e là.
- Tom, il paradiso esite vero? - sorrido e una lacrima fredda scende sulla mia guancia, ma l'asciugo subito.
- Grazie amore mio - sorrido e richiudo la finestra.
Tom tu mi hai savato la vita. Mi manchi più di qualsiasi altra cosa, ma era destino che tu mi rendessi felice. Marck me lo hai mandato tu. Mi manchi, ma sei tu a darmi la spinta per andare avanti.




Note dell'autrice: posto questa One-Shot perchè l'ho appena scritta ahahahah... spero che vi piaccia e VOGLIO LEGGERE UNA RECENSIONE (è un obbligo hahaha.. scherzo xD) Baci tesorini miei *.* <3
                                       

  
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