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Autore: SimonePaparazzo    18/10/2012    1 recensioni
200 anni sono passati dalla nascita di New Panem. La pace dilaga lì dove sofferenza e dolore erano il pasto giornaliero. L'essere umano, però, sente inesorabilmente il bisogno di tutto ciò, e torna ad acclamare a gran voce gli Hunger Games. Ma chi vorrebbe mettere a rischio la vita dei propri figli?
La soluzione al problema la troverà uno giovane scienziato, il cui nome è già sulla bocca di tutti. Backin Black.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Indimenticabili

 

Lame di luce si riflettevano sulle armature dei soldati, ferendole gli occhi. Il sole alto nel cielo faceva danzare l'aria a pochi centimetri dal terreno, in una cappa di calore insopportabile. Nonostante la battaglia non fosse ancora iniziata, una ciocca di capelli le era scesa sulla fronte madida di sudore, ma spostarla gli era impossibile con quei guanti ingombranti. La landa dove si trovava era incastrata come una gemma tra rugose montagne, invecchiate nei secoli dalla forza della pioggia e del vento. Avrebbe pagato oro purché una brezza leggera attenuasse quella sofferenza.

Il cavallo che la sorreggeva doveva patirlo allo stesso modo, a giudicare dalla schiuma che gli si andava ad addensare agli angoli della bocca. Gea dovette accorgersene, perché prese ad accarezzarlo sui fianchi, godendo della rilassante sensazione del manto sotto il palmo della mano. Poggiò la testa sulla sua criniera, soffermandosi sul profumo di muschio bagnato di cui era intriso, per poi iniziare a parlare con voce materna: << Hai viaggiato a lungo negli ultimi giorni, hai bisogno di riposarti.>>

L'animale rispose con un nitrito acuto e scalciò il terreno impaziente. O almeno questo fu quello che gli uomini potettero osservare. La ragazza, invece, lo capì perfettamente: << Ma cosa ti salta in mente? Questa è forse la battaglia più importante che dovrai affrontare, e io non ho intenzione di lasciarti da sola proprio ora. >> Sorrise, lo baciò sul collo con quello che voleva dire “grazie di tutto”. Grazie, perché era per merito suo se ora era conosciuta come la Dea Animale.

Ricordava ancora il giorno in cui l'esercito dell'Imperatore Necrofilix attaccò il suo villaggio radendolo al suolo. La sua famiglia era impegnata nei combattimenti e lei era rimasta sola, piangeva disperata in un angolo della piazza principale, quando un soldato nemico la vide. Si avvicinò con una lentezza innaturale, sguainando la spada e fissandola negli occhi. Pregustava già quel momento di morte. D'un tratto, da una delle strade adiacenti, sbucò un cavallo in corsa. Colpì l'uomo, facendolo rovinare all'indietro, e si avvicino a Gea, sfiorandole la fronte con il muso umido. In quell'istante, come una scarica elettrica, un pensiero le attraversò la mente, indecifrabile e fulmineo, e così come era arrivato se ne andò, senza lasciare appigli. Saltò sull'animale, spronandolo a correre finché la città non fu altro che una chiazza nera in lontananza, sovrastata da una colonna di fumo. Solo in un secondo momento capì cosa era successo: gli aveva parlato, e lei l'aveva compreso.

Viaggiarono a lungo per tutto il paese, fuggendo da una guerra che corrodeva l'anima della gente. In seguitò capì di riuscire a fare molto di più che parlare con gli animali, poteva prendere in prestito una loro parte per brevi periodi. Così, se doveva cercare del cibo, sfruttava l'olfatto sopraffino di un cane, se voleva nascondersi l'udito di una volpe, o se semplicemente desiderava ammirare le stelle nel cielo notturno, approfittava di occhi felini. Le emozioni che queste scoperte le suscitarono la confusero inevitabilmente. Un altopiano di paura e curiosità sostituì la pianura del suo cuore, resa sterile dal dolore per la perdita della famiglia. Si chiese cosa questo avrebbe potuto comportare, ma in fondo, lo sapeva già.

Passando per un villaggio semidistrutto, udì grida di terrore provenire dall'interno di una casa diroccata. Entrò all'interno del locale senza un attimo di esitazione, ma quando fu dentro si bloccò. Un militare dell'Impero bloccava al muro una ragazza più o meno della sua età, con lo sguardo stravolto da un desiderio irrefrenabile. Gli fu impossibile non rivedere se stessa di poco tempo prima, pietrificata davanti a una crudeltà irrazionale. Rabbia, frustrazione, vendetta, sono parole di un vocabolario troppo povero per descrivere l'iceberg di odio che le piombò addosso. Si scaraventò sull'uomo, buttandolo a terra. Quando gli fu sopra penso semplicemente alla belva più forte che conosceva, non dovette fare nient'altro. La trovarono ancora ansimante, su un ammasso di carne informe, disteso su una pozza di sangue, mentre dalla mano le prorompevano artigli da leone.

Si unì alla resistenza, combattendo quel tumore ormai fin troppo esteso nella sua terra. Non ci volle molto tempo prima che la leggenda della Dea Animale raggiunse ogni uomo, donna e bambino.


Ed eccola lì, circondata da migliaia di uomini uniti sotto un unico stendardo, decisi a respingere Neccrofilix, ora più vicino che mai. Gea abbassò la visiera. Inspirò a fondo. Strinse la spada bianca nella mano destra. Una scarica di forza e agilità la pervase. Alzò il braccio sinistro, la mano aperta. La chiuse a pungo, gridando con quanto fiato aveva in corpo prima di lanciarsi contro la fila di nemici. Con lei, all'unisono, migliaia di soldati esultarono e si portarono al suo fianco pronti alla battaglia finale. Dall'altra parte della piana attendeva irrequieto lo schieramento avversario, terrorizzato più dall'idea di affrontare la furia della Dea che di morire.

I corpi si amalgamavano come in un mare tempestoso, scintille esplodevano al cozzare del metallo, frecce sibilavano da ogni lato. La ragazza puntò uno dei generali incitando il cavallo, roteò il corpo, reso una perfetta macchina da guerra, e sollevò la lama.

Qualcosa però andò storto. I colori sbiadirono, le sagome si allontanarono e sfocarono, i rumori divennero sordi. Il mondo precipitò su se stesso, mentre anche lei precipitava al suolo.

 

Un soffitto bianco. Un lenzuolo bianco. Un volto concentrato. Anch'esso bianco.

 

Il Presidente Coldrain si aggiustò la cravatta di un viola intenso. Con un panno ionizzato lucidava le scarpe di nera pelle lucida, quando un inserviente entrò nella camera senza proferire parola, porgendogli una lettera scritta con carta pregiata, con in alto riportate le iniziale del dottre Backin Black. La dispiegò delicatamente con le dita. Sorrise : << Quest'anno gli Hunger Games saranno indimenticabili. Bruce Wayne, Eragon, Sephiroth, la Dea Animale.>>

Uscì silenziosamente ed aprì le labbra carnose un ultima volta: << Indimenticabili. >>



Note dell'autore: Chiedo scusa per gli spazi così eccessivi ma non sono molto bravo nell'utilizzare l' HTML, questa è la mia prima FF. Si accettano volentieri recensioni, soprattutto critiche.

L'opera non ha nessun fine di lucro. All'interno del brano potrebbero esserci personaggi e riferimenti alle seguinti opere: Hunger Games, Il ciclo dell'eredità, Final Fantasy, 300, Le cronache del Mondo Emerso, Assassin's Creed, Lupin III, La ragazza drago, Batman, La vedova nera, Harry Potter ed altri.

 

  
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